L’abito Vittoria del colibrì di Tiziano Guardini in mostra a Roma in Rara Avis

È aperta da oggi, 24 aprile, fino al 21 luglio 2024 la mostra Rara Avis / Moda in volo.

Le Uccelliere Farnesiane sul Palatino a Roma ospitano una mostra che gode della curatela di Sofia Gnoli con l’organizzazione e la promozione del Parco archeologico del Colosseo. Abiti e accessori, esempi unici di haute couture provenienti dagli archivi di celebri maison, vengono esposti nelle Uccelliere Farnesiane, uno dei luoghi più simbolici della Roma rinascimentale e barocca. Non solo: le Uccelliere sono incastonate negli Orti Farnesiani del Palatino, il giardino botanico voluto nel XVI secolo dal cardinale Alessandro Farnese.

Rara avis è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa «uccello raro». E la mostra è questo, una successione di straordinari abiti-uccello e accessori piumati.

Il percorso è suddiviso in tre sezioni: Il Mito, Caleidoscopiche Visioni e Le ALI, irreALI, reALI dedicata all’alata fantasia di Anna Piaggi (1931-2012). Leggi tutto

Omaggio a Iris Apfel, icona senza età e senza tempo

Dovete sapere che c’è stato un periodo, anni fa, in cui il mio abbigliamento è stato molto estroso e colorato. Naturalmente, anche i bijou che indossavo erano particolari, grandi e decisamente evidenti. Vistosi. Talvolta anche un pochino esagerati, dai, lo ammetto.

Il nostro stile è (o dovrebbe essere) costantemente in evoluzione insieme a noi e al nostro cammino e così quel momento di esagerazione è passato. Oggi ho incanalato il mio estro in modi forse meno evidenti, più interiorizzati. Resta, naturalmente, la mia passione per la particolarità.

In quel mio periodo esagerato, diverse persone mi paragonavano a Iris Apfel. Per me quel paragone era un onore sebbene, ahimè, nessuno potrebbe essere come Iris Apfel poiché la sua personalità è assolutamente unica e irripetibile. E uso il presente intenzionalmente, nonostante la nota imprenditrice e interior designer statunitense sia purtroppo scomparsa il 1° marzo 2024 a 102 anni.

Il suo senso dello stile, la sua idea stessa di stile, la sua capacità di creare outfit in cui ogni elemento aveva un preciso senso… tutto ciò era ed è assolutamente unico. La sua visione era forse esagerata, perfino estrema, ma lontana anni luce dall’essere una semplice accozzaglia di cose. Leggi tutto

Genius Loci, la mostra dedicata a Franco Moschino è ad Abbiategrasso

È un periodo molto particolare. Un periodo di confusione, lo definirei. In vari ambiti e anche nella moda.

È un periodo in cui nella moda, per esempio, si alternano continui e sempre più frequenti cambi di direttori creativi in seno a tanti brand illustri. Anche dal punto di vista culturale vengono proposti prodotti che, anziché fare chiarezza, offrono visioni pasticciate e pasticcione. Giusto per fare un nome: concordo completamente con l’analisi di Giuliana Matarrese (qui) a proposito di The New Look, il biopic di Apple+ che avrebbe potuto (o dovuto) raccontare la vita di Christian Dior.

Insomma, la moda si trova decisamente in stato confusionale, ahimè, sotto tanti punti di vista, ed è sempre più difficile comprendere in quale direzione vada. Specchio dei tempi, direbbe qualcuno. Non è un pensiero infondato e lo condivido.

Ecco, in mezzo a questa confusione che trovo spesso disturbante, restano ben poche certezze. Una di queste è lo studio della storia della moda. E non solo per conoscere il passato, ma anche per cercare chiavi per interpretare il presente e provare a ipotizzare il futuro.

Certo, le risposte non sono purtroppo da cercare in biopic come quello su Dior (che delusione, lo avevo tanto aspettato…). Le risposte possono invece venire da eventi ben organizzati, come tante belle mostre attualmente in corso. Per esempio, quella su Walter Albini a Prato, della quale mi sono recentemente occupata (qui). Oppure quella su Franco Moschino, ovvero la mostra della quale desidero parlare oggi. Leggi tutto

Il talento e il genio di Walter Albini in mostra a Prato

Sono particolarmente felice di annunciare che, dal 23 marzo al 22 settembre 2024, il Museo del Tessuto di Prato celebra lo stilista Walter Albini (1941-1983) con una grande mostra curata da Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini.

Walter Albini. Il talento, lo stilista è il risultato di un intenso lavoro di studio e ricerca condotto sull’intera vicenda professionale di Albini, assoluto protagonista della moda italiana tra la fine degli Anni Sessanta e i primi Ottanta del Novecento. L’omaggio a questo professionista eccezionale è assolutamente doveroso ed è questo il motivo per cui sono felice di annunciare la mostra.

L’attività di ricerca alla base del progetto espositivo (e del catalogo che lo accompagna) nasce in seguito a una cospicua donazione (oltre 1700 pezzi!) che il Museo ha ricevuto a più riprese tra il 2014 e il 2016. Si tratta di un ricco fondo di bijou, bozzetti, disegni, fotografie, documenti, libri, appartenuti proprio ad Albini e che documentano la sua grande capacità creativa e progettuale, dal periodo giovanile fino alla sua scomparsa. Leggi tutto

Endelea SS 2024 on demand, il perfetto connubio tra moda e sostenibilità

Quando un progetto è autentico e sincero, quando mantiene nel tempo le sue premesse e promesse; quando avviene tutto ciò, sono felice di tornare a parlarne.

Nel 2022 ho pubblicato un articolo intitolato “Endelea, bellezza e concretezza di un brand davvero etico e sostenibile”.

In quell’articolo raccontavo di Endelea e della sua moda veramente etica e sostenibile partendo dai pensieri, dai valori e dal coraggio della fondatrice Francesca De Gottardo.

Perché sottolineo così fortemente i concetti di moda etica e sostenibile? Beh, perché oggi queste parole sono diventate quasi un trend e non tutto ciò che viene spacciato come etico e sostenibile lo è veramente.

Come avevo raccontato, Endelea è un progetto di natura economica, certo, ma prima di tutto è un progetto sociale e culturale. Non priva un popolo (i Masaai della Tanzania) dei propri elementi identitari. Non depaupera, non spoglia, non si appropria. Rispetta, crea dialogo e crea vantaggio economico alla fonte. Per tutti questi motivi affermo che Endelea è un brand etico. Veramente.

Ma attenzione… Leggi tutto

Daniele Tamagni Style Is life ovvero quando lo stile diventa vita e identità

Palazzo Morando, il Museo milanese dedicato a Costume, Moda e Immagine, sta attualmente ospitando la mostra intitolata Daniele Tamagni Style Is life.

Si tratta della prima grande retrospettiva dedicata al fotografo milanese prematuramente scomparso nel 2017 a soli 42 anni. La mostra è curata da Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino ed è promossa e organizzata dalla Daniele Tamagni Foundation in collaborazione con il Comune di Milano.

Gli scatti di Tamagni che ritraggono le subculture metropolitane hanno fatto il giro del mondo. E, grazie al suo talento, Daniele è stato il vincitore di prestigiosi premi internazionali. Cito il Canon Young Photographer Award nel 2007, l’ICP Infinity Award nel 2010 e il World Press Photo Award nel 2011.

Ma Tamagni è stato un fotografo rilevante ben oltre i premi che ha vinto. È stato rilevante perché il suo sguardo innovativo (e sensibile) ha ben amalgamato fotogiornalismo, fotografia di strada e moda in uno stile che è diventato la sua cifra caratteristica.

L’esposizione di Palazzo Morando presenta un’ampia selezione di reportage realizzati in sette anni di produzione e resterà aperta fino al 1° aprile 2024. In mostra ci sono 90 fotografie, tra cui alcune del tutto inedite. Grazie alla sapiente regia delle curatrici, viene quindi offerta un’ottima panoramica dei suoi lavori più importanti.

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Identitalia ovvero piccola storia d’Italia tra i nostri brand iconici

Tra le iniziative mirate a fare conoscere i lati migliori del nostro Paese, scelgo oggi di raccontarne una del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Mi riferisco alla mostra intitolata Identitalia, The Iconic Italian Brands.

Come ben suggerisce il titolo, si tratta di un’esposizione che raggruppa alcuni di quei marchi che hanno fatto e continuano a fare la nostra storia.

Nata per celebrare i 140 anni dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, la mostra è curata dai professori Carlo Martino e Francesco Zurlo, docenti di Design all’Università La Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano. L’esposizione è a Roma a Palazzo Piacentini, sede del MIMIT.

L’iniziativa coinvolge oltre 100 aziende che sono simbolo del Made in Italy e che fanno parte del vivere quotidiano in settori che vanno dall’abbigliamento alla cura della persona passando per arredamento, automotive e agroalimentare.

Attraverso disegni originali, pezzi rappresentativi, fotografie e documenti storici, i visitatori vengono accompagnati in un viaggio attraverso i marchi che fanno parte del vivere quotidiano. Leggi tutto

Libri e Natale: 9 titoli su moda & costume da mettere sotto l’albero

Amo leggere. E amo i libri. Appassionatamente e da sempre.

Li amo fin da piccina, dai primi anni delle elementari. Leggevo così tanto, letteralmente bevendo ogni libro acquistato, che i miei mi fecero l’abbonamento alla biblioteca di zona. Pochi anni dopo, feci io stessa quello alla Sormani, la bellissima biblioteca centrale sede del sistema bibliotecario comunale milanese.

Ora che si avvicina Natale e tutti noi pensiamo ai regali per coloro che amiamo, io ho pensato ai libri.

Libri e Natale: trovo sia un binomio meraviglioso in quanto credo che regalare conoscenza sia uno dei regali d’amore più belli che si possano fare. Perché conoscere aiuta a essere liberi. E a spiccare il volo.

Nel tempo, la mia passione per la lettura si è estesa a tutti i settori di mio interesse. Non fa eccezione la moda, per due motivi.

Il primo è perché la moda è diventata il mio lavoro e quindi ho bisogno di formazione continua. Il secondo è perché alla base di questo mondo – che a tanti sembra superficiale – c’è in realtà tanta cultura. La moda vive di conoscenza e di approfondimento. Se si desidera conoscerla davvero ed essere in grado di interpretarla correttamente, occorre indagarne codici e significati.

Ho dunque pensato di selezionare nove libri di recentissima pubblicazione da mettere sotto l’albero per nutrire la conoscenza in ambito moda e costume. E per indagare le molteplici e reciproche relazioni che la moda intrattiene con mondi come cinema, spettacolo e musica. Leggi tutto

800 anni dal Natale di Greccio e le iniziative di Ambrosiana (e non solo)

La scorsa settimana, sono stata alla Pinacoteca Ambrosiana per la presentazione di due importanti iniziative dedicate al Natale.

Prima di tutto, occorre dire che quest’anno ricorre un anniversario significativo. Era il 1223, ben 800 anni fa, quando ci fu il primo Natale di Greccio, ovvero quando San Francesco d’Assisi ideò la rappresentazione del presepe vivente, una tradizione oggi diffusa tutto il mondo.

L’evento del Natale di Greccio ha lasciato una traccia indelebile nella devozione popolare e ha segnato la storia dell’arte. E così, nell’ambito di questa ricorrenza, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e la Fondazione Terra Santa presentano il progetto di museo diffuso intitolato 800 anni dal Natale di Greccio.

Si definisce museo diffuso perché si tratta di un progetto che coinvolge ben dieci istituzioni museali della Lombardia. Li menziono: Museo della Basilica di Gandino (Bergamo), Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia (Bergamo), Museo Diocesano di Brescia, Museo Diocesano di Cremona, Museo della Basilica di Sant’Eustorgio di Milano, Museo dei Cappuccini di Milano, Museo Popoli e Culture – P.I.M.E. di Milano, Museo Diocesano di Pavia, Museo della Collegiata di Castiglione Olona (Varese). Il decimo museo è, naturalmente, la Pinacoteca Ambrosiana. Leggi tutto

Il secolo d’oro di Scavia è in mostra al Museo Bagatti Valsecchi

Mi fa piacere, cari amici, parlarvi della mostra intitolata Il secolo d’oro di Scavia, una bellezza che incanta.

Si tratta di un’incursione nel mondo dell’arte orafa ospitata dal Museo Bagatti Valsecchi. Si tiene da oggi, 8 novembre, fino a domenica 12, inserendosi perfettamente nel percorso permanente della Casa Museo meneghina.

La mostra sigla una partnership tra la Casa Museo e la nota maison di gioielli che – a cent’anni dall’apertura del primo negozio milanese – continua a incantare il mondo con creazioni senza tempo.

La storia di Scavia è un esempio di alto artigianato artistico milanese che ha visto alternarsi ben quattro generazioni di una famiglia dedita alla creazione di gioielli. E la loro vicenda ha grandi affinità con il Museo Bagatti Valsecchi, dimora voluta da due fratelli, i baroni Fausto e Giuseppe.

A partire dagli anni ottanta del XIX secolo, i fratelli si dedicarono alla ristrutturazione della casa di famiglia inserendo al suo interno dipinti e manufatti che avevano iniziato a collezionare. Un progetto incredibilmente attuale, il loro, anche per il desiderio di concentrare nella dimora tutto ciò che di avveniristico nel mondo dell’epoca potesse esserci – riscaldamento, acqua corrente e luce elettrica. Leggi tutto

Due miei piccoli ritrovamenti vintage, l’occasione per parlare di chatelaine

In un articolo precedente, ho mostrato un ritrovamento fatto grazie alle ricerche che ho condotto il mese scorso nei mercatini francesi, in occasione delle vacanze. Si tratta di sei numeri datati 1939 – 1940 della rivista Marie Claire e, mostrandoli, avevo promesso che avrei poi condiviso altri ritrovamenti.

Eccomi qui a mantenere quella promessa.

Si tratta di due piccoli oggetti in argento, ovvero un pettinino da barba e una micro matita.

Sono – a mio avviso – entrambi molto affascinanti. Raccontano abitudini del passato e anche un certo gusto per oggetti pratici e, allo stesso tempo, esteticamente belli e curati. Notate i motivi squisitamente intagliati.

Oggi desidero soffermarmi soprattutto sulla matita in quanto faceva parte di un oggetto meraviglioso chiamato chatelaine o châtelaine, per usare la precisa dicitura francese.

Si tratta infatti del termine francese con cui si indicava la “signora del castello”, derivante a sua volta dal latino. Leggi tutto

Uomini e tacchi, dal Re Sole fino a Diego Dolcini a Venezia 80

Uomini e tacchi: è un binomio che sorprende? È considerato un ossimoro?

In realtà, la storia d’amore tra uomini e tacchi è lunga e ricca di esempi.

E, come molti altri capi di abbigliamento, i tacchi alti non hanno genere. Anzi, a indossarli in passato sono stati spesso gli uomini, un po’ come accadde per il colore rosa: oggi è considerato femminile da tanti, ma per molto tempo è stato invece associato alla virilità.

Non voglio tediarvi con lunghi racconti storici e quindi mi limiterò a citare pochi esempi.

Il primo è Luigi XIV di Borbone. Il Re Sole ha regnato per ben 72 anni e 110 giorni dal 14 maggio 1643, quando aveva meno di 5 anni, fino alla morte avvenuta nel 1715.

Come ci hanno raccontato a scuola, Luigi XIV era un monarca assoluto. Tutti i poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) venivano da lui esercitati nella convinzione che la sua autorità derivasse direttamente da Dio. E anche l’abbigliamento era espressione del suo potere: tra le altre cose, faceva ampio uso di scarpe con il tacco. Leggi tutto

Romeo Gigli Eyewear, dal vero acetato fino a Lucio (e Giulia) Stramare

Mi fa piacere raccontare che, la scorsa settimana, sono stata presso il punto Vision Ottica di viale Vittorio Veneto a Milano per un gradito invito, ovvero l’evento organizzato per il lancio della nuova collezione Romeo Gigli Eyewear.

L’invito risultava per me di doppio interesse, dal punto di vista professionale (come sapete, mi occupo principalmente di moda e Romeo Gigli è uno stilista che amo) e dal punto di vista personale (ho già confessato di essere miope da sempre, ahimè, per giunta con una punta di astigmatismo).

Ho anche già confessato di avere un rapporto ambivalente con gli occhiali, ovvero nutro grande passione per quelli da sole che reputo fondamentali per via dei miei occhi abbastanza chiari e, al contrario, ho un certa antipatia per quelli da vista ai quali preferisco di gran lunga le lenti a contatto; naturalmente, sono in ogni caso un accessorio assolutamente fondamentale per me, anzi più uno strumento che un accessorio, e a maggior ragione non resto indifferente se si parla di montature interamente realizzate in Italia con metodi che coniugano tradizione e innovazione.

Ma, prima di arrivare a questo, vorrei soffermarmi su un’altra questione che ha catturato la mia attenzione in occasione dell’evento di presentazione.

Nel momento della scelta di un nuovo paio di occhiali, moltissime persone (e non mi chiamo certo fuori da ciò, anzi, prendo me stessa come esempio) dividono le montature in due macro categorie, quelle in metallo e quelle in acetato, ma in realtà la suddivisione non è così semplice, in particolare per quanto riguarda le seconde. Leggi tutto

Master of Hits, che lo show di Roberto Neri abbia inizio

Da anni, ormai, porto avanti quella che ho battezzato “campagna di sostegno al talento” dando evidenza a realtà create da persone coraggiose che hanno cambiato vita e hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo, come si suol dire, per scelta o anche perché obbligate da varie situazioni.

Tutte queste persone, pur molto diverse tra loro, sono in realtà unite da una caratteristica comune: portano avanti i loro progetti tra sacrifici, difficoltà e burocrazia grazie a tonnellate di coraggio, talento, fantasia e creatività.

Sono particolarmente felice del fatto che questa mia “campagna” incontri oggi l’amicizia, visto che desidero parlare di una persona speciale, un essere pieno di umanità e autenticità; di un amico che gode in più della mia stima professionale in quanto è anche ricco di talento.

Roberto Neri – questo è il suo nome – non ha fondato un brand: non è un designer o uno stilista, figure delle quali parlo spesso, bensì è un esperto di comunicazione e pubbliche relazioni.

Vive nella sua amata città, Rimini, ed è stato contributor per alcune riviste della celeberrima casa editrice Rizzoli – come Max, Sport Life, Io Donna, Style Magazine – per le quali si è occupato di moda, musica, costume e società.

Ha tra l’altro ideato e curato le Pagelle di Stile di Style Magazine, riuscendo a creare connubi e connessioni inedite tra dimensioni che a volte appaiono lontane, come per esempio politica e moda, miscelando serietà e ironia. Leggi tutto

Oltrepassare, nuova esposizione permanente del Museo Scienza di Milano

Adoro viaggiare e, quando mi sposto in auto, la passione per i viaggi incontra un’altra cosa che mi affascina molto, ovvero le grandi opere di ingegneria.

Un esempio? Ogni volta che vado in Francia attraversando il traforo stradale del Fréjus, non posso fare a meno di pensare a quanto questa opera abbia facilitato gli spostamenti da un lato all’altro delle Alpi e a come non esistesse fino a tempi recenti, ovvero fino al 1980, circa quarant’anni fa (per non confondere i due ambiti, ferroviario e stradale, specifico che quello ferroviario risale invece al 1871).

E infatti, quando parlo di storia del costume con i miei studenti, rammento loro come il concetto di viaggio per piacere sia relativamente recente: il primo motivo per cui l’uomo si è spostato è la sopravvivenza fisica ed economica (per cercare cibo o condizioni migliori) e solo dopo abbiamo iniziato a farlo per formazione, svago e divertimento.

Pensate ai Grand Tour, i viaggi intrapresi dai giovani facoltosi appartenenti all’aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo e destinati a perfezionare il loro sapere: sia il termine turismo sia i viaggi che compiamo oggi hanno avuto impulso proprio a partire dal fenomeno del Grand Tour.

Dapprima con i cavalli, poi con carrozze, treni e infine automobili: se pensiamo alla nostra Italia e ai Paesi con cui confiniamo, possiamo affermare che tutti i mezzi di terra hanno dovuto affrontare le montagne e, nell’evoluzione dei trasporti, catene montuose quali le Alpi (che ho menzionato io stessa) e gli Appennini hanno rappresentato qualcosa da oltrepassare, un limite fisico e geografico tra i più sfidanti e rilevanti. Leggi tutto

Una Venere isolata, il romanzo che fa dialogare la moda con il mistico

La moda è una materia superficiale ed è superficiale preoccuparsi troppo di cosa ci si mette addosso.

L’abito non fa il monaco.

Quante volte abbiamo sentito pensieri simili? Spesso.

Da quanto tempo si lotta (e lotto) contro questi pensieri che sono in realtà luoghi comuni? Da parecchio.

Sono luoghi comuni, esatto, perché se è vero che dedicarsi agli abiti non equivale certo a salvare vite umane, per carità, è altrettanto vero che ciò che ci mettiamo addosso non solo riesce a parlare di noi, ma racconta anche la società e il tempo in cui viviamo.

La moda e gli abiti raccontano la storia dell’uomo e l’evoluzione della società intersecandola e attraversandola profondamente: è un linguaggio potente al punto che, anche solo osservando la foggia degli abiti in un quadro o in una foto, possiamo procedere a una sua collocazione temporale certa e precisa se conosciamo la storia del costume.

Pertanto non sempre l’abito fa il monaco (sebbene divise, uniformi e vesti ecclesiastiche siano in realtà strettamente connesse con la persona che le indossa e con il mestiere che fa), certo, ma sicuramente conoscere l’alfabeto attraverso il quale la moda si esprime è importante, senza contare che la moda è un lavoro concreto che dà da mangiare a moltissime persone in tutto il mondo, da chi produce ciò che indossiamo a chi lo vende nei negozi passando per una  lunghissima filiera di mestieri e figure professionali. Leggi tutto

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