Endelea SS 2024 on demand, il perfetto connubio tra moda e sostenibilità

Quando un progetto è autentico e sincero, quando mantiene nel tempo le sue premesse e promesse; quando avviene tutto ciò, sono felice di tornare a parlarne.

Nel 2022 ho pubblicato un articolo intitolato “Endelea, bellezza e concretezza di un brand davvero etico e sostenibile”.

In quell’articolo raccontavo di Endelea e della sua moda veramente etica e sostenibile partendo dai pensieri, dai valori e dal coraggio della fondatrice Francesca De Gottardo.

Perché sottolineo così fortemente i concetti di moda etica e sostenibile? Beh, perché oggi queste parole sono diventate quasi un trend e non tutto ciò che viene spacciato come etico e sostenibile lo è veramente.

Come avevo raccontato, Endelea è un progetto di natura economica, certo, ma prima di tutto è un progetto sociale e culturale. Non priva un popolo (i Masaai della Tanzania) dei propri elementi identitari. Non depaupera, non spoglia, non si appropria. Rispetta, crea dialogo e crea vantaggio economico alla fonte. Per tutti questi motivi affermo che Endelea è un brand etico. Veramente.

Ma attenzione… Leggi tutto

Ti ha detto niente la mamma? A Roma la mostra che sfida i pregiudizi su disabilità e sessualità

Ricevo e volentieri condivido – Fino al 28 febbraio 2024, presso la Casa del Volontariato di Roma, c’è una mostra di fumetti e illustrazioni che si intitola Ti ha detto niente la mamma?

La mostra è promossa dall’associazione NessunoTocchiMario (NTM) nell’ambito di Sensuability, progetto nato per approfondire il legame tra sessualità e disabilità. Forse qualcuno ricorderà il mio precedente articolo che lanciava il bando di concorso rivolto a fumettisti e illustratori: la sfida proposta era quella di rappresentare, attraverso tavole innovative, la propria idea del legame che unisce sessualità, disabilità, fiabe e favole.

Grazie ad Armanda Salvucci, presidente dell’associazione NTM nonché anima del concorso e della mostra, sono ora in mostra più di 150 tavole. Ci sono 91 opere provenienti dal concorso, mentre oltre 60 tavole portano la firma di alcuni tra i più grandi illustratori e fumettisti italiani. Leggi tutto

Sensuability & Comics, il concorso che abbatte i pregiudizi a colpi di matita

Ricevo e volentieri condivido – Fino al 20 gennaio 2024 è possibile partecipare alla sesta edizione di un concorso intitolato Sensuability & Comics.

Di cosa si tratta? È una iniziativa che propone una sfida stimolante rivolta a fumettisti e illustratori: rappresentare, attraverso tavole innovative, la propria idea del legame che unisce sessualità, disabilità, fiabe e favole.

Perché ve ne parlo? Per due ottimi motivi.

Il primo è che reputo importante l’obiettivo del progetto Sensuability: fare informazione (e sensibilizzazione) a proposito di sessualità e disabilità.

Il secondo motivo riguarda il fumetto.

Recentemente, mi sono trovata ad affermare che, nonostante qualcuno pensi che i fumetti non siano un’espressione artistica, io sono invece dalla parte di chi li considera la Nona Arte. Penso anche che l’arte abbia un ruolo importante nella nostra vita e che possa farci riflettere su ciò che non funziona e che va cambiato.

Quindi, se mettiamo insieme questi temi a cui tengo… non posso che scegliere di parlarne. Leggi tutto

Iniziativa gelato sospeso in tutte le gelaterie Don Peppinu

Ricevo e volentieri condivido – Come già accade con il caffè, ora si potrà lasciare un cono sospeso per regalare un momento dolce ai bambini i cui genitori si trovano in difficoltà: accade grazie all’iniziativa delle gelaterie Don Peppinu.

Com’è noto, il caffè sospeso è una (bella!) abitudine filantropica e solidale che arriva dalla tradizione sociale di Napoli.

Il cliente di un bar paga due caffè pur consumandone uno: in questo modo, una persona bisognosa che entra successivamente può chiedere se c’è un caffè sospeso e, in caso affermativo, lo riceve come se gli fosse stato offerto dal primo cliente.

Allo stesso modo, Don Peppinu farà lo stesso in tutte le sue botteghe, contribuendo anche in prima persona a questa maratona di solidarietà.

Come?

Ve lo racconto in dettaglio qui sotto, ben felice di dare voce a questa iniziativa, primo perché è piena di energia empatica e secondo perché è stata messa in atto da una realtà artigianale. Leggi tutto

Oxfam Italia sostiene la moda inclusiva – e circolare – di I was a Sari

Ricevo e volentieri condivido – Tengo molto ai concetti di economia circolare e moda sostenibile, non solo in un’ottica ambientale, naturalmente importantissima, ma anche dal punto di vista sociale, altrettanto importante: per questo do volentieri spazio all’iniziativa di Oxfam Italia che prosegue il suo impegno con I was a Sari.

I was a sari è un’impresa sociale indiana che offre accessori e capi contemporanei realizzati donando nuova vita – come racconta il nome stesso – a sari di seconda mano: il capo di abbigliamento tradizionale femminile considerato fonte di orgoglio culturale passa attraverso una rigenerazione che consente la creazione di un nuovo capo unico.

Proprio il progetto I was a Sari sarà illustrato in uno dei tavoli di Creiamo un futuro di uguaglianza, la seconda edizione di Oxfam Festival in Italia, in programma dal 12 al 13 maggio a Firenze.

Qui sotto trovate tutti i dettagli incluso il link al sito e-commerce attraverso il quale si possono fare scelte doppiamente positive, perché aiutano le comunità più vulnerabili a combattere povertà e disuguaglianze economiche e di genere e perché ci permettono di fare nostri oggetti belli e anche veramente sostenibili.

Manu Leggi tutto

Pensieri a proposito delle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio 2023

Ho scattato questa foto lunedì 13 febbraio, presso le scuole medie della mia zona, andando a votare in occasione delle elezioni regionali in Lombardia.

Quella mattina ero felice perché stavo andando a esercitare un diritto esprimendo la mia opinione e ho reputato questo murale come un buon auspicio.

L’effigie di Borsellino e Falcone insieme a quelle parole mi hanno fatto pensare che sì, esiste speranza se i giovanissimi credono che scuola e conseguentemente istruzione e cultura siano i peggiori nemici di quel cancro che è la mafia.

(E scusate per il bidone dei rifiuti nel mezzo ma non potevo spostarlo, i carabinieri giustamente mi tenevano d’occhio.)

Mentre scattavo, ero davvero colma di fiducia e ottimismo; ora, a pochi giorni di distanza, mi sento semplicemente una povera illusa, sconfitta, delusa e amareggiata, profondamente. E se mi sento così è perché moltissime persone hanno scelto di non votare, di non esprimere la propria opinione.

I dati dell’affluenza per le elezioni regionali di Lombardia e Lazio dicono che ha votato il 40% della popolazione avente diritto rispetto al 70,63% delle precedenti omologhe del 2018.

Sono dati agghiaccianti: indicano che, statisticamente, solo 40 persone su 100 hanno scelto di esercitare il proprio diritto di parola.

Non so per quale o quali motivi gli altri 60 – la maggioranza – abbiano rinunciato: penso sia per sfiducia e correggo la mia precedente affermazione, in realtà è anche questa un’opinione o un’idea.

Non votare è un po’ come dire «tanto non serve, la nostra voce non conta, i politici fanno comunque ciò che vogliono».
Non voglio pensare che dietro tale idea ci sia semplice disinteresse, temo che ci sia appunto tanta sfiducia. Leggi tutto

Approvata a Milano la mozione per l’istituzione dell’Albo dei caregiver

Sono molto orgogliosa di Milano, la città in cui sono nata, vivo e lavoro.
Milano e io ci assomigliamo: siamo imperfette, certo, ma non ci manca la voglia di fare, di evolverci, di migliorare.
Non ci manca la voglia di trovare strade nuove, di provare a immaginare soluzioni.

Ecco perché sono felice di dare voce alla mozione per l’istituzione dell’Albo dei caregiver approvata dal consiglio comunale di Milano nella seduta del 17 ottobre 2022.

Caregiver: si definiscono così quelle figure che si prendono cura di una persona che non è autosufficiente per cause diverse, supportando questa persona nelle attività di vita quotidiana; in particolare, il caregiver familiare è una persona legata da motivi affettivi e/o di parentela alla persona non autosufficiente.

Prendersi cura della propria famiglia è qualcosa che fa profondamente parte della struttura sociale e culturale del nostro Paese; trovo giusto che, in un momento di forti cambiamenti (sociali, culturali, economici), si dia un riconoscimento ufficiale a questo ruolo e compito fondamentale affinché non vada perso e non venga a mancare la funzione di cura, supporto, assistenza, trovando una dimensione che permetta l’adeguamento ai cambiamenti.

Credo dunque che la mozione approvata sia un primo passo importante e necessario nella direzione di un riconoscimento che è un giusto atto di civiltà: per chi voglia saperne di più, ricevo e volentieri condivido qui sotto il comunicato con maggiori dettagli.

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Endelea, bellezza e concretezza di un brand davvero etico e sostenibile

Durante la MFW, ho avuto modo di incontrare Francesca De Gottardo, fondatrice di Endelea:
vi racconto perché questo è un brand davvero etico e sostenibile.

Si è da poco conclusa l’edizione di Milano Moda Donna con cui stilisti e marchi hanno presentato le loro proposte per la prossima primavera / estate 2023.

Devo fare una confessione: a parte i marchi emergenti, non ho visto gran cose che mi abbiano fatto venire voglia di investire tempo per raccontarle oppure cose che mi abbiano fatto nascere il desiderio di possederle.

È vero, sono stata contenta di aver potuto osservare che (finalmente) è tornata l’atmosfera frizzante che caratterizzava la fashion week prima della pandemia (e la mia città ne aveva bisogno), ma sono altrettanto scontenta di dover prendere nota del rovescio della medaglia, ovvero di un’occasione perduta: dopo un intero mese di sfilate (il discorso non vale quindi solo per Milano) si è vista sicuramente tanta ricchezza, a volte al limite dell’ostentazione, ma pochissima creatività intesa come reale innovazione e cambiamento.

Insomma, dopo le sperimentazioni (se vogliamo imperfette e in alcuni casi anche abbastanza azzardate) delle stagioni di pandemia, la moda si sta nuovamente richiudendo in sé stessa, tra clienti super facoltosi e occhio costantemente (se non unicamente) puntato al fatturato. Leggi tutto

The Franca Fund, in vendita – per la ricerca – il guardaroba della Sozzani

«Non so mentire: provavo una simpatia alquanto tiepida nei confronti di Franca Sozzani.»

Iniziava così, con queste parole, il pezzo che avevo dedicato a Franca Sozzani in occasione della sua scomparsa avvenuta nel 2016.

«A non farmi sentire a mio agio, io eternamente scomposta e con infinite imperfezioni, era in parte la sua aria eterea, – avevo continuato – il suo aspetto quasi serafico: sembrava sempre essere appena uscita da un quadro, i capelli (lunghissimi e ondulati) e lo sguardo mi ricordavano immancabilmente la perfezione della Venere di Botticelli.»

E avevo aggiunto di sapere di meritare eventuali insulti per essere stata «poco delicata a scrivere tali pensieri a pochi giorni dalla sua dipartita», preferendo però essere sincera.

E in nome di quella sincerità avevo poi elencato tutti i motivi per i quali, ben oltre la tiepida simpatia, rispettavo, stimavo e ringraziavo la signora Sozzani (se volete rileggere il tutto, trovate l’articolo qui).

Rispetto e stima sono invariati e sono dunque onorata di poter – nel mio piccolo – contribuire a dare voce alla Fondazione che porta il suo nome e che prosegue il cammino nell’ambito delle iniziative volte a unire moda circolare, sostenibilità e impegno sociale guardando verso il futuro. Leggi tutto

In India, grazie a Child in Need Institute, la scuola va dagli studenti

Oggi, a pochi giorni dall’inizio di un nuovo anno scolastico, desidero occuparmi di due argomenti che mi stanno particolarmente a cuore e che sono strettamente connessi tra loro: i giovani e l’educazione.

Non sono madre – per scelta – eppure le sofferenze dei più piccoli mi toccano profondamente e mi scoppia il cuore quando penso a quanti bambini e adolescenti vengano privati di diritti, libertà e sogni, soffrendo la fame, patendo malattie, subendo violenze e soprusi.

La cecità nei confronti del benessere fisico e mentale di giovani e giovanissimi è pura follia dato che essi incarnano il futuro: la loro condizione dovrebbe pertanto essere al centro di ogni nostro sforzo.
E il futuro passa attraverso l’educazione dei più giovani, attraverso il loro accesso a formazione, cultura e conoscenza.

Come ho detto, non sono madre eppure credo esistano tanti modi in cui ci si possa prendere cura di giovani e futuro: ho trovato il mio nell’insegnamento.

I miei studenti sono ragazzi che hanno completato gli studi superiori e si apprestano ad affacciarsi su un mercato del lavoro sempre più complesso e sfaccettato: dunque sono ‘grandi’, diciamo così, ma allo stesso tempo molti di loro hanno ancora bisogno della vicinanza degli adulti, hanno bisogno di rassicurazioni, guida, consigli. Leggi tutto

LOOVERTITS l’omaggio a Sant’Agata nel mese della prevenzione

Ricevo e volentieri condivido – Lo scorso venerdì 17 settembre, in una splendida serata d’estate, ho avuto modo di visitare LOOVERTITS Omaggio a Sant’Agata, una mostra collettiva d’arte moderna ispirata al martirio di una delle figure tra le più venerate dell’antichità cristiana

La mostra è davvero molto interessante e sono pertanto felice di annunciare che, per offrire un contributo alla sensibilizzazione e alla prevenzione dei tumori al seno durante il mese dedicato a questo scopo, l’esposizione è stata prolungata fino a domenica 31 ottobre.

La mostra, ospitata all’interno dello spazio RIDE Milano in via Valenza 2, presenta le opere di oltre 40 artisti che hanno offerto il loro contributo alla causa con una personale reinterpretazione dell’iconografia classica dedicata a Sant’Agata, la giovane che nel 251 d.C. subì atroci torture tra cui l’amputazione dei seni e che quindi viene considerata protettrice delle donne affette da patologie al seno. Leggi tutto

Le donne per le donne, la rete civica per l’Afghanistan

Ricevo e molto volentieri condivido – È nata Le Donne per le donne, una rete civica di donne le quali, di fronte al drammatico evolversi degli eventi in Afghanistan, hanno deciso di mettere subito in atto un’iniziativa che possa offrire un supporto a sostegno delle istituzioni, organizzazioni e associazioni che si occuperanno concretamente dell’emergenza rifugiati. È per me un onore dar voce a questa iniziativa.

***

Lo scorso 31 agosto è nata Le donne per le donne, una rete solidale tutta al femminile che ha deciso di attivarsi con un progetto sociale concreto di supporto ai rifugiati provenienti dall’Afghanistan.

Le donne per le donne è l’iniziativa di un gruppo eterogeneo – nato in rete e cresciuto in pochissimo tempo – di persone che vogliono mettere a disposizione le proprie competenze per collaborare in modo attivo con istituzioni, associazioni e organizzazioni che già si stanno occupando concretamente di questa emergenza – sia sul territorio afghano sia nell’accoglienza dei profughi in arrivo in Italia.

L’obiettivo della rete è quello di fornire un aiuto pratico e duraturo da parte della società civile a sostegno degli operatori in questa grande tragedia umanitaria – e non solo in questo momento di particolare emergenza ma anche negli anni a venire. Leggi tutto

Tutte a casa, donne, lavoro, relazioni ai tempi del COVID-19

Il collettivo Tutte a casa

Quanto dolore ha portato nelle nostre vite il COVID-19.
Tanti, troppi morti.
Tante, troppe famiglie che si trovano ad affrontare gravissime difficoltà economiche.
Tante, troppe attività di ogni genere che sono state chiuse e che non riapriranno mai più.
E potremmo continuare…

Quando sento qualcuno dire «dobbiamo guardare il lato positivo»… resto stranita, sì, io che della positività e dell’ottimismo ho fatto una filosofia di vita.
Cosa può esserci di vagamente positivo nella scomparsa di un proprio caro?
Cosa può esserci di vagamente positivo nella difficoltà di dare da mangiare ai propri figli oppure nella difficoltà di non avere più un impiego o un’attività nella quale si erano investite fatica e passione?
Cosa può esserci di vagamente positivo per quegli studenti che non hanno potuto avere accesso nemmeno alla didattica a distanza?

A mio avviso, non vi è nulla di positivo in tutto ciò e vorrei che noi esseri umani non fossimo costantemente costretti a imparare dalle peggiori esperienze della nostra vita.
Vorrei che imparassimo ad amare davvero la vita e non per aver sfiorato la morte, ad apprezzare la libertà e non per aver sperimentato le limitazioni, a godere dei piccoli momenti e non per aver rischiato di non averne più.

Eppure, noi esseri umani siamo proprio questo.
Apprendiamo dagli errori, dalle difficoltà, dal dolore.
E bisogna accettare che, costantemente lungo tutto il nostro cammino, è nei momenti peggiori e più bui che abbiamo infine tirato fuori la forza della reazione, del riscatto, della risalita.

E allora, pur non riuscendo a parlare di lato positivo, sono conscia di come – ancora una volta – possiamo (e dobbiamo) guardare avanti chiudendo i conti con ciò che è stato e dimostrando di aver fatto nostra l’ennesima dolorosissima lezione.
Ed è alla luce di questo spirito che ho deciso di parlarvi oggi di un’iniziativa che mi è stata sottoposta e che, a mio avviso, va proprio in questa direzione.

Mi riferisco a Tutte a casa – donne, lavoro, relazioni ai tempi del COVID-19.

Permettetemi di raccontare che cos’è e la storia che c’è dietro. Leggi tutto

Mario Dice e #weworkalltogether, l’unione è forza e fa la differenza

Sembra passato un secolo e invece sono passati solo tre mesi da quando – entusiasta – parlavo (qui) della collezione autunno / inverno 2020-21 presentata da Mario Dice in occasione di una suggestiva cena di gala.

Nessuno, in quei giorni, avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo e quanto la pandemia COVID-19 avrebbe cambiato le nostre vite…

Abbiamo vissuto momenti complessi e quei momenti non sono ancora terminati: sebbene oggi sembra che ci si avvii verso una fase di rinascita, è necessario non abbassare la guardia e rimanere vigili.

È, allo stesso tempo, altrettanto necessario guardare avanti e coltivare ostinatamente la speranza, seminando i presupposti affinché si possa ripartire: in momenti simili, l’unione è forza e fa la differenza.

Ne è profondamente convinto proprio Mario Dice che lancia #weworkalltogether, un progetto che vede coinvolte le persone con cui ha condiviso momenti belli e che lo seguono dai suoi inizi.

Designer, stylist, giornalisti, attori, cantanti, artisti, personaggi dello spettacolo… tutte persone che conoscono e amano Mario e la sua filosofia; in poche parole, i suoi amici.

«Il medico di famiglia è una persona che fin da piccoli segue passo dopo passo ognuno di noi: ci insegnano a fidarci di lui, lo chiamiamo quando non ci sentiamo bene e abbiamo bisogno delle sue cure. Ora è il nostro turno: siamo noi che dobbiamo stare vicino a medici e infermieri, ma anche ai loro cari, diventando la loro grande famiglia. Aiutiamo chi ci aiuta!»

Sono queste le parole con le quali Mario presenta la sua idea. In cosa consiste?

Gli amici di Mario hanno ricevuto una t-shirt bianca a testa con la richiesta di personalizzarla con una frase, un disegno o semplicemente una firma, dando vita a una capsule collection di pezzi unici nati grazie alla loro creatività e al loro estro: lo stilista stesso partecipa con una maglietta da lui realizzata e che è quella che indossa nella foto qui sopra.

Nel rispetto della tradizione e della sartorialità italiana che da sempre contraddistingue il suo brand, Mario ha affidato la produzione delle t-shirt a un piccolo laboratorio in Lombardia, dimostrando ancora una volta grande coerenza visto che – mai come ora – è importante il reciproco sostegno.

Sono circa un centinaio le personalità che hanno accolto con entusiasmo l’invito dello stilista: le t-shirt (che potete già iniziare a visionare attraverso il profilo Instagram di Dice) saranno battute all’asta grazie alla piattaforma CharityStars; tutto il ricavato verrà devoluto al fondo della Protezione Civile per sostenere le famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita nella lotta al Coronavirus.

Mi unisco allora anch’io all’invito di Mario: lavoriamo uniti per rinascere ovvero… #weworkalltogether!

Manu

 

AGGIORNAMENTO DEL 13 LUGLIO 2020: L’ASTA SU CHARITYSTARS È INIZIATA! POTETE ANDARE SUL SITO E DIGITARE WEWORKALLTOGETHER NEL CAMPO RICERCA OPPURE PROVATE A CLICCARE QUI 🙂 

 

Hope vs COVID-19: Benedetta Bruzziches supporta l’Ospedale Belcolle di Viterbo

Da anni, ogni volta in cui ho il piacere di andare a una delle sue presentazioni, resto affascinata dal lavoro di Benedetta Bruzziches. E ammirata.

Benedetta Bruzziches è un’azienda che produce e vende borse speciali e preziose, ma è anche la capitana di un team di artigiani che, consapevoli del valore potente del Made in Italy, si sono imbarcati nella folle avventura di riscoprire le artigianalità in via d’estinzione attraverso l’accessorio che è il grande amore di noi donne, ovvero la borsa.

La filosofia Bruzziches è nata nel 2009 a Caprarola, in provincia di Viterbo e nel cuore del Lazio, grazie ai fratelli Agostino e Benedetta: oggi il marchio è distribuito da oltre 70 boutique di lusso sparse per il mondo.

Le lavorazioni vengono sviluppate a Caprarola nella casa familiare di campagna dove le borse nascono in un rilassato clima d’amicizia e possono… respirare l’aria buona (vi prego, permettetemi di scherzare un po’…).

Ora, in questo momento che sarebbe un eufemismo definire particolare, Benedetta Bruzziches ha deciso di supportare la lotta contro il virus COVID-19: fino al termine della quarantena, il 100% (ripeto, il 100%) del ricavato dalle vendite realizzate attraverso l’e-commerce del brand sarà devoluto al potenziamento della terapia intensiva dell’Ospedale Belcolle di Viterbo.

«Stare a casa è la cosa migliore che possiamo fare e non è la sola. La nostra goccia si aggiunge all’oceano di generosità che in questo momento sta inondando il mondo.»

Così racconta Benedetta stessa che dà rassicurazioni anche circa la modalità con la quale verrà attuato tutto l’iter.

«Saremo chiusi in questo periodo ed effettuerò io stessa le spedizioni, così che nessuno dei miei collaboratori debba spostarsi per farlo. Insomma, per chi desidera una mia borsa magari da tempo, questa è una buona occasione per un’ottima ragione

Qual è il vostro desiderio? Per quale creazione di Benedetta batte il vostro cuore?

Per Venus, la clutch realizzata in una scintillante maglia di cristalli (la foto qui in alto)? Per Ariel, la borsa in plexiglas riciclabile al 100% e che richiede una gestazione di 33 ore per vedere la luce? Per BB, la crossbody con il manico annodato, realizzata in pelle di vitello con interni in Alcantara?

O magari il vostro cuore (come il mio…) batte per Carmen, la borsa in pelle di nappa morbidissima, artigianalmente lavorata capitonné? Carmen è bella fuori e dentro – e mi riferisco non solo all’interno in Alcantara, ma proprio al suo cuore, ovvero all’idea che è alla base.

«Carmen è stata creata in un momento delicato della mia vita quando, dopo una delusione d’amore, volevo realizzare una borsa che fosse in grado di consolare.»

Questa è Benedetta Bruzziches, questa è la filosofia Bruzziches.

Le sue non sono solo semplici borse: come piace dire a lei, sono piuttosto «contenitori di storie» e allora sono felice di parlarne proprio ora.

E con autentico entusiasmo vi lascio il link dello shop online.

Manu

Hope vs COVID-19: Simona Corsellini per Fondazione Policlinico Sant’Orsola

Poco tempo fa, qui nel blog, ho raccontato di Simona Corsellini e della sua collezione autunno / inverno 2020 – 21 presentata a Milano il 24 gennaio alla Palazzina Appiani, splendido edificio di napoleonica memoria.

Quel giorno (freddissimo!) mi sono innamorata di Simona e del suo lavoro.

Stilista e imprenditrice, nata a Bologna nel 1979, della sua splendida regione, l’Emilia-Romagna, Simona Corsellini sa trasmettere le caratteristiche migliori: l’ottimismo, l’entusiasmo, l’energia, l’operosità, la creatività, la capacità comunicativa.

È cresciuta in una famiglia da sempre presente e attiva nel settore della moda, una vera palestra in cui ha iniziato a muovere i primi passi fino alla creazione della linea che ha deciso di firmare con il suo nome.

«Il mio ruolo è quello di guidare lo sviluppo del brand perché voglio stare in prima persona vicino alle mie donne»: così dichiara Simona conquistandomi definitivamente poiché ‘vicinanza’ è – oggi più che mai – una parola dal significato sfaccettato, complesso, ricco e intenso…

Ho affermato che Simona ben incarna le belle qualità della sua terra: oltre, per esempio, alla creatività rappresentata dai capi che ho visto sfilare quel 24 gennaio, la brava stilista mi ha dato prova anche della sua capacità comunicativa, per esempio accettando immediatamente di rispondere a qualche mia ulteriore curiosità (se vi va, trovate il nostro scambio qui).

Identità precisa, grande carattere, forti radici territoriali e familiari, capacità di metterci la faccia, maniacale attaccamento alla qualità, appassionata difesa del Made in Italy: ci sono tutti gli elementi perché io ami Simona decidendo di portare il suo marchio tra queste mie pagine virtuali.

E, oggi, si aggiunge un altro elemento importante perché io apprezzi il cammino della stilista: la capacità di vivere i tempi con piena consapevolezza e coscienza, dimostrando di essere parte di una comunità.

Nel difficile periodo che ci troviamo ad affrontare, la capacità di unirsi ed essere solidali è la nostra più grande forza: in questa ottica, Simona Corsellini sceglie di dare appoggio alla raccolta fondi attivata dalla Fondazione Policlinico Sant’Orsola a sostegno degli ospedali di Bologna e degli operatori sanitari che ogni giorno sono in prima linea nell’emergenza COVID-19.

Già a partire da lunedì 23 marzo, ogni acquisto effettuato sul sito viene in parte devoluto all’ente non profit nato per supportare l’ospedale che è punto di riferimento nazionale e internazionale, polo di eccellenza in una città, Bologna, che è anche quella della designer; e se volete sapere di più del progetto ‘più forti INSIEME’ di Fondazione Policlinico Sant’Orsola, cliccate qui.

Sostengo da sempre e con convinzione l’idea che la bellezza – intesa in senso ampio – possa salvare noi uomini: in questo caso, l’idea diventa estremamente concreta e tangibile.

Manu

 

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