A glittering calendar

Credo molto nella condivisione e, soprattutto, credo nell’importanza di condividere cose belle e costruttive. Proprio partendo da tale principio, ho deciso di creare questa rubrica intitolata A glittering calendar.

Di cosa si tratta?

A glittering calendar ha lo scopo di dare notizia di mostre ed eventi che reputo interessanti. Naturalmente c’è un focus specifico su moda e comunicazione, i miei principali ambiti di attività, ma anche su mondi attigui, come per esempio la fotografia, la pubblicità, il cinema e il fumetto. Non manca l’attenzione verso tematiche di carattere sociale e ambientale. E il tutto è senza limiti geografici, ovvero ovunque, in Italia e nel mondo.

L’ordine di presentazione è cronologico, in base alle date di apertura e svolgimento di mostre ed eventi. I luoghi sono menzionati in rosso, per essere più visibili e aiutare nella consultazione. L’elenco viene costantemente aggiornato, quindi tornate a trovarmi per le novità 🙂

Colgo l’occasione per segnalare che qui nel sito esiste il tag Musei d’impresa dedicato – come dice il nome stesso – a quegli spazi espositivi pensati e voluti dalle aziende per condividere il proprio sapere e le proprie competenze. Tra i musei di cui ho parlato, come già immaginerete, ce ne sono diversi dedicati a moda, gioielli e altri ambiti vicini.

Sempre nell’ottica del mio amore per condivisione e collaborazione, mi fa piacere ricordare una iniziativa del Ministero della Cultura. Si tratta di #domenicalmuseo che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali. Approfittiamo di questa preziosa opportunità!

Infine, sappiate che accolgo e valuto notizie di ulteriori mostre ed eventi. Se volete farmi qualche segnalazione, potete scrivere al mio indirizzo emanuela@aglitteringwoman.com inviandomi i dettagli.

Nota generale: non inserisco manifestazioni di natura esclusivamente commerciale in quanto non corrispondono allo spirito di A glittering calendar. Non ho nulla contro mercati & co, anzi, li frequento io per prima, ma scopo di questa pagina è condividere eventi che abbiano sempre una componente di divulgazione culturale, che sia nella moda o in qualsiasi altro ambito.

Grazie per la vostra comprensione e buona lettura 🙂

Manu

 

 

Attualmente in corso fino a data da destinarsi – Momenti di Moda, dal busto alla salopette: a partire da settembre 2022, le sale espositive al primo piano di Palazzo Morando Costume Moda Immagine a Milano ospitano un’esposizione di abiti e accessori appartenenti alle collezioni del museo e che tracciano un percorso nella moda del Novecento tra abiti e accessori. Vengono raccontati i passaggi chiave del XX secolo quando la moda, da segno di élite, diventa fenomeno di massa e come abbia contribuito al processo di emancipazione delle donne, attraverso forme e linguaggi sempre diversi. L’esposizione viene cambiata ciclicamente.

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Attualmente in corso fino a data da destinarsi: a partire da metà dicembre 2023, ha riaperto il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze dopo una chiusura lunga tre anni. Tornano a essere visitabili dodici sale più l’ottocentesco Saloncino da Ballo: dalla sterminata raccolta (oltre 15mila pezzi dal Cinquecento a oggi), è stata fatta una selezione di oltre 50 abiti corredati da scarpe, cappelli e altri accessori. Ecco alcune tra le chicche attualmente in mostra: il teatrale ‘mantello-kimono’ creato da Mariano Fortuny per Eleonora Duse, la tunica ‘flapper’ Anni Venti di Chanel, gli abiti da sera sgargianti di Elsa Schiaparelli, le creazioni di Emilio Schubert, il sarto delle dive negli Anni Cinquanta. In primavera 2024, saranno pronte altre dieci sale con i più suggestivi costumi di nobiltà e aristocrazia dal Cinquecento all’Ottocento, insieme a una sala interamente dedicata ai gioielli.

Il Museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 8.15 alle 18.30, chiuso il lunedì. Si entra con il biglietto valido per la visita a Palazzo Pitti che trovate qui.

 

Fino al 26 aprile 2024 – Icons, Innovations & Firsts / Stories of Heritage and Progress from the Levi’s® Archives: è il titolo della mostra ospaitata dal Mudec Museo delle Culture di Milano. La mostra rappresenta un viaggio affascinante nel ricco patrimonio dell’iconico marchio di denim. I capi esposti provengono infatti dagli archivi di San Francisco, città natale di Levi’s, e abbracciano l’innovazione e il progresso. Tutto inizia con un’unione simbolica tra passato e presente: il Levi’s® Lot 201 Miner Jean, un jeans da lavoro ricoperto di gocce di cera di candela con le bretelle ancora attaccate, si affianca a un moderno Levi’s® 501® Jean, indossato dall’imprenditore più rivoluzionario del nostro tempo, Steve Jobs… Sottolineo che l’ingresso alla mostra è gratuito.

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Fino al 28 aprile 2024 – Damiani 100 x 100 Italiani: le Gallerie d’Italia di Milano ospitano una mostra che festeggia il primo secolo di Damiani. È un traguardo prestigioso per la storica azienda di Valenza le cui creazioni rappresentano l’eccellenza italiana, oggi come 100 anni fa. 100 anni per 100 capolavori di arte orafa che mettono in evidenza l’italianità di Damiani, quella della creatività e della manifattura, ma anche quella del pensiero, dell’arte, del gusto e della cultura. L’italianità è dunque il tema narrativo di questa mostra, intesa come un insieme di valori, estetiche, poetiche, arti e mestieri che definiscono e rappresentano lo spirito del nostro meraviglioso Paese e che ha ispirato i capolavori di innumerevoli artisti nei secoli.

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Fino al 28 aprile 2024 – Upcycling glass: il Museo del Vetro di Murano (Venezia) ospita una mostra che, per la prima volta, propone una quarantina di opere realizzate dai maestri vetrai dell’isola con vetro industriale riciclato, un materiale con cui non sono soliti lavorare. Si tratta infatti di un vetro prodotto da materia prima seconda, cioè da vetro riciclato trasparente e incolore, assolutamente diverso dal tradizionale vetro di Murano normalmente utilizzato. A raccogliere la sfida sono stati quindici maestri provenienti da aziende concessionarie del Marchio della Regione del Veneto Vetro Artistico® Murano. I maestri si sono messi in gioco dimostrando che anche dai rifiuti in vetro possono nascere splendide opere d’arte, impreziosite dalle tecniche – come soffiatura, vetrofusione, lavorazione a lume, ma anche molatura e battitura – che hanno reso l’alto artigianato muranese un unicum nel mondo. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico sui temi del riciclo, dell’uso più consapevole delle materie prime e della sostenibilità.

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Fino al 28 aprile 2024 – Iris van Herpen / Sculpting the Senses: il Musée des Arts Décoratifs di Parigi ospita la mostra che rende omaggio a una delle stiliste più interessanti del panorama contemporaneo. Olandese, classe 1984, pioniera nell’uso delle nuove tecnologie nella sua disciplina, Iris van Herpen trasgredisce le norme convenzionali sull’abbigliamento, facendo incontrare tradizionali lavorazioni di alta sartoria e tecniche innovative. La mostra mette in discussione il ruolo del corpo e la sua relazione con l’abbigliamento nonché il suo futuro in un mondo in rapido cambiamento. Una selezione di oltre cento pezzi haute couture realizzati da Iris van Herpen dialogano con opere d’arte contemporanea, di artisti come Philip Beesley, the Collectif Mé, Wim Delvoye, Kate MccGwire, Damien Jalet, Kohei Nawa, Casey Curran, Rogan Borwn, Jacques Rougerie e pezzi di design di Neri Oxman, Ren Ri, Ferruccio Laviani e Tomáš Libertíny.

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Fino al 28 aprile 2024 – La Malle Courrier: Louis Vuitton presenta una mostra che mette in risalto un pezzo emblematico del proprio know-how e lo fa nel cuore della Galerie-Musée de la Maison d’Asnières, situata – come dice il nome stesso – ad Asnières-sur-Seine, poco distante da Parigi. La Malle Courrier, ovvero il baule del corriere, viene creato nel 1858 e brevettato nel 1867 e incarna lo spirito del viaggio attraverso la sua ingegnosa struttura leggera e impermeabile. Con il suo nome ispirato ai voli a lungo raggio, concentra tutto il know-how artigianale di Louis Vuitton. La mostra è gratuita previa prenotazione obbligatoria.

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Fino al 28 aprile 2024 – LV Dream: è il titolo di una mostra che celebra i 160 anni di scambi creativi e dell’evoluzione innovativa di Louis Vuitton, invitando i visitatori a immergersi nelle collaborazioni artistiche storiche e contemporanee della Maison. Dal ritratto digitale di Louis Vuitton realizzato dall’artista Cao Fei passando dagli iconici bauli da viaggio fino agli ordini personalizzati che mettono in mostra la meticolosa competenza della Maison in molteplici ambiti, la mostra ripercorre un viaggio creativo pioneristico. È situata nel cuore di Parigi (26 quai de la Mégisserie) con ingresso libero previa prenotazione obbligatoria.

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Fino al 30 aprile 2024 – Bar storie on camera: la Galleria Campari di Sesto San Giovanni (Milano) ospita una mostra che presenta 90 fotografie dagli Anni Trenta agli inizi degli Anni Duemila. Queste foto raccontano il mondo del bar attraverso 48 immagini dall’Archivio Storico Galleria Campari e 42 scatti di 24 fotografi internazionali dell’agenzia Magnum Photos tra cui figurano Capa, Erwitt, Parr e Scianna. L’allestimento presenta anche una selezione di ricettari e libri sui cocktail da fine XIX secolo agli Anni Duemila, oltre a oggetti ed ephemera originali legati al bar: menù, carte intestate, insegne, bicchieri, attrezzi per la miscelazione, locandine e oggetti pubblicitari vintage. La sfaccettata vitalità del mondo bar viene raccontata a 360 gradi, in un’esplorazione della sua connotazione sociale come luogo di incontro, aggregazione, svago e scambio culturale di cui Campari è protagonista dal 1860.

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Fino al 30 aprile 2024 – Fantasmagoria Callas: nell’ambito del palinsesto Callas 100, il Museo Teatrale alla Scala di Milano ospita una mostra dedicata al soprano Maria Callas (1923 – 1977). La Scala omaggia Maria Callas con un’esposizione concepita per celebrarne il mito, evocando l’impronta indelebile che ha lasciato nell’immaginario collettivo. L’eredità del soprano, che ha saputo coniugare canto e recitazione in una miscela unica che l’ha consegnata alla storia quale icona senza tempo, è protagonista di una mostra che restituisce il ritratto di un’artista completa, profondamente legata alla storia del Teatro alla Scala che l’ha vista interprete di 23 titoli d’opera in 28 spettacoli dal 1950 al 1961, tra cui 6 inaugurazioni di stagione. La mostra costruisce un itinerario articolato in cinque tappe dove ciascun capitolo è affidato a una diversa espressione artistica. Attraverso l’interpretazione dello stilista Giorgio Armani, del musicista e compositore Alvin Curran, degli artisti contemporanei Latifa Echakhch e Francesco Vezzoli e del registra Mario Martone, la figura di Maria Callas emerge da una narrazione corale e multidisciplinare, pensata appositamente per l’occasione.

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Fino al 30 aprile 2024 – Fashion to Reconnect: ispirata al progetto Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e ambientata a Biella nell’ambito della 25° edizione di Arte al Centro, la mostra propone abiti e oggetti moda come opere d’arte che diventano strumento di sensibilizzazione per un cambiamento sociale responsabile. Designer, imprenditori, brand e artisti si riconnettono con la natura per creare un rapporto armonico in cui la scelta dei materiali, dei processi e il cambio di percezione della creazione stessa diventano il traino di una trasformazione virtuosa della moda. La mostra ha la curatela di Tiziano Guardini e tra i brand vede Endelea, nomi di cui ho parlato nella sezione blog.

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Fino al 4 maggio 2024: la Galleria Rossini di Milano ospita la mostra dei finalisti della terza edizione di Gioiello Contemporaneo Contest. Con l’esposizione di oltre 50 gioielli contemporanei, di artisti provenienti dall’Italia e dall’estero, la galleria milanese si fa ancora punto di riferimento di iniziative volte a valorizzare il gioiello d’artista. Uno spazio d’arte vocato alla sperimentazione che, in collaborazione con le curatrici Marina Chiocchetta e Sonia Patrizia Catena, accoglie pezzi unici e versatili, sfaccettati ed eterogenei, nati dalla ricerca e dalla creatività di designer, orafi e artisti italiani e stranieri. Gli autori in mostra hanno sviluppato le loro collezioni basandosi su una personale cifra stilistica che racconta gioielli frutto della mescolanza di diverse identità e tecniche. La mostra ha l’intento di indagare e fare il punto sullo stato dell’arte del gioiello, da percorsi tradizionali sino a quelli innovativi: gioielli orafi e di design, scultorei o rivoluzionari, accessori moda o gioielli sperimentali. Gli autori selezionati, in alcuni casi, propongono gioielli che sfidano la percezione tradizionale dell’indossabilità, incorporando elementi interattivi o trasformabili che coinvolgono l’utente in un’esperienza unica e coinvolgente; in altri casi, sono monili che evocano il corpo e il linguaggio scultoreo; o, ancora, ci sono ornamenti che aspirano alla leggerezza e che sembrano fluttuare nello spazio giocando al contempo con gli effetti di luce che si riverberano su di essi.

La mostra è visibile fino al 4 maggio, da martedì a sabato dalle 10 alle 19 a ingresso libero – ulteriori info qui.

 

Fino al 5 maggio 2024 – Rosso Moda, Roberto Capucci tra fuoco e cinabro: la mostra, allestita nelle sale barocche della Casa Museo Zani, a Cellatica (Brescia) nasce come idea di confronto tra sculture e oggetti d’arte applicata in porfido rosso egiziano e nove straordinari abiti scultura realizzati tra gli Anni Cinquanta e il 2024 dal maestro della moda Roberto Capucci. Accanto a un ricco caleidoscopio di colori, Capucci ha infatti più volte declinato il colore rosso nelle proprie creazioni di alta moda utilizzando tessuti luminosi come il taffettà e la tecnica del plissé, ottenendo così un rosso sempre cangiante, ideale accostamento con le forme e le superfici lucide del porfido.

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Fino al 5 maggio 2024 – Virna Lisi Diva e Antidiva: Palazzo Bisaccioni a Jesi (Ancona) presenta una esposizione che rende omaggio alla grande attrice italiana cresciuta proprio a Jesi prima di trasferirsi a Roma e intraprendere, giovanissima, la sua attività nel mondo del cinema, teatro e televisione. La mostra ricostruisce la carriera di Virna Lisi (1936-2014) restituendo anche la sua dimensione privata e familiare attraverso i ricordi e gli oggetti di una vita. Il sottotitolo diva e antidiva allude proprio alle due facce: da un lato, l’attrice di cinema e televisione che ha incarnato un modello eterno di bellezza e di eleganza e, dall’altro, la donna schiva e riservata, pronta a rinunciare allo star system ma non agli affetti. La mostra si articola in ordine cronologico e tematico: dagli esordi negli Anni Cinquanta passando per gli Anni Sessanta fino al periodo della sua maturità artistica. Il percorso è composto da ritratti fotografici e pittorici, fotografie di scena e di set, manifesti e fotogrammi di film, oggetti di vario tipo appartenuti all’attrice, foto di famiglia. Alcuni spezzoni dei suoi film e dei lavori televisivi più importanti sono proposti in loop su schermi nelle varie sale. In occasione della mostra, il cinema teatro Il Piccolo di Jesi proietterà il documentario intitolato Virna Lisi la donna che rinunciò a Hollywood e alcuni lungometraggi interpretati dall’attrice. Altro evento collegato alla mostra è il concorso intitolato Virna Lisi icona italiana. Ha come oggetto la realizzazione di un visual mapping site specific: le opere premiate verranno proiettate sulla facciata di Palazzo Bisaccioni durante il periodo della mostra.

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Fino al 5 maggio 2024 – Loewe Crafted World: è il titolo di una mostra ospitata ​dallo Shanghai Exhibition Centre. Si tratta di un omaggio alla ricca storia di Loewe (brand fondato nel 1846 a Madrid), alla tradizione spagnola e alla passione per l’artigianalità. La mostra è un viaggio interattivo attraverso il tempo, lo spazio, i materiali, le tecniche ed è curata da Jonathan Anderson, direttore creativo del brand. L’esposizione è stata progettata in collaborazione con OMA, studio che si è occupato delle mostre nei musei più innovativi del XXI secolo, offrendo un’esperienza immersiva permeata di arte, cultura e il caratteristico spirito giocoso che contraddistingue Loewe. La mostra ruota attorno a sei temi (Born from the Hand, Welcome to Spain, The Atelier, Fashion Without Limits, United in Craft e Unexpected Dialogues) che mostrano l’approccio a moda e artigianato attraverso uno storytelling multisensoriale basato su tatto, udito e realtà aumentata. Visitabile a Shanghai fino al 5 maggio, la mostra andrà poi in tour.

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Fino al 12 maggio 2024 – Non ha l’età / Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976: è il titolo della mostra ospitata dalle Gallerie d’Italia di Torino. Sono esposte fotografie dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che ripercorrono gli anni in cui il celebre evento musicale fu ospitato nel Casinò di Sanremo prima di trasferirsi definitivamente al Teatro Ariston. La mostra (il titolo è proprio così, Non ha l’età, ndr) si sofferma in pochi casi sulle immagini delle esibizioni degli artisti sul palco per concentrarsi invece sul fuori scena: l’attesa in platea durante le prove, le passerelle in giro per la città di Sanremo, la produzione degli autografi per il pubblico, la sala trucco, il pubblico, i cantanti ritratti in situazioni curiose, l’orchestra, la giuria, la sala stampa. Il risultato è un album di fotografie spesso inconsuete che ritraggono gli artisti lontano dai riflettori, nei momenti di vita quotidiana che accompagnano le frenetiche giornate del Festival di Sanremo, con un’ingenuità e un’immediatezza che ce li fanno sentire sorprendentemente familiari. Sono fotografie che testimoniano di un’Italia che ha fretta di dimenticare la guerra e la povertà, che vuole affidare alle canzoni una ritrovata spensieratezza, ma anche, come nel caso della canzone Vola colomba, un desiderio di rivalsa circa la “questione triestina o giuliana”.

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Fino al 13 maggio 2024 – La Galerie Dior di Parigi (11, rue François Ier) ospita una retrospettiva (che non ha un titolo preciso) il cui tema principale è il legame tra moda e femminismo. La direttrice creativa Maria Grazia Chiuri ha voluto coinvolgere una serie di artiste per amplificare il messaggio che porta avanti: vicino all’ingresso c’è una stampa della celebre t-shirt con lo slogan “We Should All Be Feminists”. Pezzi contemporanei si affiancano a opere storiche, da Leonor Fini a Niki de Saint Phalle.⁠ Un’intera sala è dedicata a Elina Chauvet, l’artista messicana famosa per l’installazione Zapatos Rojos a denuncia della violenza contro le donne. Chauvet ha collaborato con Chiuri per la sfilata Dior Cruise 2024 a Città del Messico: gli abiti riportavano messaggi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica proprio sul tema della violenza contro le donne.⁠ In mostra anche opere appositamente commissionate.

Maggiori info qui e qui.

 

Fino al 19 maggio 2024 – Skateboard: il Design Museum di Londra ospita la prima grande mostra del Regno Unito che si pone l’obiettivo di mappare l’evoluzione dello skateboard dagli Anni Cinquanta a oggi, tracciando una storia fatta di design, prestazioni e comunità che crescono e progrediscono insieme. La mostra ospita anche una rampa che offre agli skater l’incredibile e rara opportunità di pattinare all’interno di un grande museo e di far parte dell’esperienza espositiva di migliaia di persone. La mostra vede la Converse coinvolta come partner.

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Fino al 20 maggio 2024 – Alaïa / Grès Beyond Fashion: è il titolo della mostra ospitata dalla Fondation Azzedine Alaïa di Parigi e che riunisce per la prima volta le creazioni di Madame Grès (1903-1993) e Azzedine Alaïa (1935-2017). Uniti dai principi formali, dalle tecniche di taglio e dalle combinazioni armoniose di tessuti e colori che entrambi erano soliti abbracciare, gli abiti da sera e da giorno dei due couturier invitano a una lezione oltre la moda. Le creazioni esposte, in totale 60, ripristinano il dialogo tra Grès e Alaïa, due individui divenuti scultori di abiti.

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Fino al 26 maggio 2024 – Leonardo da Vinci, la mostra della Prima Monna Lisa: la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, situata all’interno del parco del Valentino, ospita la Prima Monna Lisa, dipinto che ritrae Lisa Gherardini, sposa del ricco mercante fiorentino Francesco del Giocondo. L’opera – come tutti ben sanno – è al Louvre di Parigi: quello ora in mostra a Torino è il ritratto che si reputa sia stato realizzato circa dieci anni prima. Siete confusi? Avete ragione. Io sono stata all’anteprima stampa e ho cercato di spiegare la questione.

Maggiori info nel mio articolo.

 

Fino al 26 maggio 2023 – Briganti Eleganti / L’arte della moda maschile: è il titolo della mostra ospitata dal MAXXI di Roma. Attraverso straordinari costumi e una scenografia disegnata ad hoc, la mostra indaga – in particolare – le forme della moda rintracciabili in quelli che sono divenuti veri e propri archetipi maschili di stile: i briganti. L’esposizione racconta l’evoluzione dell’abbigliamento maschile, dalla società contadina e la tradizione regionale a quella borghese per arrivare fino al contemporaneo. Sono i briganti che con le loro gesta, prima e dopo l’Italia post unitaria, sono i protagonisti, agendo anche a livello vestimentario, creando dei veri e propri look. Un percorso di stili i cui codici popolari si modificano nel tempo mantenendo viva l’origine. La mostra, realizzata in collaborazione con Netflix, ospita inoltre immagini e materiali tratti dalla sua serie italiana Briganti, prodotta da Fabula Pictures e in uscita il 23 aprile.

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Fino al 2 giugno 2024 – Olivetti / Storie da una collezione: i novant’anni di “Stile Olivetti” vengono celebrati con una mostra che raccoglie circa 500 oggetti di comunicazione, grafica e pubblicità raccontati nel volume intitolato “Olivetti. Storie da una collezione”. La mostra si tiene a Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno (Monza Brianza) ed espone alcuni dei materiali accuratamente raccolti e descritti nelle oltre 300 pagine del testo: progetti, disegni, brochure, manifesti, libri aziendali, libretti d’istruzione e cataloghi appartenenti a questa importante collezione privata. «Dobbiamo far bene le cose e farlo sapere»: così sosteneva Olivetti. Il libro e la mostra hanno il merito di far sapere al pubblico di oggi quante cose la fabbrica Olivetti sia riuscita a fare così bene nell’ambito della comunicazione, della grafica e della pubblicità, temi finora ancora poco indagati dall’analisi olivettiana.

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Fino al 2 giugno 2024 – Brassaï, l’occhio di Parigi: è la mostra ospitata da Palazzo Reale a Milano, realizzata in collaborazione con l’Estate Brassaï e curata da Philippe Ribeyrolles, studioso nonché nipote del grande fotografo. Attraverso più di 200 stampe d’epoca, la mostra presenta un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï, con particolare attenzione alle famosissime immagini dedicate alla capitale francese e alla sua vita. Ungherese di nascita, ma parigino d’adozione, Brassaï è stato uno dei protagonisti della fotografia mondiale, definito “l’occhio vivo” della fotografia dall’amico Henry Miller. In stretta relazione con artisti quali Picasso, Dalì e Matisse, e vicino al movimento surrealista, a partire dal 1924 Brassaï fu partecipe del grande fermento culturale che investì Parigi in quegli anni. Le sue fotografie dedicate alla vita della capitale – dai quartieri operai ai grandi monumenti simbolo, dalla moda ai ritratti degli amici artisti, fino ai graffiti e alla vita notturna – sono oggi immagini iconiche che nell’immaginario collettivo identificano immediatamente il volto di Parigi.

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Fino al 2 giugno 2024 – Sebastião Salgado / Exodus, Umanità in cammino: è il titolo della mostra ospitata dal MAR, Museo d’Arte di Ravenna nell’ambito del Festival delle Culture. Composta da 180 fotografie, la mostra è divisa in quattro sezioni: Migranti e profughi: l’istinto di sopravvivenza, La tragedia africana: un continente alla deriva, L’America latina: esodo rurale, disordine urbano, Asia: il nuovo volto urbano del mondo. Chiude l’esposizione una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa. Nel 1993, Sebastião Salgado inizia il suo viaggio fotografico, fisico ed esistenziale nella galassia delle migrazioni. In sei anni, ha percorso quattro continenti con opere che catturano partenze e approdi, campi profughi dove milioni di persone vivono un destino incerto. Da allora la mappa del mondo appare cambiata, ma l’esodo di intere popolazioni è quanto mai attuale e le condizioni di profughi o migranti rappresentano uno scenario che assume dimensioni sempre più globali.

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Fino al 3 giugno 2024 – Look Down by Jago: il Palazzo Reale di Palermo ospita un’installazione dell’artista e scultore italiano Jago. Un bambino di marmo bianco, rannicchiato in posizione fetale, è posizionato al centro del Cortile Maqueda, rivolto verso uno la Cappella Palatina, simbolo della convivenza tra culture e religioni diverse. Si tratta della celebre opera Look Down, chiaro invito a “guardare in basso”, realizzata da Jago e voluta a Palermo dalla Fondazione Federico II. Il bambino rappresenta lo sguardo dell’arte rivolto ai più fragili, in antitesi all’indifferenza. Lo scultore, classe 1987, è considerato uno dei più grandi artisti del panorama nazionale e internazionale e riesce a imprimere straordinaria umanità alle sue opere. Palazzo Reale, patrimonio mondiale dell’Umanità, è certamente un luogo adatto per l’allestimento.

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Fino al 9 giugno 2024 – Ridefinire il Gioiello / Il nodo, l’intreccio, il legame: il Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cremona) ospita 43 gioielli contemporanei progettati da altrettanti artisti, donne e uomini, italiani e stranieri. Il tutto avviene nell’ambito del progetto Ridefinire il Gioiello arrivato alla sua IX edizione e che, nato nel 2010 da un’idea della curatrice Sonia Patrizia Catena, è diventato un punto di riferimento nella sperimentazione materica del gioiello d’arte. Per questa edizione, Ridefinire il Gioiello ha chiesto di progettare un gioiello che valorizzi la memoria delle creazioni esposte al Museo del Bijou di Casalmaggiore. I partecipanti sono stati invitati a ispirarsi ai monili più antichi conservati all’interno delle teche espositive, quelli a forma di nodo, con il fine di reinterpretarne la struttura e il significato attraverso il proprio linguaggio contemporaneo e la propria ricerca artistica.

Maggiori info nel mio articolo – visto che A glittering woman è orgogliosamente partner culturale del progetto

 

Fino al 10 giugno 2024 – Liberty, Torino Capitale: il Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama a Torino presenta l’esposizione che racconta, attraverso un centinaio di opere, il fondamentale ruolo di Torino per l’affermarsi del Liberty. Il Liberty è un’arte che nella capitale sabauda diviene il fulcro di una storia che travolge ogni aspetto della vita e della società, definendo un’esperienza architettonica e artistica che dalle suggestioni torinesi si diffonderà in tutto il mondo. L’allestimento affronta ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty in modo del tutto originale e inedito, consentendo al visitatore di comprendere appieno i meccanismi della creazione delle opere, siano esse di architettura, di design d’interni, pitture, sculture, lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari, poesia o musica. Tutti i lavori sono caratterizzati dalla particolarissima linea strutturale della natura, generatrice eterna di forme.

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Fino al 14 giugno 2024 – Wool, Art and Archive: il Lanificio di Tollegno a Tollegno (Biella) apre le sue porte al pubblico con una mostra che vuole essere un omaggio al lavoro artigianale, alla tradizione tessile e alla creatività che rendono l’Italia unica al mondo per il suo “saper fare”.  La mostra offre un doppio percorso: da un lato le immagini e le visioni di diversi artisti che alla maestria del territorio biellese hanno dedicato il loro estro e il loro impegno; dall’altro la scoperta di un luogo simbolo per la filiera del tessile, ovvero il Lanificio di Tollegno e il suo prezioso archivio storico. Due temi permettono di entrare in questo particolare mondo: L’evoluzione dello stile maschile con campionari, tessuti, riviste e fotografie dal 1880 e Lana Gatto, nascita e storia del Cat Brand dal 1908.

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Fino al 16 giugno 2024 – Backstage / Mimmo Cattarinich e la magia del fotografo di scena: il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme (Padova) ospita una mostra antologica dedicata al grande fotografo di scena italiano testimone dell’opera di Maestri assoluti del cinema da Pasolini a Fellini, da Bertolucci ad Almodovar, da Risi ad Antonioni. Circa 100 fotografie provenienti dall’immenso archivio dell’Associazione Culturale Mimmo Cattarinich di Roma raccontano il cinema e i suoi protagonisti dagli Anni Sessanta a oggi. Cinema e fotografia, linguaggi visivi nati quasi simultaneamente, da sempre condividono e scambiano tecniche narrative e ispirazioni estetiche, generando quella complessa rete di rapporti che stimola sperimentazione e creatività, una dicotomia narrativa nata da un dialogo naturale in cui immaginario, ispirazione e sovversione sono atti di reciprocità e di scambio.

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Fino al 16 giugno 2024 – Baloji Augurism: il MoMu di Anversa in Belgio ospita il mondo dell’artista multidisciplinare Baloji. Nato a Lubumbashi nella Repubblica Democratica del Congo e residente in Belgio, Baloji è musicista, poeta, designer e regista. Il suo lavoro affronta la cultura congolese – la filosofia, i rituali, gli abiti tradizionali – esplorando anche la sua connessione con l’avanguardia europea e le questioni contemporanee, dando forma a narrazioni sulla complessità dell’identità.

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Fino al 18 giugno 2024 – The Prince of Goldsmiths, Rediscovering the Classics: la storica Maison di alta gioielleria Buccellati presenta a Venezia una mostra retrospettiva che riscopre la sua eredità, storia e artigianalità. Ospitata negli spazi di Oficine 800 sul canale della Giudecca e curata per gioielli e argenti da Alba Cappellieri, l’esposizione ripercorre le tematiche distintive delle creazioni Buccellati, mettendo in luce la maestria e la preziosità del ‘classico’. Buccellati ha scelto di ambientare questo importante evento a Venezia, da sempre una dei più celebri simboli della tradizione orafa e del gioiello. E, con la sua attitudine a celebrare la preziosità in molteplici forme, la città si rivela l’ambiente ideale per ospitare questa retrospettiva.

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Fino al 23 giugno 2024 – Tiffany Wonder: è il titolo della mostra che, a Tokyo, offre un viaggio mozzafiato attraverso 187 anni di arte e creatività della Maison Tiffany & Co. Dai diamanti rari alle pietre preziose dai colori vivaci, dai design iconici alle esperienze immersive, la mostra porta le meraviglie di Tiffany & Co. nella galleria Tokyo Node. I visitatori possono scoprire splendidi gioielli e design iconici tra cui una delle prime spille Bird on a Rock Jean Schlumberger by Tiffany, la spilla Dragonfly in opale a forma di libellula di G. Paulding Farnham e il leggendario diamante Tiffany da 128,54 carati, pietra miliare della Maison.

I biglietti sono acquistabili dall’app Tiffany & Co., disponibile sugli app store iOS e Google Play – tutte le info qui.

 

Fino al 30 giugno 2024 – De Nittis pittore della vita moderna: Palazzo Reale a Milano celebra in una monografica il talento di Giuseppe De Nittis (1846 – 1884) esponendo circa 90 dipinti, tra oli e pastelli, provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private, italiane e straniere (dal Musée d’Orsay di Parigi fino agli Uffizi di Firenze) oltre allo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e a una selezione dalla Pinacoteca di Barletta, intitolata al pittore, che ne conserva un eccezionale numero a seguito del lascito testamentario della vedova Leontine De Nittis. La mostra intende esaltare la statura internazionale di un pittore che è stato, insieme a Boldini, il più grande degli italiani a Parigi. Insieme a Manet, Degas e agli impressionisti francesi, De Nittis ha affrontato temi come il paesaggio, il ritratto e la rappresentazione della vita moderna. E lo ha fatto catturando la modernità lungo le strade delle due metropoli da lui frequentate, Parigi e Londra, ovvero le capitali europee dell’arte in quegli anni.

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Finoi al 30 giugno 2024 – Cézanne / Renoir, Capolavori dal Musée de l’Orangerie e dal Musée d’Orsay: Palazzo Reale a Milano rende omaggio all’eredità di Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir con una mostra che indaga la loro influenza sui movimenti artistici successivi. Cinquantadue capolavori provenienti dalle collezioni del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie di Parigi ripercorrono la vita e l’opera dei due maestri che hanno contribuito in maniera decisiva alla nascita dell’Impressionismo che compie 150 anni. Un viaggio tra i loro dipinti più iconici, dai ritratti ai paesaggi, dalle nature morte alle bagnanti. La mostra si completa con la sezione che documenta quanto decisivo sia stato l’impatto e l’influenza che i due ebbero sulla successiva generazione di artisti, attraverso il confronto tra due opere di Cézanne e Renoir con due dipinti di Pablo Picasso.

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Fino al 30 giugno 2024 – Martin Parr Short & Sweet: il Mudec Museo delle Culture di Milano prosegue la fortunata collaborazione con Magnum Photos sulla fotografia di reportage e documentaria con una grande mostra dedicata a uno dei fotografi documentaristi britannici più affermati e riconosciuti del nostro tempo. A partire dai primi lavori in bianco e nero fino ai temi più cari a Parr – dalle ‘vite da spiaggia’ al turismo – il progetto espositivo, curato in prima persona dall’artista, espone oltre 60 fotografie selezionate appositamente per questo progetto e presentate insieme al corpus di immagini della serie che lo ha reso famoso, Common Sense, con oltre 200 fotografie tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999 che esplorano la realtà plastificata e pacchiana del mondo occidentale.

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Fino al 30 giugno 2024 – Picasso, la metamorfosi della figura: il Mudec Museo delle Culture di Milano chiude idealmentele le celebrazioni del 50° anniversario della morte del grande pittore (1881-1973) e lo fa ripercorrendo la ricchissima produzione di Picasso, dalle opere giovanili fino alle più tarde, alla luce del suo amore per le fonti artistiche ‘primigenie’, per l’‘arte primitiva’. Picasso ha colto l’essenza e il significato dell’arte africana e l’ha assimilata nella sua produzione per tutta la vita, dal 1906 – anno fondamentale per la sua produzione – fino agli ultimi lavori degli Anni Sessanta. Picasso inventa trasposizioni e rimodella figure dai volumi sproporzionati in una costante metamorfosi delle figure che spesso hanno una forte connotazione erotica e che governano l’evoluzione della sua pittura e della sua scultura, soprattutto nei momenti di crisi personale o sociale. Per raccontare la costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della visione del maestro spagnolo, la mostra ospita oltre quaranta opere, dipinti, sculture e 26 disegni e bozzetti di studi preparatori.

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Fino al 30 giugno 2024 – Bruno Munari Tutto: è il titolo della mostra ospitata dalla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma). Nella Villa dei Capolavori, sede della Fondazione, viene celebrato uno dei più grandi geni creativi del Novecento, Bruno Munari (1907-1998), definito da Pierre Restany il Leonardo e il Peter Pan del design italiano. Nella mostra sono concentrati settant’anni di idee e di lavori – Munari aveva iniziato la propria attività durante il cosiddetto Secondo Futurismo, attorno al 1927 – in tutti campi della creatività, dall’arte al design, dalla grafica alla pedagogia. Proprio per la difficoltà di dirimere chiaramente i territori linguistici da lui affrontati nel corso del tempo, la rassegna non è suddivisa per tipologie o per cronologia, ma per attitudini e concetti, in modo da poter mostrare i collegamenti e le relazioni progettuali tra oggetti anche apparentemente molto diversi l’uno dall’altro. Grafica, oggetti, opere d’arte, Tutto risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni, con i grandi corsi nelle università americane e con il progetto più ambizioso, quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile, laboratori che dal 1977 sono tuttora all’avanguardia nella didattica dell’età prescolare e della prima età scolare.

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Fino al 30 giugno 2024 – Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901): è il titolo della mostra ospitata da Palazzo Roverella a Rovigo. Superando l’approccio che tanto (troppo) spesso riduce Toulouse-Lautrec alla sola attività di creatore di manifesti, questa mostra si sofferma sulla sua attività di pittore, con dipinti e pastelli provenienti da importanti musei americani ed europei, oltre che francesi. Artista francese tra i maggiori del post-impressionismo, Henri de Toulouse-Lautrec fu una delle più importanti figure di transizione tra l’impressionismo e l’espressionismo, tra i più acuti e interessanti disegnatori del suo tempo, frequentatore dei ritrovi dei bohémien, dei café-chantant e dei bordelli. La mostra ricostruisce l’ambiente parigino in cui operava l’artista mettendolo a confronto con realisti, impressionisti e simbolisti con cui condivideva esperienze e momenti di vita quotidiana. Oltre alle sue celebri Affiches, dipinti e disegni preparatori sono mesi in dialogo con lavori dei numerosi artisti attivi contemporaneamente negli stessi ambienti e che spesso affrontano le stesse tematiche. Circa 60 opere dell’artista, su più di 200 opere complessive, evocano la vivacità della scena artistica parigina.

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Fino al 7 luglio 2024 – Sargent and Fashion: questa mostra ospitata dalla Tate Britain di Londra getta nuova luce sulle opere di John Singer Sargent (1856 – 1925) ed esplora il modo in cui ha lavorato proprio come uno stylist per creare l’immagine dei soggetti che ha dipinto. Sargent ha utilizzato la moda come potente strumento per esprimere identità e personalità e l’uso innovativo del costume era fondamentale per le sue opere, per esempio, stringendo un cappotto intorno a un uomo per enfatizzare la sua figura o lasciando scivolare sensualmente la spallina di un vestito dalla spalla di una donna. Sono state queste audaci scelte sartoriali che gli hanno permesso di esprimere la sua visione di artista. Sono esposti circa 60 dipinti di Sargent, inclusi importanti ritratti che raramente viaggiano. Sono inoltre esposti diversi abiti d’epoca insieme ai ritratti in cui venivano indossati. La mostra esamina come Sargent abbia utilizzato la moda per creare ritratti che affascinano ancora oggi.

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Fino al 14 luglio 2024 – Aqua Mater: sono 42 le fotografie del celebre Maestro Sebastião Salgado, stampate in grande formato, che compongono la mostra che viene esposta per la prima volta in Italia a Palazzo Ducale di Genova. Il progetto di mostra nasce dalla riflessione dell’autore sullo stato del Pianeta e in particolare dell’Acqua, l’elemento che lo rende unico nell’universo, tema al centro di un cambiamento epocale che Fondazione Palazzo Ducale accoglie con grande senso di responsabilità. Il riscaldamento climatico e l’innalzamento del livello degli oceani, la desertificazione e le alluvioni avranno conseguenze devastanti per l’ambiente e per milioni di persone che saranno costrette a cambiare la loro vita. La coabitazione armoniosa con l’elemento acquatico e la sua protezione sono sempre più indispensabili alla nostra sopravvivenza e alla salvaguardia della biodiversità nel mondo.

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Fino al 14 luglio 2024 – Paolo Roversi: il Palais Galliera di Parigi svela 50 anni di immagini del celebre fotografo italiano (classe 1947) che ha lavorato per prestigiose riviste e non solo. La sua carriera è caratterizzta dalla collaborazione con i più grandi stilisti, in particolare Yohji Yamamoto, Romeo Gigli, Rei Kawakubo per Comme des Garçons. Fin dagli anni del suo apprendistato, le scelte dello studio, della fotocamera di grande formato e della Polaroid hanno definito il modo di lavorare e l’estetica del fotografo che si è adattato con successo al digitale. La sua firma è immediatamente riconoscibile: nel corso degli anni, Roversi ha ricercato e inventato un proprio linguaggio fotografico, accogliendo coincidenze e incidenti come opportunità per rinnovarsi. Le modelle più grandi sono passate davanti al suo obiettivo posando sempre con semplicità: ciascuna delle sue fotografie di moda è un ritratto. Paolo Roversi è al centro del sistema e, allo stesso tempo, ne è distante, lontano dalle tendenze effimere della moda. Alla ricerca della bellezza, ha costruito un’opera singolare sulla quale il tempo non ha alcuna influenza. Questa mostra, che riunisce 140 opere tra immagini inedite, stampe Polaroid, archivi (riviste, cataloghi, ecc.), rivela il percorso professionale e artistico di un eccezionale interprete. Portando il visitatore dall’ombra verso la luce, la scenografia rende il Palais Galliera lo studio dell’artista, uno spazio immaginario, il teatro di tutte le possibilità.

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Fino al 21 luglio 2024 – Chiara Camoni / Chiamare a raduno: è il titolo della mostra in Pirelli HangarBicocca a Milano, mostra che raduna il corpus più ampio delle opere di Chiara Camoni mai presentato. Chiara Camoni, classe 1974, è una delle artiste italia­ne di maggior rilievo della sua generazione. La sua pratica si estende dal disegno alle stampe vegetali, dal video alla scultura. Il suo lavoro si contraddistingue per l’uso di ogget­ti appartenenti al mondo domestico o di materiali organici. Erbe, bacche e fiori, ma anche diversi tipi di argilla e ceneri determinano le tonalità naturali distintive dei suoi lavori e richiamano la terra e la vegetazione che l’ar­tista raccoglie e inserisce nelle sculture. Le opere vengono poi manipolate e riassembla­te da Camoni attraverso gesti rituali, connotati da un forte legame con mondi an­cestrali e arcaici, volti a esplorare il rapporto con l’artigianato e la sfera spirituale. La di­mensione collettiva e di scambio è altrettan­to rilevante nella sua pratica: l’artista si avvale spesso di collaborazioni con amici e parenti, workshop e seminari per realizzare le sue opere. La mostra di HangarBicocca raduna, come detto, un ampio corpus di opere del passato insieme a una serie di nuove produzioni, dando vita a un’architettura di collettività e raccoglimento, ispirata nelle forme al giar­dino all’italiana tardo-rinascimentale e agli anfiteatri antichi. Il disegno simme­trico e radiale della pianta crea corridoi e stanze, strade e ambienti che divido­no lo spazio in aree dove i visitatori possono sostare o dialogare. L’ingresso è gratuito con prenotazione online che garantisce l’accesso prioritario nella fascia oraria prescelta.

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Fino al 21 luglio 2024 – Rara Avis / Moda in volo: le Uccelliere Farnesiane sul Palatino a Roma ospitano la mostra che gode della curatela di Sofia Gnoli con l’organizzazione e la promozione del Parco archeologico del Colosseo. Abiti e accessori, esempi unici di haute couture provenienti dagli archivi di celebri maison, vengono esposti nelle Uccelliere Farnesiane, uno dei luoghi più simbolici della Roma rinascimentale e barocca, incastonate negli Orti Farnesiani del Palatino, il giardino botanico voluto nel XVI secolo dal cardinale Alessandro Farnese. Il percorso della mostra è suddiviso in tre sezioni: Il Mito, Caleidoscopiche Visioni e Le ALI, irreALI, reALI dedicata all’alata fantasia di Anna Piaggi (1931-2012). Faccio alcune segnalazioni. La sezione dedicata al mito e al divino, ‘popolata’ di abiti-uccello bianchi, neri e oro, si apre con un omaggio a Giovanni Gastel (1955-2021) e al suo scatto Zeus in forma di cigno e Leda (1990). Tra i capi in mostra, un posto speciale va all’abito Vittoria del colibrì, progettato appositamente per la mostra da Tiziano Guardini e realizzato in seta non violenta, dedicato al tema della sostenibilità (dell’abito parlo meglio qui). Una sezione – come dicevo – è poi dedicata agli accessori ‘aviari’ di Anna Piaggi e provenienti dalla sua collezione personale, come per esempio cappelli di Elsa Schiaparelli e Philip Treacy.

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Fino al 21 luglio 2024 – Irving Penn: è il titolo della mostra ospitata dal Museo de Young di San Francisco. Irvingg Penn è riconosciuto universalmente come uno dei più grandi fotografi del XX secolo. Collaboratore di lunga data di Vogue, Penn ha rivoluzionato la fotografia di moda nel dopoguerra. Utilizzando sfondi neutri, ha enfatizzato la personalità dei suoi protagonisti attraverso i loro gesti e le loro espressioni. La mostra comprende circa 175 fotografie che abbracciano ogni periodo dei quasi 70 anni di carriera di Penn. Le opere comprendono le prime scene di documentari, ritratti di celebrità e lavoratori con gli strumenti del loro mestiere, nudi astratti, studi di moda. Una sezione speciale comprende ritratti di hippy, membri dell’Hells Angels Motorcycle Club e gruppi rock tra cui i Grateful Dead.

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Fino al 28 luglio 2024 – Tatuaggio / Storie dal Mediterraneo: è il titolo della mostra ospitata dal MUDEC Museo delle Culture di Milano e che ripercorre la storia del tatuaggio. La mostra si concentra in particolare sull’area mediterranea, ma espone anche materiali extra-europei che facilitano la comparazione di un fenomeno globale. Cos’è il tatuaggio? Perché oggi ci si tatua? Sono scelte personali dettate da istanze profonde o decisioni prese a cuor leggero? E quali storie si nascondono dietro un segno? Un tatuaggio può essere un messaggio da mostrare agli occhi del mondo, un ornamento che ci persuade o illude di essere unici e uniche, un voto mantenuto o un giocoso souvenir, un simbolo d’appartenenza o una dichiarazione d’indipendenza, una prova d’amore o l’elaborazione di un lutto. Da queste considerazioni di carattere sociale oltre che culturale nasce l’interesse del museo che ha voluto approfondire la conoscenza di pratiche, ritualità, forme ed espressioni che si ritrovano in qualsiasi epoca e in ogni angolo della terra – dall’antichità a oggi – attraverso un progetto espositivo che affronta il tatuaggio dal punto di vista storico, antropologico e culturale, partendo dai luoghi in cui sono state rinvenute le sue prime inconfutabili testimonianze: il bacino del Mediterraneo.

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Fino al 28 luglio 2024 – Donna in scena / Boldini, Selvatico, Martini: la figura femminile è protagonista di un affascinante racconto del bel mondo tra Otto e Novecento al Museo Santa Caterina di Treviso. In mostra c’è un mondo in equilibrio tra tradizione e progresso in cui la donna conquista spazi di libertà e indipendenza: i più grandi ritrattisti dell’epoca sono i cantori di questo loro magico momento, chiamati a eternare i volti e gli sguardi, a trasporre sulle tele il profumo, lo charme, l’erotismo di un’epoca davvero unica. Nella mostra si danno convegno celebrità, da Eleonora Duse a Wally Toscanini, da Lydia Borelli a Toti Dal Monte, accanto a eleganti esponenti della borghesia e della nobiltà trevigiana, veneta e nazionale, immortalate dai colori dei più affermati pittori a cavallo tra i due secoli, artisti spesso specializzati nel grande ritratto femminile – e per questo motivo diventati celebri, ammirati e contesi.

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Fino al 31 luglio 2024 – Dal Cuore alle Mani / Dolce&Gabbana: è il titolo della mostra ospitata da Palazzo Reale a Milano e che presenta le creazioni della casa di moda. Una lettera d’amore aperta alla cultura italiana, ispirazione dello spirito di Dolce&Gabbana sin dalle origini, a ripercorrere il processo creativo di Domenico Dolce e Stefano Gabbana: dal cuore, da cui scaturiscono le idee, alle mani, strumento attraverso cui prendono forma. La mostra, inaugurata a Milano ma che poi toccherà diverse tappe internazionali, celebra il brand come simbolo dello stile italiano attraverso il sogno dell’Alta Moda ed esplora l’approccio al mondo del lusso: elegante, sensuale e allo stesso tempo divertente e irriverente. La mostra presenta inoltre diverse espressioni artistiche in dialogo con l’universo creativo di Dolce&Gabbana. L’archivio e le nuove collezioni sono esposti in un susseguirsi di sezioni tematiche che mettono in risalto vari aspetti tra cui arte, architettura, artigianato, le città e la loro topografia, la musica, l’Opera e il Balletto, le tradizioni popolari, il teatro e la dolce vita.

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Fino all’11 agosto 2024 – Aldo Fallai per Giorgio Armani: è il titolo della mostra ospitata da Armani Silos a Milano. È il racconto, coniugato al tempo presente, di quasi trent’anni di ininterrotto dialogo artistico tra Giorgio Armani e il fotografo Aldo Fallai, fiorentino, classe 1943. La mostra esplora i confini di una collaborazione unica che ha definito l’essenza stessa di un’estetica che ha fatto breccia nell’immaginario collettivo. Il percorso narrativo si snoda su due piani e raccoglie circa duecentocinquanta scatti, apparsi sulle riviste o trasformati in affissioni dal forte impatto mediatico.

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Fino all’11 agosto 2024 – Fashioning San Francisco, A Century of Style: la mostra comprende 100 capi della collezione appartenente al Museo de Young di San Francisco insieme a prestiti di alta moda e haute couture provenienti da collezioni locali. Sono in mostra capi di couturier francesi, designer d’avanguardia giapponesi e altri pilastri dell’industria della moda tra cui Christian Dior, Alexander McQueen, Christopher John Rogers, Comme des Garçons e Rodarte. Tutti questi modelli, molti dei quali mai mostrati prima, riflettono la lunga tradizione di San Francisco di espressione di sé attraverso la moda.

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Fino al 25 agosto 2024 – Sheer / The diaphanous creations of Yves Saint Laurent: il Museo Yves Saint Laurent di Parigi mette in cartellone una mostra che si concentra sulla trasparenza come espressione artistica scelta dal Maestro Yves Saint Laurent. Pochi articoli di abbigliamento sono completamente trasparenti: in teoria, la trasparenza è incompatibile con la funzione stessa dell’abito, ovvero quella di coprire il corpo, nascondendolo e/o proteggendolo. Incuriosito da questa contraddizione e dal ruolo importante che i tessuti diafani potevano svolgere nel suo lavoro, Yves Saint Laurent iniziò a utilizzare materiali come chiffon, pizzo e tulle negli Anni Sessanta. Come un leitmotiv, durante i suoi quarant’anni creativi, utilizzò regolarmente la trasparenza, a volte accanto a tessuti ricamati oppure opachi. e così ha riconciliato audacemente queste contraddizioni, permettendo alle donne di affermare con orgoglio e coraggio il proprio corpo.

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Fino al 25 agosto 2024 – Statement Sleeves: è il titolo della mostra ospitata dal Museum at FIT di New York che mette in mostra circa 80 capi della sua collezione permanente – la maggior parte dei quali sono esposti per la prima volta – e presenta le opere di designer rinomati come Balenciaga, Tom Ford, Schiaparelli e Vivienne Westwood. I capi sono organizzati tematicamente o secondo un’estetica complementare piuttosto che cronologica. La mostra evidenzia come le maniche fungano da modalità vitale di autoespressione che riflette i nostri gesti e movimenti. Mostra la loro capacità di indicare specifiche epoche della moda e le tendenze correlate. E proclama anche il ruolo delle maniche come simbolo di status, gusto e personalità.

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Fino al 1° settembre 2024 – Fashion Illustration / La Moda Missoni interpretata da Gladys Perint Palmer: è il titolo della mostra ospitata dal Museo MA*GA, Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella, di Gallarate (Varese). L’illustrazione è sempre stato un forte e affascinante strumento di comunicazione. Le illustrazioni di moda di Gladys Perint Palmer per Missoni sono un esempio straordinario di come l’arte possa elevare e comunicare l’estetica di un marchio. Rosita Missoni è cresciuta giocando a ritagliare figurini dalle riviste di moda che trovava nell’atelier dell’azienda di famiglia e da allora è sempre stata affascinata dalla capacità delle illustrazioni di moda di proiettarla verso mondi fantastici. Così, anche quando negli Anni Sessanta i Missoni iniziarono a commissionare le loro campagne pubblicitarie ai fotografi di moda, Rosita rimase sempre affascinata dalle potenzialità espressive dell’illustrazione, affidando le creazioni Missoni a Brunetta (pseudonimo di Bruna Moretti) fino agli Anni Settanta, in seguito ad Antonio Lopez negli Anni Ottanta e a Gladys Perint Palmer dagli Anni Novanta. Rosita e Gladys si conobbero tramite Anna Piaggi, la (mitica) giornalista di moda che nel 1989, nel periodo delle sfilate milanesi, aveva curato la mostra Gladys Perint Palmer Characters insieme a Luca Stoppini. Rosita ne restò entusiasta e propose a Gladys di illustrare i capi delle sue collezioni, per comunicare il lato allegro e ironico della moda Missoni. Una collaborazione che andò avanti per ben dieci anni e un’amicizia che dura ancora.

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Fino al 1° settembre 2024 – Cristina Mittermeier / La grande saggezza: Le Gallerie d’Italia di Torino ospitano una mostra dedicata al lavoro di Mittermeier (classe 1966), fotografa, biologa marina e attivista. Nel corso della sua lunga carriera, ha viaggiato in ogni angolo del mondo e, nel corso degli anni, ha documentato la bellezza del nostro pianeta e le diverse culture e tradizioni dei suoi abitanti, dai paesaggi alla fauna selvatica in continua evoluzione. Con il suo lavoro ha inoltre raccontato storie di comunità di tutto il mondo che mantengono un legame con la natura e comprendono profondamente il delicato equilibrio del nostro ecosistema. Attraverso il suo lavoro, Mittermeier ci offre la testimonianza di tradizioni, rituali e saperi tramandati di generazione in generazione e ci invita a riflettere su una “grande saggezza”. La mostra è realizzata in collaborazione con National Geographic.

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Fino all’8 settembre 2024 – Exposure / Arte, culture, moda dentro e fuori la vetrina: il Mudec Museo delle Culture di Milano ospita una mostra che riflette sulla tradizionale concezione della vetrina e sulla sua centralità nei progetti espositivi. Legata all’“esposizione museale classica”, la vetrina espone e al contempo separa l’oggetto, offrendolo alla fruizione ma formando una barriera per lo spettatore. Nei musei etnografici, in particolare, l’effetto “neutralizzante” della vetrina colpisce le opere, isolandole, privandole del contesto e della funzione originari.

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Fino all’8 settembre 2024 – The Biba Story, 1964-1975: è il titolo della mostra ospitata dal Fashion Textile Museum di Londra. Nell’estate del 1963, l’illustratrice di moda Barbara Hulanicki (classe 1936) fonda un’azienda di vendita per corrispondenza vendendo moda a prezzi accessibili, attraente per una nuova generazione di giovani donne, a cui dà il nome Biba. La mostra esplora come Biba abbia innescato una rivoluzione nel modo in cui le persone facevano acquisti. E indaga come si sia guadagnato il posto come marchio che incarna la moda degli Anni Sessanta e Settanta nonché lo spirito della Swinging London. La mostra si concentra sugli anni che vanno dal 1964, quando apre la boutique Biba, al 1975, quando chiude i battenti al pubblico. In mostra capi di abbigliamento d’archivio, fotografie originali, film e materiale, tutti scelti personalmente da Barbara Hulanicki oggi 87enne.

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Fino al 15 settembre 2024 – Armando Testa: Ca’ Pesaro a Venezia ospita una grande mostra dedicata ad Armando Testa (1917-1992). Il geniale creativo piemontese è al centro di una rassegna monografica che permette di scoprire e riscoprire aspetti inediti della sua produzione. Dagli esordi torinesi presso la Scuola Tipografica Vigliardi Paravia e con l’insegnamento di Ezio D’Errico, l’esposizione mira a ricostruire il percorso artistico di un protagonista della cultura visiva contemporanea, creatore di celebri icone entrate da anni nel nostro immaginario collettivo. I suoi capolavori sono figli di una pluralità di linguaggi espressivi, sperimentati nel corso della sua carriera più che trentennale, la cui modernità è oggi fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei. Al primo concorso, vinto da Armando Testa a vent’anni per ICI (Industria Colori Inchiostri) nel 1937, si affianca la ricerca portata avanti nell’immediato dopoguerra per importanti aziende (come Martini & Rossi, Carpano, Borsalino e Pirelli), ricerca dalla quale scaturiranno alcune delle sue più geniali e iconiche invenzioni. E ancora, le pubblicità, le campagne promozionali e i loghi per Lavazza, Sasso, Carpano, Simmenthal e Lines, tra gli altri, che hanno accompagnato diverse generazioni di spettatori, fruitori, artisti e creativi.

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Fino al 22 settembre 2024 – Walter Albini / Il talento, lo stilista: il Museo del Tessuto di Prato presenta una grande mostra dedicata a Walter Albini (1941-1983) a cura di Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini. Attraverso più di 300 oggetti, tra cui disegni, fotografie, bijou, tessuti e abiti (molti dei quali inediti), la mostra racconta oltre un ventennio di produzione di Abini permettendo di ricostruirne l’intera storia creativa, dalle prime esperienze come illustratore e disegnatore di moda fino alle ultime collezioni degli Anni Ottanta. Una mostra decisamente importante visto che Albini è a pieno titolo il pioniere dello stilismo italiano. Ed è stato lui a inaugurare il rapporto tra artigianato e industria nonché a sancire l’ingresso della moda italiana nell’era del prêt-à-porter.

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Fino al 29 settembre 2024 – Antonio Canova e il Neoclassicismo: i locali dell’Ex Cavallerizza di Lucca ospitano la mostra, curata da Vittorio Sgarbi, dedicata all’artista considerato icona universale del Neoclassicismo. In esposizione numerosi capolavori di Canova, tra sculture e dipinti, con oltre 100 opere tra Canova e i maestri lucchesi e toscani del Neoclassicismo (tra i quali Pompeo Batoni, Bernardino Nocchi e Stefano Tofanelli) oltre a Francisco Goya e fino ad arrivare all’esperienza romantica di Francesco Hayez. Segnalo che in mostra si possono ammirare anche alcuni meravigliosi abiti della Fondazione Roberto Capucci posti in dialogo con i capolavori del Neoclassicismo.

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Fino al 29 settembre 2024 – Oceanista, Fashion and the Sea: il Merikeskus Vellamo di Kotka (Finlandia) ospita una mostra che rivela come lo stile e la cultura dei marinai siano stati presi in prestito dall’alta moda nel corso dei decenni. La mostra presenta dunque la moda ispirata all’oceano, disegnata sia da celebri case di moda sia da designer finlandesi di fama internazionale. Ci sono Chanel, Thom Browne, Jean Paul Gaultier, Iris van Herpen, Maison Margiela, Moncler, Pierre & Gilles, Eilish Macintosh, Philip Treacy, Sumiko Iwakiri, Versace, Idaliina Friman e Anne-Mari Pahkala. L’esposizione presenta un totale di 90 capi e accessori e comprende anche capi risalenti alla fine del XIX secolo.

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Fino al 6 ottobre 2024 – Viktor&Rolf Fashion Statements: il Kunsthalle Museum di Monaco in Germania ospita una grande retrospettiva sugli artisti della moda Viktor&Rolf. Per più di tre decenni, Viktor Horsting e Rolf Snoeren hanno esplorato i confini tra il mondo dell’alta moda e quello dell’arte. Celebrate per il loro approccio non convenzionale al design, le loro creazioni sono state indossate da artiste come Madonna, Tilda Swinton, Lady Gaga, Doja Cat e Cardi B e sono state impiegate in balletti e opere. Riflettendo le passioni, le ossessioni e la visione singolare del duo, la spettacolare scenografia della mostra presenta 100 delle loro creazioni più audaci, molte delle quali esposte per la prima volta, insieme a numerosi video, schizzi, bambole vestite con le iconiche creazioni dei designer e opere di rinomati visual artist come Andreas Gursky, Ellen von Unwerth e Herb Ritts.

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Fino al 13 ottobre 2024 – Gio Ponti, Ceramiche 1922-1967: è il titolo della mostra ospitata dal MIC, Museo Internazionale della Ceramica di Faenza. Gio Ponti (1891-1979) è stato fu uno dei massimi divulgatori del Made in Italy già a partire dagli Anni Venti, quando divenne direttore artistico della Richard Ginori dando il via a un rinnovamento della produzione. Alla figura di architetto, designer e intellettuale, che fu un riferimento per la costituzione di uno “stile” italiano delle arti decorative, è dedicata la mostra al MIC che prosegue il programma di valorizzazione dei personaggi e delle grandi manifatture che hanno costruito il Made in Italy ceramico. Oltre alla Richard Ginori, durante la sua lunga carriera, Ponti è entrato in contatto con diverse realtà ceramiche italiane: la Cooperativa Ceramiche di Imola, Pietro Melandri e il contesto faentino con le Ceramiche Pozzi, Joo e Gabbianelli, per citare le principali aziende con cui promosse percorsi e progetti unici e straordinariamente attuali. Le sue conoscenze l’hanno visto al centro del dibattitto culturale italiano.

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Fino al 14 ottobre 2024 – Miranda July / New Society: è il titolo della mostra ospitata negli spazi dell’Osservatorio Prada di Milano. È dedicata all’opera di Miranda July, classe 1974, e ripercorre la carriera trentennale dell’artista, regista e scrittrice americana attraverso i suoi cortometraggi, performance e installazioni. Il progetto include il nuovo lavoro F.A.M.I.L.Y. (Falling Apart Meanwhile I Love You), un’installazione video multicanale che documenta la collaborazione di un anno tra July e sette performer su Instagram. F.A.M.I.L.Y. è il punto di partenza per indagare nella mostra i temi presenti in altri progetti performativi e collaborativi di July. Il primo piano dell’Osservatorio presenta la documentazione delle performance dell’artista, dalle prime nei locali punk fino a quelle più note,  accanto a oggetti di scena, costumi e documenti d’archivio. Al secondo piano è esposto F.A.M.I.L.Y. insieme ad altri due progetti collaborativi, ovvero I’m the President, Baby (2018) e Services (2020). La mostra presenta inoltre una reiterazione di Learning to Love You More (2000-2007), progetto online realizzato in collaborazione con Harrell Fletcher, che include settanta “compiti” assegnati al pubblico e caricati sul sito web. Il “compito” n. 43 (“Realizza una mostra con le opere che trovi a casa dei tuoi genitori”), portato a termine da una donna milanese appositamente per questo progetto espositivo, è presentato come parte della mostra.

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Fino al 15 ottobre 2024 – La via della scrittura / Settecento anni di arte calligrafica tra oriente e occidente: il Museo Correr di Venezia ospita una mostra che comprende le opere di sei artisti contemporanei originari di Cina, Iran, Iraq, Armenia e Italia, oltre a una serie di documenti e manoscritti antichi in lingua araba, armena, cinese e birmana, in un percorso in cui la Via della Seta diventa la Via della Scrittura. Questo percorso ci consente di apprezzare le diverse declinazioni artistiche, storiche e culturali della calligrafia. Mentre i documenti antichi mantengono la relazione classica in cui la forma è principalmente a servizio del contenuto, gli artisti contemporanei indagano il potere comunicativo delle forme di scrittura in sé stesse, anche rifiutando o rinunciando del tutto al contenuto semantico. Ciascuno dei sei artisti si pone in una particolare relazione con la calligrafia e la scrittura a mano del proprio Paese di origine, indagando ciò che le forme veicolano in quanto simboli, forme nello spazio, o segni e mantenendo una relazione di identificazione culturale con le proprie origini.

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Fino al 3 novembre 2024 – Christian Dior, couturier visionnaire: dopo la pausa invernale, il Museo Christian Dior di Granville in Francia inaugura la stagione 2024 con una nuova mostra. La casa d’infanzia di Monsieur Dior è stata da tempo trasformata in un museo dedicato alla sua opera e vita, fatto che consacra la sua città natale come fonte d’ispirazione determinante. Da Granville all’America, passando per Parigi o Londra, Christian Dior ha lasciato il segno nei luoghi che ha attraversato, così come questi lo hanno a loro volta plasmato. Gli anni spensierati trascorsi a Granville fondarono e forgiarono i tratti caratteristici dell’uomo e del creatore che Christian Dior divenne poi a Parigi. La Maison che vi fondò divenne un centro di attrazione al punto che il suo nome fu presto sinonimo dell’eleganza di Parigi in tutto il mondo. E se il successo della Maison Christian Dior trova eco a livello internazionale è perché sa adattarsi alle aspettative di una clientela straniera. Tre tappe, distribuite sui tre livelli della villa, raccontano questo viaggio e testimoniano la creatività del designer. Le collezioni esposte provengono principalmente dagli archivi del museo con  l’eccezione di alcuni prestiti.

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Fino al 4 novembre 2024 – Salvatore Ferragamo 1898-1960: nella cornice di Palazzo Spini Feroni, sede di Museo Ferragamo a Firenze, è stata inaugurata a fine ottobre 2023 una retrospettiva che – come spiega il brand – traccia «un nuovo viaggio della memoria che ripercorre la vita del fondatore per celebrare il suo spirito pioneristico, le sue relazioni e le sue creazioni iconiche, le sue straordinarie visioni di invenzione e innovazione». Nell’anno del centesimo anniversario dall’apertura della prima boutique a Hollywood, nel 1923, la mostra ricorda i momenti e gli eventi più importanti della storia dell’uomo e dell’artigiano, dell’imprenditore e del visionario noto come il Calzolaio delle Star. Le creazioni in mostra sono presentate non solo per il loro valore estetico, ma anche come documenti che attestano la capacità imprenditoriale e innovativa, la passione per i colori, la conoscenza anatomica dello scheletro e del piede umano, l’abilità artigianale delle lavorazioni, la ricerca dei materiali e la molteplicità d’ispirazioni, tratte dal mondo dell’arte e della cultura antica e contemporanea, che hanno contraddistinto il lavoro e la vita di Salvatore Ferragamo.

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Fino al 10 novembre 2024 – Jules François Crahay, back in the spotlight: il Museo della Moda (Musée Mode & Dentelle) di Bruxelles in Belgio ospita questa mostra dedicata a Jules François Crahay, considerato uno degli ultimi geni della couture. Per la prima volta e grazie a nuove ricerche, il Museo gli dedica una mostra, buona occasione per scoprire o riscoprire uno stilista ingiustamente dimenticato. Una nuova stella sta sorgendo nel cielo della moda parigina: così scriveva il giornalista John Fairchild in Women’s Wear Daily nel 1959. Jules François Crahay aveva appena firmato la sua prima collezione per la casa Nina Ricci: scatenò una pioggia di lodi e ordini e la stampa lo paragonò a Christian Dior. Le collezioni successive lo confermarono come un maestro della couture. Nel 1964 entrò a far parte della Maison Lanvin dove firmò circa 40 collezioni di haute couture e altre di prêt-à-porter. Ha vestito star come Claudia Cardinale e personalità come Jackie Kennedy. La sua singolarità creativa e indipendenza di spirito hanno aperto la strada a designer belgi come Martin Margiela, Olivier Theyskens e Nicolas di Felice alla guida di maison parigine prestigiose.

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Fino al 24 novembre 2024 – Helmut Newton Legacy: è il titolo della mostra che raccoglie opere che ripercorrono l’intera vita umana e lavorativa di Helmut Newton (1920-2004), ospitata da Le Stanze della Fotografia sull’Isola di San Giorgio Maggiore (Venezia). S

ospesi tra acqua e cielo, gli scatti di Newton a Venezia enfatizzano ancora di più lo stile elegante e audace del fotografo. L’esposizione racconta la carriera di un protagonista del Novecento che ha lasciato un segno nella moda – come dimostrano le collaborazioni con la rivista Vogue e con stilisti del calibro di Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Thierry Mugler e Chanel – ma anche nel nuovo modo di approcciarsi al nudo femminile, testimoniato nel suo celebre Big Nudes. Il libro cult del 1981 raccoglie i 39 scatti in bianco e nero, molti presenti in mostra, pionieri di una frontiera della fotografia non ancora esplorata, quella della gigantografia e degli scatti a grandezza umana.
 L’eredità di Newton è raccontata in capitoli cronologici: gli esordi degli Anni Quaranta e Cinquanta in Australia, gli Anni Sessanta in Francia, gli Anni Settanta negli Stati Uniti, gli Ottanta tra Monte Carlo e Los Angeles e i numerosi servizi in giro per il mondo degli Anni Novanta.

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Fino al 5 gennaio 2025 – La Mode en mouvement #2: il Palais Galliera di Parigi presenta il secondo capitolo di una mostra dedicata a moda e abbigliamento. Con più di 250 nuove opere presentate nel corso di questo secondo allestimento, la mostra ripercorre una storia della moda dal XVIII secolo ai giorni nostri e sviluppa il tema trasversale del corpo in movimento. Un focus è dedicato anche al mare, svelando pezzi raramente esposti al pubblico. Mentre Parigi ospita i Giochi Olimpici e Paralimpici nell’estate del 2024, la mostra ci permette di comprendere il posto dell’abbigliamento nella pratica delle attività fisiche e sportive fino alle conseguenze sociali della sua evoluzione. L’abbigliamento pensato per lo sport viene paragonato al guardaroba cittadino, permettendo al pubblico di misurare la progressiva specializzazione dell’abbigliamento sportivo così come l’introduzione dell’abbigliamento sportivo nel guardaroba quotidiano.

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Fino al 6 gennaio 2025 – Le molte vite di un abito: ITS Arcademy di Trieste ospita una mostra che è un viaggio poetico attraverso la nostra relazione con gli abiti. Che siano indossati come protezione o espressione della nostra personalità, i vestiti vivono innumerevoli vite. Ogni indumento racconta la storia del corpo che lo abita e ogni guardaroba è innanzitutto un archivio personale, una sorta di museo. La mostra stimola il visitatore a esplorare lo spazio che separa l’indumento indossato da quello celebrato, riflettendo sul valore che i vestiti acquisiscono in diversi contesti e fasi del loro ciclo di vita: dalla vetrina al guardaroba, indossati, incarnati da personaggi famosi, amati, consumati, catalogati, esposti, evocati nella letteratura o ancora abbandonati. In esposizione ci sono gli abiti di design dalla collezione di ITS Arcademy che si alternernano a indumenti quotidiani dal forte impatto emotivo, anche presi in prestito da celebri muse internazionali della moda.

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Fino al 16 marzo 2025 – Dressed to impress, footwear and consumerism in the 1980s: il Bata Shoe Museum di Toronto in Canada dedica una mostra agli Anni Ottanta del Novecento, il decennio noto per la sua moda audace fatta di colori vivaci e silhouette riconoscibili. E anche da un’ampia varietà di scelte che i consumatori potevano fare su come volevano apparire. Culturalmente, gli Anni Ottanta sono stati caratterizzati dalla globalizzazione e dall’innovazione tecnologica. L’auto-miglioramento e la ricerca del successo individuale erano fortemente incoraggiati e la moda veniva promossa come un modo per raggiungere e sfoggiare una carriera di successo, un corpo desiderabile e uno stile di vita invidiabile. I centri commerciali e i cataloghi di vendita per corrispondenza, così come la pubblicità nei film, in televisione e nei video musicali, incoraggiavano il materialismo e alimentavano una generazione di consumatori che si vestivano per impressionare. La mostra si focalizza proprio su tutto ciò.

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Permanente fino al 2025 – Gioielli italiani IV Edizione 2021/2025: il Museo del Gioiello di Vicenza ospita la mostra dedicata esclusivamente ai gioielli italiani. Con questa IV edizione, curata da Alba Cappellieri (illustre esperta della quale ho parlato spesso), il Museo rende omaggio a quei valori, materiali e immateriali, tipicamente italiani quali bellezza formale, qualità manifatturiera, varietà e innovazione. Nelle 9 sale sono esposte produzioni di grandi maison e di piccole e medie aziende, pezzi unici frutto di sperimentazioni artistiche e gioielli come risultato della ricerca di designer indipendenti.

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Dal 25 al 28 aprile 2024 torna Comicon con l’edizione di Napoli.
Comicon ovvero International Pop Culture Festival. Ciò significa – da oltre venticinque anni – ospiti internazionali, un programma imperdibile e tantissimi comiconiani con i quali condividere le proprie passioni. Quattro giorni di festival-evento attesi dalle community di fumetti, videogiochi, anime, serie tv, cinema, giochi di ruolo e da tavolo, musica, arti visive, LARP, cosplay e cultura asian, urban e pop.

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FOG Triennale Milano Performing Arts è il festival della Triennale di Milano dedicato all’esplorazione delle nuove frontiere delle live art internazionali: teatro, danza, performance e musica.
Progetto transdisciplinare unico nella città di Milano, FOG giunge nel 2024 alla sua settima edizione, proponendo una programmazione articolata in 36 appuntamenti che attraversa ben quattro mesi per arrivare fino al 7 maggio 2024.
Un festival radicale, all’insegna della contaminazione, che rifiuta etichette di genere e di stile per attraversare i linguaggi del contemporaneo e proseguire nella sua interrogazione delle grandi tematiche dell’oggi e del futuro prossimo

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HOMO DEUS: è il titolo dell’ottava edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, la manifestazione a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo che si svolge a Parma fino al 19 maggio 2024.
Attraverso le opere di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, il festival indaga tematiche legate al superamento della dimensione antropocentrica dell’uomo in favore di una visione tecno-umanistica (o trans-umanista) e datocentrica. Insomma: l’Homo Sapiens ha oramai esaurito il suo percorso storico e, sostituito dall’Homo Deus, dovrà mettere queste nuove tecnologie al servizio del progresso scientifico per la propria sopravvivenza biologica e spirituale.
Sono cinque le mostre di pittura, scultura, illustrazione, arte digitale e nuovi media che sono state allestite in dialogo con chiese e palazzi storici della città, in un percorso diffuso sul territorio. L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio storico-artistico della città e di proporre al pubblico inedite visioni e prospettive della creatività contemporanea.
L’edizione si completa con una serie di talk, incontri e workshop con gli autori protagonisti delle mostre e alcuni relatori, critici d’arte, curatori, giornalisti, operatori culturali in dialogo con loro.
E, come ogni anno, il Festival si allarga alla città intera attraverso un CIRCUITO OFF.
Organizzato grazie al contributo dell’Assessorato alla Rigenerazione Urbana e Attività Economiche, il CIRCUITO OFF si posiziona dal 13 aprile al 31 maggio 2024. E ha lo specifico obiettivo di far rivivere in modo nuovo gli spazi della città, coinvolgendo attivamente tutta la cittadinanza attraverso un percorso ramificato nel centro storico.

Maggiori info nel mio articolo scritto dopo aver partecipato all’anteprima stampa.

 

Fino al 30 maggio 2024, l’Archivio Gucci di Palazzo Settimanni a Firenze ospita la quinta stagione di Brevissime – Lezioni di storia delle arti.
Questa stagione si intitola Paradiso in terra e comprende 8 lezioni dedicate al tema tanto vasto quanto affascinante del paesaggio e della natura che lo compone.
La stagione è inaugurata dalla lezione di Eugenio Pandolfini sul concetto storico-filosofico e contemporaneo di paesaggio. Seguirà Anna Anguissola per un racconto sui paesaggi dipinti e sulle grotte artificiali nel mondo antico, in particolare a Pompei. Nella sua prima lezione, Filippo Pizzoni tratterà del dialogo costante tra arte e paesaggio nel Novecento per poi proseguire nella seconda spiegando le influenze reciproche fra l’architettura dei giardini italiani e quella di altri paesi europei, principalmente dell’Inghilterra. Anna Lambertini affronterà l’argomento dei suoli urbani nella contemporaneità, come campo fertile di ricerca, di innovazione e di sperimentazione per l’architettura del paesaggio e del giardino, mentre Giuseppe Barbera parlerà degli agrumi nei giardini mediterranei. Luca Scarlini e i giardini letterari precederanno l’ultima lezione della quinta stagione, tenuta da Giovanni Morelli, che ruoterà intorno all’anima degli alberi.
Eccezionalmente, in occasione di Brevissime, per chi prenota le lezioni sarà possibile effettuare delle visite guidate all’Archivio Gucci in tre gruppi (ore 17 – ore 17.30 – ore 18). Per usufruire delle visite guidate è obbligatoria la prenotazione via email scrivendo a brevissime@gmail.com entro 24 ore dal giorno della lezione alla quale ci si è iscritti.

Maggiori info con tutte le date e i link di prenotazione qui.

 

È talmente universalmente conosciuta da avere bisogno di pochissime parole di presentazione. Mi riferisco alla Esposizione Internazionale d’Arte nota come Biennale di Venezia.
La 60° edizione a cura di Adriano Pedrosa è ora aperta e si tiene fino a domenica 24 novembre 2024.
«Sono onorato e riconoscente – dichiara Pedrosa – per questo prestigioso incarico, soprattutto come primo latino-americano a curare l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale».
Adriano Pedrosa, brasiliano, è dal 2014 il Direttore Artistico del Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand – MASP dove ha curato numerose mostre. È stato premiato nel 2023 con il premio Audrey Irmas Award for Curatorial Excellence conferitogli dal Central for Curatorial Studies del Bard College di New York.

Qui potete trovare tutte le informazioni.

 

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