Parma 360 è il festival che offre 5 ottimi motivi per essere a Parma ora

HOMO DEUS. Sono le parole chiave dell’ottava edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, la manifestazione a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo che si tiene a Parma dal 6 aprile al 19 maggio 2024.

Sono stata all’anteprima stampa e, carica di entusiasmo, vorrei condividere il racconto di un’esperienza che – secondo me – è assolutamente da vivere.

Parto proprio dalle parole chiave. Perché vorrei spiegare da dove arrivano visto che simboleggiano anche il tema del festival.

In un’epoca in cui grande prosperità e recenti instabilità si alternano continuamente, l’umanità di oggi e del futuro deve e dovrà affrontare problematiche legate al cambiamento climatico, al mutamento dell’habitat, alla gestione delle risorse. Yuval Noah Harari è uno storico, filosofo e divulgatore (classe 1976) che ha preannunciato alcune delle sfide che daranno forma all’umanità nel XXI secolo, dalla robotica alla biotecnologia, dall’ingegneria genetica all’Intelligenza Artificiale. Harari è l’autore di un saggio intitolato HOMO DEUS Breve storia del futuro e l’edizione 2024 di PARMA 360 parte da queste parole e da questa idea.

Attraverso le opere di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, il festival indaga tematiche legate al superamento della dimensione antropocentrica dell’uomo in favore di una visione tecno-umanistica (o trans-umanista) e datocentrica. Insomma: l’Homo Sapiens ha oramai esaurito il suo percorso storico e, sostituito dall’Homo Deus, dovrà mettere queste nuove tecnologie al servizio del progresso scientifico per la propria sopravvivenza biologica e spirituale. Leggi tutto

Identitalia ovvero piccola storia d’Italia tra i nostri brand iconici

Tra le iniziative mirate a fare conoscere i lati migliori del nostro Paese, scelgo oggi di raccontarne una del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Mi riferisco alla mostra intitolata Identitalia, The Iconic Italian Brands.

Come ben suggerisce il titolo, si tratta di un’esposizione che raggruppa alcuni di quei marchi che hanno fatto e continuano a fare la nostra storia.

Nata per celebrare i 140 anni dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, la mostra è curata dai professori Carlo Martino e Francesco Zurlo, docenti di Design all’Università La Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano. L’esposizione è a Roma a Palazzo Piacentini, sede del MIMIT.

L’iniziativa coinvolge oltre 100 aziende che sono simbolo del Made in Italy e che fanno parte del vivere quotidiano in settori che vanno dall’abbigliamento alla cura della persona passando per arredamento, automotive e agroalimentare.

Attraverso disegni originali, pezzi rappresentativi, fotografie e documenti storici, i visitatori vengono accompagnati in un viaggio attraverso i marchi che fanno parte del vivere quotidiano. Leggi tutto

Metti una serata spumeggiante ad Arezzo da Rossella C con Sere Ku

Sono appena rientrata da Arezzo, bella città che mi piace per le sue tante sfaccettature.

Arezzo è stata patria di artisti e poeti tra cui Francesco Petrarca e Giorgio Vasari. È famosa per gli affreschi di Piero della Francesca all’interno della cappella della Basilica di San Francesco e per il crocifisso di Cimabue all’interno della chiesa di San Domenico. È nota anche per la Giostra del Saracino, torneo equestre che si tiene ogni anno in giugno e in settembre.

Arezzo è conosciuta anche come città dell’oro. Avevo raccontato qui la visita fatta nel 2015 al museo d’impresa di UnoAErre, importante azienda orafa fondata nel lontano 1926 proprio nella città toscana.

Questa volta sono tornata ad Arezzo per un evento che ha unito Sere Ku, brand di bijou fondato da Serena Ciliberti, e il concept store Rossella C.

Di Sere Ku e di Serena ho parlato tante volte. Ne ho parlato in questo sito qui e qui. Ne ho parlato e ne parlo attraverso i miei canali social anche indossando i suoi pezzi. Ci conosciamo da febbraio 2013 e, in oltre dieci anni, ho visto la sua fantasia crescere esponenzialmente senza esaurirsi mai. Il suo motto è «differenziare per differenziarsi» e questa filosofia la porta a sperimentare senza sosta, dando vita a gioielli e accessori decisamente fuori dall’ordinario. Anzi stra-ordinari. Leggi tutto

Bibbiena è città della fotografia con la Galleria Permanente a cielo aperto

Ricevo e volentieri condivido – Bibbiena, bel comune della provincia di Arezzo in Toscana, diventa ora anche la Città della Fotografia grazie alla Galleria Permanente a cielo aperto, un’installazione diffusa che comprende 48 opere di grandi dimensioni dei più importanti autori della fotografia italiana.

Bibbiena è un comune decisamente ricco di testimonianze del passato medioevale e dell’epoca moderna nonché il principale centro del Casentino, splendida valle di alto pregio paesaggistico, naturale e storico.

La Galleria Permanente aggiunge ulteriore valore a tutto ciò, andando a diventare un ulteriore motivo per visitare questo incantevole angolo di Toscana.

Le foto sono collocate sulle facciate dei palazzi e lungo le mura dell’antico borgo e, naturalmente, la loro fruizione è accessibile a tutti gratuitamente.

Bellezza, valore, talento, cultura, storia, accessibilità: sono sei parole magiche che raccontano perché ho immediatamente deciso di dare spazio a questa notizia.

Qui sotto potete leggere tutti i dettagli, dai titoli di alcune delle opere esposte fino ai nomi di chi ha reso possibile tutto ciò. Leggi tutto

Iniziativa gelato sospeso in tutte le gelaterie Don Peppinu

Ricevo e volentieri condivido – Come già accade con il caffè, ora si potrà lasciare un cono sospeso per regalare un momento dolce ai bambini i cui genitori si trovano in difficoltà: accade grazie all’iniziativa delle gelaterie Don Peppinu.

Com’è noto, il caffè sospeso è una (bella!) abitudine filantropica e solidale che arriva dalla tradizione sociale di Napoli.

Il cliente di un bar paga due caffè pur consumandone uno: in questo modo, una persona bisognosa che entra successivamente può chiedere se c’è un caffè sospeso e, in caso affermativo, lo riceve come se gli fosse stato offerto dal primo cliente.

Allo stesso modo, Don Peppinu farà lo stesso in tutte le sue botteghe, contribuendo anche in prima persona a questa maratona di solidarietà.

Come?

Ve lo racconto in dettaglio qui sotto, ben felice di dare voce a questa iniziativa, primo perché è piena di energia empatica e secondo perché è stata messa in atto da una realtà artigianale. Leggi tutto

A Tolentino parte Mood Festival 2023 tra musica, eccellenze e sostenibilità

Ricevo e volentieri condivido – Torna tra pochi giorni Mood Festival 2023, la nuova edizione della manifestazione che da ben 9 anni fa ballare gli amanti della musica a Tolentino, in provincia di Macerata.

Si parte venerdì 21 luglio, quando il Castello della Rancia tornerà ad animarsi per una due giorni di grande livello visto che, tra i dj ospiti di questa edizione, figurano nomi di spicco della scena nazionale e internazionale.

Menziono subito Klaus, eclettico fondatore del progetto Wanderlust Vision, anche perché siamo stati entrambi relatori del talk Ritmi Sostenibili, uno degli eventi che ha anticipato il Mood Festival 2023.

Il Festival è un appuntamento importante per il territorio marchigiano poiché – in un’ottica di condivisione di ciò che è bello, buono e ben fatto – è pensato per valorizzare tante eccellenze locali, unendo tradizione, innovazione, cultura e divertimento.

Il 2023 è un anno di conferme, novità e partnership particolarmente significative.

Visto che ho molto a cuore la sostenibilità sociale, mi fa piacere citare la collaborazione con Artemista, cooperativa finalizzata all’inserimento lavorativo di soggetti fragili e svantaggiati che si occuperanno di mantenere puliti e sanificati tutti gli spazi della manifestazione. Leggi tutto

Tutti al mare 1843-2023 ovvero 180 anni in vacanza a Rimini

Ricevo e volentieri condivido – Dal 1° luglio fino al 31 agosto 2023, il programma culturale estivo della città di Rimini si arricchisce di una mostra fotografica sulla spiaggia: Tutti al mare 1843-2023 ovvero 180 anni in vacanza a Rimini.

Di cosa si tratta?

Come narra già il titolo, è una passeggiata attraverso 180 anni di storia balneare: 100 plance, quasi 200 fotografie, oltre 20 manifesti conducono dal 1843, anno in cui prende avvio questa storia, fino a oggi, attraverso gli snodi che hanno visto Rimini affermarsi come importantissima realtà balneare.

Perché, tra le tante notizie che ricevo, ho deciso di dare voce a questa mostra?

I motivi sono tanti.

Perché mi piace l’idea di una mostra open air e dunque fruibile da chiunque, quando si vuole e gratuitamente; perché amo la storia; perché amo in particolare la storia del costume che, nel mio piccolo, insegno.

E in questa mostra c’è tanta storia del nostro Paese, della società e dei costumi. Leggi tutto

Storie italiane, la controversia attorno al nome Bitto…

Un dettaglio dell’opuscolo informativo del Consorzio Salvaguardia dello Storico Ribelle
che evidenzia il dispiacere di non poter più utilizzare il nome Bitto…

Amo le parole e le ho messe al centro del mio lavoro.
Credo dunque di sapere quanto esse siano importanti e quanto peso possano avere, nel bene e nel male.
Ed è proprio per questi motivi che ci sono questioni che proprio non comprendo, questioni che ruotano attorno all’uso (e all’uso negato) di certe parole.

Permettetemi di spiegare.

Durante un recente week-end trascorso a Gerola Alta in provincia di Sondrio, sono venuta a conoscenza della controversia attorno alla parola Bitto, ovvero il nome del celebre formaggio che vanta molti secoli di storia ed è tipico delle valli orobiche.

Pensate che l’origine del Bitto si fa risalire addirittura ai Celti che, dopo essere stati cacciati dalla pianura, trovarono rifugio in Valtellina: esperti pastori e casari, iniziarono a produrre formaggi per conservare e trasferire le proprietà nutritive del latte nel tempo.

Ma in cosa consiste tale controversia?
Cerco di raccontarvelo brevemente.

Nel 1996, al Bitto è stata assegnata la denominazione di origine protetta ed è nato il Consorzio Bitto DOP che ha modificato il proprio disciplinare tradizionale introducendo alcune ‘modernizzazioni’ nella procedura di produzione; un gruppo di produttori non ha gradito l’iniziativa e si è opposto alle modifiche, continuando a produrre il formaggio secondo il metodo tradizionale e separandosi dal Consorzio Bitto DOP. Leggi tutto

A Tolentino torna il Mood Festival tra musica, spettacolo ed eccellenze

Prima della pandemia, mio marito e io avevamo un progetto (uno tra i tanti): andare al Tomorrowland, il festival di musica elettronica che si svolge in Belgio ogni anno dal 2005.

Siamo entrambi appassionati di musica ed è stato lui, Enrico, a farmi innamorare di questa manifestazione che, negli anni, ha visto esibirsi i più noti dj internazionali e che è celebre anche per le decorazioni fantasy che prevedono proiezioni luminose, fuochi d’artificio, fontane d’acqua e altro ancora. Last but not least, sono altrettanto affascinata dalla dimensione umana, dall’idea di condividere un’atmosfera gioiosa, festosa, allegra, colorata, libera, senza barriere di sesso, nazionalità, età.

E poi sì, è arrivata la pandemia e attualmente il progetto è accantonato ma, in gennaio, ho conosciuto una persona che mi ha fatto conoscere una manifestazione che ha immediatamente catturato il mio interesse: la persona si chiama Martina e la manifestazione si chiama Mood Festival.

Martina Paciaroni e Riccardo Prosperi hanno fondato il collettivo Demood: il Mood Festival è il loro principale evento che il 15 e il 16 luglio 2022 torna a Tolentino, bella città ubicata in provincia di Macerata nelle Marche. Leggi tutto

Il Museo della Scienza di Milano presenta Collezioni di Studio

Ho sempre amato i film di avventura e devo dire che lunedì, quando sono stata al Museo Scienza e Tecnologia di Milano per l’anteprima stampa del nuovo progetto Collezioni di Studio, mi sono subito venute in mente un paio di situazioni tipiche proprio di tale genere cinematografico.

Avete presente la pellicola Una notte al museo in cui il protagonista scopre che, durante la chiusura notturna, ogni cosa all’interno del museo si anima e prende vita, dagli animali impagliati alle statue passando per lo scheletro del Tyrannosaurus rex? Ecco, prendetemi per svitata ma ho sempre sognato di poter vivere un’avventura simile…

E avete presente la scena di uno dei film del ciclo di Indiana Jones, quella in cui l’archeologo si ritrova in uno sconfinato deposito con casse colme di tesori indebitamente accumulati dai nazisti? È un tipo di immaginario – quello del deposito segreto colmo di importanti reperti e opere frutto dell’ingegno umano – che appartiene in realtà a tutto un filone non solo cinematografico ma anche letterario, poiché le vestigia del proprio passato hanno sempre intrigato l’essere umano e non solo oggi, ma già in epoche remote.

Se lunedì ho pensato a questo tipo di situazioni non è certo perché io sia rimasta chiusa nottetempo al museo (purtroppo no…) né perché ci siano nazisti dai quali salvare importanti reperti, ma piuttosto perché proprio quell’immaginario e quell’attrazione verso il nostro passato sono alla base del nuovo, bellissimo progetto che spinge il museo che tanto amo ad aprire i propri depositi al pubblico. Leggi tutto

Tutti per il Museo per Tutti, 1° campagna di fundraising del Museo da Vinci

È un luogo di cui ho parlato spesso perché è uno dei miei preferiti – e non solo a Milano: mi riferisco al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci.

Lo amo particolarmente poiché è un’istituzione storica e, allo stesso tempo, straordinariamente contemporanea: chi lo amministra è riuscito a farne un museo prestigioso ma vicino alle persone (non spocchioso, insomma), un museo capace di raccontare scienza, tecnologia, industria e molto altro ancora senza preconcetti e senza barriere.

Come ho già narrato in altri post, il Museo da Vinci vide la luce nel lontano 1953 grazie a un gruppo di industriali lombardi guidati dall’ingegner Guido Ucelli di Nemi: l’idea di quest’ultimo era quella di dotare l’Italia, al pari degli altri grandi Paesi europei, di un museo che raccontasse il «divenire del mondo» a partire da un’idea di unità della cultura.

Questa idea di dialogo senza barriere tra cultura umanistico-artistica e cultura tecnico-scientifica ispira ancora oggi le scelte e il piano strategico di sviluppo dell’istituzione meneghina e rappresenta uno dei motivi alla base del mio amore.

Il nome di Leonardo da Vinci accompagna il Museo fin dalla sua inaugurazione e calza a pennello: Leonardo è il miglior simbolo di quel dialogo e di quella continuità tra i due lati della cultura, espressioni differenti quanto complementari della creatività umana, fortemente presenti nella vita e nell’operato del celeberrimo genio del Rinascimento. Leggi tutto

Senza Mare di Marina Spironetti: sostegno al talento e… buone vacanze :-)

Dal libro Senza Mare di Marina Spironetti

Quelli da marzo a oggi sono stati – per me e penso per noi tutti – mesi pesanti, impegnativi (per usare un eufemismo…), carichi di pensieri e di ansie.
Certo, a portare il fardello più grande sono coloro che si sono ammalati di COVID-19, coloro che hanno perso una o più persone care, coloro che oggi non hanno più un lavoro: a loro va tutto il mio rispetto e davanti a loro chino la testa.
Eppure, senza voler fare alcun paragone (sarebbe ignobile..), sostengo che tutti abbiamo perso qualcosa perché nessun italiano (o meglio nessun italiano degno di essere considerato tale) dimenticherà mai la sofferenza di un intero Paese e di tanti, troppi nostri connazionali – senza contare ciò che è successo e succede in tutto il mondo.

Personalmente, ammetto di essere molto provata e di aver vissuto, oltre all’ansia per i miei cari, tante altre paure.
Ho sperimentato la paura di vedere la mia Milano vuota, deserta, con tutte le saracinesche abbassate come mai mi era capitato di vederla nemmeno da piccina in agosto, quando allora d’estate la città si svuotava completamente.
Ho sperimentato il terrore per il futuro, l’assenza di progetti e di prospettive.
Ho raccontato in diverse altre occasioni (per esempio qui…) come la proiezione verso il futuro sia per me una condizione di vita fondamentale – nonostante io sia una persona che sa godersi il presente – e dunque il timore che quelle saracinesche potessero non rialzarsi più mi ha dato tanta preoccupazione, mi ha fatto molto soffrire, mi ha procurato quintali di ansia così come la difficoltà di immaginare e progettare un dopo.

Appena finito il lockdown, ho cercato di tenere a bada l’ansia grazie al contatto con la Natura.
Grazie ai miei balconi riempiti di fiori (con colazioni e pasti consumati lì con mio marito) e grazie a lunghe camminate e corse in campagna (io che sono… ero… una fan accanita della palestra preferisco ora l’allenamento open air); grazie a un soggiorno al mare (il mio amatissimo mare) e grazie a qualche giorno in montagna (che non è il mio elemento naturale e che eppure mi accoglie sempre con generosità).
Mentre la mia adorata città e tutto il Paese provano pian piano a uscire dall’emergenza e a rialzare le saracinesche, mentre anch’io come milanese e come italiana faccio la mia parte e provo a mia volta faticosamente a rialzarmi, mentre mi impegno a guardare verso il futuro, a immaginarlo e a riscriverlo per me e non solo per me, mentre accade tutto ciò… devo ringraziare la Natura dalla quale traggo forza, ispirazione e speranza.

Ora sento che resistere a questi mesi e resistere allo sconforto mi ha risucchiato molte energie.
Sento che quest’anno più che mai è giunto il momento di prendermi una pausa e di farmi cullare dalla Natura e dagli affetti che pian piano riusciamo a ritrovare, pur ancora con tante necessarie precauzioni.

Però, prima di prendere una pausa e di farla prendere a questo spazio, ho deciso di scrivere il presente post per chiudere nello stile che dal 2013 appartiene costantemente a A glittering woman: voglio dare il mio piccolo sostegno a una persona di grande talento impegnata nella continua ricerca della bellezza. Leggi tutto

Prorogata fino al 25/10 la mostra sui costumi di Pinocchio ospitata a Prato

La mostra Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini (foto Marco Badiani – courtesy of press office)

Alzi la mano chi conosce Pinocchio.
Anche se non posso purtroppo vedervi, cari amici, immagino una moltitudine di mani alzate.

Le avventure di Pinocchio – Storia di un burattino è il romanzo scritto da Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista e scrittore fiorentino Carlo Lorenzini.
La prima metà apparve originariamente a puntate tra il 1881 e il 1882, completata poi nel libro uscito nel febbraio 1883.
Come tutti sanno, il romanzo racconta le esperienze di Pinocchio, marionetta animata scolpita da Mastro Geppetto: molto più di un semplice burattino, Pinocchio è diventato una vera e propria icona universale nonché una metafora della condizione umana.
Il libro – che si presta a una pluralità di interpretazioni – è considerato un capolavoro mondiale: ha ispirato centinaia di edizioni e traduzioni in innumerevoli lingue, ha dato vita a trasposizioni teatrali, televisive e perfino in cartoni animati e ha reso universali e proverbiali immagini metaforiche come quella del naso lungo del bugiardo.

È proprio per l’universalità e per il valore della figura di Pinocchio che sono molto felice di ospitare oggi una bella notizia: il Museo del Tessuto di Prato ha deciso di prorogare fino al 25 ottobre 2020 la mostra Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini dal film di Matteo Garrone.

«Ripartiamo adottando tutte le misure di sicurezza per assicurare la salute dei visitatori, come previsto dal Decreto del Governo. In questo periodo abbiamo continuato a essere in contatto con il nostro pubblico attraverso iniziative promosse grazie ai canali social e al web. Il consenso riscontrato da parte di tanti ragazzi ci ha fatto decidere di prolungare la mostra fino al 25 ottobre per permettere di soddisfare le tante richieste pervenute.»

Con queste parole di Francesco Marini, Presidente della Fondazione Museo del Tessuto, riferite naturalmente alle misure di contenimento COVID-19, introduco la mostra che presenta i costumi realizzati per il film Pinocchio del regista Matteo Garrone da Massimo Cantini Parrini, pluripremiato costumista cinematografico. Leggi tutto

Silvia Stein Bocchese è stata insignita del titolo di Cavaliere del Lavoro

Silvia Stein Bocchese (ph. courtesy of press office)

Ci sono valori che considero assoluti, solide pietre miliari.

Tra questi valori metto il lavoro, il talento, il Made in Italy e la mia ferma volontà di sostenerli; altrettanto importante per me è dare valore, luce e voce a persone interpreti e testimoni di questi valori, che siano uomini o donne, perché credo nelle pari opportunità (nonostante sia consapevole di quanta strada ci sia ancora da percorrere per raggiungere davvero la parità).

Per questo, nei giorni scorsi, la mia attenzione è stata attirata da una notizia: il Presidente Sergio Mattarella ha nominato 25 nuovi Cavalieri del Lavoro, onorificenza conferita ogni anno in occasione della Festa della Repubblica a imprenditori italiani che si sono distinti in cinque settori (agricoltura, industria, commercio, artigianato, attività creditizia e assicurativa).

Tra questi Cavalieri, rientrano quest’anno alcuni nomi della moda, della gioielleria e del beauty, ovvero Ferruccio Ferragamo (presidente di Salvatore Ferragamo S.p.A., attiva nella creazione, produzione e vendita di calzature, capi di abbigliamento e accessori di lusso), Guido Roberto Grassi Damiani (presidente del Gruppo Damiani, attivo nella creazione, realizzazione e distribuzione di gioielli di alta gamma), Giuseppe Maiello (fondatore e vicepresidente esecutivo di Gargiulo & Maiello S.p.A., attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti per l’igiene e la bellezza) e Silvia Stein Bocchese (presidente del Maglificio Miles S.p.A., attiva nella ideazione e produzione di capi di maglieria di alta gamma per conto terzi).

Lo dico apertamente: nutro stima e rispetto per Mattarella e mi emoziona profondamente il fatto che, in un momento storico in cui tutto il mondo si confronta con la crisi profonda causata dalla pandemia COVID-19, il Presidente abbia voluto riconoscere anche la moda tra le attività che contribuiscono a dare lustro al nostro Paese.

E mi emoziona che, attraverso questa onorificenza, il Presidente abbia sottolineato il valore di una donna che, da sola, ha creato un’attività che onora la manifattura italiana nel mondo e che ha dimostrato, con la sua storia, una capacità imprenditoriale e una volontà di riuscita che possono essere di esempio alle nuove generazioni.

E allora vorrei condividere con voi, cari amici, la bella storia di Silvia Stein Bocchese che, anticipando i tempi, ha saputo trasformare una piccola azienda da lei creata nel 1962 a Vicenza in un punto di riferimento internazionale per la produzione di maglieria di alta gamma.

L’avventura professionale di Silvia Stein Bocchese inizia appunto a Vicenza nel 1962.

A fianco del marito Giuseppe Bocchese, imprenditore della seta, fonda l’azienda Miles e, con quattro operaie e poche macchine, la signora Silvia comincia a realizzare capi di maglieria in organzino di seta, la materia prima del setificio di famiglia. Leggi tutto

Belle scoperte che amo condividere: il Museo dell’Arte della Lana di Stia

Dalla pagina Facebook del Museo dell’Arte della Lana di Stia (AR)

Mi sto appasssionando sempre più a un fenomeno che reputo molto interessante: quello dei musei d’impresa.

Che cosa si intende con questa espressione?

Prima di tutto, va sottolineato che essa mette insieme due realtà – il museo e l’impresa – che, finora, sono stati comprensibilmente distanti nell’immaginario comune: si tratta di rendere disponibili e accessibili a tutti archivi, documenti, materiali, oggetti, prodotti, macchinari che raccontano la storia dell’impresa e dei suoi protagonisti.

Forti della loro storia, tante imprese italiane (grandi, medie e piccole) stanno decidendo di investire nella valorizzazione del proprio patrimonio industriale, mettendolo a disposizione della collettività e andando a costruire un ponte sospeso tra passato e futuro, un ponte che unisce persone, lavoro, cultura, tradizione e innovazione.

Molti musei di impresa ruotano attorno al Novecento, un passato che è già storia ma storia recente, tanto che la memoria si salda all’esperienza viva e, spesso, alla viva testimonianza di persone ancora presenti.

Ho avuto l’opportunità di scoprirne e visitarne due e, per entrambi, ho condiviso la mia esperienza attraverso il blog: mi riferisco alla splendida Galleria Campari di Milano (precisamente di Sesto San Giovanni) e a un luogo incantevole che si chiama Petit Écho de la Mode e si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna, Francia.

Nata nel 2010 grazie al progetto di riqualificazione dello stabilimento storico originario, la Galleria Campari è un museo aziendale, interattivo e multimediale, che ospita mostre e iniziative volte a esplorare le diverse intersezioni tra il marchio Campari e ambiti quali l’arte, il design e la moda: vi sono stata varia volte e ne ho parlato qui, a proposito di una mostra, e qui, a proposito della proiezione di un film-documentario.

Inaugurato nel 2015, Le Petit Écho de la Mode era un tempo la sede dell’omonimo giornale: grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è oggi un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista. Ospita mostre ed eventi e consente la consultazione dell’archivio: l’ho visitato lo scorso agosto in occasione di un viaggio in Bretagna e ho condiviso tutti i dettagli qui.

Nell’ottica di due mie grandi passioni (quella per la condivisione di tutto ciò che profuma di bellezza e cultura e quella per il mio Paese, l’Italia), desidero oggi condividere la scoperta di un altro bellissimo museo d’impresa: lo scorso novembre, grazie a una cara amica di nome Loredana, ho potuto visitare il Museo dell’Arte della Lana situato nel complesso del Lanificio di Stia, in Casentino.

Il Casentino è per me una delle zone più belle della Toscana: è una delle quattro vallate principali della provincia di Arezzo ed è quella in cui scorre il primo tratto del fiume Arno. Leggi tutto

Le Nuove Gallerie Leonardo al Museo Scienza e Tecnologia da Vinci di Milano

Da martedì 10 dicembre, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano ha aperto al pubblico le Nuove Gallerie Leonardo, la più grande esposizione permanente al mondo dedicata a Leonardo da Vinci ingegnere, umanista e indagatore della natura.

Nell’anno delle celebrazioni per il V centenario della morte di Leonardo, dopo oltre quattro anni di intenso lavoro, il Museo presenta il progetto che rivoluziona la storica Galleria con cui inaugurò la propria vita e la propria storia nel 1953.

Sotto l’egida del Comitato Nazionale per le Celebrazioni 2019 e del Comitato Territoriale di Milano e della Lombardia, le Nuove Gallerie Leonardo godono della curatela di Claudio Giorgione (curatore Leonardo – Arte & Scienza del Museo), si avvalgono della collaborazione scientifica di Pietro Marani (Professore di Storia dell’Arte Moderna del Politecnico di Milano) e vantano il sostegno culturale di quattro prestigiose istituzioni: i Musei Reali di Torino, la Soprintendenza Castello di Milano – Musei Archeologici e Musei Storici di Milano, l’Institut de France, il Royal Collection Trust.

L’esposizione presenta la figura di Leonardo da Vinci sottolineandone i tratti realmente unici, in un serrato confronto con i suoi contemporanei: emerge così la reale grandezza del suo pensiero che è quello di un eccezionale uomo del suo tempo.

«Leonardo da Vinci, cui è intitolato il nostro Museo, è una icona, simbolo di curiosità e conoscenza multidisciplinare e interdisciplinare, di attenzione a soggetti specifici e principi globali, anche per questo testimone assoluto di contemporaneità – racconta Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo – e dunque le Nuove Gallerie Leonardo segnano un momento importante nella storia della nostra istituzione, un progetto ambizioso che per il suo valore culturale, la sua ampiezza e l’investimento economico rientra nelle maggiori realizzazioni delle celebrazioni 2019 a livello internazionale. A oggi è infatti la più grande esposizione permanente dedicata a Leonardo, un traguardo di cui siamo particolarmente orgogliosi anche per il particolare e positivo connubio con i nostri partner pubblici e privati.» Leggi tutto

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