Tom Rebl veste uomo e donna tra Oriente e Occidente

È da un po’ che ronzo attorno a Tom Rebl esattamente come un’ape farebbe con un fiore dal nettare succulento: ho reso l’idea? Lo stilista mi incuriosisce assai e il suo lavoro ricco di riferimenti cosmopoliti mi affascina in maniera inenarrabile.

Sono quindi felice di dedicare un articolo alla sua fatica più recente, la collezione primavera / estate 2015 appena presentata in occasione di Milano Moda Uomo: la sfilata alla quale ho assistito con grande piacere e sommo interesse ha segnato anche una grossa novità, ovvero l’introduzione dei primi capi disegnati appositamente per la donna.

Tom Rebl gioca con gli opposti che si attraggono e si respingono: crea un sofisticato gioco di equilibri – tra Oriente e Occidente, tra natura maschile e femminile – e trae ispirazione dalla figura ambivalente della dea Kali, la divinità indù che racchiude in sé oscurità e luce, bene e male.

Lo stilista compie e ci fa compiere un viaggio trasversale, fatto di contaminazioni e di continue alternanze di luoghi e tempi: propone nuove tipologie di abbigliamento, sia per l’uomo che per la donna, e lo fa osando linee e volumi che diventano ampi e fluidi per poi tornare, improvvisamente, a essere asciutti.

Dà una nuova interpretazione a capi ai quali è particolarmente affezionato, come il chiodo e il trench: introduce lo sherwani (la giacca lunga usata in Oriente) che si confronta così con la tradizione stilistica occidentale.

Il suo intento è quello di togliere a questi pezzi la loro forte identità territoriale per collocarli in uno scenario nel quale è possibile una nuova convivenza di influenze e stili.

Scommette sulla preziosità dei tessuti originali, provenienti dall’India: sari vintage in broccato di seta vivono una nuova vita, una sorta di reincarnazione, mentre le lavorazioni raccontano una ricerca continua e raffinata che privilegia trattamenti hi-tech con lo scopo di creare effetti inediti.

Un esempio è il denim che viene lavato, screpolato e verniciato.

Buona parte della collezione gioca col bianco e col nero nelle mille sfumature ottenute grazie all’accostamento di filati diversi che restituiscono luci e ombre ciascuno a proprio modo: d’un tratto, quando già avevo abbandonato l’idea del colore, lo stilista è riuscito a sorprendermi ancora una volta, mandando appunto in passerella gli strabilianti tessuti indiani.

Questa quarta stagione di passerella conferma dunque il cammino intrapreso, in equilibrio tra sartorialità e contenuti forti e personali: Tom Rebl destruttura le linee tradizionali del guardaroba maschile e le rivisita tra sperimentazione e provocazione.

Accanto alle proposte uomo, lo stilista lancia per la prima volta una capsule collection dedicata alla donna: pensa a 25 pezzi che nascono dalla main line maschile e che da lì prendono in prestito alcuni dettagli. Il risultato è un incontro, un mix tra la silhouette femminile delineata attraverso capi fascianti e quella maschile caratterizzata da capi più morbidi.

L’idea ancestrale che la donna nasca dalla costola dell’uomo assume così un nuovo significato e una forma inedita.

Attendevo con impazienza lo sbarco di Tom Rebl sul pianeta donna: ero curiosa di vedere come i suoi occhi avrebbero interpretato il nostro mondo. Avevo già visto alcuni suoi capi reinterpretati da donne del suo entourage e ciò mi era molto piaciuto: amo, quindi, che non abbia stravolto le linee dedicate all’uomo e che le abbia accostate con intelligenza e gusto al corpo femminile.

Il risultato mi piace molto: avevo già dichiarato in altre occasioni che mi piace attingere al guardaroba maschile. Non amo la femminilità urlata e mi affascina che venga sussurrata e suggerita attraverso giochi di sovrapposizioni come quelli che ho visto in passerella.

A completare le proposte per la primavera / estate 2015, ci sono le calzature firmate da Alain Quilici, una linea di gioielli pensati per vestire letteralmente il corpo e gli occhiali Bomb-Ray che abbinano l’acetato effetto used look e il metallo brunito o lucido.

C’è poi la collaborazione con Zena, artista poliedrica con la quale Tom Rebl collabora da diverse stagioni: sono suoi gli affascinanti cappelli, piccole sculture che adornano la testa delle modelle. Avevo conosciuto Zena un paio di anni fa in occasione di una sua mostra personale e sono felice di ritrovare le sue creazioni affascinanti in un contesto nel quale trovano la loro collocazione perfetta.

La sfilata è stata accompagnata dalla musica di Sergio Carnevale, batterista dei Bluvertigo, ed è stata introdotta da una performance speciale.

Sulla passerella è entrato lo stesso Tom Rebl, vestito di nero, con un turbante e una lunga tunica, scalzo: è stato raggiunto da Angelo Orazio Pregoni, artista e anima di Perfumes O’Driù, che ha cosparso lo stilista di uno dei suoi profumi, Bomb-Hay, fragranza ispirata all’India e creata per l’occasione. Attraverso questa momento, considerato un rito contro la banalizzazione contemporanea, i due performer hanno voluto riportare il profumo al suo significato più mistico e puro (profumo viene dal latino per fumum, ovvero attraverso il fumo), sacro eppure umano.

Vi dico la verità: a me che piace la moda che va oltre un bel volto o un bel vestito, quella di Tom Rebl fatta di rimandi e di contenuti piace da impazzire: come me, lo stilista è affascinato dall’energia, dall’essenza e dalla creatività dalla moda stessa e rifugge l’omologazione.

Sebbene le sue collezioni siano create con amore, cura ed estrema attenzione, i vestiti non sono in realtà al centro del suo universo: elementi quali la musica e l’arte hanno un ruolo altrettanto importante e tutti gli elementi si sommano andando a definire il mondo che lo stilista vuole proporre.

Il messaggio più importante che Tom Rebl vuole far passare è l’orgoglio dell’individualità: non mi sono affatto stupita quando ho scoperto che in passato ha esternato la sua preoccupazione verso certi atteggiamenti rigidi del sistema moda né mi sorprende leggere che i suoi vestiti sono ispirati da e progettati per tutti quei personaggi che possono essere definiti outsider, coloro che non hanno paura di staccarsi dalla massa.

Nato e cresciuto in Germania, dopo aver studiato presso la celeberrima Central Saint Martins College of Arts and Design di Londra, Tom Rebl ha deciso fin dal 2008 di stabilire la sede del suo brand in Italia, in quanto considera il nostro Paese un sinonimo di qualità e tradizione sartoriale eccellenti.

Il periodo trascorso a Londra prima di trasferirsi in Italia è stato molto importante nel definire il suo stile all’avanguardia e nel consolidare l’appeal internazionale e cosmopolita del quale parlavo in principio.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Tom Rebl – qui il sito, qui la pagina Facebook, qui il blog, qui Instagram, qui Twitter

Angelo Orazio Pregoni e Perfumes O’Driù – qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter

Zena e il suo progetto ZHAT – qui l’articolo che avevo scritto in settembre 2012 per WBIS, qui il sito, qui la pagina Facebook

 

 

 

 

Tutte le foto (con la sola eccezione di quella della performance dello stilista con Angelo Orazio Pregoni che è un mio scatto) vengono dall’ufficio stampa Tom Rebl – grazie!

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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