Identitalia ovvero piccola storia d’Italia tra i nostri brand iconici

Tra le iniziative mirate a fare conoscere i lati migliori del nostro Paese, scelgo oggi di raccontarne una del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Mi riferisco alla mostra intitolata Identitalia, The Iconic Italian Brands.

Come ben suggerisce il titolo, si tratta di un’esposizione che raggruppa alcuni di quei marchi che hanno fatto e continuano a fare la nostra storia.

Nata per celebrare i 140 anni dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, la mostra è curata dai professori Carlo Martino e Francesco Zurlo, docenti di Design all’Università La Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano. L’esposizione è a Roma a Palazzo Piacentini, sede del MIMIT.

L’iniziativa coinvolge oltre 100 aziende che sono simbolo del Made in Italy e che fanno parte del vivere quotidiano in settori che vanno dall’abbigliamento alla cura della persona passando per arredamento, automotive e agroalimentare.

Attraverso disegni originali, pezzi rappresentativi, fotografie e documenti storici, i visitatori vengono accompagnati in un viaggio attraverso i marchi che fanno parte del vivere quotidiano. Leggi tutto

Iniziativa gelato sospeso in tutte le gelaterie Don Peppinu

Ricevo e volentieri condivido – Come già accade con il caffè, ora si potrà lasciare un cono sospeso per regalare un momento dolce ai bambini i cui genitori si trovano in difficoltà: accade grazie all’iniziativa delle gelaterie Don Peppinu.

Com’è noto, il caffè sospeso è una (bella!) abitudine filantropica e solidale che arriva dalla tradizione sociale di Napoli.

Il cliente di un bar paga due caffè pur consumandone uno: in questo modo, una persona bisognosa che entra successivamente può chiedere se c’è un caffè sospeso e, in caso affermativo, lo riceve come se gli fosse stato offerto dal primo cliente.

Allo stesso modo, Don Peppinu farà lo stesso in tutte le sue botteghe, contribuendo anche in prima persona a questa maratona di solidarietà.

Come?

Ve lo racconto in dettaglio qui sotto, ben felice di dare voce a questa iniziativa, primo perché è piena di energia empatica e secondo perché è stata messa in atto da una realtà artigianale. Leggi tutto

A Tolentino parte Mood Festival 2023 tra musica, eccellenze e sostenibilità

Ricevo e volentieri condivido – Torna tra pochi giorni Mood Festival 2023, la nuova edizione della manifestazione che da ben 9 anni fa ballare gli amanti della musica a Tolentino, in provincia di Macerata.

Si parte venerdì 21 luglio, quando il Castello della Rancia tornerà ad animarsi per una due giorni di grande livello visto che, tra i dj ospiti di questa edizione, figurano nomi di spicco della scena nazionale e internazionale.

Menziono subito Klaus, eclettico fondatore del progetto Wanderlust Vision, anche perché siamo stati entrambi relatori del talk Ritmi Sostenibili, uno degli eventi che ha anticipato il Mood Festival 2023.

Il Festival è un appuntamento importante per il territorio marchigiano poiché – in un’ottica di condivisione di ciò che è bello, buono e ben fatto – è pensato per valorizzare tante eccellenze locali, unendo tradizione, innovazione, cultura e divertimento.

Il 2023 è un anno di conferme, novità e partnership particolarmente significative.

Visto che ho molto a cuore la sostenibilità sociale, mi fa piacere citare la collaborazione con Artemista, cooperativa finalizzata all’inserimento lavorativo di soggetti fragili e svantaggiati che si occuperanno di mantenere puliti e sanificati tutti gli spazi della manifestazione. Leggi tutto

Ritmi sostenibili, sostenibilità verso innovazione, cultura e intrattenimento

La parola sostenibilità è una delle più utilizzate – e oserei aggiungere abusate – degli ultimi anni.

È però necessario utilizzarla bene, comprendendo fino in fondo quanto sia preziosa: riconduce a temi estremamente importanti e comporta rispetto e consapevolezza.

Come anticipavo nel post precedente e nell’ottica di essere sempre più attiva sul fronte sostenibilità sociale e ambientale, ho accettato molto volentieri l’invito a partecipare a un talk intitolato Ritmi Sostenibili.

Il talk è stato pensato e organizzato da Demood, collettivo che si pone un preciso obiettivo: celebrare creatività e bellezza in ogni forma.

Sempre in evoluzione, Demood ha le sue radici nelle Marche, regione in cui si incontrano natura e genio umano: ogni membro mette a disposizione il proprio talento e le proprie esperienze per realizzare progetti caratterizzati da sperimentazione e dinamismo.

Il loro progetto di punta è il Mood Festival e lo scorso anno ho raccontato (qui) che si tratta di un evento che nasce con l’idea di portare le atmosfere delle grandi rassegne musicali nel cuore delle colline marchigiane.

Mood Festival giunge quest’anno alla sua nona edizione: si terrà il 21 e 22 luglio al Castello della Rancia di Tolentino (qui tutti i dettagli) ed è accompagnato da una serie di novità tra le quali in primis il talk Ritmi Sostenibili che si è tenuto il 10 giugno presso il Campus Simonelli. Leggi tutto

Storie italiane, la controversia attorno al nome Bitto…

Un dettaglio dell’opuscolo informativo del Consorzio Salvaguardia dello Storico Ribelle
che evidenzia il dispiacere di non poter più utilizzare il nome Bitto…

Amo le parole e le ho messe al centro del mio lavoro.
Credo dunque di sapere quanto esse siano importanti e quanto peso possano avere, nel bene e nel male.
Ed è proprio per questi motivi che ci sono questioni che proprio non comprendo, questioni che ruotano attorno all’uso (e all’uso negato) di certe parole.

Permettetemi di spiegare.

Durante un recente week-end trascorso a Gerola Alta in provincia di Sondrio, sono venuta a conoscenza della controversia attorno alla parola Bitto, ovvero il nome del celebre formaggio che vanta molti secoli di storia ed è tipico delle valli orobiche.

Pensate che l’origine del Bitto si fa risalire addirittura ai Celti che, dopo essere stati cacciati dalla pianura, trovarono rifugio in Valtellina: esperti pastori e casari, iniziarono a produrre formaggi per conservare e trasferire le proprietà nutritive del latte nel tempo.

Ma in cosa consiste tale controversia?
Cerco di raccontarvelo brevemente.

Nel 1996, al Bitto è stata assegnata la denominazione di origine protetta ed è nato il Consorzio Bitto DOP che ha modificato il proprio disciplinare tradizionale introducendo alcune ‘modernizzazioni’ nella procedura di produzione; un gruppo di produttori non ha gradito l’iniziativa e si è opposto alle modifiche, continuando a produrre il formaggio secondo il metodo tradizionale e separandosi dal Consorzio Bitto DOP. Leggi tutto

A Tolentino torna il Mood Festival tra musica, spettacolo ed eccellenze

Prima della pandemia, mio marito e io avevamo un progetto (uno tra i tanti): andare al Tomorrowland, il festival di musica elettronica che si svolge in Belgio ogni anno dal 2005.

Siamo entrambi appassionati di musica ed è stato lui, Enrico, a farmi innamorare di questa manifestazione che, negli anni, ha visto esibirsi i più noti dj internazionali e che è celebre anche per le decorazioni fantasy che prevedono proiezioni luminose, fuochi d’artificio, fontane d’acqua e altro ancora. Last but not least, sono altrettanto affascinata dalla dimensione umana, dall’idea di condividere un’atmosfera gioiosa, festosa, allegra, colorata, libera, senza barriere di sesso, nazionalità, età.

E poi sì, è arrivata la pandemia e attualmente il progetto è accantonato ma, in gennaio, ho conosciuto una persona che mi ha fatto conoscere una manifestazione che ha immediatamente catturato il mio interesse: la persona si chiama Martina e la manifestazione si chiama Mood Festival.

Martina Paciaroni e Riccardo Prosperi hanno fondato il collettivo Demood: il Mood Festival è il loro principale evento che il 15 e il 16 luglio 2022 torna a Tolentino, bella città ubicata in provincia di Macerata nelle Marche. Leggi tutto

L’intuizione (geniale) di air up messa al servizio della nostra idratazione

Sono una persona a cui piace entusiasmarsi.
Mi entusiasmo davanti alla bellezza in tutte le sue molteplici manifestazioni, per esempio, e mi entusiasmo davanti al talento e alle sue sfaccettature.

Può sembrare facile solleticare il mio entusiasmo ma in realtà non è così: magari al momento sì, ma non quello duraturo, quello che dopo settimane o mesi mi fa ancora pensare «sì, questa è un’idea davvero nuova, diversa e geniale».

E infatti era un po’ che, davanti alla presentazione di qualche cosiddetta novità, non mi entusiasmavo quanto lo sono stata e lo sono per air up. Perché air up system è davvero una novità, è davvero un concetto innovativo e diverso.

Un’intuizione, l’idea e il coraggio di metterla in atto: per air up, start-up tedesca che è irrotta come una bomba nel segmento beverage, la storia è iniziata in modo semplice ma anche fuori dagli schemi, perché a volte basta riconsiderare qualcosa che si conosce già, magari attraverso un nuovo punto di vista.

E air up ha scelto di concentrarsi sul modo in cui consumiamo l’acqua, puntando a un aspetto spesso tralasciato: il gusto. Leggi tutto

Creativi e innovatori a rapporto: sono aperte le iscrizioni al contest Road to Green

Imperterrita, determinata e quanto mai convinta, proseguo oggi il mio cammino verso la positività dando spazio a un’iniziativa che sposo per due motivi.

Il primo motivo è che si tratta di un’iniziativa di scouting, ovvero che mira a scoprire e a sostenere persone di talento: dare sostegno al talento è un’attività per me importante e alla quale mi dedico con passione ed entusiasmo.

Il secondo motivo è che a fare scouting è Accademia del Lusso, ovvero la scuola di formazione moda con la quale collaboro stabilmente, in qualità di docente (come racconto qui e attualmente in modalità di didattica a distanza) e in qualità di redattrice di ADL Mag, la nostra rivista online (qui i miei articoli).

Ciò che desidero raccontare è che sono ufficialmente aperte le iscrizioni per #roadtogreen, il contest annuale promosso da Road to Green 2020 in collaborazione con Accademia del Lusso.

Road to Green 2020 è un’associazione no-profit fondata nel 2016 da Dionisio Graziosi e Barbara Molinario con lo scopo preciso di promuovere l’educazione ambientale: ogni anno, con questa iniziativa, l’associazione si pone l’obiettivo di stimolare la creatività e il confronto di idee, alimentando il dibattito sulle tematiche green tra istituzioni, imprese, associazioni e privati cittadini, per arrivare a produrre innovazione e progresso.

«Quest’anno lanciamo il nostro contest in un momento molto particolare, in piena emergenza sanitaria da coronavirus. Abbiamo deciso di non lasciarci fermare da questi eventi, continuando a portare avanti i nostri progetti, con l’augurio che tutto questo possa finire il prima possibile. La chiamata è rivolta a tutti coloro che abbiano un’idea che possa rendere le nostre vite più sostenibili e il nostro futuro più green in qualsiasi settore, compreso quello della salute. Dunque, creativi, innovatori e tutti voi che avete un’idea che vi sembra geniale, mettete i vostri pensieri nero su bianco e diteci come possano migliorare le nostre vite.»

Così dichiara Barbara Molinario, presidente di Road to Green 2020, e io sono assolutamente d’accordo con lei e con lo spirito che la anima.

Per partecipare a #roadtogreen bisogna presentare ‘opere green’ inedite, ispirate ai valori della salvaguardia ambientale.

Le categorie previste sono cinque: food; culture & nature; health; fashion & beauty; city, mobility & technology.

Ognuno può partecipare con la propria arte, senza alcun vincolo, mediante pittura, scultura, installazioni, video, abiti (bozzetti o realizzati), plastici ecosostenibili, disegni, fotografie, progetti di eventi e altro.

Il contest è aperto a tutti, senza vincoli di età, nazionalità, titolo o professione (… potrebbe non piacermi questa libertà?) e il termine ultimo di presentazione delle opere è il 15 luglio 2020.

Il vincitore sarà proclamato durante ‘La città del futuro’, forum internazionale che si terrà il 24 settembre a Roma: in tale occasione, i finalisti presenteranno al pubblico in sala i propri lavori e il vincitore si aggiudicherà un voucher formativo (valore 3.450 euro) da utilizzare presso la sede di Roma di Accademia del Lusso.

Se volete saperne di più, vi invito a visitare il sito di Road to Green 2020 e in particolare la pagina dedicata al regolamento. dove troverete anche il modulo di partecipazione da scaricare. C’è anche una pagina Facebook che trovate qui.

Cosa posso aggiungere?

Aggiungo l’invito che, ormai, è diventato un’altra costante: non facciamoci trovare impreparati.

Partecipate numerosi e provate a aggiudicarvi una chance interessante per il futuro.

Manu

 

Degustando in Bottega 2019, Cremona mette in scena il suo ‘saper fare’

La Welcome Card Special Edition per Degustando in Bottega 2019

Dovete sapere, miei cari amici, che non sono solo orgogliosamente milanese, come scrivo spesso, ma sono anche orgogliosamente lombarda; dunque, quando sento dire che la Lombardia è una regione ‘piatta’ anche nel senso di ‘noiosa’… beh, ho un sussulto di sdegno.

La Lombardia piatta e noiosa? Niente affatto!

Prima di tutto, geograficamente parlando (ed escludendo il mare, ahimè), la Lombardia offre una gran varietà tra campagna e città, pianura e montagne, laghi e fiumi.

Poi, parlando in senso metaforico, la Lombardia offre lavoro attraverso le sue numerose attività ma offre anche cultura, arte, svago, intrattenimento. Ed eccellenze enogastronomiche.

Insomma, la Lombardia è anche turismo e non solo business e affari: Milano ha avuto l’opportunità di dimostrarlo grazie all’Expo 2015 (di Expo parlai anch’io nel blog a più riprese, per esempio qui) e ora (finalmente!) è anche una meta turistica – mai visti così tanti turisti come negli ultimi anni! – e spero che lo stesso accada sempre più a tutte le città della mia regione in un’ottica di sistema che a me piace molto.

Perché, pur adorandola, non mi fermo certo a Milano: a una distanza breve, entro i confini regionali, ci sono tante meraviglie da scoprire.

Per esempio, oggi desidero parlare di una città che amo molto: Cremona, la città dei violini e dei liutai, del torrone e del salame, del bollito e della mostarda…

Io l’ho scelta lo scorso anno per festeggiare la Festa dei Lavoratori, condividendo un po’ di miei scatti tra eccellenze culinarie (qui), bellezze architettoniche (per esempio qui) ed eccellenza musicale (qui).

E oggi Cremona offre a tutti gli estimatori del bello e del buono una nuova opportunità: la manifestazione Degustando in Bottega che mette al centro il ‘saper fare’ della città.

Barbara Manfredini (Assessore al Turismo del Comune di Cremona), Virginia Villa (Direttore del Museo del Violino), Cesare Baldrighi (Presidente del Consorzio Fattorie Cremona) e Stefano Conia (maestro liutaio) hanno presentato Degustando in Bottega lo scorso 29 ottobre attraverso un evento si è tenuto al Ristorante Savini Milano 1867, locale storico e palcoscenico ideale per il lancio di questa importante iniziativa: ho avuto il piacere di essere tra gli invitati e oggi, con altrettanto piacere, condivido tutti i dettagli. Leggi tutto

Pasticceria Angela Milano + Angelina Made in Milano = una nuova formula

Innamorata più che mai di Milano, la mia città, e sempre in cerca di idee nuove e di persone coraggiose in grado di concretizzarle, oggi vi racconto un nuovo progetto che mette insieme il mondo della pasticceria e del bijou: i protagonisti sono la Pasticceria Angela Milano e il brand Angelina Made in Milano.

La Pasticceria Angela Milano ha la propria sede storica in un edificio della vecchia Milano in via Ruggero di Lauria 15: fondata nel 1979 dalla famiglia Di Clemente, continua a riservare alla sua clientela una vasta gamma di prodotti di produzione rigorosamente propria, con ricette storiche personalizzate e rielaborate, ricercate ma allo stesso tempo rispettose della tradizione.

A gestire la pasticceria sono Angela e Luigi con il figlio Luca: i tre hanno deciso di aprire un secondo punto vendita in via Carlo Ravizza 6 con la formula di una piccola boutique – pasticceria in partnership con Angelina Made in Milano, il marchio creato dalla giornalista Cristiana Schieppati, creando un nuovo modo di vivere la dolcezza a 360°.

La pasticceria che fa bella mostra di sé in via Ravizza è prodotta nello storico laboratorio di via Ruggero di Lauria dove Luigi Di Clemente, il fondatore nonché pastry chef, crea specialità della tradizione italiana e non solo, invitando tutti i buongustai a colazione (con oltre 13 diversi tipi di brioche), pranzo e aperitivo.

Nel segno della continuità, il nuovo punto vendita è allestito affinché sia possibile gustare proposte dolci e salate, incluso il caffè Angelina, un café gourmand con assaggio di dolci tutti di produzione giornaliera (oltre che artigianale, naturalmente); all’interno dello spazio trova inoltre ospitalità il mondo di Angelina Made in Milano, bijou in argento 925 con pietre semi-preziose, orecchini con smalti colorati, bracciali dell’amicizia e anelli golosi proprio come dolci. Leggi tutto

Maio Restaurant, un restyling all’insegna della contemporaneità

Mi piace scoprire bellezza e talento, senza preclusioni e senza ‘compartimenti stagni’, spaziando in ogni direzione possibile; mi piace l’idea di condividere tali scoperte e di includere in un ideale circolo virtuoso quante più persone possibili, usando la straordinaria possibilità dataci oggi dal web e dai social network.

Ho espresso tante volte questo pensiero, ma ogni tanto mi piace ribadirlo, perché è qualcosa in cui credo profondamente e che per me è estremamente importante.

Condivido pertanto con piacere ed entusiasmo un’esperienza fatta poco prima della Fashion Week che mi ha poi travolta, come sempre, motivo per il quale trovo modo di scriverne solo oggi: l’esperienza mi ha dato l’opportunità di toccare con mano l’ospitalità di Maio Restaurant, una realtà ricca di sfaccettature tra tradizione e contemporaneità, Made in Italy e respiro internazionale.

Maio Restaurant è un punto di riferimento gourmet in una location che non ho paura a definire unica: si trova al settimo piano della Rinascente di Milano, di fronte alle guglie del Duomo che sembrano così vicine da poterle toccare.

Alla location mozzafiato si unisce una solida filosofia secondo il pensiero dei proprietari, i fratelli Alessandro e Massimo Maio, membri di una famiglia che è attiva nel settore della ristorazione d’eccellenza dal 1976.

Amore (anzi passione) per il mestiere, serietà, concretezza e rispetto del lavoro dei collaboratori: sono le basi sulle quali la famiglia ha costruito nel tempo un percorso solido e una altrettanto solida reputazione. Leggi tutto

Perché a qualcuno potrebbe o dovrebbe «fregare» di andare a Lione

Sì, lo so: si parla da moltissimo tempo della ferrovia Torino – Lione, generalmente definita TAV (da treno ad alta velocità sebbene sarebbe in realtà una linea mista) e che andrebbe ad affiancare la linea storica già esistente tra la città italiana e quella francese.
Se ne parla spesso, tra infinite polemiche e malintesi, tra pro e contro, tra favorevoli e contrari; eppure confesso che, quando ho deciso di passare un paio di giorni proprio a Lione, non sapevo nulla della esternazione del nostro Ministro Toninelli.
Mi era sfuggito che, durante la trasmissione Coffee Break su La7, la mattina dello scorso 4 febbraio, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo Conte avesse dichiarato «Chi se ne frega di andare a Lione, lasciatemelo dire».
L’ho scoperto solo quando, instagrammando foto delle mie giornate lionesi, una persona simpatica e sempre piacevolmente ironica ha commentato: «Toninelli ti chiederebbe ‘ma che ci fai mai a Lione’… tu la risposta ce l’hai».

A Lione ci sono andata per accompagnare mio marito che doveva partecipare a un concorso internazionale di modellismo: per la precisione, Enrico costruisce e dipinge figurini e miniature storiche e fantasy.
E ci sono andata, anzi, tornata volentieri in quanto serbavo un ottimo ricordo della città che avevamo già visitato nel 2014: l’ho riscoperta anche più piacevole di quanto già fosse nei miei ricordi, con un’atmosfera vitale e frizzante che mi piace molto.

Parrebbe quindi, caro Ministro Toninelli, che vi sia qualche folle al quale andare a Lione interessi e che trova addirittura varie motivazioni per farlo.

Ora – non ho alcuna intenzione di scendere nel merito della questione della ferrovia Torino – Lione.
Né voglio parlare di politica o – meglio ancora – non desidero schierarmi pro o contro nessun partito.
E non avevo minimamente pensato di scrivere un post sul mio breve soggiorno ma, riguardando le foto che ho scattato a Lione, mi sono detta che l’esternazione del Ministro Toninelli era davvero infelice e ingiusta quanto fuori luogo.
Di conseguenza, se avete voglia di venire con me, ho il desiderio di condividere con voi qualche parola e qualche foto, senza alcuna polemica ma solo per elencare i motivi (oltre a quelli personali e soggettivi che ho finora citato) per i quali a qualcuno (o a molti) potrebbe invece «fregare» – eccome! – di andare a Lione.

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My Juice Coldpress: i succhi di Matilde vanno ben oltre i buoni propositi

Image courtesy My Juice Coldpress

Ci sono due particolari momenti in cui quasi tutti esprimiamo buoni propositi e auspici di cambiamento.

Il primo momento è il mese di settembre quando, terminate le vacanze estive, gli studenti rientrano in classe e i lavoratori fanno ritorno alle loro abituali occupazioni professionali.
Il secondo momento è il mese di gennaio quando, archiviate le lunghe feste natalizie, tutti inauguriamo davvero un nuovo anno. Da calendario, insomma, e non solo percepito come accade invece a settembre.

In entrambe le occasioni, fioccano i buoni propositi: iniziare ad andare in palestra o in piscina o a correre all’aperto, iscriversi a quel corso di ballo a lungo agognato (o di canto o di altro ancora), leggere i libri impilati da tempo sul nostro comodino, trovare più tempo per noi stessi e per i nostri cari, abbandonare le abitudini poco sane…
Potrei continuare all’infinito, esiste un’ampia gamma di propositi e ognuno ha i propri.

Mi sono accorta che, più o meno volontariamente e consciamente, ho scritto abbandonare le abitudini poco sane.
Forse perché, come molti altri, anch’io sono conscia di fare cose che non rientrano in uno stile di vita che definirei sano.
Ma tra l’essere consci e il mettere in pratica… c’è una bella differenza.

E dunque, sebbene io sia iscritta in palestra e – udite udite! – ci vada anche regolarmente (lo giuro!), ho un sacco di altre abitudini non molto sane: mi piace (troppo) mangiare (nel senso che ho un robusto appetito), mi piace concedermi un bicchiere di vino o una birra (sebbene mai io ne abusi), fumo (anche se saltuariamente), lavoro con ritmi infernali, spesso dormo troppo poco, passo troppo tempo su Internet (scusa ufficiale il lavoro, ma la verità è che mi piace perché annulla qualsiasi limite fisico, geografico e temporale).

Aggiungo che non sono il massimo della precisione e della puntualità nel fare controlli medici e ho già confessato in passato di essere pigra quanto a certe abitudini inerenti la beauty routine, tipo mettermi la crema viso o la crema corpo. Però mi strucco per bene ogni sacrosanta sera, giuro anche questo.

Insomma, direi che non brillo quanto ad auto-disciplina… Leggi tutto

Se una milanese innamorata decide di parlare della Pescheria Spadari…

Martedì sera ho inaugurato il periodo degli aperitivi natalizi con un impegno al quale tenevo molto, ovvero il Christmas Cocktail della Premiata Pescheria Spadari.

Perché ci tenevo così tanto?
Ve lo riassumo in quattro punti.
1 – Da milanese assai orgogliosa, tengo molto ai luoghi storici e la Pescheria Spadari è – che io sappia – la più antica e longeva della città: è stata fondata nel lontano 1933, ben 85 anni fa!
2 – Mi piace chi conta su storia e tradizione ma non vi si adagia, bensì al contrario accetta e sposa nuove sfide.
3 – Mi piace chi accetta le sfide del digitale senza snaturare il proprio DNA e senza dimenticare il rapporto fiduciario con la propria clientela.
4 – Last but not least… adoro il pesce!

Dunque… considerato che il pesce della Pescheria Spadari è sempre meravigliosamente fresco e visto che hanno deciso di introdurre tutta una serie di novità quanto a proposte e servizi, ero curiosissima di andare a verificare il tutto di persona.

Il risultato della spedizione mi ha tanto soddisfatta da decidere di dedicare un post a questa storica istituzione meneghina, anche perché mi piacerebbe poter dare uno spunto per pranzi, aperitivi e cene anche in vista del Natale.

Ho definito storica la Pescheria Spadari e credo di poterlo fare per ben due motivi: per la posizione nell’omonima via a due passi da Piazza del Duomo, nel cuore di Milano, e per la longevità.

Come raccontavo in principio, il locale ha infatti visto gli albori nel 1933 grazie alla grande passione di Giovanni Battista Bolchini che, con la sua attività, ha contribuito anche a creare in quegli anni una nuova e originale immagine del pescivendolo, presentandosi in cravatta e panciotto.
Quando si dice avere stile…

Il successo della Pescheria Spadari è stato immediato e ha spinto ben presto Bolchini a creare una società con altri esperti del mestiere, Franco Campiglio e suo fratello Alfonso; per poter far fronte alla sempre maggior richiesta da parte della clientela, a loro si è poi aggiunto Gaudenzio Maffezzoli.

La passione e il forte senso del dovere dei soci hanno fatto sì che persino durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante gli sfollamenti di massa, la Pescheria Spadari abbia sempre regolarmente aperto i battenti ogni giorno (… altro moto di orgoglio).

Nella città della moda e della finanza, anno dopo anno, la bottega è cresciuta costantemente e ha acquistato prestigio e grande notorietà, tanto da essere stata menzionata perfino in una canzone dei menestrelli meneghini Cochi e Renato.
«Il mare l’abbiamo avuto anche a noi a Milano (…) che c’è ancora il pesce adesso in via Spadari»: così cantava il famoso duo di cabaret pensando proprio alla Premiata Pescheria Spadari.

Ancora oggi l’attività è saldamente in mano agli eredi delle famiglie dei soci originari: anche grazie al loro contributo, la Pescheria Spadari ha ricevuto nel tempo numerosi premi e riconoscimenti, a testimonianza dell’importante ruolo svolto nel creare l’identità storica del commercio alimentare – e della cultura ittica – nel capoluogo lombardo.

Dicevo che, durante gli 85 anni di attività, il prestigio di questa bottega storica è cresciuto costantemente, anche per l’abilità di evolversi in modo coerente con i cambiamenti del mercato e la capacità di adeguare l’offerta dei servizi.

Alla tradizionale offerta di pesce fresco è stato per esempio affiancato un servizio di cucina molto apprezzato: la Pescheria lo propone durante le ore di pausa pranzo – dal martedì al venerdì dalle 12:30 alle 14:30 – con un’ampia scelta di piatti preparati da un eccellente staff.

Non solo: sull’onda della dilagante street food mania, Pescheria Spadari apre (anche fisicamente!) la sua vetrina per offrire un servizio di pesce da passeggio con panini di pesce, insalate di mare, coni di frittura, un pranzo leggero e sfizioso da gustare passeggiando per le vie del centro.

Il servizio si è ulteriormente ampliato con l’inaugurazione del Bistrot che è aperto anche in fascia serale (da mercoledì a sabato dalle 19:30 alle 22:30) nonché di sabato e domenica (dalle 12:30 alle 14:30).

Volontà di Pescheria Spadari è quella di restare ancorata alle tradizioni che la contraddistinguono da sempre, ovvero la qualità assoluta del pesce fresco e la disponibilità nei confronti della propria clientela; nello stesso tempo, c’è il preciso desiderio di adeguarsi a un modo di comunicare e di servire moderno e veloce.

Da qui nasce la necessità di soddisfare i bisogni di un nuovo pubblico (così come sempre fatto con quello cosiddetto storico) creando proposte e servizi volti a soddisfare tutte le esigenze: cito la possibilità di prenotare online pacchi di Natale personalizzabili.

Per i più indecisi, invece, ci sono perfino le gift card in tre diverse fasce di prezzo, acquistabili anch’esse online.

(Messaggio subliminale per chiunque desideri farmi un regalo: io apprezzerei sia i pacchi sia le gift card…)

Uno sguardo al digital senza mai però dimenticare il rapporto diretto con la clientela: Pescheria Spadari ha creato la infoline 353/3691263 alla quale è possibile rivolgersi per un filo diretto con gli esperti del banco ai quali chiedere consigli e ricette per poi ricevere il tutto comodamente a casa.

Pescheria Spadari mette infatti a disposizione anche un fish delivery, il nuovo servizio di consegna a domicilio del pescato e della gastronomia cucinata, semplice, comodo e perfino ecologico grazie all’accordo con UBM – Urban Bike Messengers, servizio di corrieri in bici nato nel 2008, dieci anni fa.

Insomma, è proprio il caso di dirlo: 85 anni e non sentirli!

Manu

La Premiata Pescheria Spadari è in via Spadari 4
Qui trovate il sito, qui la pagina Facebook, qui l’account Instagram e qui il canale YouTube.

Starbucks Milano, innovazione e tradizione con focus sul Made in Italy

L’esterno di Starbucks Milano (ph. courtesy ufficio stampa)

È uno degli argomenti più gettonati di questo rientro post vacanze alquanto caldo (metaforicamente e letteralmente, visto il tempo degno del mese di luglio): Starbucks Milano è ufficialmente aperto ed è il primo punto vendita italiano della celeberrima insegna americana fondata nel 1971 da Howard Schultz il quale, negli anni, ha colonizzato il mondo (anche in questo caso quasi letteralmente…) con oltre 28.000 caffetterie in 78 paesi.

Nelle redazioni dei giornali, l’opening fa scorrere fiumi di inchiostro e fa ticchettare allegramente i tasti dei pc; attraverso i vari social, da Facebook a Twitter passando per Instagram, favorevoli e contrari battibeccano più o meno animatamente; intanto, in piazza Cordusio, davanti al palazzo che in passato ospitava le Poste, c’è coda fissa per prendere un caffè – e si parla di ore di attesa.

Io non ci sono ancora stata, poiché vi confesso che spararmi detta coda non mi attrae nemmeno un po’: sicuramente, però, ci andrò appena sarà scemata la mania dei primi giorni e ci andrò perché a me Starbucks piace.
Sono stata in tanti loro locali in vari paesi e sono felice che abbiano scelto la mia città come punto di partenza di una strategia che era destinata ad approdare anche qui da noi in Italia: era solo una questione di tempo e, tra l’altro, Starbucks Milano è ora il più grande store d’Europa (2.300 metri quadri) nonché il terzo al mondo (dopo Seattle e Shanghai) e porta per la prima volta nel vecchio continente il format della Roastery (ovvero torrefazione), la versione lusso – diciamo così – del locale con la classica insegna al neon bianca e verde alla quale, chi lo frequenta, è abituato.

Da fuori, lo storico palazzo delle Poste sembra essere sempre lo stesso: l’insegna del nuovo Starbucks è nera, discreta, direi elegante (come potete vedere dalla foto di apertura), e dà perfino poco nell’occhio se non fosse per i tavolini all’esterno che fanno invece subito comprendere la presenza di una caffetteria.
Da orgogliosa nativa e abitante del capoluogo lombardo, tutto ciò – l’attenzione verso Milano – mi fa piacere: francamente, se proprio ve lo devo dire, non comprendo le polemiche e ai brontoloni (lo scrivo con affetto e simpatia, sia chiaro) vorrei dire che… anche questo è cambiamento e crescita.

Cerchiamo di vedere il lato buono di questa novità: l’importante è non farsi tiranneggiare e conservare anche ciò che è nostro, ma la convivenza di tradizione e innovazione è possibile e a me piace.
Non per nulla, in principio, ho scelto il verbo colonizzare: so che questo è esattamente ciò che pensano molti, ci facciamo colonizzare, ma oggi desidero raccontarvi un paio di cose che spiegano il titolo che ho scelto per tale post e che avvalorano la mia tesi, ovvero come tradizione e innovazione possano convivere in buona armonia, come possano aiutarsi a vicenda e come sia possibile conservare ciò che è nostro pur accogliendo un’insegna che si trova in tutto il globo. Leggi tutto

E con il panettone di Giacomo Milano vi auguro Buon Natale :-)

Quest’anno, in più occasioni, vi ho parlato di Urban Finder.

Urban Finder è una app che è stata creata per aiutare ogni persona a trovare (in inglese to find) ciò che cerca in una città (come suggerisce l’aggettivo urban), trovando le soluzioni più adatte rispetto ai propri gusti e alle proprie personali esigenze (ho raccontato tutto in dettaglio qui).

Quindi, in definitiva è un Personal Finder.

Mentre la app è attualmente in fase di re-styling, è nato un gruppo che si chiama UF Lovers, ovvero un gruppo di vari professionisti del mondo digital chiamati a condividere esperienze: lo scopo è quello di creare una rete di relazioni che possa arricchire la app stessa e, conseguentemente, costituire un ulteriore valore per chi la userà.

Con mia grande felicità, sono stata invitata anch’io a far parte del gruppo e ho così due interessanti opportunità: da una parte, prendo parte a una serie di incontri tra gli UF Lovers (qui trovate quello del 28 giugno) e dall’altra sono un po’ pioniere e un po’ tester di Urban Finder.

In occasione del Natale, sono stata invitata a prendere parte a un’esperienza molto interessante: partecipare a un Panettone Lab presso il laboratorio di pasticceria di Giacomo, vera istituzione meneghina.

Ora, dovete sapere quattro cose. Leggi tutto

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