Parma 360 è il festival che offre 5 ottimi motivi per essere a Parma ora

HOMO DEUS. Sono le parole chiave dell’ottava edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, la manifestazione a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo che si tiene a Parma dal 6 aprile al 19 maggio 2024.

Sono stata all’anteprima stampa e, carica di entusiasmo, vorrei condividere il racconto di un’esperienza che – secondo me – è assolutamente da vivere.

Parto proprio dalle parole chiave. Perché vorrei spiegare da dove arrivano visto che simboleggiano anche il tema del festival.

In un’epoca in cui grande prosperità e recenti instabilità si alternano continuamente, l’umanità di oggi e del futuro deve e dovrà affrontare problematiche legate al cambiamento climatico, al mutamento dell’habitat, alla gestione delle risorse. Yuval Noah Harari è uno storico, filosofo e divulgatore (classe 1976) che ha preannunciato alcune delle sfide che daranno forma all’umanità nel XXI secolo, dalla robotica alla biotecnologia, dall’ingegneria genetica all’Intelligenza Artificiale. Harari è l’autore di un saggio intitolato HOMO DEUS Breve storia del futuro e l’edizione 2024 di PARMA 360 parte da queste parole e da questa idea.

Attraverso le opere di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, il festival indaga tematiche legate al superamento della dimensione antropocentrica dell’uomo in favore di una visione tecno-umanistica (o trans-umanista) e datocentrica. Insomma: l’Homo Sapiens ha oramai esaurito il suo percorso storico e, sostituito dall’Homo Deus, dovrà mettere queste nuove tecnologie al servizio del progresso scientifico per la propria sopravvivenza biologica e spirituale. Leggi tutto

The Franca Fund, in vendita – per la ricerca – il guardaroba della Sozzani

«Non so mentire: provavo una simpatia alquanto tiepida nei confronti di Franca Sozzani.»

Iniziava così, con queste parole, il pezzo che avevo dedicato a Franca Sozzani in occasione della sua scomparsa avvenuta nel 2016.

«A non farmi sentire a mio agio, io eternamente scomposta e con infinite imperfezioni, era in parte la sua aria eterea, – avevo continuato – il suo aspetto quasi serafico: sembrava sempre essere appena uscita da un quadro, i capelli (lunghissimi e ondulati) e lo sguardo mi ricordavano immancabilmente la perfezione della Venere di Botticelli.»

E avevo aggiunto di sapere di meritare eventuali insulti per essere stata «poco delicata a scrivere tali pensieri a pochi giorni dalla sua dipartita», preferendo però essere sincera.

E in nome di quella sincerità avevo poi elencato tutti i motivi per i quali, ben oltre la tiepida simpatia, rispettavo, stimavo e ringraziavo la signora Sozzani (se volete rileggere il tutto, trovate l’articolo qui).

Rispetto e stima sono invariati e sono dunque onorata di poter – nel mio piccolo – contribuire a dare voce alla Fondazione che porta il suo nome e che prosegue il cammino nell’ambito delle iniziative volte a unire moda circolare, sostenibilità e impegno sociale guardando verso il futuro. Leggi tutto

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