Vi prego, non ditemi «ah, ti occupi di moda» (con sorrisetto ironico)

Amo la moda: penso che questo sia chiaro.

Quando parlo di moda mi riferisco a ciò che per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio: un universo sfaccettato nel quale sto cercando di trovare il mio posto, portando avanti ciò in cui credo.

No a conformismo e omologazione. a interpretazione e gusto personale.

No alla confusione tra moda e shopping. a curiosità e occhi aperti sul mondo.

Cerco di costruire le mie occupazioni di fashion editor e blogger su queste basi, aprendomi a stimoli nuovi ogni giorno e la sfida mi piace. Eppure c’è una nota stonata, qualcosa che mi disturba, ovvero il sorrisetto ironico che si disegna sul viso di alcune persone quando dico ciò che faccio e quella frasetta che segue – puntualmente: «ah, ti occupi di moda».

Badate, ho scritto alcune persone – e lo sottolineo.

Ecco, a queste persone dedico un estratto de “Il Diavolo veste Prada”, film del 2006 del regista David Frankel, tratto dall’omonimo romanzo di Lauren Weisberger.

Si tratta della scena in cui Miranda Priestly, dispotica direttrice dell’immaginaria rivista di moda Runway, impartisce una lezione ad Andy Sachs, sua assistente che non si preoccupa di celare il disinteresse verso il mondo nel quale è capitata.

«Oh, ma certo, ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito, per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso.
Ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent – se non sbaglio – a proporre delle giacche militari color ceruleo. […] E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual dove tu, evidentemente, l’hai pescato nel cesto delle occasioni.
Tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori delle proposte della moda […]»

Anne Hathaway interpreta Andy Sachs, qui con il famigerato maglioncino ceruleo
Anne Hathaway interpreta Andy Sachs, qui con il famigerato maglioncino ceruleo

“Il Diavolo veste Prada” contiene una critica – neanche troppo velata – verso il mondo della moda e soprattutto verso alcuni suoi meccanismi e atteggiamenti e vi assicuro che in questo trova d’accordo anche me. Eppure, nonostante sia percorso da tale vena critica, il film lancia un monito anche verso chi la moda la banalizza.

Credo che questa frase e questa scena abbiano colpito me così come tanti altri appassionati di moda – e non fashion victim, vi prego, è un termine che non mi piace e che non sopporto quanto i sorrisetti ironici di cui sopra.

Nella parola victim c’è una connotazione di imposizione e di passività nella quale non mi riconosco affatto: mi fa pensare a qualcosa che viene subito, affrontato e vissuto senza reazione, senza interagire, come un’influenza malevola e fatale alla quale non ci si può sottrarre. Non subisco affatto la moda né la subiscono coloro ai quali guardo come miei modelli.

Prendo dunque in prestito questa citazione come una sorta di manifesto e la dedico a tutte le persone che continuano a guardare con disprezzo chi si occupa di moda.

La moda non è soltanto nei vestiti: è intorno a noi e assume molte forme. Come ogni altro linguaggio, si basa su dei codici ed essi sono così strettamente intrecciati con la nostra vita da risultare pressoché inseparabili: per dirla alla Miranda, nessuno è fuori dalla moda nonostante qualcuno lo creda.

Probabilmente, con questo post mi sto attirando qualche antipatia, ma penso che sia da vigliacchi non avere il coraggio di difendere ciò in cui si crede. Non mi piacciono le polemiche e non le cerco, ma a queste cose pensavo da un po’: ho voluto esternarle con sincerità.

Mi permetto di ricordare il motto di questo mio blog: «avventure tra il serio e il faceto di una fashion something», il che significa che sono la prima a prendersi in giro quando serve (fashion something!).

Non ho mai creduto di salvare vite con ciò che faccio, l’ho detto più volte, ma penso che ogni scelta e ogni lavoro fatti con onestà, impegno, sacrificio siano degni di rispetto e che la moda meriti più dell’essere liquidata con un sorrisetto ironico e un giudizio affrettato e superficiale.

Non solo, ricordiamoci che – nonostante la crisi – resta una delle voci più importanti della nostra economia.

Meryl Streep interpreta Miranda Priestly
Meryl Streep interpreta Miranda Priestly

Ecco, in mezzo al mare di buoni propositi che vengono espressi all’inizio di ogni nuovo anno, questo potrebbe essere il mio: chiedere rispetto per ciò che faccio e spegnere i sorrisetti fastidiosi.

Dovete sapere che, durante il mio percorso di studi in IED, ho avuto la fortuna di incontrare una docente che collabora anche con un bureau de style (un insieme di figure professionali, sociologi inclusi, che elaborano studi sulle tendenze): uno dei maggiori successi del suo bureau fu quello di predire l’avvento dei colori pastello in un certo segmento automobilistico.

E qui mi rivolgo ai dispensatori di sorrisi ironici.

Non dare importanza agli abiti che indossate è più che legittimo, per carità; prima di emettere sentenze su chi la pensa diversamente, però, meditate. E se vi ostinate a giudicare ma avete una macchina o usate uno smartphone, potrei essere io, stavolta, ad avere un sorrisetto divertito: voi che la disprezzate, avete a che fare con la moda molto di più di quanto possiate pensare.

Come diceva quel detto? Ah, sì: «Chi disprezza compra».

Manu

 

P.S. (1): la malinconia di fine anno è passata e sono tornata a essere bella carica… si vede? 😉

P.S. (2): mi offro volontaria per raccogliere lamentele di altre categorie bistrattate 🙂

 

 

Perché penso che la moda sia una cosa seria: non è un elenco esaustivo, sono giusto alcuni spunti che mi sono venuti in mente senza pensarci troppo.

Perché la moda non è solo passerelle e lustrini: Sergio Daricello, stilista, racconta il suo backstage a Sabrina Antenucci per La Mela Rossa @ Italia Post – qui

Perché chi ama davvero la moda è sfaccettato, lavora tantissimo e fa cento cose: Stefano Guerrini (fashion writer, stylist, docente, blogger e “archeologo pop”) in una chiacchierata con Simone Sbarbati (scrittore, docente, blogger e “uomo che non si siede alle sfilate”) @ FrizziFrizzi – qui

Perché chi ha scritto capitoli importanti della moda resta sempre attuale:

Diana Vreeland, giornalista prima di Harper’s Bazaar e poi di Vogue nonché direttrice della stessa tra il 1962 e il 1971, collaboratrice del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York, figura decisamente iconica e fonte infinita di ispirazione – qui

Elsa Schiaparelli, stilista e sarta considerata una delle più influenti figure della moda all’inizio del XX secolo. È l’inventrice del rosa shocking, frequentò, fu amica e collaborò con grandi artisti tra i quali Salvador Dalí, Alberto Giacometti, Man Ray, Marcel Duchamp – qui

Perché chi vive di moda non si ferma affatto all’apparenza: Stefano Guerrini racconta il vuoto lasciato da Anna Piaggi, grandissima giornalista, interprete e comunicatrice e non semplice figura istrionica – qui

Se volete conoscere meglio il camaleontico mondo dei bureau de style, Lidewij Edelkoort è una delle più famose trend forecasterchasseur de tendance. Nel 2003, il magazine Time l’ha inserita tra le 25 personalità più influenti del mondo della moda. Qui il suo sito e qui la sua bellissima creatura Trend Tablet

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

emanuela
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Oh, Giulia, brava, hai scritto una cosa che mi fa tanto piacere: ri-de-re!
Ridiamo tutti un po’ di più, anziché avere i bronci, ridiamo di noi stessi e prendiamo la vita con un po’ di leggerezza, senza sentire il bisogno di giudicare tutto e tutti. In fondo volevo dire un po’ questo.
Grazie!
Manu 🙂

Patrizia Belsito
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ahahahah… come hai ragione e come me la rido sotto i baffi… e tu ben sai perchè!!
un bacio grande manu buon anno e buoni immancabili successi lavorativi!!
smack patty

emanuela
Reply

Cara anzi carissima Patty!
Ma che grande piacere e che onore averti qui!
Già, so bene perché te la ridi e ne hai tutte le ragioni: tu sei un’altra splendida conferma di quanto sfaccettato, variegato e profondo possa essere il mondo della moda e di quanto vari siano gli interessi di coloro che vi si muovono con onestà e passione nonché curiosità.
Ricambio il bacio e ricambio gli auguri, con tutto il cuore: spero che questo sia finalmente l’anno del talento e di coloro che non hanno paura di lavorare sodo.
Grazie davvero,
Manu

emanuela
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Grazie, caro Filippo, mi fa piacere!
Manu

emanuela
Reply

Evviva, allora il sorriso dilaga 🙂
Grazie,
Manu

Mariella
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Manu, è sempre un piacere immenso leggerti! Non solo sei una penna brillante ma riesci sempre a lasciare, a fine articolo, un bel sorriso sul viso di chi legge e questo ti rende veramente speciale! 🙂

emanuela
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Ma grazie, cara Mariella, le tue parole mi fanno davvero piacere.
E mi auguro davvero di riuscire a fare ciò che dici tu, ovvero lasciare un sorriso: sarebbe bellissimo e mi piacerebbe molto 🙂
Manu

Sara K
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Commento questo post perchè mi sento coinvolta, ma in realtà avrei potuto commentarne molti altri. Sono Sara, l’amica di Paola, ci siamo incrociate alla presentazione nello showroom Spring Up durante questa fashion week. Scopro solo ora il tuo blog e ne sono affascinata. Da poco ho un blog mio http://www.downtownmood.com insieme a delle colleghe e diciamo che il tuo rappresenta un po’ quello che vorrei che fosse il nostro tra un po’. In primis letterario (no outfit blog, lascio quel ruolo a chi indiscutibilmente lo fa meglio di me), secondo Scritto Bene (trovo che scrivere per il web non sia e non debba essere una giustificazione per scrivere male ed in maniera sciatta e striminzita) e in terzo luogo con dietro un vero lavoro di scouting e cool hunting. Questo, credo, dovrebbero fare i blogger. Mi farebbe tanto piacere che mi contattassi. Magari possiamo fare quattro chiacchiere visto che sono di Milano anche io.

emanuela
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You really made my day, direbbero gli inglesi e so che tu mi capisci, visto che parli tale lingua alla perfezione (ho appena letto un tuo post sul blog).
Cara Sara, ma che piacere ritrovarti! Vedi, devi sapere che ho molti momenti altalenanti circa questo blog (e su come ho deciso di impostarlo), quindi leggere commenti come il tuo (ben argomentati, sinceri e realmente attenti/interessati) mi restituisce fiducia e mi spinge ad andare avanti lungo la strada – non facile – che mi sono scelta. Quindi permettimi di dirti GRAZIE.
Incuriosita, sono andata a guardare il blog tuo e delle tue colleghe e mi è piaciuto davvero. Secondo me andate già alla grande e direi che il vostro è già quello che tu speri che sia. Te lo dico sinceramente, credimi.
La grafica è bellissima e la qualità di contenuti e immagini mi sembra molto elevata e ottimamente curata.
Come ti dicevo, ho appena letto un tuo post, quello datato 7 marzo nel quale ti rivolgi a Elie Saab: chapeau.
Farebbe molto piacere anche a me confrontarmi con te. Non so se leggerai queste mie parole qui, quindi proverò a scriverti io all’indirizzo che mi appare nella notifica del tuo commento.
A presto, spero, e grazie per questo dono che mi hai fatto e anche per avermi permesso di conoscere a mia volta il tuo blog.
Manu 🙂

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