Cayetana de Alba e le mie riflessioni su libertà e ipocrisia

Alcuni giorni fa ho letto della morte della Duchessa Cayetana de Alba: aveva 88 anni ed è deceduta a causa delle complicazioni di una polmonite. Mi è dispiaciuto perché questa donna sopra le righe e allergica alle convenzioni mi era decisamente molto simpatica.

Ricordo che tempo fa un mio contatto di Facebook pubblicò un piccolo post di cordoglio per la scomparsa di un personaggio famoso: non ricordo più chi fosse questo amico e non ricordo nemmeno chi fosse la persona deceduta. Ricordo, però, un commento che mi risultò molto sgradito: qualcuno schernì il mio amico dicendogli che non era morto un suo parente, bensì uno sconosciuto. Evitai di intervenire, ma ribadisco che trovai inopportuno quel commento: è ovvio che la scomparsa di un amico, di un parente o di qualcuno che fa parte della nostra quotidianità ci causi un dolore più vivo, ma ciò non vieta di dispiacersi per la morte di qualcuno che non conosciamo direttamente e che tuttavia ha lasciato una traccia nella storia, di molti o di tutti.

Doña María del Rosario Cayetana Paloma Alfonsa Victoria Eugenia Fernanda Teresa Francisca de Paula Lourdes Antonia Josefa Fausta Rita Castor Dorotea Santa Esperanza Fitz-James Stuart y de Silva Falcó y Gurtubay, conosciuta come Cayetana de Alba, semplicemente Cayetana e Tana per i familiari, era nata nel 1926. La lista dei suoi titoli, più di quaranta, era ed è impressionante: secondo il Guinness World Records è a tutt’oggi la nobildonna con più titoli riconosciuti e ne aveva perfino di più della regina Elisabetta d’Inghilterra.

È stata la terza donna a detenere il titolo che la poneva a capo della nobilissima casata d’Alba, esistente prima ancora che Cristoforo Colombo scoprisse l’America: era lontanissima parente di Winston Churchill e di Diana, Principessa del Galles.

Il resto lo potete leggere su Wikipedia: a colpire la sottoscritta sono invece i dettagli della sua infanzia e della sua giovinezza e in generale di tutta la sua vita, vita ricca di risvolti e di segni tutti da leggere.

Durante la sua infanzia, la Duchessa non poté stare a fianco della madre a causa della tubercolosi che affliggeva la donna e che la portò alla morte quando la bambina aveva solo 8 anni. Fu molto forte invece il suo rapporto col padre che la volle sempre con sé nei suoi numerosi viaggi in Europa: grazie a lui, Cayetana de Alba ebbe modo di frequentare non solo i rappresentanti della nobiltà e dell’aristocrazia europea, ma anche intellettuali molto importanti.

La Duchessa Cayetana de Alba con suo padre Don Jacobo Fitz-James Stuart, XVII duca di Alba
La Duchessa Cayetana de Alba con suo padre Don Jacobo Fitz-James Stuart, XVII duca di Alba

La Duchessa è salita all’altare per ben tre volte.

Nel 1947, sposò Don Pedro Luis Martínez de Irujo y Artazcoz: il matrimonio durò fino alla morte dell’uomo avvenuta nel 1972 e vide la nascita di ben sei sei figli. Nel 1978, si unì in seconde nozze con Jesús Aguirre y Ortiz de Zárate, persona non troppo amata dall’ambiente aristocratico: l’uomo era infatti un ex sacerdote nato da una donna non sposata. Morì nel 2001 lasciando di nuovo vedova Cayetana.

Il 2011 fu l’anno del suo terzo matrimonio, il più discusso, quello con Alfonso Díez Carabantes, anonimo impiegato statale appassionato di cinema, scandalosamente più giovane di ventiquattro anni e inequivocabilmente plebeo. Il matrimonio fu un vero affronto per il casato di lei, orgoglioso del lignaggio nobiliare tracciabile fino a 17 generazioni indietro, e fu la felicità della stampa scandalistica con l’apoteosi dei commenti sarcastici: Cayetana de Alba fece di tutto per convincere i suoi sei indignatissimi figli che lei quell’uomo lo amava e che ancora di più lui la ricambiava.

La nobildonna ribelle cercò di mettere a tacere tutti quanti, famiglia, stampa e pettegoli, dichiarando “Io non mi intrometto mai nelle vite degli altri, non vedo perché lo devono fare gli altri”.

I commenti si sono ovviamente riaccesi in occasione della sua morte, quando in moltissimi hanno iniziato a fare i conti in tasca al vedovo, ma, in realtà, Alfonso Díez non erediterà che una piccolissima parte dei beni della moglie la quale aveva risolto le spinose questioni ereditarie quand’era ancora in vita e proprio in occasione del loro matrimonio.

Cayetana aveva infatti diviso il patrimonio tra i suoi eredi, spartendolo tra i figli e ricordandosi anche dei nipoti: Alfonso aveva rinunciato ai diritti sul patrimonio di famiglia e le era rimasto accanto fedele e così è stato fino alla morte di lei. E con questo speriamo che le malelingue siano finalmente messe a tacere per sempre.

La Duchessa ha trascorso gli ultimi giorni a Siviglia, “la città che la rendeva felice”, come affermava: Alfonso aveva esaudito il suo ultimo grande desiderio e aveva fatto installare un maxi schermo per ricreare l’effetto cinema, la grande passione che condividevano. Era andato a comprare i suoi film preferiti per vederli insieme, come due innamorati qualsiasi: sarò un’inguaribile romantica o forse una sciocca, ma mi piace pensare che avesse ragione lei e che il marito l’amasse davvero.

La Duchessa Cayetana de Alba in un ritratto giovanile
La Duchessa Cayetana de Alba in un ritratto giovanile

Cayetana de Alba, nota anche come la “duchessa ribelle”, era estroversa e anticonvenzionale: ha avuto una vita intensa ed è stata una protagonista della vita mondana nonché mecenate e grande collezionista d’arte.

Durante gli anni ’50 e ’60 presenziò a grandi avvenimenti e organizzò feste alle quali partecipavano personalità come Jacqueline Kennedy e Grace di Monaco, riuscendo in questo modo anche a dare una buona visibilità all’estero alla Spagna tristemente dominata dalla dittatura.

Amica di grandi pittori, fu molto ammirata da Pablo Picasso: ho letto che lei stessa raccontava che il pittore le chiese di posare nuda per lui, ma il primo marito glielo proibì.

Evidentemente era un destino di famiglia: si dice infatti che Maria Teresa Cayetana de Silva, sua antenata, fu molto probabilmente la coraggiosa modella che attorno al 1790 si fece ritrarre da Francisco Goya. Anche se non esiste la sicurezza assoluta, molti indizi lasciano credere infatti che per il famoso ritratto de “La Maja Desnuda” il grande pittore spagnolo abbia utilizzato come modella proprio quella duchessa d’Alba.

La Duchessa Cayetana de Alba ritratta da Richard Avedon
La Duchessa Cayetana de Alba ritratta da Richard Avedon

Credo che si possa affermare tranquillamente, Cayetana de Alba era una donna eccentrica, stravagante, non facile, con molte luci e forse altrettante ombre: oltre ad amare l’arte, era appassionata di flamenco (qui approvo) e di corrida (qui no) e, dopo essere stata una bella ragazza, aveva ceduto ampiamente alle lusinghe della chirurgia estetica, com’era ben visibile dai suoi ritratti più recenti (scelta che non condivido ma che rispetto).

“Sono contro il divorzio, l’aborto e tutte quelle altre diavolerie. Sono una cattolica, anche praticante. Questo è il motivo per cui mi risposo per la terza volta. Purtroppo i miei due precedenti mariti sono morti”, aveva spiegato la Duchessa in occasione del terzo matrimonio: sicuramente fare dichiarazioni che potevano scontentare molti e attirarle antipatie non era cosa che la intimoriva. Ammiro il suo coraggio e la sua schiettezza.

Tra le sue celebri prese di posizione, ci fu quella di andare a comprare vestiti nel dopoguerra ai grandi magazzini Galerias Preciados (catena low cost, come diremmo oggi, scomparsa nel 1995, acquisita dalla concorrente El Corte Inglés) oppure quella di usare il treno, come una comune cittadina, per spostarsi da Madrid a Siviglia.

Eppure, nonostante queste sue scelte aperte e moderne, nel 1990 non cedette nemmeno un metro di terra di fronte a una richiesta di esproprio da parte dei contadini della comunità autonoma dell’Estremadura.

Una donna dalle grandi contraddizioni, dunque, che, pur dotata di una personalità anticonformista, era ancora irrimediabilmente legata a certi privilegi della casta nobiliare.

La Duchessa Cayetana de Alba felice col secondo marito Jesús Aguirre y Ortiz de Zárate
La Duchessa Cayetana de Alba felice col secondo marito Jesús Aguirre y Ortiz de Zárate

Sopravvissuta alla dittatura in Spagna, alla crisi e alla caduta in disgrazia della monarchia, alla transizione del paese verso la democrazia, agli scandali, Cayetana de Alba non snobbò l’idea di posare per fotografi come Richard Avedon e Cecil Beaton e di comparire sulle copertine di riviste come Harper’s Bazaar: nel 2011, fu inserita nella lista di Vanity Fair delle donne più eleganti.

Resta innegabile che fosse una donna di grande temperamento e carattere forte, quasi di ferro, forse forgiato dall’infanzia priva della figura materna e dalle frequentazione di tante grandi personalità.

Si dice che fosse simpatica, ironica e dotata di grande verve: non ha avuto paura di andare controcorrente, mai, e ha vissuto con coraggio secondo i propri ideali e le proprie passioni, godendosi la vita fino all’ultima goccia.

Forse molti l’amavano proprio per le sue contraddizioni che la rendevano umana.

Sicuramente a me la rendevano anche simpatica, così come apprezzo la sua insofferenza verso le imposizioni e il suo essere padrona delle proprie scelte e del proprio destino.

La Duchessa Cayetana de Alba in un ritratto recente
La Duchessa Cayetana de Alba in un ritratto recente

Come vedete, sono moltissime le cose che si possono dire o scrivere di lei, nel bene e nel male.

Eppure ho notato una cosa: i commenti che ho letto sotto decine di articoli sui giornali italiani online sono spesso legati esclusivamente al suo aspetto fisico, alla sua apparenza e agli interventi di chirurgia estetica ai quali si era sottoposta. Mi consolo pensando alle oltre 80mila persone arrivate a renderle l’ultimo omaggio il 22 novembre, giorno del suo funerale nella cattedrale di Siviglia: qualcuno, forse, l’avrà fatto per curiosità, ma credo che molti fossero lì per affetto, simpatia e rispetto.

Continuo però a trovare molto tristi e riduttivi quei commenti letti: devo forse pensare che oggi, alla fine del 2014, siamo ancora legati a parametri antichi e obsoleti e che giudichiamo le persone in base alla loro esteriorità? E devo pensare questo del mio paese, l’Italia, che è invece sempre stato la culla di tutte le discipline umanistiche?

Non finisco mai di stupirmi di quanta importanza venga data all’apparenza da parte di troppe persone, spesso le stesse che – in un autentico paradosso – si lamentano di questo vizio della nostra società.

Perdonatemi, ma in questo atteggiamento vedo una grande ipocrisia.

La Duchessa Cayetana de Alba col terzo marito Alfonso Díez
La Duchessa Cayetana de Alba col terzo marito Alfonso Díez

Per fortuna questi sono i giorni di Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea: Samantha sta affrontando in queste ore un volo diretto verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di una navicella Soyuz partita dalla base russa di Baikonur, nel Kazakistan.

Ed è questa l’Italia della quale sono orgogliosa e alla quale preferisco guardare, non certo a quella fatta di coloro che non sanno nutrire nemmeno un minimo di umana empatia verso una donna di 88 anni, ricca come tutti di luci e ombre, lo ripeto, e che ha vissuto la propria vita affrontandola di petto e credendo fino all’ultimo all’amore, pagando in prima persona le sue scelte.

Concludo con un’ultima riflessione: penso che quando la morte arriva in età avanzata, dopo una vita piena e soddisfacente, il dispiacere iniziale debba poi lasciare spazio a un saluto sereno.

E dunque saluto con un sorriso la Duchessa Cayetana de Alba, donna straordinaria, nella speranza di poter vivere la mia vita in maniera intensa quanto ha saputo fare lei.

Descansa en paz.

Manu

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Lucia "La Fille Rouge" Testa
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Ho letto il post con molto piacere e condivido tutti quel che hai detto!
Quest’estate ero a Salamanca e sono passata sotto la sua abitazione, quando me lo dissero ne fui un sacco felice perché mi è sempre piaciuta molto come personalità.
A presto!
P.S. Sono la ragazza che ti ha messo i mi piace su FB 😉

Manu
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Ciao Lucia, è un grande piacere conoscerti 🙂
Sono felice sia del fatto che tu abbia apprezzato il post sia che tu apprezzassi la personalità della Duchessa. E poi sono curiosa, sai: com’era la sua casa a Salamanca? Immagino bellissima.
Ti ho identificata anche su FB e ti ringrazio per i “mi piace”: anzi, seguendo le tue “tracce”, sono arrivata ai tuoi spazi, alla tua pagina e al tuo saluto a Cayetana che è uno dei più belli che abbia letto, vero e spontaneo, e credo che sarebbe piaciuto anche a lei.
Un saluto e spero ci incroceremo ancora.
Manu

Sabrina
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Un ricordo meraviglioso, affettuoso, appassionato. Grazie Manu!

Manu
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Grazie a te, Sabrina cara.
L’idea che tu possa leggere ciò che scrivo mi mette di buonumore e mi fa sorridere di gioia 🙂
Un abbraccio,
Manu

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