RibbonXL di DMC e i miei (pessimi) approcci con la manualità

Tra i tanti ricordi d’infanzia che serbo gelosamente nel mio cuore e nella mia testa, c’è quello della mia nonna materna intenta a lavorare a maglia. In verità, lei era fenomenale in tante cose, per esempio in cucina (credo non mangerò mai più melanzane alla parmigiana come le sue), ma la maglia e l’uncinetto erano proprio il suo forte: lavorava senza la necessità di guardare i ferri tanto era abile e le ho visto fare di tutto, dai maglioni agli scialli, dalle coperte ai centrini, dalle presine alle bambole. Riforniva tutti quanti di babbucce morbide, colorate e caldissime: ne conservo ancora alcune paia, non le ho mai usate e le tengo con cura in una scatola.

Purtroppo io, sciagurata nipote, non ho ereditato la stessa manualità: quando voglio giustificare le mie mancanze in modo scherzoso, affermo di aver sbagliato fila quando distribuivano quella certa capacità e quindi, quando hanno distribuito l’abilità nello sferruzzare, ho decisamente sbagliato fila. E l’ho dovuto riconoscere ancora ancora una volta quando ho ricevuto a casa una bobina di fettuccia RibbonXL.

Se leggendo fin qui avete pensato che i miei siano solo ricordi nostalgici, non avete fatto i conti con una nuova ondata di passione per il tricot: c’è infatti un rinnovato interesse verso accessori, capi e oggetti per la casa fatti rigorosamente a mano coi ferri. Pensateci: scommetto che avete letto di qualche star che si cimenta in questa attività che, contrariamente a quanto si possa immaginare, non è riservata esclusivamente alla parte femminile della popolazione. Leggi tutto

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