Bibbiena è città della fotografia con la Galleria Permanente a cielo aperto

Ricevo e volentieri condivido – Bibbiena, bel comune della provincia di Arezzo in Toscana, diventa ora anche la Città della Fotografia grazie alla Galleria Permanente a cielo aperto, un’installazione diffusa che comprende 48 opere di grandi dimensioni dei più importanti autori della fotografia italiana.

Bibbiena è un comune decisamente ricco di testimonianze del passato medioevale e dell’epoca moderna nonché il principale centro del Casentino, splendida valle di alto pregio paesaggistico, naturale e storico.

La Galleria Permanente aggiunge ulteriore valore a tutto ciò, andando a diventare un ulteriore motivo per visitare questo incantevole angolo di Toscana.

Le foto sono collocate sulle facciate dei palazzi e lungo le mura dell’antico borgo e, naturalmente, la loro fruizione è accessibile a tutti gratuitamente.

Bellezza, valore, talento, cultura, storia, accessibilità: sono sei parole magiche che raccontano perché ho immediatamente deciso di dare spazio a questa notizia.

Qui sotto potete leggere tutti i dettagli, dai titoli di alcune delle opere esposte fino ai nomi di chi ha reso possibile tutto ciò. Leggi tutto

Belle scoperte che amo condividere: il Museo dell’Arte della Lana di Stia

Dalla pagina Facebook del Museo dell’Arte della Lana di Stia (AR)

Mi sto appasssionando sempre più a un fenomeno che reputo molto interessante: quello dei musei d’impresa.

Che cosa si intende con questa espressione?

Prima di tutto, va sottolineato che essa mette insieme due realtà – il museo e l’impresa – che, finora, sono stati comprensibilmente distanti nell’immaginario comune: si tratta di rendere disponibili e accessibili a tutti archivi, documenti, materiali, oggetti, prodotti, macchinari che raccontano la storia dell’impresa e dei suoi protagonisti.

Forti della loro storia, tante imprese italiane (grandi, medie e piccole) stanno decidendo di investire nella valorizzazione del proprio patrimonio industriale, mettendolo a disposizione della collettività e andando a costruire un ponte sospeso tra passato e futuro, un ponte che unisce persone, lavoro, cultura, tradizione e innovazione.

Molti musei di impresa ruotano attorno al Novecento, un passato che è già storia ma storia recente, tanto che la memoria si salda all’esperienza viva e, spesso, alla viva testimonianza di persone ancora presenti.

Ho avuto l’opportunità di scoprirne e visitarne due e, per entrambi, ho condiviso la mia esperienza attraverso il blog: mi riferisco alla splendida Galleria Campari di Milano (precisamente di Sesto San Giovanni) e a un luogo incantevole che si chiama Petit Écho de la Mode e si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna, Francia.

Nata nel 2010 grazie al progetto di riqualificazione dello stabilimento storico originario, la Galleria Campari è un museo aziendale, interattivo e multimediale, che ospita mostre e iniziative volte a esplorare le diverse intersezioni tra il marchio Campari e ambiti quali l’arte, il design e la moda: vi sono stata varia volte e ne ho parlato qui, a proposito di una mostra, e qui, a proposito della proiezione di un film-documentario.

Inaugurato nel 2015, Le Petit Écho de la Mode era un tempo la sede dell’omonimo giornale: grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è oggi un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista. Ospita mostre ed eventi e consente la consultazione dell’archivio: l’ho visitato lo scorso agosto in occasione di un viaggio in Bretagna e ho condiviso tutti i dettagli qui.

Nell’ottica di due mie grandi passioni (quella per la condivisione di tutto ciò che profuma di bellezza e cultura e quella per il mio Paese, l’Italia), desidero oggi condividere la scoperta di un altro bellissimo museo d’impresa: lo scorso novembre, grazie a una cara amica di nome Loredana, ho potuto visitare il Museo dell’Arte della Lana situato nel complesso del Lanificio di Stia, in Casentino.

Il Casentino è per me una delle zone più belle della Toscana: è una delle quattro vallate principali della provincia di Arezzo ed è quella in cui scorre il primo tratto del fiume Arno. Leggi tutto

Degustando in Bottega 2019, Cremona mette in scena il suo ‘saper fare’

La Welcome Card Special Edition per Degustando in Bottega 2019

Dovete sapere, miei cari amici, che non sono solo orgogliosamente milanese, come scrivo spesso, ma sono anche orgogliosamente lombarda; dunque, quando sento dire che la Lombardia è una regione ‘piatta’ anche nel senso di ‘noiosa’… beh, ho un sussulto di sdegno.

La Lombardia piatta e noiosa? Niente affatto!

Prima di tutto, geograficamente parlando (ed escludendo il mare, ahimè), la Lombardia offre una gran varietà tra campagna e città, pianura e montagne, laghi e fiumi.

Poi, parlando in senso metaforico, la Lombardia offre lavoro attraverso le sue numerose attività ma offre anche cultura, arte, svago, intrattenimento. Ed eccellenze enogastronomiche.

Insomma, la Lombardia è anche turismo e non solo business e affari: Milano ha avuto l’opportunità di dimostrarlo grazie all’Expo 2015 (di Expo parlai anch’io nel blog a più riprese, per esempio qui) e ora (finalmente!) è anche una meta turistica – mai visti così tanti turisti come negli ultimi anni! – e spero che lo stesso accada sempre più a tutte le città della mia regione in un’ottica di sistema che a me piace molto.

Perché, pur adorandola, non mi fermo certo a Milano: a una distanza breve, entro i confini regionali, ci sono tante meraviglie da scoprire.

Per esempio, oggi desidero parlare di una città che amo molto: Cremona, la città dei violini e dei liutai, del torrone e del salame, del bollito e della mostarda…

Io l’ho scelta lo scorso anno per festeggiare la Festa dei Lavoratori, condividendo un po’ di miei scatti tra eccellenze culinarie (qui), bellezze architettoniche (per esempio qui) ed eccellenza musicale (qui).

E oggi Cremona offre a tutti gli estimatori del bello e del buono una nuova opportunità: la manifestazione Degustando in Bottega che mette al centro il ‘saper fare’ della città.

Barbara Manfredini (Assessore al Turismo del Comune di Cremona), Virginia Villa (Direttore del Museo del Violino), Cesare Baldrighi (Presidente del Consorzio Fattorie Cremona) e Stefano Conia (maestro liutaio) hanno presentato Degustando in Bottega lo scorso 29 ottobre attraverso un evento si è tenuto al Ristorante Savini Milano 1867, locale storico e palcoscenico ideale per il lancio di questa importante iniziativa: ho avuto il piacere di essere tra gli invitati e oggi, con altrettanto piacere, condivido tutti i dettagli. Leggi tutto

Belle (ri)scoperte che amo condividere: Musée Christian Dior a Granville

Durante il mese di agosto, in occasione delle vacanze, sono tornata in Bretagna e Normandia, due regioni francesi che amo immensamente e che, anche stavolta, sono state molto generose nei miei confronti regalandomi moltissimi spunti quanto a bellezza, conoscenza e cultura.

Attraverso un post recente ho condiviso la scoperta di un posto splendido che si chiama Petit Écho de la Mode e che si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna: un tempo era la sede di un giornale dal titolo omonimo e oggi, grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista.

Stavolta, desidero condividere la scoperta – o meglio la riscoperta – di un altro luogo di grande ispirazione in Normandia: si tratta della casa di infanzia di uno dei più grandi couturier di tutti i tempi e che ospita ora un museo proprio a lui dedicato.

Mi riferisco a Christian Dior che nacque a Granville il 21 gennaio 1905: la villa di famiglia in cui Monsieur Dior ha trascorso anni felici ospita oggi un museo nel quale io non tornavo dal 2012 e che quest’anno ho voluto nuovamente visitare.

Granville si affaccia sullo splendido golfo di Saint-Malo: la villa in cui si trova il Musée Christian Dior è costruita sul promontorio roccioso, con una vista mozzafiato, ed è circondata da un giardino incantevole.
È sempre bello tornare in questo luogo colmo di grazia e di pace: stagione dopo stagione, ospita tra l’altro mostre sempre diverse e che mirano a tenere costantemente vivo il ricordo nonché la straordinaria eredità del grande couturier. Leggi tutto

Belle scoperte che amo condividere: Le Petit Écho de la Mode

Come a tutti (credo), capita anche a me di vedermi affibbiare nomignoli e soprannomi vari.
Tempo fa, qualcuno ha fatto un paragone tra me e un “cane da tartufo” e devo dire che l’ho trovato particolarmente simpatico, divertente e calzante.
In effetti, con un cane da tartufo ho in comune pazienza, scrupolosità e perseveranza; la differenza pratica è che, al posto di preziosi, profumati e succulenti tuberi bianchi e neri, io cerco cose belle e buone tra vari ambiti che comprendono moda e arte, senza confini né paletti né pregiudizi. E spero quindi di avere anche lo stesso fiuto di un cane da tartufo.
Questo paragone mi piace, insomma, perché racconta la caratteristica che di me preferisco, quella di piccola ricercatrice del bello, di ostinata cultrice di tutto ciò che profuma di crescita, miglioramento e positività.

Credo pertanto che per far ripartire il blog dopo le vacanze non esista miglior modo del condividere una scoperta fatta durante le mie rigeneranti vacanze e di condividerla con tutti voi, miei carissimi amici che mi fate il dono e l’onore di leggere queste pagine virtuali.

Durante il mese di agosto, sono tornata in Bretagna e Normandia, due regioni francesi che amo immensamente e che, anche stavolta, sono state molto generose nei miei confronti regalandomi moltissimi spunti quanto a bellezza, conoscenza e cultura: in particolare, desidero condividere con voi la scoperta di un posto splendido che si chiama Petit Écho de la Mode.

Si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna, e un tempo era la sede di un giornale dal titolo omonimo: oggi, grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista. Leggi tutto

Perché a qualcuno potrebbe o dovrebbe «fregare» di andare a Lione

Sì, lo so: si parla da moltissimo tempo della ferrovia Torino – Lione, generalmente definita TAV (da treno ad alta velocità sebbene sarebbe in realtà una linea mista) e che andrebbe ad affiancare la linea storica già esistente tra la città italiana e quella francese.
Se ne parla spesso, tra infinite polemiche e malintesi, tra pro e contro, tra favorevoli e contrari; eppure confesso che, quando ho deciso di passare un paio di giorni proprio a Lione, non sapevo nulla della esternazione del nostro Ministro Toninelli.
Mi era sfuggito che, durante la trasmissione Coffee Break su La7, la mattina dello scorso 4 febbraio, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo Conte avesse dichiarato «Chi se ne frega di andare a Lione, lasciatemelo dire».
L’ho scoperto solo quando, instagrammando foto delle mie giornate lionesi, una persona simpatica e sempre piacevolmente ironica ha commentato: «Toninelli ti chiederebbe ‘ma che ci fai mai a Lione’… tu la risposta ce l’hai».

A Lione ci sono andata per accompagnare mio marito che doveva partecipare a un concorso internazionale di modellismo: per la precisione, Enrico costruisce e dipinge figurini e miniature storiche e fantasy.
E ci sono andata, anzi, tornata volentieri in quanto serbavo un ottimo ricordo della città che avevamo già visitato nel 2014: l’ho riscoperta anche più piacevole di quanto già fosse nei miei ricordi, con un’atmosfera vitale e frizzante che mi piace molto.

Parrebbe quindi, caro Ministro Toninelli, che vi sia qualche folle al quale andare a Lione interessi e che trova addirittura varie motivazioni per farlo.

Ora – non ho alcuna intenzione di scendere nel merito della questione della ferrovia Torino – Lione.
Né voglio parlare di politica o – meglio ancora – non desidero schierarmi pro o contro nessun partito.
E non avevo minimamente pensato di scrivere un post sul mio breve soggiorno ma, riguardando le foto che ho scattato a Lione, mi sono detta che l’esternazione del Ministro Toninelli era davvero infelice e ingiusta quanto fuori luogo.
Di conseguenza, se avete voglia di venire con me, ho il desiderio di condividere con voi qualche parola e qualche foto, senza alcuna polemica ma solo per elencare i motivi (oltre a quelli personali e soggettivi che ho finora citato) per i quali a qualcuno (o a molti) potrebbe invece «fregare» – eccome! – di andare a Lione.

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Pensieri (in questo caso quasi ordinati) da Kokkari…

Stavolta Kokkari mi ha tirato un bel colpo basso…
Camminavo per raggiungere Calma Beach e, svoltato l’angolo in cui la vista si apre completamente, mi si è parata davanti la piccola baia in una calma assoluta.
Perfettamente immobile.
Perfettamente cristallina e trasparente.
Per un istante, il mio cuore si è fermato – lo giuro.
Ancora pochi passi e sono arrivata in spiaggia, mi sono spogliata in un attimo e sono entrata in acqua.
L’acqua era fresca e ho iniziato a nuotare pianissimo, senza quasi muovere la superficie liquida attorno. Dopo pochi lentissimi movimenti, avevo metri d’acqua sotto di me, acqua così trasparente che potevo vedere ogni dettaglio sul fondo, le pietre e la vegetazione e i pesci, a occhio nudo e senza nemmeno mettere la testa sotto la superficie.
Poi, a un certo punto, l’acqua mi ha come ipnotizzata: non galleggiavo, ero semplicemente sospesa nel vuoto. Come se non fossi più in acqua ma a mezz’aria. Non c’era più nulla, nemmeno il mio corpo e i suoi naturali confini fisici.
Avevo provato questa sensazione tanto intensa e assoluta una volta soltanto, dieci anni fa, in Polinesia. Solo lì avevo visto un’acqua così quieta e trasparente da sparire, lasciando me e i pesci in uno spazio rarefatto, fuori dal tempo e dallo spazio.
Ho immerso la testa sott’acqua per fondere in una sola cosa il mare e le lacrime che mi rigavano il volto già da un po’. Sale con sale, così che nessuno potesse vederle più, anche se le lacrime continuavano a sgorgare senza che io potessi fare nulla per fermarle.
Mi sono lasciata andare e ho allineato il corpo con la superficie: così sospesa, mi sono fatta cullare…
Te lo ridico: che colpo basso mi hai tirato, Kokkari.
Mi hai aperto il cuore in quattro quando non me lo aspettavo, quando ero senza difese. Senza aculei come il riccio di ieri a Mykali.
Ora prenditi pure quel che resta del mio cuore, tanto era comunque già tuo.

Manu

{Sono appena rientrata da Samos e ho voluto condividere con voi questi pensieri, scritti qualche giorno fa e pubblicati nel mio profilo Instagram insieme alla foto che ho scattato in tale occasione.
Non so, volevo condividere il tutto anche qui

Samos (con il piccolo paese di Kokkari) è il luogo che io chiamo la mia isola felice, metaforicamente (visto che è un modo di dire) ma anche concretamente (visto che è un’isola e che lì mi sento sempre, sempre, sempre felice).
È la quarta volta che Enrico e io ci torniamo e lo scorso anno, rientrando, avevo pubblicato due post, il primo spiegando perché trascorro le vacanze in Grecia e il secondo dando qualche dritta proprio per Samos.
Ai consigli e ai nomi già dati in tali occasioni, aggiungo la pensione di Kokkari in cui abbiamo dormito quest’anno (si chiama Blue Sky, è semplice ma pulitissima e con un prezzo davvero vantaggioso) e le meravigliose spiagge di Kedros e di Kaladakia con la sua incantevole caverna blu.
Trovate tantissime foto di questi e di tutti gli altri luoghi nel mio profilo Instagram.
Concludo con una promessa: settimana prossima, A glittering woman torna con la programmazione abituale.
Parleremo di donne, attraverso un’iniziativa che unisce vari settori e attraverso un importante progetto anti-violenza…}

Villa Litta di Lainate, quando paradiso e stupore sono vicino casa

Ha proprio ragione chi sostiene che, per fare grandi viaggi, non sia affatto necessario affrontare grandi spostamenti.
Così come ha ragione chi sostiene che, talvolta, possa capitare di conoscere meglio luoghi lontanissimi rispetto a luoghi che abbiamo a pochi chilometri da casa.

Della prima teoria, sono io stessa una convinta sostenitrice – le belle scoperte non dipendono dalla distanza, lo credo fermamente – mentre, per quanto riguarda la seconda teoria, ho un pensiero che non pretendo essere verità assoluta ma che è vero per quanto mi riguarda: il fatto che a volte io non riesca a visitare luoghi vicini e facilmente raggiungibili non è questione di alterigia o superbia, bensì un po’ di semplice quanto banale stupidità.

Come tanti, tendo talvolta anch’io a rimandare visite a luoghi vicini nella sciocca illusione che tanto avrò sempre tempo o modo di farlo: sbaglio, invece, poiché il tempo passa impietoso e intanto perdo occasioni preziose.

È esattamente ciò che è accaduto con la splendida Villa Visconti Borromeo Litta di Lainate: da molto tempo ne sentivo parlare e da altrettanto ne rimandavo la visita.
Per fortuna, è arrivato un graditissimo invito (grazie M.T.) e così, grazie a una piccola e comoda trasferta organizzata per giornalisti e blogger da Milano, ho finalmente colmato questa mia imperdonabile mancanza, pentendomi abbondantemente per il ritardo, vista la meraviglia assoluta del luogo nonché la sua particolarità e unicità.

Non solo: giovedì 19 luglio, in occasione di tale visita, ho potuto assistere alla proiezione di un interessantissimo docu-film su Villa Litta, scritto e diretto da Francesco Vitali con la collaborazione di Claudia Botta. Leggi tutto

Vi porto con me a Samos in Grecia con qualche piccola dritta :-)

A volte, il tempo sa essere capriccioso e bizzarro quanto un bimbo un po’ monello.

Qui a Milano sembrava essere arrivato l’autunno annunciato da mattinate piuttosto grigie; oggi, invece, sembrava di essere tornati indietro e pareva di essere a inizio primavera.

E così, dopo il post attraverso il quale ho cercato di spiegare dettagliatamente perché quest’anno (e tante volte in passato) ho scelto la Grecia e l’isola di Samos per le mie vacanze, in un pomeriggio di sole (e vento!) meneghino, mi è venuto il desiderio di scrivere un secondo post con il quale condividere un po’ di dritte e consigli pratici.

Partiamo con un piccolo vademecum di cosa – secondo me – è indispensabile portare con sé per una vacanza su un’isola greca.

Perché, nonostante io creda che il viaggio perfetto non è certo quello in cui si sia seguito un programma scrupolosamente studiato (la rigida programmazione è una cosa che mi provoca sempre una certa allergia, figuriamoci in vacanza), credo comunque che qualche scelta furba prima di partire sia necessaria, proprio per riuscire a garantirci quella sensazione di benessere (e mi riferisco soprattutto a quello dell’anima) che è invece il fulcro di una vacanza ben riuscita.

1 – Mettete in valigia costumi, canottiere, t-shirt, pantaloncini e, in generale, capi comodi e pratici: se l’abbigliamento informale non è di solito consentito a molti di noi nell’arco dei lunghi mesi lavorativi, in Grecia è al contrario praticamente obbligatorio e va bene da mattina a sera. È una buona idea aggiungere un pareo che può servire in tante occasioni, dalla possibilità di proteggere le spalle da sole e vento fino a poter improvvisare una seduta ovunque.

2 – Per le infradito di gomma vale lo stesso principio di cui al punto 1: se in città sono – secondo me – assolutamente da bandire, in Grecia diventano invece assolutamente consigliate e direi necessarie. Se proprio le odiate, vanno bene dei sandali i quali possono risultare perfetti anche per la sera. Comodi, mi raccomando, niente tacco. Leggi tutto

Del perché scelgo – e continuerò a scegliere – la Grecia per le mie vacanze

Ve lo dico subito: questo è uno dei miei soliti post scomodi.
È un post che, probabilmente, mi farà guadagnare qualche antipatia, sebbene mi piace sperare che – in realtà – possa essere compreso per ciò che è, ovvero una dichiarazione d’amore.
Perché, quando si ama qualcuno o qualcosa profondamente, quanto di meglio si possa fare è essere sinceri e obiettivi: se esiste un problema, è meglio prenderne atto e fare quanto possibile per risolverlo.
Nascondere la testa sotto la sabbia non è cosa che mi piace né che credo che aiuti; aprire gli occhi e poi agire è la soluzione che scelgo.

Fatta questa premessa, partiamo: oggi desidero spiegare perché ho scelto la Grecia – e precisamente l’isola di Samos – per le mie vacanze.
Desidero spiegarvi perché ho scelta la Grecia parecchie volte in passato, le più recenti nel 2009 e nel 2010, e perché l’ho scelta di nuovo quest’anno.

Ho scelto la Grecia perché oggigiorno noi tutti, o quasi, facciamo grande fatica a mettere insieme i soldi per andare in vacanza e tutti vogliamo spenderli al meglio. Le vacanze si attendono spesso per un anno intero ed è una lunga attesa che necessita e merita di avere infine soddisfazione: in Grecia trovo esattamente questo, la giusta soddisfazione.
Ho scelto la Grecia perché in quel Paese mi sento una persona. Perché esiste una reale voglia di accogliere e fare stare bene chi sceglie il Paese per le proprie vacanze, con genuinità, spontaneità ed eleganza non esclusivamente di forma ma quanto piuttosto di cuore (quella per me più importante), riuscendo a non trasformare il turista in un semplice pollo da spennare ben bene.
Ho scelto la Grecia perché è un Paese in cui c’è rispetto dei soldi, non solo di quelli che si vogliono guadagnare, ma anche di quelli che il turista porta e spende. La soddisfazione del turista è importante perché – intelligentemente – ben si capisce che è meglio un guadagno più piccolo ma con un investimento in termini di stima duratura piuttosto che un guadagno immediato esagerato che, francamente, riesce piuttosto difficile giustificare. Leggi tutto

Montagna 1 – Manu 0, ovvero mi toccherà imparare a pattinare

Credo di poterlo affermare senza tema di smentita: carichiamo le vacanze di grandi aspettative.
Forse troppe aspettative. Talvolta sproporzionate.
Ci aspettiamo che esse sortiscano chissà quale miracolo, che ci rigenerino completamente e che ci divertano alla follia. Ci aspettiamo di ritornare nuovi nuovi, come bimbi appena nati.
Chissà, forse è così perché le aspettiamo tutto l’anno oppure perché abbiamo un costante bisogno di sperare in qualcosa che cambi radicalmente la nostra routine.

Naturalmente, io non rappresento un’eccezione e, come tutti, ripongo grandi speranze nel periodo di pausa.
Non mi aspettavo, dunque, di ritrovarmi dopo le vacanze così.
Ovvero disorientata.
Un po’ svuotata.
Ammaccata.

Non mi vergogno ad ammetterlo.
Non mi vergogno ad ammettere che le vacanze, le mie, non sono forse andate come mi aspettavo.
Non mi vergogno ad ammettere che non immaginavo un rientro così: un po’ sottotono. Me lo aspettavo più positivo, più energico.

In fondo, le vacanze non erano andate male e, durante gli ultimi giorni, avevo addirittura maturato un paio di idee su altrettanti post con i quali avevo intenzione di far ripartire il blog. Leggi tutto

La Terrazza sui Fieschi e l’appassionata cultura dell’ospitalità

Provo da sempre grande passione per i viaggi e credo che tale passione sia direttamente proporzionale alla mia curiosità e alla sete di conoscenza che pare scorrermi nelle vene insieme al sangue.
Quand’ero molto giovane, pensavo che i migliori viaggi di conoscenza fossero quelli molto lontani dalla realtà quotidiana; con gli anni, ho imparato che, in verità, si possono fare viaggi di grande scoperta anche a pochi chilometri da casa e che non è affatto necessario recarsi dall’altra parte del mondo.
Un’altra cosa che ho imparato grazie ai viaggi è a guardare con occhi diversi questo nostro Paese. Sono tra coloro che guardano l’Italia con affetto e che pensano – con una certa malinconia, lo ammetto – che non le mancherebbe nulla per essere un luogo assolutamente ideale nel quale vivere.
Posso dirvi che sento ancora più mie queste considerazioni dopo un paio di giorni appena trascorsi in Liguria: mi sento più ricca e rigenerata come riesco a sentirmi solo dopo le belle scoperte e i veri viaggi e penso una volta di più che alla nostra Italia non manchi niente, anzi, al contrario, che abbia inestimabili tesori e risorse.
Ho già parlato in precedenti post del grande amore che sento per la Liguria, regione che vivo come una seconda casa subito dopo la Lombardia: non conto più i soggiorni in questa splendida terra e stavolta desidero spendere qualche parola a proposito del luogo in cui io e mio marito Enrico abbiamo alloggiato.
Il posto si chiama La Terrazza sui Fieschi ed è un bel bed and breakfast di proprietà di una simpaticissima coppia, Fulvio e Paola: a loro si deve il merito di alcune considerazioni che ho fatto e che ora desidero condividere. Leggi tutto

Cartoline virtuali da Milano al tempo di Instagram / PARTE 4

A volte ritornano: capita con le persone, coi ricordi e perfino coi post. Come in questo caso.

Per la prima, la seconda e la terza puntata di questo post, occorre tornare rispettivamente al 30 luglio 2014, al 24 dicembre 2013 e al 30 dicembre 2014. È passato un po’ di tempo, dunque.

L’idea è nata da una riflessione: da ragazzina, soprattutto quando andavo alle medie, partivo per le vacanze estive con una lunga lista di indirizzi, lista che serviva a ricordarmi a chi dovessi mandare le cartoline. Guai a non mandarle e guai a non riceverle, era una sorta di rito.

A mio avviso, oggi è Instagram a svolgere in modo virtuale parte della funzione che avevano le cartoline: Instagram non serve forse a condividere, attraverso immagini e fotografie, ciò che ci piace, ciò che facciamo e i posti in cui andiamo? Le stesse cose che facevamo mandando una cartolina.

E così, visto che le cartoline – poverette – sembrano non andar più di moda, ho pensato di fare dei post raccogliendo le foto che scatto e poi pubblico su Instagram, soprattutto quelle che riguardano la città nella quale vivo: cartoline virtuali da Milano via Instagram. Leggi tutto

Posso andare a riprendermi il cuore rimasto in Polinesia?

Di quale sostanza sono fatti i nostri sogni?
Non posso parlare per tutti noi, naturalmente, ma vi dirò di cosa sono fatti i miei, soprattutto in questo momento: cieli azzurri, sabbia bianca, acque cristalline. Già, il mio sogno ricorrente è sempre lui: il mare.
Quest’anno, purtroppo, farò vacanze brevissime e, per tutta una serie di motivi, non andrò al mare: come si consola, in questi casi, una sfegatata e irriducibile appassionata del grande amico blu?
Io ho deciso di tirare fuori i ricordi migliori: Polinesia anno 2008, ovvero il viaggio di nozze per me ed Enrico.
Se dovessi nominare luoghi dei quali sento nostalgia ogni singolo giorno della mia vita sarebbero proprio questi, Moorea, Bora Bora, Manihi e Rangiroa.
Nessuno più di me è d’accordo sul fatto che non si possa vivere di ricordi, ma alcuni di essi sono talmente piacevoli che, ogni tanto, è bello tirarli fuori dai cassetti della memoria nei quali li riponiamo con cura.
Il viaggio in Polinesia è senza dubbio uno dei ricordi più cari che ho e occupa un posto speciale nel mio cuore insieme all’esperienza in Vietnam nel 2005 e, tra l’altro, questi viaggi sono accomunati da una caratteristica: in entrambi i casi, siamo partiti portando solo uno zaino a testa. Leggi tutto

Piccola fuga in Costa Azzurra tra Biot e Nizza

Una cosa che mi piace fare è guardare ciò che conosco e che mi è familiare da un differente punto di vista.

Per questo non mi stanco mai, per esempio, di tornare in alcuni luoghi che amo: sono sicura che, ponendomi nei loro confronti con mente e cuore aperti, troverò sempre nuovi modi di viverli. E poi penso che, pur conoscendo bene un posto, c’è sempre qualcosa che ci sfugge e questo vale anche per la città o il paese nella quale viviamo: esiste sempre una prospettiva diversa attraverso la quale vedere cose, persone e luoghi.

E così, quando sono stata invitata per un tour in Costa Azzurra, ho accettato con grande entusiasmo: nonostante conosca abbastanza bene quella zona, ero certa che avrei avuto l’opportunità di fare nuove scoperte e così, infatti, è stato.

Una delle scoperte principali di questo piccolo viaggio è stata la cittadina di Biot, incantevole perla che si trova tra Nizza e Cannes, a pochi minuti dal blu intenso del Mar Mediterraneo. Leggi tutto

Se un giorno mi sveglio col cuore in Vietnam

Ci sono giorni in cui mi guardo attorno e mi sembra di essere fuori posto, fuori tempo, fuori tutto.
Mi guardo e non mi riconosco né riconosco ciò che mi circonda.
Penso che, almeno una volta, sia capitato a tutti di provare questo senso di estraniamento, di distacco, di mancata appartenenza.
Quando mi capita, mi viene voglia di mettere quattro cose in uno zaino e partire, staccare fisicamente e mentalmente.
Ultimamente, mi capita di provare piuttosto spesso questa sensazione, ma non posso partire, per tanti motivi: come antidoto, ripenso ai tanti viaggi fatti e talvolta tiro fuori vecchie foto.
Stamattina, mi sono svegliata pensando al Vietnam, un viaggio che ho fatto nel 2005 e che ha un posto molto speciale tra i miei ricordi: mi sono svegliata col corpo qui e il cuore là. Tirare fuori le foto è stato inevitabile.
In quella occasione, ho portato davvero solo uno zaino con poche cose: Enrico, io e due nostri amici avevamo preparato un itinerario di massima, tutto da soli, e non avevamo prenotato nulla, era una vera avventura un po’ allo sbaraglio. Siamo riusciti ad attraversare tutto il paese, da nord a sud.
Quando prima di partire comunicavamo alle persone la nostra meta e i nostri progetti, molti ci guardavano straniti, chiedendo cosa andassimo a fare in Vietnam: quando siamo tornati, con la luce negli occhi e con racconti pieni di magia, quelle stesse persone rimanevamo a bocca aperta.
Molti collegano ancora oggi il Vietnam alla guerra, ma in realtà c’è infinitamente di più, c’è una bellezza struggente – nei luoghi, nelle persone – che entra dentro, in profondità, una bellezza un po’ decadente e per questo, forse, disarmante. Leggi tutto

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