È tempo di rinascita in casa Samas

Amo da sempre miti e leggende, forse perché sono una sognatrice.

Tra i miti che più mi affascinano, c’è quello della fenice e della sua rinascita dalle proprie ceneri: mi piace l’idea intrinseca, qualcuno o qualcosa capace di risollevarsi perfino quando sembra non esserci più speranza.

Oggi, oltre al concetto di rinascita personale, si fa strada quello di rinascita aziendale: sono felice di vedere che, finalmente, anziché limitarci esclusivamente a consumare rapidamente, si inizi piuttosto a pensare a come dare una seconda possibilità a ciò che è stato un successo.

L’idea di rilanciare un brand mi piace quanto quella di dare opportunità alle realtà emergenti: in entrambi i casi, si parla di talento, quello che risorge e quello che nasce vergine. E siccome penso che il talento non vada sprecato né buttato via, mai e in nessun caso, apprezzo decisamente il fatto che esistano persone in grado di mettere mano a un’azienda di valore facendo sì che storia ed eredità non vadano perse.

Ecco perché ho deciso di raccontarvi del rilancio del brand Samas: nato nel 1959 a Chiuro, in Valtellina, si è fatto conoscere specializzandosi in abbigliamento sciistico.

L’archivio storico dell’azienda è ricchissimo e contiene ricordi di grandi sponsorizzazioni, per esempio quella della famosa Valanga Azzurra (il nome dato alla nazionale italiana di sci alpino degli anni ’70, fatta di campioni del calibro di Piero Gros e Gustav Thöni) o quella dello svedese Ingemar Stenmark (considerato da molti il più grande sciatore di tutti i tempi). Anche i membri di imprese epiche e spedizioni coraggiose che hanno conquistato luoghi come il Cerro Grande in Patagonia o l’Himalaya vestirono i capi Samas.

Il marchio si proietta ora verso una nuova sfida, completamente diversa ma altrettanto impegnativa: non ci sono piste e nemmeno distese ghiacciate da affrontare, ma un mercato concorrenziale, cosa non meno pericolosa. Grazie a una società che ha sostenuto e avviato il rilancio, Samas si appresta a iniziare una seconda vita, esattamente come una fenice niente affatto pronta a giacere sconfitta tra le proprie ceneri.

“Ho voluto fortemente il rilancio di Samas, un brand italiano iconico e senza tempo, ma ho pensato di applicare al marchio una strategia di sviluppo più internazionale attraverso nuove proposte prodotto da distribuire secondo un approccio più globale, partendo dalla mia reinterpretazione stilistica che vede un uomo raffinato nel suo stile metropolitano”: sono le parole di Jumpei Nakaarai che, nel ruolo di direttore creativo, ha progettato una nuova collezione appena presentata a Pitti Uomo, l’importante salone fiorentino.

Con le sue parole, Jumpei Nakaarai mostra di avere rispetto della tradizione e notevole conoscenza del mercato: condivido il suo punto di vista e mi piace l’idea che un marchio conosciuto per l’abbigliamento outdoor si evolva avvicinandosi all’uomo metropolitano e mirando a entrare nel suo quotidiano.

Come si realizza ciò? Attraverso una collezione dallo spirito sportswear capace di porre l’accento su comfort, soluzioni innovative e grande qualità dei tessuti nonché attraverso la ricerca di un tipo di bellezza che risulti anche funzionale.

Il grintoso direttore creativo mira a diffondere una filosofia alla quale ha dato il nome di TEC TRA, acronimo di Technical Traditional, ovvero un mix realizzato unendo eredità storica del brand e performance tecniche: a fare da punto di incontro sono le forme moderne in sintonia con un gusto più cittadino.

TEC TRA è diventato il nucleo attorno al quale ha sviluppato la collezione Samas per l’autunno / inverno 2015 – 2016: ha dunque lavorato molto su forme e volumi, ha usato tessuti classici tra i quali il tweed e le lane scozzesi e li ha dotati di parti esterne idrorepellenti. Non mancano i tessuti reversibili.

A chi è destinata la sua collezione? A un gentleman di città che ricerchi la raffinatezza anche nella versione più rilassata e sportiva, a un uomo che apprezzi giacche e cappotti dalla vestibilità asciutta, destrutturati e dalle spalle morbide.

Nel progetto di rilancio, c’è l’idea di una serie di negozi monomarca che partiranno proprio dall’Italia: pronti a sostenere questa rinascita, a scommettere a nostra volta su Samas e sulla visione di Jumpei Nakaarai?

Manu

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito Samas che attualmente è under construction

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

florisa
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cara manu ho letto il tuo bell’articolo con un pizzico di amarezza anche se naturalmente contenta per questa nuova ed intelligente rinascita.L’idea di contestualizzare in modo metropolitano un prodotto da sempre deputato ad essere di uso esclusivo dei frequentatori di impianti sciistici è veramente geniale.Come geniale anche l’uso di tessuti assolutamente quotidiani e “borghesi” ma trattati con resine idrorepellenti..un mix di sicuro successo e che abbraccerà più segmenti di mercato.Ho letto con un pizzico di amarezza perché vedere scritta la parola”rinascita”mi fa pensare a ciò che mi è successo in questi giorni.Sai che ho preso la decisione di tenermi a distanza dalla moda come designer..e ne sono contenta perché ho trovato in altri ambiti ciò che mi rende felice..bene..qualche giorno fa mi telefona la mia amica ricamatrice con la quale abbiamo fatto magie nel vero senso della parola.lei non si è rassegnata a lavorare in modo scadente ,ma ne ha assoluta necessità .Rimpiange le nostre meraviglie e la bizzarra cretività portata avanti per anni dai miei lavori.E’ stata contattata da un “imprenditore?????” del settore sposa che le ha chiesto di propormi di rinnovare e fare un vero e proprio restauro
del prodotto alquanto scadente che la suocera,titolare dell’azienda da rimettere in sesto,propina ormai da trenta anni senza cambiare una virgola.pensa che hanno ancora gli abiti con il cerchio al sottogonna.La mia amica si è precipitata entusiasta a chiamarmi sapendo che l’avrei immediatamente “arruolata” in questa nuova avventura se avessi accettato..avrebbe ricominciato finalmente a volare.Sono stata riluttante ad accettare,poi trascinata dal suo entusiasmo ho fissato un appuntamento la scorsa settimana.Mi è stato chiesto di dare una nuova immagine al prodotto e preparare qalcosa.Ho lavorato tutta la settimana elaborando una ventina di capi piuttosto apprezzabili..ieri ci siamo nuovamente incontrati con la titolare e il genero imprenditore.Erano presenti anche i loro nuovi rappresentanti della sicilia che mi conoscevano bene in quanto avevano portato la mia ultima collezione in giro.Quando sono stati convocati hanno espresso scetticismo nei confronti del prodotto dell’azienda,ma appena saputo che avrei io disegnato la nuova collezione si sono mostrati entusiasti e mi hanno ricoperto di complimenti ..si sono mostrati fiduciosi ed ottimisti.Ho tirato fuori i bozzetti fra cori di OHHHHHHH…di ammirazione .la signora prendeva i fogli li guardava e diceva:”belli..bellissimi..”.Poichè non riuscivano a prendere una decisione ed io non volevo forzarli a farlo (anche perché ho preferito che il compenso fosse a capo )per non metterli in imbarazzo mi sono allontanata per un caffè insieme ai rappresentanti felici.Quando siamo tornati ..dei 20 capi disegnati ne avevano presi solo otto..gli altri 18 se li faranno loro esattamente come quelli delle collezioni precedenti ed invendute perché orribili.Insomma pe rfartela breve ci sono ancora persone che non capiscono perché la creatività si debba pagare quando è più semplice(pensano loro)copiare e/o ripetere all’infinito ciò che è stato già visto e fatto.Il lavoro da mercenaria non fa per me…e credo che mi riprenderò i miei otto bozzetti…un abbraccio grande

Manu
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Cara Florisa, amica mia, il tuo racconto mi procura una fitta di dispiacere.
Purtroppo, sono fin troppo conscia del fatto che, per un’azienda come Samas, ne esistano altre 100 come quella nella quale ti sei imbattuta, aziende per le quali le parole “innovazione” e “creatività” sono solo vuote espressioni che si archiviano – come spieghi molto bene – velocemente, continuando a replicare successi (e purtroppo anche insuccessi) del passato.
Guarda, senza saperlo, senza avere ancora letto questo tuo commento, ho appena pubblicato un articolo (quello successivo a questo) nel quale racconto che, per quanto riguarda la moda, in genere non apprezzo le mezze misure.
Mentre le sostengo fermamente in altri ambiti e in altri contesti, non mi piacciono se applicate al guardaroba: ammetto che occorre coraggio sia per seguire la strada tracciata dai grandi sarti (si accetta un confronto che può risultare rischioso) sia per decidere di rompere con la tradizione (scrivere nuovi codici può risultare operazione non facile), eppure occorre fare una scelta e portarla avanti con chiarezza, determinazione e decisione, perché la moda è un linguaggio e la confusione è pericolosa.
Ecco, questi signori coi loro abiti col cerchio al sottogonna sono l’emblema di quanto lo stare in mezzo e il non sapere scegliere siano cose pericolose: l’immagine di quei cerchi obsoleti e superati mi farebbe ridere se la situazione non fosse in realtà tragica. Credo di aver visto gli ultimi cerchi al sottogonna in qualche abito da Carnevale durante la mia adolescenza: qualcuno ha detto loro che esistono altri modi e altre tecniche, al limite?
Mi dispiace che ti sia capitata questa ennesima e triste esperienza, soprattutto quando avevi deciso di dare un’altra possibilità al mondo che ti ha tanto delusa.
E capisco la tua voglia di riprenderti anche i bozzetti accettati, eppure posso dirti una cosa? Le guerre si vincono poco a poco, battaglia dopo battaglia, e non possiamo fare altro che restare sul campo e provare, come piccoli soldati. E tu lo sai meglio di me.
Un abbraccio grande a te e sappi che i tuoi racconti e la tua fiducia mi onorano, ogni volta.
Manu

florisa
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cara manu onestamente non sono sorpresa più di tanto..l’esperienza che ho in fatto di “imprenditori”del sud mi ha completamente disillusa sulle loro capacità di saper guardare oltre..avanti.Più che imprenditori sono dei piccoli bottegai miopi affannati a cercare di non perdere quello che hanno ,anche se poco, senza capacità di proiezione a lungo o medio raggio.Piccoli topi con il loro pezzettino di mollica di pane sottratto a qualche avanzo lasciato distrattamente da qualcuno.Capacità di reazioni concrete mettendoci faccia e capitale purtroppo mancano e non è la questione economica attuale che induce a questo comportamento ,bensì ad una incancrenita convinzione che sia più opportuno l’uovo oggi piuttosto che la gallina domani.Scusami per la banalità del concetto,ma è stata proprio questa gretta mentalità a farmi prendere la decisione di mollare tutto.Lo so..lo so..potresti dirmi “ma perché non sei andata via ,non sei venuta al nord o anche in altri posti…” perché la vita mi ha preso troppo presto,prima che io potessi prendere lei per il collo e farle fare ciò che volevo.Lo sto facendo però ora e non ho rimpianti…ho intorno a me l’amore,l’affetto,l’amicizia ,la stima di tante persone straordinarie e no..Non so se tutti possano affermare la stessa cosa..non brillerò mai nell’universo della moda con la M maiuscola?non importa…ho altro,molto altro..Tanto per cominciare ho sul tavolo il tessuto per confezionare il costume da sirenetta alla mia nipotina e so che attraverso questo costume Alice ,anche quando non ci sarò più ,mi porterà nel suo cuore e nella memoria delle belle cose..ed io ci sarò comunque e sempre quando lei ,adulta e forse anche mamma,racconterà di una nonna bizzarra e giocosa che ogni anno le faceva bellissimi costumi di carnevale.Ora ti abbraccio mia preziosissima amica speciale..apro le mie ali e volo

Manu
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No, cara Florisa, non ti dirò mai “ma perché non sei andata via?”, soprattutto perché ognuno ha la propria storia sulla quale gli altri non hanno alcun diritto di sindacare.
E poi sono un po’ fatalista: molto spesso, le cose vanno come devono andare. Non sapremo mai come sarebbe stato se tu ti fossi spostata. Meglio? Peggio? Chissà. Probabilmente non avresti incontrato tutte le persone che oggi invece riempiono straordinariamente la tua vita e che costituiscono il capitale più grande del quale una persona possa godere, quello umano.
A volte me lo chiedo anch’io, sai: e se fossi andata all’estero? Come vedi, dunque, ognuno di noi ha dubbi e interrogativi. L’importante è amare ciò che si ha.
Trovo che ciò che hai oggi sia molto prezioso e posso dirlo? Non credo che sia poi così importante brillare nell’universo della Moda. Tu brilli comunque e indipendentemente, perché sei piena di passione e di passioni. Ecco, questo sì che è importante.
Il costume da sirenetta? Impazzisco! Ricordati che voglio vederlo!
E sono certa che Alice avrà a sua volta una ricchezza che nessuno potrà mai portarle via, quella di una nonna come te.
Buon volo 🙂
Manu

florisa
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Mia cara e dolce manu sono d’accordo con te,non potremo mai sapere come sarebbe stata la nostra vita se alcune coincidenze,incontri e fatti fossero andati diversamente..una sorta di sliding doors che,per una frazione di secondo avrebbe modificato la nostra esistenza e quella degli altri.Un effetto domino che però non conosceremo mai.Oggi ho trovato dopo molto tempo un equilibrio ,per fortuna oscillante, perché non mi piace l’idea di supporre di avere certezze e verità..sarebbe la fine della ricerca,dello stupore infinito che mi fa ridere e piangere…ma lo stato in cui mi sento è quello di colei che si gode uno scampolo d’estate seduta davanti al mare ,su una spiaggia da cui sono andati via frettolosamente i bagnanti.Sono andati a casa a prepararsi per uscire,a truccarsi ,vestirsi,pettinarsi mentre io mi godo da sola il mio MARE che sta ingoiando gli ultimi raggi del sole.Attimi che mi danno l’idea della PERFEZIONE.Credimi non c’è malinconia in questa immagine ,né sono triste…o per lo meno ho imparato a tradurre le ombre del mio stato d’animo in doni che l’esperienza,la vita ,gli altri mi stanno regalando.Più che mai considero preziosa e fragile la VITA…e non voglio perdermene neanche un attimo in ciò che non valga la pena,che non mi procuri felicità e gioia.Non voglio dire che non ci sono momenti in cui mi arrabbio,mai sia fosse così..mi arrabbio e come,grido se necessario la mia rabbia contro le ingiustizie,i soprusi,la cattiveria..ma è una rabbia costruttiva ..buona come il colesterolo buono.Ora per tornare alla mia mail di delusione..è chiaro che lo sapevo in anticipo che sarebbe andata così,ma tu mi hai fatto riflettere con le ultime frasi scritte:”le guerre si vincono poco a poco..” Sagge parole ed è così che farò.Sono un piccolo soldato come te e non smetterò mai di combattere..ma davanti al mare al tramonto ..Un abbraccio mia cara cara Manu.
p.s. Il costume di Alice lo devo rifare..la mia nipotina ha messo su un bel sederino ed una pancina che hanno lottato a lungo per entrare nella sirena..

Manu
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Amo le immagini che sai creare.
L’equilibrio oscillante…
L’idea del mare e dei bagnanti andati a casa per prepararsi per uscire. E tu lì, intenta a goderti il sole che tramonta…
Trovo anch’io che non ci sia malinconia in quest’immagine, anzi.
E sono onorata di sapere che, insieme, abbiamo fatto riflessioni utili.
Un abbraccio,
Manu
P.S. (1): “buona come il colesterolo buono”… mi fai morire, Florisa! Ma come ti vengono in mente? Geniale e perfetta!
P.S. (2): Immagino la lotta della piccola Alice per entrare nel suo costume e sorrido per la tenerezza e la simpatia che mi ispira 🙂

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