Se una milanese innamorata decide di parlare della Pescheria Spadari…

Martedì sera ho inaugurato il periodo degli aperitivi natalizi con un impegno al quale tenevo molto, ovvero il Christmas Cocktail della Premiata Pescheria Spadari.

Perché ci tenevo così tanto?
Ve lo riassumo in quattro punti.
1 – Da milanese assai orgogliosa, tengo molto ai luoghi storici e la Pescheria Spadari è – che io sappia – la più antica e longeva della città: è stata fondata nel lontano 1933, ben 85 anni fa!
2 – Mi piace chi conta su storia e tradizione ma non vi si adagia, bensì al contrario accetta e sposa nuove sfide.
3 – Mi piace chi accetta le sfide del digitale senza snaturare il proprio DNA e senza dimenticare il rapporto fiduciario con la propria clientela.
4 – Last but not least… adoro il pesce!

Dunque… considerato che il pesce della Pescheria Spadari è sempre meravigliosamente fresco e visto che hanno deciso di introdurre tutta una serie di novità quanto a proposte e servizi, ero curiosissima di andare a verificare il tutto di persona.

Il risultato della spedizione mi ha tanto soddisfatta da decidere di dedicare un post a questa storica istituzione meneghina, anche perché mi piacerebbe poter dare uno spunto per pranzi, aperitivi e cene anche in vista del Natale.

Ho definito storica la Pescheria Spadari e credo di poterlo fare per ben due motivi: per la posizione nell’omonima via a due passi da Piazza del Duomo, nel cuore di Milano, e per la longevità.

Come raccontavo in principio, il locale ha infatti visto gli albori nel 1933 grazie alla grande passione di Giovanni Battista Bolchini che, con la sua attività, ha contribuito anche a creare in quegli anni una nuova e originale immagine del pescivendolo, presentandosi in cravatta e panciotto.
Quando si dice avere stile…

Il successo della Pescheria Spadari è stato immediato e ha spinto ben presto Bolchini a creare una società con altri esperti del mestiere, Franco Campiglio e suo fratello Alfonso; per poter far fronte alla sempre maggior richiesta da parte della clientela, a loro si è poi aggiunto Gaudenzio Maffezzoli.

La passione e il forte senso del dovere dei soci hanno fatto sì che persino durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante gli sfollamenti di massa, la Pescheria Spadari abbia sempre regolarmente aperto i battenti ogni giorno (… altro moto di orgoglio).

Nella città della moda e della finanza, anno dopo anno, la bottega è cresciuta costantemente e ha acquistato prestigio e grande notorietà, tanto da essere stata menzionata perfino in una canzone dei menestrelli meneghini Cochi e Renato.
«Il mare l’abbiamo avuto anche a noi a Milano (…) che c’è ancora il pesce adesso in via Spadari»: così cantava il famoso duo di cabaret pensando proprio alla Premiata Pescheria Spadari.

Ancora oggi l’attività è saldamente in mano agli eredi delle famiglie dei soci originari: anche grazie al loro contributo, la Pescheria Spadari ha ricevuto nel tempo numerosi premi e riconoscimenti, a testimonianza dell’importante ruolo svolto nel creare l’identità storica del commercio alimentare – e della cultura ittica – nel capoluogo lombardo.

Dicevo che, durante gli 85 anni di attività, il prestigio di questa bottega storica è cresciuto costantemente, anche per l’abilità di evolversi in modo coerente con i cambiamenti del mercato e la capacità di adeguare l’offerta dei servizi.

Alla tradizionale offerta di pesce fresco è stato per esempio affiancato un servizio di cucina molto apprezzato: la Pescheria lo propone durante le ore di pausa pranzo – dal martedì al venerdì dalle 12:30 alle 14:30 – con un’ampia scelta di piatti preparati da un eccellente staff.

Non solo: sull’onda della dilagante street food mania, Pescheria Spadari apre (anche fisicamente!) la sua vetrina per offrire un servizio di pesce da passeggio con panini di pesce, insalate di mare, coni di frittura, un pranzo leggero e sfizioso da gustare passeggiando per le vie del centro.

Il servizio si è ulteriormente ampliato con l’inaugurazione del Bistrot che è aperto anche in fascia serale (da mercoledì a sabato dalle 19:30 alle 22:30) nonché di sabato e domenica (dalle 12:30 alle 14:30).

Volontà di Pescheria Spadari è quella di restare ancorata alle tradizioni che la contraddistinguono da sempre, ovvero la qualità assoluta del pesce fresco e la disponibilità nei confronti della propria clientela; nello stesso tempo, c’è il preciso desiderio di adeguarsi a un modo di comunicare e di servire moderno e veloce.

Da qui nasce la necessità di soddisfare i bisogni di un nuovo pubblico (così come sempre fatto con quello cosiddetto storico) creando proposte e servizi volti a soddisfare tutte le esigenze: cito la possibilità di prenotare online pacchi di Natale personalizzabili.

Per i più indecisi, invece, ci sono perfino le gift card in tre diverse fasce di prezzo, acquistabili anch’esse online.

(Messaggio subliminale per chiunque desideri farmi un regalo: io apprezzerei sia i pacchi sia le gift card…)

Uno sguardo al digital senza mai però dimenticare il rapporto diretto con la clientela: Pescheria Spadari ha creato la infoline 353/3691263 alla quale è possibile rivolgersi per un filo diretto con gli esperti del banco ai quali chiedere consigli e ricette per poi ricevere il tutto comodamente a casa.

Pescheria Spadari mette infatti a disposizione anche un fish delivery, il nuovo servizio di consegna a domicilio del pescato e della gastronomia cucinata, semplice, comodo e perfino ecologico grazie all’accordo con UBM – Urban Bike Messengers, servizio di corrieri in bici nato nel 2008, dieci anni fa.

Insomma, è proprio il caso di dirlo: 85 anni e non sentirli!

Manu

La Premiata Pescheria Spadari è in via Spadari 4
Qui trovate il sito, qui la pagina Facebook, qui l’account Instagram e qui il canale YouTube.

Il rosso? Lo amo e lo porto perché supera le mode e dà energia!

Quando mi chiedono quale sia il mio colore preferito sono sempre un po’ in imbarazzo.

Perché? Perché la risposta è piuttosto articolata.

Prima cosa, vado a estro (o follia…) del momento: succede che, per intere settimane, io non riesca a liberarmi del nero, mentre capitano periodi in cui vesto in maniera piuttosto colorata. Passo da un estremo all’altro, insomma, come mi capita spesso e in diversi ambiti: mai mezze misure, io!

C’è da dire che, anche quando sono nel periodo total black, in genere riservo comunque al colore qualche piccolo spazio o almeno un accenno, per esempio attraverso qualche accessorio.

Sono dunque una persona che ama il colore in generale e che non può farne a meno, sia anche solo a piccole dosi.

E tra i colori non ne ho uno preferito in particolare: mi è capitato di scegliere capi e accessori azzurri, verdi, gialli, arancioni. Amo perfino il viola (tanto!), tinta disdegnata da molti: non sono minimamente superstiziosa.

Se devo invece indicare un colore che non mi è particolarmente gradito, devo ammettere che negli ultimi anni faccio molta fatica a portare il marrone: è strano, anni fa mi piaceva e lo indossavo, spesso e volentieri. Leggi tutto

Io, Fata Madrina 2.0 in una Bianca Notte Regale (grazie Pinina!)

Da quattro anni, ogni fine novembre, mi viene concesso un privilegio straordinario: vivere un magico sogno, con la possibilità – per una notte – di diventare chiunque io desideri.
In tempi un po’ grigi e incerti, avere una simile possibilità equivale a un sogno vero e proprio; stavolta, poi, la notte speciale è stata quella di sabato 26 novembre, ovvero esattamente la data del mio compleanno.
Colei che mi fa tale dono è la Contessa Pinina Garavaglia: interessante, piacevolissima, poliedrica protagonista della vita mondana italiana e internazionale nonché persona dotata di grande intelligenza, acume, sensibilità e cultura, Pinina allestisce con passione e mano sapiente la sua festa in costume, un palcoscenico molto speciale che ogni anno anticipa il Natale.
Grazie a lei, sono stata una dama della Belle Époque Imperiale (2013); ho vestito i panni di Medora, la protagonista femminile de Il Corsaro, melodramma di Giuseppe Verdi (2014); ho vissuto I Secoli d’Oro, festa in total gold tra fantasia e storia (2015).
Quando in settembre ho ricevuto l’invito per il nuovo party, sono rimasta immediatamente colpita dal tema scelto da Pinina: Bianca Notte Regale, con un dress code che richiedeva un costume rigorosamente candido.
L’ispirazione poteva venire da “storia, fiaba o fantasia”, come recitava l’invito: così, ho deciso che quest’anno mi sarei lasciata guidare proprio dalla fantasia con un tocco di fiaba. Leggi tutto

I Secoli d’Oro della Contessa Garavaglia

La vita è un meraviglioso teatro.

Pinina Garavaglia lo sa e ogni anno, poco prima di Natale, allestisce con cura, passione e mano magistrale il suo palcoscenico molto speciale.

Ricordo bene quando leggevo di lei, dei suoi salotti e delle sue feste sui giornali, perché Pinina è una delle protagoniste della vita mondana italiana e internazionale: ricordo il mio stupore e la mia curiosità che sono perfino aumentate da quando ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerla personalmente proprio come accade in una favola che infine si avvera – perché ogni tanto le favole si avverano, sì.

Sono grata a Pinina per avermi aperto le porte della sua casa: ora, al fascino che già esercitava su di me, si aggiunge tanta stima personale perché la Contessa è una persona estremamente interessante, piacevole, poliedrica. È dotata di grande intelligenza, acume, sensibilità e cultura.

La sua festa natalizia regala a ogni invitato una splendida opportunità: mettere in scena sé stesso e un proprio personaggio.

Grazie a Pinina, nel 2013, sono stata una dama della Belle Époque Imperiale; lo scorso anno, ho invece vestito i panni di Medora, la protagonista femminile de Il Corsaro, melodramma di Giuseppe Verdi. Leggi tutto

Spring Fantasy, festa di primavera dalla Contessa Garavaglia

Sono sempre stata un’estimatrice della bella stagione, così come ho sempre detestato il freddo e lungo inverno.

Ogni anno, quando iniziano i primi sentori di primavera, vivo puntualmente le stesse sensazioni: sento scorrere linfa nuova nelle vene e posso finalmente togliermi di dosso un’immaginaria e pesante coltre di torpore.

È come se, durante l’inverno, io congelassi una parte di me in una sorta di letargo per concentrare tutte le risorse verso lo sforzo di sopravvivere: terminata quella che per me è una vera e propria emergenza, le energie mentali e le emozioni tornano a fluire liberamente.

Quando andavo a scuola, sebbene fossi un’alunna piuttosto diligente, l’inizio della bella stagione coincideva con una certa insofferenza a stare chiusa fra quattro mura, costretta su banchi che improvvisamente diventavano stretti: ricordo anche che pregavo mamma affinché facesse il cambio dell’armadio consentendomi di indossare le gonne più leggere, il blazer blu coi bottoni dorati, i mocassini.

Non sono cambiata poi molto da allora e, ancora oggi, il tepore primaverile continua a darmi quella sensazione di solletico dei sensi che mi rende quasi insopportabile l’abituale routine e mi fa venire voglia di spazi liberi e di orizzonti più ampi: mi viene voglia di scappare dal traffico congestionato, dal cemento, dagli angoli di cielo ritagliati tra un palazzo e l’altro. Leggi tutto

Hawaiian Tropic, una serata tra nuove app e chef stellati

Vi ho mai detto che in cucina sono una completa frana?

In verità, non sono perfetta in nessuna delle faccende di casa, però, mentre so stirare e rigovernare (diciamo decorosamente), sono davvero un’assoluta incapace ai fornelli: non so preparare più di un piatto di pasta o di un uovo fritto. E dire che mia madre è una cuoca provetta e che anche mio padre sa cucinare bene (poveretti, che figlia degenere).

A ogni modo, a dispetto della mia inettitudine, oggi desidero darvi un paio di ricette vincenti, la prima per una serata e la seconda per un piatto (state tranquilli, in questo caso non è mia).

Partiamo con la serata: siete pronti? Ecco gli ingredienti fondamentali.

Prima di tutto, prendiamo un’amica speciale, perché condividere le cose belle è il mio credo; poi, pensiamo a un luogo affascinante: infine, aggiungiamo voglia d’estate e di sole. Le ricette, di solito, usano la formula q.b., quanto basta.

Queste sono state le basi di una serata organizzata da Hawaiian Tropic, il marchio che pensa a tutti gli amanti dell’abbronzatura fin dal lontano 1969.

La loro formula, diventata poi un enorme successo, nacque ispirandosi al mix di oli naturali che i nativi hawaiani si spalmavano sulla pelle per proteggersi da sole, acqua e vento: nel 1974, la miscela divenne così amata e popolare da dare inizio alla produzione su larga scala. Leggi tutto

Il “Teatro dell’Opera” della Contessa Pinina Garavaglia

I sogni a volte si avverano.

Lo scorso anno, avevo iniziato un post con queste parole: oggi, trovo che esse siano ancora attuali e adatte. Il sogno si è infatti ripetuto e lo scorso 28 novembre ho avuto il piacere di partecipare nuovamente alla festa in costume che la Contessa Pinina Garavaglia dà ogni anno nella sua casa.

Pinina Garavaglia è una delle grandi protagoniste della vita mondana italiana e internazionale: è una persona estremamente interessante e piacevole, poliedrica, sfaccettata, dotata di grande intelligenza, acume, sensibilità, cultura ed eleganza.

Sono grata a Pinina per avermi accolta tempo fa e per avermi aperto le porte della sua casa in più occasioni: ora, al fascino che già esisteva quando leggevo di lei sui giornali, si aggiunge tutta la mia stima personale.

La sua festa in costume ha ogni volta un tema differente e quest’anno era dedicata al Teatro dell’Opera: ogni ospite è stato invitato a scegliere e ad interpretare un personaggio, dell’opera o del balletto. Leggi tutto

Coltivare bellezza in compagnia di Mathilde Thomas

Nutro molta ammirazione nei confronti di coloro che sono capaci di trasformare i propri sogni in realtà e ne nutro altrettanta verso chi ha idee audaci che riesce a realizzare. Forse, quando Mathilde Thomas, fondatrice di Caudalie, maison de beauté francese, ha iniziato a inseguire il proprio sogno, qualcuno può averlo trovato bizzarro e magari visionario: aveva ragione lei, invece, e, dopo lunghi studi, l’ha dimostrato, costruendo una realtà solida che unisce etica ed estetica.

La filosofia del suo marchio ruota attorno a un ingrediente: l’uva. “Ho fondato Caudalie con mio marito Bertrand” – racconta Mathilde – “e la nostra storia inizia a Bordeaux, nella proprietà di famiglia nel cuore dei vigneti.” La svolta viene dall’incontro con Joseph Vercauteren, professore ed esperto di chiara fama mondiale: è lui a far capire alla giovane imprenditrice tutto il grande potenziale della tenuta familiare. I vigneti servono a produrre vini pregiati, certo, ma possono anche fornire la base per prodotti di bellezza innovativi.

L’uva e la vite racchiudono infatti molti principi naturali preziosissimi per la pelle e i polifenoli contenuti nei vinaccioli d’uva (i semi degli acini) sono i più potenti antiossidanti presenti nel mondo vegetale. Nel 1995, due anni dopo l’incontro col professor Vercauteren, Mathilde e Bertrand depositano il brevetto sull’estrazione e la stabilizzazione dei polifenoli di vinaccioli. Leggi tutto

Marie Claire presenta Milan and the Magic Accessories

A Milano è di nuovo tempo di Settimana della Moda o Fashion Week, per chi preferisce l’inglese. Come accade a ogni edizione, sto girando in cerca di talenti da raccontare, conoscenze da consolidare, nuovi incontri. Ho già adocchiato molte cose interessanti e – se vi andrà – nella prossime settimane troverete qui tanti racconti.

Intanto, però, sento il desiderio di raccontarvi subito un’iniziativa che è in corso, godibile da parte di chiunque stia o verrà a Milano fino al 22 settembre. Si tratta di una mostra open air voluta da Marie Claire e che incarna alla perfezione il mio concetto di moda: avvicina quest’ultima all’arte creando nuovi scenari e un’interessante commistione. È ricca di contenuti, suggestioni, rimandi, fantasia e conferma che la moda è un linguaggio, una forma espressiva.

Già lo scorso febbraio, proprio in occasione della precedente settimana della moda, Marie Claire aveva dedicato un numero speciale al meglio della moda e degli accessori: l’editore Hearst fa il bis e il numero di ottobre esce in questi giorni in due volumi. Il magazine sarà anche eccezionalmente disponibile in versione e-mag. Leggi tutto

Il settimanale Gioia! (col punto esclamativo) compie un anno

Un anno fa, ero stata invitata al party organizzato per festeggiarne il rilancio; esattamente un anno dopo, sono stata invitata alla serata in onore del suo primo compleanno. Di chi o di cosa parlo? Del settimanale Gioia! e il punto esclamativo non sono io a mettercelo.

Lo scorso anno, la casa editrice Hearst ha deciso di rifondare il buon vecchio Gioia (senza punto esclamativo), testata storica ma bisognosa di un restyling, esattamente come capita talvolta a noi donne: avete presente quando ci guardiamo allo specchio e intuiamo che è giunto il momento di cambiare taglio di capelli o di provare un nuovo colore di rossetto? Ecco, a volte succede anche ai giornali, perché i tempi cambiano e corrono, anzi, galoppano. E in questi casi non serve il parrucchiere o il make-up artist, ma un buon direttore e un buon team.

Come avevo già raccontato lo scorso anno, ho molti ricordi legati a Gioia: rammento bene quando mamma e io andavamo a comprarlo insieme, soprattutto d’estate, quando ero a casa da scuola. Diventavo pazza se in allegato c’erano i gadget: facevo a gara con mia sorella per accaparrarmeli e in un armadietto del bagno conservo le miniature di profumo collezionate anche grazie a quegli omaggi. È stata sicuramente una tra le prime riviste a far sì che crescesse in me il senso della moda: ora, a distanza di tanti anni, mi sono ritrovata a festeggiarne prima il rilancio e poi il primo compleanno. Chi me l’avrebbe mai detto allora? Leggi tutto

The Bridge incontra Pininfarina tra artigianalità e tecnologia

Cosa succede quando due gloriose case italiane, The Bridge e Pininfarina, si incontrano e decidono di fondere il loro saper fare? Nasce una capsule collection ispirata al viaggio e al movimento.

Era il 1969 quando a Scandicci cinque artigiani decisero di associarsi e di fondare un’azienda alla quale fu dato nome II Ponte Pelletteria: da subito si distinsero per la produzione di borse e accessori di alta qualità, realizzati con materiali pregiati e dotati di un’eleganza non soggetta alle mode. Nel 1975 l’azienda lanciò il marchio The Bridge, termine inglese per ponte, a simboleggiare Ponte a Greve che collegava Scandicci a Firenze: il nome rappresenta dunque un omaggio alle origini geografiche dell’azienda. Ancora oggi, dopo più di 40 anni dalla sua fondazione, il brand resta fortemente legato alle proprie origini toscane.

La storia di Pininfarina ha avuto origine nel 1930 quando fu fondata da Battista Pinin-Farina che divenne il più celebre car designer della sua epoca: ho appreso con stupore e orgoglio che la Cisitalia 202 (datata 1947, la bellissima vettura rossa che vedete nelle foto qui sotto) è stata la prima e unica auto ad entrare nella collezione permanente del MoMA di New York. E a oggi, più di 100 Ferrari che sono andate in produzione sono state disegnate da Pininfarina. Nel 1986, la terza generazione della famiglia ha fondato Pininfarina Extra per estendere le competenze dell’azienda al di fuori del settore automobilistico. Leggi tutto

1177 mette le calze in lattina e nella vending machine

In questi giorni sto meditando su una questione: oggi come oggi, le buone idee non sono più sufficienti. Mi spiego meglio: non basta avere una buona idea, ma occorre essere in grado di veicolarla e di farla conoscere, bisogna trovare canali accattivanti. Nell’epoca del grande web e della comunicazione globale, le idee vanno a braccetto con quanto sei bravo a diffonderle: ecco perché ho trovato molto interessanti le calze 1177.

Composizione materica di straordinaria qualità e modalità di packaging e distribuzione fuori dagli schemi classici: è così che 1177 vuole scardinare il concetto di consueto. Il nome rappresenta in modo grafico e immediato gli universi del maschile e del femminile: l’11 rimanda alle gambe maschili mentre il 77, secondo un’antica tradizione italiana (avete presente quando, a Natale, si gioca a tombola coi nonni?), simboleggia le gambe femminili.

Studiate e realizzate da Ileana S.p.A., azienda leader del settore, queste calze sono le prime a utilizzare nel contesto quotidiano il filato Dryarn di Aquafil, impiegato fino a oggi in ambito sportivo: resistente e morbidissima, è la fibra più leggera esistente in natura e ora, grazie a Ileana e 1177, esordisce nella moda dopo tre anni di ricerca e test condotti su diecimila atleti. Leggi tutto

L’arte di Giovanni Bellini e il desiderio di trasparenza di Civicum

Sono la prima a sostenere il fatto che non si possa essere competenti in ogni campo, tuttavia rifiuto i compartimenti stagni e faccio volentieri incursioni in campi diversi dalla moda. Rifiuto, insomma, di avere i paraocchi: dovrei forse fingere di non vedere né sentire ciò che accade solo perché ho grande passione per la moda?

Non credo: questo non è certo il momento giusto per chiudersi dentro alla propria piccola gabbia, che sia più o meno dorata. Non si può non guardarsi attorno, non si può ignorare la necessità che si respira oggi nel nostro Paese, quella di un cambiamento e di una svolta.

Credo che, in questo frangente, a ognuno di noi tocchi la propria parte, per quanto possiamo e nella misura in cui siamo in grado di offrire il nostro contributo. Amo molto l’arte e ho quindi risposto con gioia a un invito speciale: sono felice di raccontare questa esperienza, perché mi consente di condividere bellezza ma anche di porre l’accento su un progetto che riguarda la trasparenza nell’ambito dei conti pubblici, argomento sicuramente di gran moda (perdonate il piccolo gioco auto-ironico).

Mercoledì ho partecipato a Brera Special Project, una serata interamente dedicata alla Pinacoteca. Abbiamo avuto l’opportunità di visitare la mostra dedicata a Giovanni Bellini, privatamente e con una guida molto brava; poi ci siamo spostati a Palazzo Cusani per la presentazione di un progetto intitolato Conti Trasparenti. Leggi tutto

Viaggio in Italia: 30 illustrazioni di Rebecca Moses per Marie Claire

Ci siamo: da ieri, Milano vive la sua settimana della moda. Amo questo momento soprattutto perché la mia città si anima di eventi che vanno oltre le tanto ambite sfilate.

Ho una caratteristica che forse è un limite, me ne rendo conto: durante detta settimana, non riesco ad assimilare tutto immediatamente. Non so, credo dipenda dal sovraccarico di stimoli che si concentrano nell’arco di pochi giorni: è come se andassi in una sorta di corto circuito o di indigestione. Ad ogni edizione, necessito di un po’ di tempo per digerire tutto ciò che ho visto, per farlo mio, per ricostruire il quadro d’insieme e mettere ogni tassello al suo posto.

Stamattina non voglio dunque parlarvi di nessuna delle sfilate alle quali ho assistito ieri: preferisco invece introdurre una mostra, a mio avviso bellissima, voluta da Marie Claire. Ieri sono stata al vernissage e desidero darle precedenza rispetto ad altri eventi perché la mostra è già in corso e proseguirà fino al 24 febbraio: spero possiate goderne a vostra volta – se siete o se sarete a Milano.

Sapete che sono sincera quando dico di essere una sostenitrice convinta di tutti quegli eventi che rappresentano una contaminazione tra moda e arte: l’ho dimostrato più volte qui sul blog. Sapete che sono altrettanto sincera nel dichiarare il mio amore incondizionato per gli accessori: spesso i miei post vertono proprio su tale settore specifico. Sapete infine che amo le illustrazioni tanto quanto amo la fotografia, tant’è che non molto tempo fa ho presentato quelle di Maurizio Andreuccetti. Ecco, mettete insieme queste cose e otterrete un sunto della mostra che ha acceso il mio entusiasmo. Leggi tutto

Il party Belle Époque Imperiale della contessa Pinina Garavaglia

I sogni a volte si avverano: io ci credo, sapete. Leggevo della contessa Pinina Garavaglia sui giornali, leggevo dei suoi salotti culturali, dei suoi eventi, delle sue feste: poi, un giorno, mi sono trovata vis-à-vis con lei grazie a un evento milanese e (per me ancora inspiegabilmente) si è accorta di me.

Pinina Garavaglia è una delle grandi protagoniste della vita mondana italiana e internazionale. È una persona estremamente interessante e piacevole, poliedrica, sfaccettata, dotata di grande intelligenza, cultura ed eleganza. I suoi salotti sono un’esperienza unica e impareggiabile, anche grazie alla sua squisita educazione: è capace di mettere insieme persone molto diverse tra loro e di riuscire ad amalgamarle alla perfezione. Nessun ospite viene mai lasciato in disparte nemmeno per un solo attimo, tutti vengono trattati con estremo rispetto ed attenzione: Pinina sa dare spazio a ognuno e alla sua corte ci si sente a proprio agio e importanti (dote assai rara). Sempre sorprendente, la contessa è per me fonte di gioia inesauribile in quanto – come solo i grandi artisti sanno fare – considera la moda un gioco intelligente, un linguaggio, una forma di comunicazione ed espressione. Leggi tutto

Inno alla Vita: un premio che è una filosofia

Sono un’eterna ottimista, una di quelle persone che vedono il bicchiere mezzo pieno perfino quando è rimasto solo un piccolo fondo. So che il momento in cui viviamo non è roseo: proprio per questo credo che occorra più che mai guardarsi attorno e cercare le cose buone. Sono profondamente convinta che ci sia tanta eccellenza in questa nostra travagliata Italia, eccellenza che dobbiamo porre in risalto. Lunedì sera ho partecipato a un evento che rimarrà nella memoria mia e di tutti i presenti: ho nutrito cuore e cervello guardando a ciò che di buono c’è nel mio, nel nostro Paese. Nella Sala delle Colonne del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano si è svolta la prima edizione del Premio Internazionale Madre Teresa di Calcutta Inno alla Vita, promosso e organizzato dall’Associazione scientifico-umanitaria “Ali Spahia”, nella persona di Nausika Spahia, Presidente dell’Associazione.

Inno alla Vita è un premio attribuito per l’impegno sociale e nasce dall’idea di dare un riconoscimento a donne, uomini e associazioni che si cimentano nella ricerca scientifica con risultati eccellenti o che tramite il loro contributo migliorano sensibilmente le condizioni di categorie disagiate: persone, dunque, che quotidianamente intonano il proprio inno alla vita. Il premio ha registrato il Patrocinio del Consiglio dei Ministri, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano e della Camera Nazionale della Moda Italiana. Leggi tutto

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