The Bridge incontra Pininfarina tra artigianalità e tecnologia

Cosa succede quando due gloriose case italiane, The Bridge e Pininfarina, si incontrano e decidono di fondere il loro saper fare? Nasce una capsule collection ispirata al viaggio e al movimento.

Era il 1969 quando a Scandicci cinque artigiani decisero di associarsi e di fondare un’azienda alla quale fu dato nome II Ponte Pelletteria: da subito si distinsero per la produzione di borse e accessori di alta qualità, realizzati con materiali pregiati e dotati di un’eleganza non soggetta alle mode. Nel 1975 l’azienda lanciò il marchio The Bridge, termine inglese per ponte, a simboleggiare Ponte a Greve che collegava Scandicci a Firenze: il nome rappresenta dunque un omaggio alle origini geografiche dell’azienda. Ancora oggi, dopo più di 40 anni dalla sua fondazione, il brand resta fortemente legato alle proprie origini toscane.

La storia di Pininfarina ha avuto origine nel 1930 quando fu fondata da Battista Pinin-Farina che divenne il più celebre car designer della sua epoca: ho appreso con stupore e orgoglio che la Cisitalia 202 (datata 1947, la bellissima vettura rossa che vedete nelle foto qui sotto) è stata la prima e unica auto ad entrare nella collezione permanente del MoMA di New York. E a oggi, più di 100 Ferrari che sono andate in produzione sono state disegnate da Pininfarina. Nel 1986, la terza generazione della famiglia ha fondato Pininfarina Extra per estendere le competenze dell’azienda al di fuori del settore automobilistico.

The Bridge e Pininfarina hanno deciso di creare una collezione di accessori facendo incontrare artigianalità e tecnologia. Hanno preso ispirazione dal viaggio inteso come sguardo sul mondo e come sinonimo di curiosità, accoglienza, apertura e confronto: la tecnologia viene così vissuta come mezzo per enfatizzare funzionalità e praticità.

Visto che a unire le due aziende è proprio la loro lunga storia fatta di tradizione, di amore per i dettagli, di ricerca continua e di innovazione costante, la visione condivisa è stata quella di unire materiali classici quali la pelle e il tessuto con la bellezza di un design dinamico e contemporaneo.

Il sodalizio ha prodotto due linee di borsoni, cartelle, messenger bag, trolley e piccola pelletteria. Legacy è la linea in pelle e cuoio: richiama il DNA più puro di The Bridge, quello legato alla lavorazione toscana artigianale rivisitata col tocco contemporaneo del design Pininfarina. La linea Tech, in pelle e tessuto, si ispira invece al mondo della tecnologia: secondo la filosofia propria di casa Pininfarina, le linee sono pulite ed essenziali e la scelta dei colori scuri sottolinea volutamente uno stile più urbano.

Una borsa della linea <em>Legacy</em> (photo credit The Bridge – Pininfarina)
Una borsa della linea Legacy (photo credit The Bridge – Pininfarina)
Una borsa della linea <em>Tech</em> (photo credit The Bridge – Pininfarina)
Una borsa della linea Tech (photo credit The Bridge – Pininfarina)

La nuova collezione è stata presentata a Milano durante una bella serata a Palazzo Cusani: c’ero anch’io e ho potuto dunque vedere da vicino e toccare con mano le due linee.

Cosa ne penso? Penso che queste borse siano comode, belle e capienti e che, nonostante siano state disegnate per far leva sui gusti del pubblico maschile, faranno sicuramente breccia anche nei cuori femminili. È risaputo quanto a noi donne piaccia rubare dal guardaroba di lui, soprattutto quando si parla di materiali di gran qualità e di linee accattivanti sebbene rigorose ed essenziali.

Ve lo confesso, non ho potuto trattenermi dall’accarezzare e annusare la linea Legacy come mi capita ogni volta che incontro il vero cuoio e la vera pelle, materiali unici, inconfondibili e insostituibili.

So che le foto non possono restituire morbidezza e profumo, ma spero che gli scatti che ho fatto durante la serata possano almeno trasmettervi la bellezza di linee e forme delle borse e delle due autovetture Pininfarina: il tutto è stato ulteriormente sottolineato dalla splendida cornice offerta da Palazzo Cusani.

La velocità, il movimento, le automobili e quindi la possibilità di spostarsi e viaggiare sono concetti che appartengono completamente ai nostri giorni: poco più di 100 anni fa crearono scompiglio e curiosità.

The Bridge e Pininfarina rinnovano l’incanto, dimostrando una volta di più un principio nel quale credo profondamente: non si può guardare al futuro senza conoscere il passato. E dalla nostra tradizione possiamo prendere le cose migliori, rivestendole della luce splendente dell’innovazione.

Le due linee saranno in vendita nei negozi The Bridge a partire dal prossimo autunno.

Manu

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

The Bridge – qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter e qui il canale Youtube.

Pininfarina – qui il sito e qui il sito Pinifarina Extra, qui la pagina Facebook e qui il canale YouTube.

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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