Tutti per il Museo per Tutti, 1° campagna di fundraising del Museo da Vinci

È un luogo di cui ho parlato spesso perché è uno dei miei preferiti – e non solo a Milano: mi riferisco al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci.

Lo amo particolarmente poiché è un’istituzione storica e, allo stesso tempo, straordinariamente contemporanea: chi lo amministra è riuscito a farne un museo prestigioso ma vicino alle persone (non spocchioso, insomma), un museo capace di raccontare scienza, tecnologia, industria e molto altro ancora senza preconcetti e senza barriere.

Come ho già narrato in altri post, il Museo da Vinci vide la luce nel lontano 1953 grazie a un gruppo di industriali lombardi guidati dall’ingegner Guido Ucelli di Nemi: l’idea di quest’ultimo era quella di dotare l’Italia, al pari degli altri grandi Paesi europei, di un museo che raccontasse il «divenire del mondo» a partire da un’idea di unità della cultura.

Questa idea di dialogo senza barriere tra cultura umanistico-artistica e cultura tecnico-scientifica ispira ancora oggi le scelte e il piano strategico di sviluppo dell’istituzione meneghina e rappresenta uno dei motivi alla base del mio amore.

Il nome di Leonardo da Vinci accompagna il Museo fin dalla sua inaugurazione e calza a pennello: Leonardo è il miglior simbolo di quel dialogo e di quella continuità tra i due lati della cultura, espressioni differenti quanto complementari della creatività umana, fortemente presenti nella vita e nell’operato del celeberrimo genio del Rinascimento.

Anche durante l’ultimo anno e nonostante i periodi di chiusura, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia ha sempre continuato a lavorare e ha investito personale ed energie nella programmazione e nella realizzazione della sua attività ordinaria oltre ad aver portato avanti alcuni specifici progetti, sempre con lo sguardo rivolto all’impatto sulla sua comunità ovvero tutti noi, cittadini eterogenei per età, provenienza e background ma uniti dall’amore universale per cultura e conoscenza.

Per questo motivo, nel momento storico attuale, è grazie al contributo di tutti che sarà possibile permettere la realizzazione delle attività del Museo nel lungo periodo e in ottica di accessibilità a fasce sempre maggiori di pubblico: da qui l’esigenza di ripensare alcune strategie di fundraising e di sviluppare quindi per il 2021 una nuova campagna di donazioni da singoli individui per reperire fondi cosiddetti “non finalizzati”, cioè fondi per il programma annuale e non destinati alla copertura di specifici progetti.

Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci ha così annunciato Tutti per il Museo per Tutti, la sua prima campagna di individual fundraising con la quale chiede al proprio pubblico di diventare parte attiva della vita del Museo.

La raccolta fondi, iniziata mercoledì 28 aprile, contribuirà ad assicurare al Museo le risorse per proseguire nell’attuazione del proprio programma educativo e culturale annuale.

L’aiuto di noi tutti sarà fondamentale per supportare il rinnovo e la manutenzione delle esposizioni permanenti, il restauro e la conservazione delle collezioni, le attività educative e di ricerca e l’incremento della presenza digitale.

Il payoff Tutti per il Museo per Tutti strizza l’occhio al motto dei protagonisti del romanzo I tre moschettieri di Alexandre Dumas, ma è anche ispirato alla celebre frase attribuita al fondatore Guido Ucelli di Nemi e che io stessa ho parzialmente citato in principio.

 «Il Museo è vivo, di tutti, aperto a tutti. È il Museo del divenire del mondo.»

Il payoff vuole quindi sottolineare il ruolo del Museo: essere al servizio della società e dei suoi bisogni, rendendo scienza e tecnologia inclusive e accessibili, ma anche aprire a tutti la possibilità di contribuire a renderlo tale perché ogni donazione, anche la più piccola, può essere determinante e fare la differenza, dando dunque grande valore all’azione del singolo.

Considerato il mio amore per il Museo, per la cultura e per la conoscenza, ho voluto fortemente parlare di questa iniziativa: dare il mio piccolo contributo è un ringraziamento per tutto ciò che questo luogo straordinario ha fatto dal 1953 e che – non ho alcun dubbio – continuerà a fare.

E voi? Cosa ne pensate?

Se come me volete saperne di più, vi lascio qualche link utile.

Attraverso la piattaforma di donazione o direttamente dall’area dedicata nel sito web del Museo è possibile indicare dove si vuole rivolgere la propria donazione, scegliendo tra tutta l’attività del Museo, la tutela, lo studio e la crescita delle collezioni, le nuove esposizioni, laboratori e installazioni, lo sviluppo di nuove attività per scuole e famiglie o ancora i nuovi programmi di accessibilità.

Le donazioni sono effettuabili mediante carta di credito, PayPal, bonifico oppure attraverso altri metodi di pagamento scrivendo a partnership@museoscienza.it.

«Con il contributo di tanti ci impegneremo a rendere il Museo sempre più accogliente: diversità, equità, inclusione, accessibilità sono i valori che vogliamo ispirino tutto quello che facciamo, per essere rilevanti e contare di più per più persone.»

Le parole di Giovanni Crupi, Direttore Sviluppo del Museo, mi sembrano perfette per chiudere questo post e per sottolineare una volta di più perché ho voluto parlare di Tutti per il Museo per Tutti.

Manu

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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