Happy birthday (anche se lo detesto) to me

Di una persona che scrive per passione e per lavoro si potrebbe essere portati a pensare che non resti mai senza parole e che sappia sempre cosa dire.

In realtà non è così, anzi, volete sapere cosa capita a me? Di solito mi inceppo e bisticcio con le parole proprio quando si tratta di spiegare con chiarezza le mie emozioni e i miei sentimenti.

Tutto ciò mi fa sorridere, lo trovo buffo, ma in fondo è ciò che succede in tanti mestieri: c’è un detto che racconta che il ciabattino, dopo aver aggiustato le calzature di tutti, va in giro con le scarpe rotte. Eh, la saggezza popolare…

Scrivo 364 giorni all’anno celebrando il talento e la bravura altrui: l’unico giorno che dovrei dedicare a me stessa, il 365°, quello del mio compleanno, uno in tutto l’anno, non so cosa dire.

La verità è che da bambina aspettavo con impazienza il 26 novembre: oggi, da adulta, lo cancellerei dal calendario. Quest’anno, intanto, l’ho cancellato da Facebook.

E poi scrivi un post qui?, penserete magari voi e non posso darvi torto: ultimamente sono la regina delle contraddizioni e dell’incoerenza. E spesso mi sento esattamente come una pallina dentro un flipper: sballottata. Leggi tutto

Manuale per i nati sotto il segno del cavolo

L’idea di identificare chi legge questo blog con l’espressione “i miei lettori” mi fa sentire una megalomane.

Sarà che non sono una giornalista professionista (sto lottando per diventare pubblicista) e tanto meno mi considero una scrittrice. Sarà che ancora non ci credo nemmeno io di aver trovato il coraggio di aprire il blog e dunque di dichiarare al mondo una passione bruciante che coltivo da sempre (scrivere). Sarà che mi sembra così bello e strano che ci sia chi è disposto a leggermi, nonostante le statistiche (che detesto) e gli strumenti di analisi (che spesso non comprendo) dicano che sì, in effetti adesso siamo in parecchi (e non smetterò mai di dire grazie).

Sarà che sono felice da impazzire e, come per tutte le cose belle, ho una dannata paura che un giorno il sogno si sgonfi, come un palloncino.

Per tutti questi motivi e per altri ancora mi sembra presuntuoso definirvi “i miei lettori”: preferisco pensare a una comunità di amici, anche se non conosco i vostri visi e anche se conosco di persona solo pochissimi di voi (spero che tutto ciò non suoni come la storia degli amici immaginari dei bambini).

Ed è per questo che con voi mi piace essere sincera e riesco a raccontarvi anche le mie debolezze o a farvi confessioni talvolta scomode, perché mi sento tra amici. E come avviene tra amici veri, credo che occorra essere sé stessi e dire la verità. Leggi tutto

Renée Zellweger e quanto mi annoia chi campa additando

Se mi metto in testa una cosa, capita che diventi un vero e proprio chiodo fisso; quando un’idea inizia a girarmi dentro il capo, divento più molesta di una zanzara assetata di sangue in una notte d’estate.

Ieri dovevo pensare a finalizzare un articolo ma non riuscivo a concentrarmi, continuavo a pensare solo e soltanto a questa cosa che m’è entrata in testa e che ronza più di quella zanzara, una cosa che oggi vuole prepotentemente uscire.

Pare che ultimamente mi riescano molto bene due cose: tirarmi la zappa sui piedi da sola e attirarmi antipatie grazie a scomode prese di posizione. Bene, già che ci siamo, ho deciso di dire la mia anche sul “caso” (virgolettato appositamente) Renée Zellweger e del ritocchino che avrebbe fatto. Sono stata zitta per giorni e giorni, leggendo, ascoltando e osservando e ora sono bella carica.

Perché, come dice, Sabrina, una mia cara amica, pare che attualmente non esistano cose più gravi delle iniezioni di botox fatte dall’attrice americana.

Perché – sempre come dice Sabrina – anch’io penso “fatevi una vita”.

E infine perché ho un paio di cosette da dire sulla bellezza, nonostante io mi occupi di moda, anzi, proprio per questo. Leggi tutto

Vi prego, non ditemi «ah, ti occupi di moda» (con sorrisetto ironico)

Amo la moda: penso che questo sia chiaro.

Quando parlo di moda mi riferisco a ciò che per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio: un universo sfaccettato nel quale sto cercando di trovare il mio posto, portando avanti ciò in cui credo.

No a conformismo e omologazione. a interpretazione e gusto personale.

No alla confusione tra moda e shopping. a curiosità e occhi aperti sul mondo.

Cerco di costruire le mie occupazioni di fashion editor e blogger su queste basi, aprendomi a stimoli nuovi ogni giorno e la sfida mi piace. Eppure c’è una nota stonata, qualcosa che mi disturba, ovvero il sorrisetto ironico che si disegna sul viso di alcune persone quando dico ciò che faccio e quella frasetta che segue – puntualmente: «ah, ti occupi di moda».

Badate, ho scritto alcune persone – e lo sottolineo. Leggi tutto

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