Del perché scelgo – e continuerò a scegliere – la Grecia per le mie vacanze

Ve lo dico subito: questo è uno dei miei soliti post scomodi.
È un post che, probabilmente, mi farà guadagnare qualche antipatia, sebbene mi piace sperare che – in realtà – possa essere compreso per ciò che è, ovvero una dichiarazione d’amore.
Perché, quando si ama qualcuno o qualcosa profondamente, quanto di meglio si possa fare è essere sinceri e obiettivi: se esiste un problema, è meglio prenderne atto e fare quanto possibile per risolverlo.
Nascondere la testa sotto la sabbia non è cosa che mi piace né che credo che aiuti; aprire gli occhi e poi agire è la soluzione che scelgo.

Fatta questa premessa, partiamo: oggi desidero spiegare perché ho scelto la Grecia – e precisamente l’isola di Samos – per le mie vacanze.
Desidero spiegarvi perché ho scelta la Grecia parecchie volte in passato, le più recenti nel 2009 e nel 2010, e perché l’ho scelta di nuovo quest’anno.

Ho scelto la Grecia perché oggigiorno noi tutti, o quasi, facciamo grande fatica a mettere insieme i soldi per andare in vacanza e tutti vogliamo spenderli al meglio. Le vacanze si attendono spesso per un anno intero ed è una lunga attesa che necessita e merita di avere infine soddisfazione: in Grecia trovo esattamente questo, la giusta soddisfazione.
Ho scelto la Grecia perché in quel Paese mi sento una persona. Perché esiste una reale voglia di accogliere e fare stare bene chi sceglie il Paese per le proprie vacanze, con genuinità, spontaneità ed eleganza non esclusivamente di forma ma quanto piuttosto di cuore (quella per me più importante), riuscendo a non trasformare il turista in un semplice pollo da spennare ben bene.
Ho scelto la Grecia perché è un Paese in cui c’è rispetto dei soldi, non solo di quelli che si vogliono guadagnare, ma anche di quelli che il turista porta e spende. La soddisfazione del turista è importante perché – intelligentemente – ben si capisce che è meglio un guadagno più piccolo ma con un investimento in termini di stima duratura piuttosto che un guadagno immediato esagerato che, francamente, riesce piuttosto difficile giustificare.

Ho scelto la Grecia perché, nella peggiore delle ipotesi, a Samos due lettini e un ombrellone costano cinque euro al giorno (ammetto di aver trovato un’unica e sottolineo unica eccezione a otto euro). Spesso si tratta di un grande ombrellone in paglia e magari i lettini sono in legno, fatti da un falegname locale, corredati da morbidi materassini e da un tavolino ricavato da una porzione di tronco.
Ho scelto la Grecia perché, in altre spiagge, lettini e ombrelloni addirittura non si pagano nemmeno. In alcuni posti proprio zero euro, in altri basta consumare qualcosa, spesso anche solo una spremuta – che costa una cifra assolutamente bassa – o un gelato.
Dimenticavo che in alcune spiagge anche l’acqua da bere è inclusa, fresca e rifornita lungo tutta la giornata mano a mano che viene consumata, servita in bottiglie e bicchieri di vetro.
E non specifico (scusate, in realtà lo sto facendo…) che i prezzi includono uso della doccia con acqua dolce, dei servizi igienici (pulitissimi, in ordine, spesso anche originali) e quasi sempre di una cabina per cambiarsi; infine, il parcheggio è a disposizione di clienti per auto e motorini senza dover spendere nemmeno un solo euro.

Quanto può capitare di pagare – <em>o non pagare</em> – ombrellone e lettini a Samos in Grecia
Quanto può capitare di pagare – o non pagare – ombrellone e lettini a Samos in Grecia

Ho scelto la Grecia perché si può andare a cena in uno dei ristoranti più belli del piccolo borgo in cui si alloggia, un ristorante specializzato e rinomato per la carne, e spendere 60 euro in quattro, incluso vino, antipasti e un piatto a testa di spiedini grigliati al momento, con il cameriere che si scusa spiegando che occorre attendere 45 minuti perché fanno solo cose fresche e cotte al momento su ordinazione.
Che poi i 45 minuti volano seduti all’aperto sotto un tetto di stelle, accarezzati dal Meltemi, il fresco vento estivo greco che accompagna quasi ovunque nell’area dell’Egeo e impedisce di sudare anche nei giorni più caldi. Vai a spiegare al cortese e preoccupato cameriere che perfino l’attesa e conseguentemente la calma sono per te un prezioso lusso che, di solito, non ti puoi concedere…
Ho scelto la Grecia perché insieme a quel conto da 60 euro (dai, erano 61 giusto per essere onesti) arrivano anche quattro mousse al cioccolato, offerte come cortesia, non solo a noi, ovviamente, ma a tutti i clienti.
Ho scelto la Grecia perché la coccola con il conto – un dolcetto oppure il divino yogurt locale guarnito con miele e noci oppure fette di ottima e saporita anguria – è una cortese quanto normale pratica che appartiene praticamente a qualsiasi ristorante in cui si scelga di mangiare. E non è certo somministrata per addolcire la pillola (ovvero il conto), considerati i prezzi dei quali vi ho parlato.
Nel caso in cui qualcuno pensi che quella sera sia stata un’eccezione, racconto che la sera dopo abbiamo speso circa un euro in più, sempre in quattro, per cenare in un ristorante di specialità greche con un’apprezzabile doppia vista sul mare (qui e qui). Anzi, in verità, si può tranquillamente spendere anche meno di tali cifre, così come ci è accaduto in altri casi.
Ah, dimenticavo anche di specificare che le porzioni greche non prendono come riferimento la nouvelle cuisine e soddisfano anche gli appetiti più robusti, come il mio: da tavola ci si alza sempre ben sazi.

Ho scelto la Grecia perché per avere tutto ciò – i lettini gratis o a pochi euro e conti al ristorante da 60 euro o anche meno in quattro – non devo accontentarmi di un mare di serie B oppure di cibo scadente.
Oh, no, posso avere un mare che lascia senza fiato tanto è limpido, trasparente e con almeno tre sfumature di blu e che confina con un cielo altrettanto blu e che viene difficilmente solcato anche solo da una nuvola bianca; posso avere gustosa carne di prima scelta nonché frutta e verdura che hanno sapori che non sentivo più da quando ero bambina e facevo le vacanze con i miei in un luogo in cui la contadina che ci affittava la casa coltivava l’orto appositamente per noi (ah, quegli enormi pomodori succosi…).
A proposito – visto che ho tirato in ballo i colori: oltre al blu di mare e cielo, menziono il verde intenso della fitta macchia mediterranea, il bianco dei muri a calce, l’oro dei tramonti, il fucsia, il ciclamino, il viola, l’arancione e il rosso dei fiori che a Samos sbocciano enormi e prepotenti ovunque, contribuendo ad aumentare il fascino dell’isola, fascino ruvido (leggere non rileccato) eppure gentile (tanto!) allo stesso tempo.
Insomma, scegliendo la Grecia non sacrifico certo la qualità in nome del risparmio economico – desidero che ciò sia molto chiaro.

E ora arriviamo al punto, anzi, ai punti.

Punto uno.

La Grecia è duramente sferzata da una crisi economica impressionante, si perdono di continuo posti di lavoro e lo stato ha alzato le tasse e fa controlli severi su qualità e correttezza di ristorazione e servizi alberghieri. Tant’è che per tutti i servizi dei quali ho parlato qui sopra viene sempre emesso un regolare scontrino, incluso se lettini e ombrelloni si prendono a noleggio per cinque euro da una signora anziana che ha una spiaggetta sperduta con quattro postazioni soltanto.
Eppure, nonostante severità, inflazione e crisi (date un occhio qui, per esempio, nella didascalia il fotografo Nikos Pilos che collabora con la prestigiosa World Press Photo Foundation dà alcuni dati e numeri circa la profonda crisi economica e sociale greca), nonostante la Grecia non sia certo un Paese dove è tutto rose e fiori e dove i soldi abbondano o si guadagnano facilmente, i prezzi non sono cambiati di molto rispetto a quando ho messo piede sul suolo ellenico per la prima volta, più di 20 anni fa, e restano più che onesti e abbordabili.
Non so di quanti altri luoghi potrei dire la stessa cosa e – purtroppo – partendo proprio da casa mia, dalla mia amatissima Italia.
La quale – purtroppo – oggi ha prezzi che spesso non mi posso permettere, lo confesso. Ed è cosa che mi dispiace, molto.

Io nella luce dorata del tramonto a Kokkari
Io nella luce dorata del tramonto a Kokkari
Ristorante sulla spiaggia a Kokkari
Ristorante sulla spiaggia a Kokkari
Calma Beach a Kokkari
Calma Beach a Kokkari
Bianco, blu e oro per la chiesetta sopra Tsabou Beach
Bianco, blu e oro per la chiesetta sopra Tsabou Beach
Davanti alla chiesetta sopra Tsabou Beach
Davanti alla chiesetta sopra Tsabou Beach
La vista dalla chiesetta sopra Tsabou Beach
La vista dalla chiesetta sopra Tsabou Beach
Faccia felice a Livadaki Beach
Faccia felice a Livadaki Beach
Panchine perfette in posti perfetti, immerse nel blu e nell’oro: Nisi Area, lasciando Livadaki Beach…
Panchine perfette in posti perfetti, immerse nel blu e nell’oro: Nisi Area, lasciando Livadaki Beach…
Camminando nella macchia mediterranea per raggiungere Mikro Seitani, splendida spiaggia isolata dopo Karlovassi, raggiungibile solo via mare o con una bella scarpinata tra sali e scendi nel bosco…
Camminando nella macchia mediterranea per raggiungere Mikro Seitani, splendida spiaggia isolata dopo Karlovassi, raggiungibile solo via mare o con una bella scarpinata tra sali e scendi nel bosco…
Vicino a Mikro Seitani
Vicino a Mikro Seitani
Mikro Seitani dall’alto
Mikro Seitani dall’alto
Scorcio di Mikro Seitani
Scorcio di Mikro Seitani
Tramonto a Endless Beach a Mykali
Tramonto a Endless Beach a Mykali
Scorcio di un delizioso paesino di nome Vourliotes
Scorcio di un delizioso paesino di nome Vourliotes
Io intenta ad ammirare Pappa Beach a Ireon
Io intenta ad ammirare Pappa Beach a Ireon
Pappa Beach a Ireon
Pappa Beach a Ireon
Pappa Beach a Ireon
Pappa Beach a Ireon
Un altro tramonto d’oro su Samos Town
Un altro tramonto d’oro su Samos Town
Sopra: Kokkari / Sotto: io a Livadaki Beach intenta ad assorbire tutto l’oro possibile…
Sopra: Kokkari / Sotto: io a Livadaki Beach intenta ad assorbire tutto l’oro possibile…

Punto due.

Non sono una persona che possa essere tacciata di esterofilia: al contrario, amo profondamente l’Italia e penso che sia uno dei luoghi più belli al mondo sotto tutti i punti di vista, naturalistici e architettonici.
Sono orgogliosa di essere italiana e sono orgogliosa del talento creativo, intellettuale e artistico che possediamo in abbondanza, tant’è che sostengo il Made in Italy almeno 350 giorni all’anno – anche attraverso questo spazio web, inclusi i due post più recenti.
Non sono però né stupida né cieca né illusa e così, per quei restanti 15 giorni all’anno, vorrei magari avere un po’ di soddisfazione dalla Terra che tanto amo e difendo. Vorrei essere un po’ coccolata e vorrei essere ricambiata nel mio amore. Amerei riavere parte del rispetto, della devozione e dell’attenzione che dedico tutto l’anno.
Come in tutti i rapporti che instauro, mi piacerebbe un po’ di equilibrio e di reciprocità: pretendo inoltre rispetto per i sacrifici che faccio per potermi ritagliare le benedette quanto attese vacanze – vedere il discorso che ho fatto in principio.
Il mio non è dunque opportunismo – parli bene dell’Italia e delle sue eccellenze ma poi porti i tuoi soldi all’estero – bensì è oculata gestione di tempo, fatica e soldi.
Vorrei luoghi belli e vorrei non essere spennata come un pollo: è forse un’idea così bislacca e irragionevole?

Vi farò un esempio pratico, cari amici, di vita vissuta in Italia così come ho fatto finora per la Grecia.
Un mio caro amico è stato in una splendida regione italiana attualmente molto rinomata: per rispetto, non farò il nome di tale regione, perché do risalto a persone, luoghi e cose solo in positivo, solo quando posso parlare bene, ma non amo invece creare gogne.
A ogni modo: il mio amico mi ha detto di essere rimasto a bocca aperta davanti alla bellezza incredibile di quei luoghi ma, in maniera diametralmente opposta, di essere rimasto male davanti a cose tipo «prezzo lettini + ombrellone in agosto 30 euro al giorno». Non solo: «dal 1° settembre 15 euro».
Non voglio aggiungere nulla, non voglio commentare, non voglio calcare la mano né infierire: ho scritto tutto ciò che penso nelle primissime righe di questo post, ho già parlato di rispetto dei soldi di tutti, di evitare di fare sentire il turista come un pollo da spennare, di accettare un guadagno più piccolo ma che fidelizzi l’ospite.

Odiatemi pure, ma la realtà è questa e forse faremmo bene a fare qualche riflessione, onesta e obiettiva, faremmo bene a prendere atto di una serie di cose senza nasconderci dietro un dito.
Non tiriamo in ballo le solite scuse (prezzo della vita, carico fiscale, ecc.), ho già spiegato come non regga – non nel paragone con la Grecia, almeno.
L’ho detto e lo ripeto: la cosa migliore che si può fare per ciò che amiamo è essere obiettivi. Con questa analisi sto provando a farlo e pazienza se diventerò antipatica a qualcuno.

Preferisco pensare al vero bene dell’Italia e preferisco aprire un tavolo di discussione anziché continuare a illudermi vivendo della gloriosa tradizione (ormai morta) del passato, crogiolandomi in quella bellezza che, anziché essere stimolo a migliorarci, pare essere diventata la giustificazione per qualsiasi nostra follia.

Ora sapete perché ho scelto e continuerò a scegliere la Grecia e perché le sono e continuerò a esserle grata per la generosità e il sorriso con cui mi accoglie.

Sono a completa disposizione, come sempre, di chiunque necessiti informazioni, dritte, spunti, chiarimenti per le vacanze in terra ellenica.
Perché sono felice di condividere positività e bellezza.
Anzi, sapete cosa vi dico? Pubblicherò un secondo post con qualche consiglio specifico e tante foto, qui vi ho dato solo un piccolo assaggio.

Manu

 

P.S. (1): Nel caso in cui pensiate che io sia pazza o che la mia rappresenti una voce completamente fuori dal coro, vi lascio il link di un articolo di Paola Baronio, giornalista che stimo e che ho la fortuna di conoscere. Paola racconta della sua esperienza a Creta, una delle isole principali della Grecia – e la musica non cambia rispetto a ciò che racconto io…

P.S. (2): Le idee che ho esposto nel presente post non sono follie estemporanee precipitosamente partorite dopo il viaggio in Grecia, magari a causa del sole. Già lo scorso anno, parlando di un’ottima struttura italiana, scrissi le parole «un tempo, ancor prima del business, nel nostro meraviglioso Paese esisteva l’appassionata cultura dell’ospitalità».

P.S. (3): A proposito degli scatti che avete visto qui sopra, tengo a specificare che non uso mai nessun filtro in nessuna mia foto, non mi piacciono i filtri come nessuna cosa costruita o artificiosa. Preferisco foto imperfette ma vere. L’unica cosa che faccio, al limite, è aggiustare luci e ombre laddove proprio serve. Ma se anche avessi l’abitudine di usare filtri, la Grecia renderebbe inutile tale attitudine perché i suoi colori non hanno bisogno di nulla. Nemmeno di correggere luci e ombre.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Paola
Reply

Che dire? W la Grecia e viva le persone che la amano come Emanuela, splendida Glittering Woman. Grazie Emanuela!

Manu
Reply

Grazie a te, cara Paola.
Il tuo articolo è davvero splendido, me lo sono goduto tutto, e mi ha anche fatto pensare che se una persona in gamba (nonché giornalista preparatissima quale tu sei) formula opinioni e pensieri che mi permetto di sentire affini ai miei… beh, forse le mie idee non sono allora poi tanto sbagliate 😉 🙂
Buon sabato, un abbraccio e a presto,
Manu

Alberto
Reply

Ho scoperto casualmente Samos nel 2019, non avevo mai sentito nessuno che ci fosse mai stato (e visti i pochi italiani incrociati, forse è meglio così).
Sono rimasto piacevolmente colpito da molte cose che lei ha scritto.
Durante il Covid, ho preferito rimanere in Italia, e mi permetto di fare nomi.
Ho scelto per ben 2 anni consecutivi Sperlonga, bellissima.
Ci sono rimasto malissimo quando ho scoperto che per fare la doccia servissero 50 centesimi, 1 euro per la doccia calda.
Per non parlare della località stessa, che durante il periodo estivo ha i parcheggi tutti a pagamento, nessuno gratuito.
Anche da queste piccole cose, preferisco investire i soldi risparmiati durante l’anno per la Grecia. Anche bere una birra media in Italia sta diventando quasi un lusso, 6 o 7 euro, parlo del Nord.
Tornando all’isola, mi ha colpito il fatto di non aver trovato un turismo asfissiante, aver sempre trovato posto in spiaggia, di non aver trovato strutture mastodontiche a deturpare i luoghi.
Tornerò a Kokkari, che secondo me è la località di mare più caratteristica dell’isola, o come amano dire le guide tradotte, “pittoresca”.
E non vedo l’ora di tornare alla mia Tavern Beer dove, come in altri posti, mi sono sentito accolto e non un pollo da spennare.
Alberto

Manu
Reply

Carissimo Alberto,
Desidero ringraziarla di cuore per questa sua testimonianza precisa e preziosa.
Questa volta mi permetto anch’io di fare nomi: Castiglioncello, splendida perla toscana affacciata sul Mar Tirreno.
Ci sono stata per la prima volta nel 2018 e me ne sono innamorata: ha – a mio avviso – un’atmosfera particolare, d’altri tempi, un po’ fuori dalla modernità che mi piace, sì, ma che a volte mi stanca e mi delude.
Poco modana (lo è stata in passato), oggi Castiglioncello offre mare bellissimo, una pineta davvero incantevole e un micro clima – dicono – assolutamente identificativo della zona.
Io mi ci sento a casa e aspetto ogni anno di tornarci: quest’anno sarà la quinta estate…
Ma… ebbene sì, c’è un piccolo ma: lo ammetto, come molti altri luoghi italiani, anche Castiglioncello è molto cara, soprattutto per ciò che riguarda i servizi spiaggia.
Non sto a tediarla con i dettagli, le dico solo che noi ci andiamo tra la seconda metà di maggio e giugno, poi a fine mese scappiamo per fare magari un’ultima capatina (quando possiamo e riusciamo) nella seconda metà di settembre.
Durante luglio e agosto, Castiglioncello diventa – dal nostro punto di vista – invivibile: la quiete termina, le piccole spiagge diventano affollatissime e pressoché impraticabili, i prezzi già non economici salgono alle stelle. Peccato…
Quindi, tornando alla nostra Samos… felice di condividere l’amore per questo luogo incantevole e accogliente.
Io ci sono tornata anche la scorsa estate, 2022, e sono lieta di segnalarle che niente è cambiato, è la stessa isola di sempre.
Kokkari è il luogo dove noi alloggiamo da sempre, a eccezione della nostra primissima volta, e anche in questo concordo, è la località che offre un concentrato di tutto ciò che si può amare dell’isola.
E poi ho scoperto che abbiamo in comune anche l’amore per la Beer Tavern… ah, che posticino e che nostalgia!
Bene, caro Alberto, la ringrazio nuovamente e le auguro con tutto il cuore che l’estate 2023 possa vedere il suo ritorno a Samos: vedrà, troverà l’isola aperta e accogliente di sempre, pronta a coccolarla e non a spennarla.
Un caro saluto,
Emanuela

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