Hai ragione tu, caro Julian Zigerli, “Life Is One Of The Hardest”

Più passa il tempo e più si rafforza in me la convinzione che la moda sia un’arte nonché un linguaggio parlato a volte da personaggi che possiamo definire precursori o anticipatori o pionieri. Sono coloro che riescono a cambiare e riscrivere i codici, che hanno il coraggio di introdurre cambiamenti epocali: se queste persone non esistessero, ci vestiremmo ancora come i nostri trisavoli.

Non usando i codici attuali o stravolgendoli, è normale che questi stilisti risultino un po’ visionari. Faccio un paragone: pensate a cosa accadde quando alcuni artisti abbandonarono la pittura figurativa per passare a quella astratta; furono presi per folli. A mio avviso, Julian Zigerli è uno di questi antesignani: credo che stia cercando di sovvertire i codici esistenti, introducendo la sua visione ironica. Le sue parole d’ordine sembrano essere colore, positività e un tocco di humour.

Dopo aver aperto la precedente edizione di Milano Moda Uomo sfilando all’Armani Teatro con la benedizione del grande Re Giorgio (e scusate se è poco, come si suol dire), Julian ha invece stavolta chiuso la kermesse sfilando nella splendida cornice di Palazzo Isimbardi in un clima sicuramente carico di attesa e curiosità. Quando ho visto entrare i primi due modelli, sul mio volto si è aperto un sorriso: il giovane stilista è riuscito, ancora una volta, a sorprendermi. Leggi tutto

The Bridge incontra Pininfarina tra artigianalità e tecnologia

Cosa succede quando due gloriose case italiane, The Bridge e Pininfarina, si incontrano e decidono di fondere il loro saper fare? Nasce una capsule collection ispirata al viaggio e al movimento.

Era il 1969 quando a Scandicci cinque artigiani decisero di associarsi e di fondare un’azienda alla quale fu dato nome II Ponte Pelletteria: da subito si distinsero per la produzione di borse e accessori di alta qualità, realizzati con materiali pregiati e dotati di un’eleganza non soggetta alle mode. Nel 1975 l’azienda lanciò il marchio The Bridge, termine inglese per ponte, a simboleggiare Ponte a Greve che collegava Scandicci a Firenze: il nome rappresenta dunque un omaggio alle origini geografiche dell’azienda. Ancora oggi, dopo più di 40 anni dalla sua fondazione, il brand resta fortemente legato alle proprie origini toscane.

La storia di Pininfarina ha avuto origine nel 1930 quando fu fondata da Battista Pinin-Farina che divenne il più celebre car designer della sua epoca: ho appreso con stupore e orgoglio che la Cisitalia 202 (datata 1947, la bellissima vettura rossa che vedete nelle foto qui sotto) è stata la prima e unica auto ad entrare nella collezione permanente del MoMA di New York. E a oggi, più di 100 Ferrari che sono andate in produzione sono state disegnate da Pininfarina. Nel 1986, la terza generazione della famiglia ha fondato Pininfarina Extra per estendere le competenze dell’azienda al di fuori del settore automobilistico. Leggi tutto

Nir Lagziel: private sale per i lettori di A glittering woman

Penso che le parole siano importanti.
Sapete perché? Perché sono una persona concreta e quindi le parole per me hanno un significato ben preciso, un contenuto tangibile e devono corrispondere ai fatti.
Se non penso davvero qualcosa preferisco stare zitta; se spendo delle parole è perché mi partono da pancia, cuore e testa.
Se da più di un anno qui su A glittering woman parlo di talento e del mio crederci è perché ciò, per me, corrisponde a un pensiero e a una strada che ho deciso di percorrere.
Non è vuoto blaterare, è il mio credo nonché il mio progetto di ogni giorno: pensiero, parole e azione sono allineati in un’unica direzione. E quindi, non solo sul web ma anche nella vita reale, scelgo di affiancare il vero talento attraverso qualcuno di cui ho già raccontato, a ennesima riprova che credo fermamente in tutto ciò che vi presento in questo spazio.
Durante la recente Milano Design Week, vi avevo parlato dello stilista Nir Lagziel e dell’evento che ha ospitato nel suo atelier. Leggi tutto

Be green, be Olmo: che ne dite di un orologio in legno?

Ben prima di diventare il titolo di una nota trasmissione televisiva, l’espressione cotto e mangiato è sempre stata usata per dare l’idea di qualcosa di immediato, pensato e fatto all’istante. E così queste parole mi sono tornate in mente stamattina, quando ho deciso di parlare degli orologi Olmo: sabato sono stata alla presentazione, mi sono innamorata e ho voglia di condividere subito questa scoperta.

Olmo è il nuovo progetto di Lowell, azienda modenese nata nel 1972 come produttrice di orologi da parete: negli anni ha ampliato la sua attività a tutti i settori della misurazione del tempo, fino alle collezioni di orologi da polso. La capacità di rinnovamento, l’attenzione alle tendenze contemporanee e la passione per il made in Italy sono gli elementi che caratterizzano l’azienda e tutti i suoi articoli: qui sul blog vi avevo già parlato di un’altra loro idea che porta il nome Pensieri Felici, una linea di gioielli in argento.

Olmo è un eco-orologio da polso, rivoluzionario e dal cuore green: è il primo a essere automatico e in legno naturale, completamente made in Italy, con cinturino in poliestere riciclato. L’idea è quella di fare riscoprire il fascino e la semplicità del legno, uno dei materiali più antichi che l’uomo abbia mai plasmato: Lowell propone cinque essenze differenti – ebano, palissandro, mogano, ulivo, noce – e ogni segna tempo risulta unico, così come unico e irripetibile è ogni albero. Leggi tutto

Con Accademia Saint Mary alle Gallerie d’Italia

Vi racconto un piccolo aneddoto.
Tempo fa mi contattarono per portare alla mia attenzione un libro molto speciale e decisi con tutto il cuore di scrivere un post: ci misi tutta me stessa, sperando di dare un microscopico aiuto per qualcosa in cui credo molto. Quel post è stato – credo – il mio scritto più letto di sempre, come redattrice e come blogger, con centinaia di like, condivisioni, messaggi: insomma, l’ho concepito sperando di dare e di fare qualcosa di buono e invece sono stata io a ricevere moltissimo.
La stessa cosa mi accade sempre più spesso col blog: l’ho aperto sperando, desiderando e sognando di condividere tutto ciò in cui credo, ma per prima ricevo tanto da persone sensibili e ricettive, disposte ad accompagnarmi in tale avventura.
Tutto questo per dirvi che, quando facciamo le cose col cuore, in realtà riceviamo a nostra volta, proprio perché non c’è calcolo o aspettativa.
Da quando mi occupo di moda a tempo pieno, mi capita di essere ospite di diverse scuole per raccontare le mie esperienze: è stato così che ho scoperto che insegnare mi sarebbe piaciuto moltissimo. Quello che si crea tra chi insegna (nel mio caso è una grossa parola, ovviamente, più che altro chiacchiero) e chi apprende è uno scambio potentissimo e ha un elevato tasso di reciprocità, tanto da ridurre le distanze o talvolta capovolgere i ruoli. Avere davanti a sé persone curiose e disposte ad accogliere ciò che si dice è elettrizzante: fa venire voglia di dare tutto. Quando frequentavo lo IED, una docente mi disse che è proprio questo il motivo per cui insegna: ora lo capisco profondamente, perché l’ho provato sulla mia pelle. Peccato averlo scoperto un po’ tardi. Leggi tutto

Tintoria Mattei e #ProgettoColore: tingersi una camicia da soli

Come eravate alla scuola materna e alle elementari? A me piaceva pasticciare con ogni tipo di materiale e non avevo paura di sporcarmi. Tornavo a casa con le mani tutte imbrattate per via di pennarelli, pastelli e tempere e a volte ci andava di mezzo anche il grembiule: mia mamma mi chiedeva se dipingessi sui fogli o sulle mani.

A volte, ancora oggi, mi guardo e penso che, in fondo, non sono molto cambiata dalla bimbetta di allora, goffa ma che si divertiva. Poi capita che mi invitino a un evento il cui hashtag è #ProgettoColore: secondo voi, qual è stata la risposta che ho dato a Tintoria Mattei?

Come dite? Dite che ho detto sì? Bravi, risposta esatta: avete vinto la condivisione dell’evento!

Il marchio bresciano Tintoria Mattei nasce nel 2010 come un piccolo laboratorio di camiceria artigianale. L’impulso – o sarebbe meglio dire il pallino – è la ricerca quasi ossessiva della perfezione unita all’amore per la tradizione riletta in chiave assolutamente contemporanea. Le loro sono camicie destrutturate e casual ma con dettagli attenti e ben studiati: il risultato è quell’effetto piacevolmente vissuto con DNA orgogliosamente italiano.

Il nome deriva dalla struttura originaria, il luogo dove si esprimeva la grande passione per l’antica arte del lavaggio dei capi con colori estratti da piante tintorie: la nuova Tintoria Mattei ha unito quella nobile sapienza allo sviluppo di tecnologie e di processi innovativi atti a garantire durata nel tempo. Leggi tutto

La Caramella D’Oro lancia “make your jewel”

Stamattina, ho deciso di prendere in prestito parole importanti. “Viviamo solo per scoprire nuova bellezza. Tutto il resto è una forma d’attesa.”

È un aforisma di Khalil Gibran, poeta, pittore e filosofo libanese.

Per quanto ami la mia città, per quanto cerchi di viverla il più possibile, c’è sempre qualcosa che mi sfugge: per fortuna, aggiungerei, perché nulla è stimolante quanto avere sempre nuova bellezza da rivelare. Settimana scorsa, per esempio, ho scoperto La Caramella D’Oro, un posticino davvero speciale.

L’invito che ho ricevuto è stato prezioso in tutti i sensi: mi ha permesso di conoscere un indirizzo da aggiungere al mio taccuino Moleskine nonché una collezione scintillante come piace a me, glittering, insomma. Il nome è assolutamente indovinato, il luogo è una caramella di nome e di fatto, una vera e piccola chicca che punta a unicità e personalità, due argomenti a me molto cari: propone, infatti, gioielli da assemblare secondo il proprio gusto. Leggi tutto

RibbonXL di DMC e i miei (pessimi) approcci con la manualità

Tra i tanti ricordi d’infanzia che serbo gelosamente nel mio cuore e nella mia testa, c’è quello della mia nonna materna intenta a lavorare a maglia. In verità, lei era fenomenale in tante cose, per esempio in cucina (credo non mangerò mai più melanzane alla parmigiana come le sue), ma la maglia e l’uncinetto erano proprio il suo forte: lavorava senza la necessità di guardare i ferri tanto era abile e le ho visto fare di tutto, dai maglioni agli scialli, dalle coperte ai centrini, dalle presine alle bambole. Riforniva tutti quanti di babbucce morbide, colorate e caldissime: ne conservo ancora alcune paia, non le ho mai usate e le tengo con cura in una scatola.

Purtroppo io, sciagurata nipote, non ho ereditato la stessa manualità: quando voglio giustificare le mie mancanze in modo scherzoso, affermo di aver sbagliato fila quando distribuivano quella certa capacità e quindi, quando hanno distribuito l’abilità nello sferruzzare, ho decisamente sbagliato fila. E l’ho dovuto riconoscere ancora ancora una volta quando ho ricevuto a casa una bobina di fettuccia RibbonXL.

Se leggendo fin qui avete pensato che i miei siano solo ricordi nostalgici, non avete fatto i conti con una nuova ondata di passione per il tricot: c’è infatti un rinnovato interesse verso accessori, capi e oggetti per la casa fatti rigorosamente a mano coi ferri. Pensateci: scommetto che avete letto di qualche star che si cimenta in questa attività che, contrariamente a quanto si possa immaginare, non è riservata esclusivamente alla parte femminile della popolazione. Leggi tutto

1177 mette le calze in lattina e nella vending machine

In questi giorni sto meditando su una questione: oggi come oggi, le buone idee non sono più sufficienti. Mi spiego meglio: non basta avere una buona idea, ma occorre essere in grado di veicolarla e di farla conoscere, bisogna trovare canali accattivanti. Nell’epoca del grande web e della comunicazione globale, le idee vanno a braccetto con quanto sei bravo a diffonderle: ecco perché ho trovato molto interessanti le calze 1177.

Composizione materica di straordinaria qualità e modalità di packaging e distribuzione fuori dagli schemi classici: è così che 1177 vuole scardinare il concetto di consueto. Il nome rappresenta in modo grafico e immediato gli universi del maschile e del femminile: l’11 rimanda alle gambe maschili mentre il 77, secondo un’antica tradizione italiana (avete presente quando, a Natale, si gioca a tombola coi nonni?), simboleggia le gambe femminili.

Studiate e realizzate da Ileana S.p.A., azienda leader del settore, queste calze sono le prime a utilizzare nel contesto quotidiano il filato Dryarn di Aquafil, impiegato fino a oggi in ambito sportivo: resistente e morbidissima, è la fibra più leggera esistente in natura e ora, grazie a Ileana e 1177, esordisce nella moda dopo tre anni di ricerca e test condotti su diecimila atleti. Leggi tutto

Riflessioni (coi baffi) su amore e matrimoni

Si dicono un sacco di brutte cose sull’amore: circolano tanti luoghi comuni e ormai voi lo sapete come la penso sui “si dice che”.
Si dice che sia un bluff, che gli uomini non lo cerchino e che le donne ne siano vittime per certe favole lette da bambine: alcuni dicono addirittura che non esista.
Posso dirlo? Sono tutte grosse fesserie. L’amore esiste, eccome se esiste: è più reale di molte cose della nostra esistenza, talvolta più della materia stessa. Il punto è che, come tutte le cose belle, è raro e prezioso ed è molto esigente: richiede dedizione e impegno assoluti, ogni giorno, sempre. Non ammette intermittenze né pause né giorni di ferie.
E non è vero che tante persone non ci credano o che non lo desiderino. Fesserie anche queste. Sono pochissime le persone che possono fare davvero a meno dell’amore. Leggi tutto

Transitions, ic! berlin e i miei talenti (molto) nascosti

Quando posso scegliere, do precedenza a brand e eventi nei quali ci sia un valore aggiunto. Mi piace scoprire cose interessanti, possibilmente trasversali, che coinvolgano diversi campi e diversi sensi, per poterle poi condividere con voi e mi piace mettermi un po’ alla prova: ecco perché ho accettato l’invito a partecipare a un evento organizzato da Transitions e dal brand tedesco ic! berlin.

Credo che Transitions non abbia bisogno di grandi presentazioni: è il leader mondiale nella produzione di lenti dinamiche. La luce entra nel nostro occhio, viene raccolta dalla retina ed elaborata dal cervello per ottenere immagini, tuttavia un suo eccesso provoca riverbero e può causare mancanza di comfort o può perfino impedire una visione corretta: le lenti dinamiche utilizzano la tecnologia per filtrare la quantità di luce, scurendosi e schiarendosi automaticamente, in modo tale che la visione risulti sempre ottimale.

Il brand ic! berlin produce montature famose grazie al tocco originale del suo eclettico stilista e fondatore, Ralph Anderl: la loro particolarità è il fatto di essere realizzate interamente a mano senza viti o saldature, in quanto utilizzano una particolare clip removibile che consente di smontare e rimontare l’occhiale con estrema facilità. Leggi tutto

Origin Passion and Beliefs: a Vicenza si punta sul talento

Uno dei motivi per i quali ho fondato questo blog è il mio amore verso il talento: non possiedo, purtroppo, la meravigliosa capacità di creare, quindi la ammiro negli altri. Visto, però, che ho tanta passione e che con le parole qualcosa riesco a combinare, ho pensato che il mio talento potesse essere (forse) quello di raccontare le capacità altrui: sono affascinata dalle mille forme che il talento può assumere e sono ammirata davanti ai risultati estremamente diversi ai quali può giungere. Sono stata dunque molto felice quando la direzione della Fiera di Vicenza mi ha invitata a prendere parte alla prima edizione di Origin Passion and Beliefs, manifestazione che si è svolta in maggio in concomitanza con VicenzaOro.

Origin Passion and Beliefs è prima di tutto un’idea: si concretizza in un innovativo laboratorio espositivo dedicato all’universo dell’accessorio moda. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Not Just A Label (NJAL), una piattaforma inglese di scouting di talenti internazionali nata nel 2008 da un’idea di Stefan Siegel.

Ma qual è l’idea di base, secondo me innovativa e vincente? Quella di mettere in mostra non solo il talento, ma anche di dargli possibilità concrete e strumenti effettivi. All’interno di Origin, i 100 designer selezionati, provenienti da 38 paesi, hanno incontrato il saper fare made in Italy, cogliendo opportunità commerciali e di networking: accanto ai designer emergenti e ai brand indipendenti, il salone ha infatti ospitato i super supplier, ossia fornitori specializzati, produttori, fondazioni che promuovono arte e artigianato, istituti di formazione. Origin è diventata così una piattaforma di interconnessione che ha unito in maniera sinergica tutte le diverse competenze e i diversi aspetti del mondo della moda e dell’accessorio: idee, creatività, tecnica, materiali, diffusione. Leggi tutto

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