Vans Ink Art: il tatuaggio si trasferisce dalla pelle alle sneakers

Cosa pensate dei tatuaggi? Siete tra coloro che li amano o tra coloro che li detestano? Ne avete qualcuno, lo vorreste fare, non lo fareste mai?

A me piacciono, molto, e sono tra coloro che pensano che i tatuaggi, se ben fatti, siano opere d’arte, un modo per raccontare la propria storia attraverso la pelle. La pelle che diventa una tela: è un concetto che mi intriga, sì.

Ho tre tatuaggi.

Il primo è stato un piccolo carattere cinese sulla spalla sinistra, fatto in un momento molto strano della mia vita, un momento in cui ero in lotta con me stessa prima che con gli altri. Infatti il tatuaggio simboleggiava (tra qualche riga capirete l’uso del verbo al passato) lo spirito guerriero (a questo proposito… se vi va, andate poi a vedere un pensiero in fondo a questo post).

Il secondo tatuaggio è arrivato quando ho fatto pace con me stessa: è un po’ sopra la caviglia destra e rappresenta due farfalle che volteggiano tra segni un po’ grafici e un po’ tribali.

Il terzo tatuaggio è un simbolo di puro amore: è un fiore, precisamente una calla, sotto al quale ci sono tre lettere, la A (iniziale di Alissa, mia nipote), la C (iniziale di Cinzia, mia sorella nonché mamma di Alissa) e la E (iniziale di Emanuela, il mio nome). Rappresenta noi tre legate per sempre, all’ombra del fiore più amato dalla mia sorellina. Dimenticavo la cosa più importante: Cinzia e io ce l’abbiamo identico e nello stesso punto, un po’ sopra il polso destro.

A quel punto, è arrivata l’evoluzione del primo tatuaggio: l’ideogramma ormai non mi apparteneva né mi rappresentava più. Non ho mai pensato nemmeno per un istante di cancellarlo eliminandolo col laser: ho preferito che si trasformasse, che si evolvesse, che cambiasse così com’ero cambiata io. È diventato un fiore: mi fa sorridere l’idea che lo spirito guerriero sia sbocciato e che batta ancora lì sotto. C’è e io lo so. Perché combattiva lo sono sempre, però non sono più arrabbiata: per questo ho voluto che quel piccolo carattere vivesse un’evoluzione. Ma cancellarlo… mai.

Al momento escludo di fare altri tatuaggi, tuttavia non mi sentirei di giurarlo. Non penso mai a quando invecchierò né mi importa: credo che quando sarò anziana saranno altre cose a preoccuparmi.

A ogni modo: se i tatuaggi vi affascinano ma mai ve ne fareste uno, ho un’idea alternativa da sottoporvi, ovvero quella di tatuare una scarpa.

No, non sono impazzita: ci ha pensato Vans, celebre marchio di streetwear ispirato al mondo dello skateboard, che ha chiamato dieci artisti del tatuaggio di fama internazionale i quali – da buoni sperimentatori – non si sono tirati indietro, tatuando per la prima volta in assoluto non sulla pelle ma su una speciale sneaker Slip-On.

È l’idea alla base di Vans Ink Art, mostra-evento che si è appena svolta in occasione della 19° edizione della Milano Tattoo Convention, la più prestigiosa manifestazione italiana dedicata al mondo del tatuaggio.

Vans Ink Art ha coinvolto alcuni tra i più importanti artisti internazionali nella personalizzazione della Slip-On, uno dei modelli storici del brand californiano.

I partecipanti sono stati gli italiani Andrea Lanzi, Stizzo, Marco Galdo e Amanda Toy insieme a Billi Murran dalla Francia, Moni Marino dall’’Austria, Randy Engelhard dalla Germania, Miguel Bohigues dalla Spagna, Sake dalla Grecia ed El Whyner dagli Stati Uniti: ognuno di loro si è cimentato in questa impresa, ovviamente col proprio stile caratteristico, la cosa che differenzia e rende inconfondibile ogni grande tatuatore.

Il risultato è un vero e proprio tatuaggio su un prototipo di scarpa realizzato appositamente”, in silicone, con una consistenza molto simile a quella dell’epidermide umana.

Quando ho sentito parlare per la prima volta di questo progetto, non riuscivo a capire bene e pensavo più che altro a un disegno.

Poi, ho visto un video e ho capito che si trattava di un tatuaggio a tutti gli effetti, fatto impiegando gli aghi: prima di lasciarvi alla gallery fotografica, desidero condividere il video in questione con voi, perché secondo me è molto curioso e racconta il progetto alla perfezione.

Ogni Slip-On si è dunque trasformata in un’’opera d’’arte, unica e irripetibile, esattamente come accade con un vero tatuaggio sulla pelle che è altrettanto unico (a meno che non siate voi a richiedere un tattoo di coppia, come me e mia sorella).

Tutte le opere create in occasione della Milano Tattoo Convention saranno coinvolte in una mostra itinerante che girerà l’’Italia: le potrete ammirare in alcuni negozi selezionati e in occasione dei principali eventi Vans.

Ormai sapete che sono dalla parte di unicità e personalità: vi confesso che possedere un paio di sneaker fatte così mi piacerebbe parecchio.

Avrei solo un dubbio: lasciarle in esposizione in una teca o indossarle? Conoscendomi, credo che opterei per la seconda possibilità: non so, per me l’arte – o almeno un certo tipo di arte – deve vivere e respirare.

E (anche se non so dirvi perché, credo sia una sensazione a pelle) mi sento di dire che quei dieci artisti sarebbero d’accordo con me, sebbene queste loro creazioni resteranno invece sotto vetro.

Manu

 

*** Tutte le foto sono di Davide De Martis aka DeFuntis ***

Amanda Toy e la sua Slip-On Vans
Amanda Toy e la sua Slip-On Vans
La Slip-On Vans firmata da Amanda Toy
La Slip-On Vans firmata da Amanda Toy
La Slip-On Vans firmata da Amanda Toy
La Slip-On Vans firmata da Amanda Toy
Miguel Bohigues e la sua Slip-On Vans
Miguel Bohigues e la sua Slip-On Vans
La Slip-On Vans firmata da Miguel Bohigues
La Slip-On Vans firmata da Miguel Bohigues
La Slip-On Vans firmata da Miguel Bohigues
La Slip-On Vans firmata da Miguel Bohigues
Andrea Lanzi al lavoro sulla sua Slip-On Vans
Andrea Lanzi al lavoro sulla sua Slip-On Vans
Andrea Lanzi e la sua Slip-On Vans
Andrea Lanzi e la sua Slip-On Vans
La Slip-On Vans firmata da Andrea Lanzi
La Slip-On Vans firmata da Andrea Lanzi
La Slip-On Vans firmata da Andrea Lanzi
La Slip-On Vans firmata da Andrea Lanzi
Billi Murran e la sua Slip-On Vans
Billi Murran e la sua Slip-On Vans
La Slip-On Vans firmata da Billi Murran
La Slip-On Vans firmata da Billi Murran
La Slip-On Vans firmata da Billi Murran: dettaglio dell’interno
La Slip-On Vans firmata da Billi Murran: dettaglio dell’interno
Marco Galdo e la sua Slip-On Vans
Marco Galdo e la sua Slip-On Vans
La Slip-On Vans firmata da Marco Galdo
La Slip-On Vans firmata da Marco Galdo
El Whyner al lavoro sulla sua Slip-On Vans
El Whyner al lavoro sulla sua Slip-On Vans
El Whyner e la sua Slip-On Vans
El Whyner e la sua Slip-On Vans
El Whyner al lavoro sulla sua Slip-On Vans
El Whyner al lavoro sulla sua Slip-On Vans
La Slip-On Vans firmata da Randy Engelhard
La Slip-On Vans firmata da Randy Engelhard
La Slip-On Vans firmata da Randy Engelhard
La Slip-On Vans firmata da Randy Engelhard
La Slip-On Vans firmata da Stizzo
La Slip-On Vans firmata da Stizzo
La Slip-On Vans firmata da Stizzo
La Slip-On Vans firmata da Stizzo
La Slip-On Vans firmata da Sake
La Slip-On Vans firmata da Sake

 

Vans sul web:

Qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter e qui Instagram.

 

Milano Tattoo Convention sul web:

Qui il sito e qui la pagina Facebook.

 

Se vi sono piaciute le foto di Davide De Martis aka DeFuntis (a me sì, moltissimo!), ecco dove lo trovate sul web:

Qui il suo sito, qui il suo Tumblr, qui la pagina Facebook, qui Twitter e qui Instagram.

 

Una chiacchiera in ordine sparso a proposito di tatuaggi… Parecchi anni fa, circolava una sorta di diceria sui caratteri orientali e soprattutto su quelli cinesi, ovvero che facendosene uno si rischiasse di trovarsi tatuato tutt’altro significato rispetto a quello che si sarebbe desiderato. In particolare, lessi da qualche parte, non ricordo più dove, di un tizio che si ritrovò scritto addosso “nuvolette di drago a 3000 lire”. Quando mi capitò di andare in Cina poco dopo il mio primo tatuaggio (un ideogramma che doveva simboleggiare lo spirito guerriero, come ho raccontato all’inizio di questo post), trattenni il fiato per un attimo quando un signore additò la mia spalla: respirai di sollievo solo quando a gesti (non parlava l’inglese e io non mastico il cinese) fece finta di tirare dei pugni. Fu così che ebbi conferma di non portare addosso un pezzo di menù da ristorante: per fortuna, il tattoo era ciò che mi aspettavo che fosse 😉

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Eleonora || Gomitolo Blu
Reply

Adoro i tatuaggi, su di me vado matta per quelli piccoli e pieni di significato mentre passerei ore a sfogliare libri con foto di tatuaggi enormi… vere e proprie opere d’arte. Queste scarpe sono una più bella dell’altra…mi è piaciuta in particolar modo quella di Bill Murran!

emanuela
Reply

Sai che sono d’accordo con te, cara Eleonora? Anche a me piacciono i tatuaggi enormi, ma non li vedrei mai su me stessa: non potrei pensare di tatuarmi un intero braccio o tutta la schiena, tuttavia – come te – adoro vederli sugli altri.
Ottimo gusto, la sneaker di Murran è magnifica. E siccome vengo molto colpita dai dettagli, ho amato che abbia fatto un disegno anche all’interno.
Grazie per la tua opinione, mi ha fatto molto piacere leggerti!
Un sorriso,
Manu

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