L’unico frutto dell’ironia è sempre la banana

Immagino che mi attirerò qualche antipatia, ma devo confessare che il calcio non mi appassiona granché e non perché io non sia una sportiva.
Ho un autentico amore per il nuoto, per esempio, e mi piace moltissimo l’atletica leggera: sono sinceramente ammirata davanti ad atleti che compiono imprese epiche tipo le attraversate del deserto a piedi.
E mi piacciono gli sport un po’ ruvidi, come il rugby o l’hockey sul ghiaccio. Ruvidi solo in campo, però: trovo che il cosiddetto terzo tempo del rugby, il momento conviviale in cui compagni di squadra e avversari vanno a farsi una birra insieme, sia espressione di grande civiltà.
Al contrario, il calcio è talvolta collegato a episodi negativi: disordini negli stadi, episodi di becera intolleranza e perfino morti.
Non capirò mai tutto questo né come si passi da quello che dovrebbe essere un momento di svago e festa a momenti di bassissima umanità: fin da piccola, mi è stato insegnato il valore assoluto dell’impegno e del riconoscere la propria sconfitta. Lavorare sodo, ma anche divertirsi, perché non c’è vittoria onorevole senza un onorevole avversario.
L’anno scorso, mi sembra fosse aprile del 2014, rimasi colpita dall’ennesimo fattaccio avvenuto in uno stadio: il calciatore Dani Alves si apprestava a battere un calcio d’angolo quando dagli spalti volò una banana diretta verso di lui.
Il brasiliano, però, non fece una piega: raccolse la banana, la sbucciò e ne mangiò un pezzo.
L’episodio ha fatto il giro del mondo amplificato dal web: Alves ha dato la migliore risposta possibile a coloro che volevano dargli della scimmia mangiabanane solo perché è di colore. Per questo ha tutta la mia ammirazione: bisogna ridere delle persone ridicole e i razzisti lo sono, sono ridicoli e tristi.
Si sa che il sistema moda è sempre pronto a captare le tendenze della nostra società rivelandosi un buon termometro dei fatti che colpiscono l’immaginario collettivo e così ha fatto suo il periodo di celebrità vissuto dal giallo frutto e l’ha piazzato ovunque: la banana ha invaso capi di abbigliamento e si è impossessata degli accessori più svariati.
Ebbene sì, dopo i meravigliosi turbanti e i copricapi con fiori e frutta di Carmen Miranda, la banana torna oggi in auge, anzi, torna di moda.
Nonostante io non sia un’amante dei trend – lo sapete – ammetto che questo mi diverte per via del suo lato altamente ironico: quello che voleva essere un gesto di disprezzo si è trasformato in un allegro sberleffo.
E, tra le varie proposte, scelgo un brand che seguo da un po’, ovvero Maison About.
La loro collezione primavera / estate è ricca di capi divertenti: la banana è proposta in tanti colori – dal classico giallo al rosa, verde e viola – e ci sono gonne danzanti e maglie per noi donne nonché felpe e costumi taglio boxer per gli uomini.
Visto che ho dichiarato più volte quanto mi diverta il fatto di pescare nell’armadio maschile, per illustrare questo post ho scelto non pezzi femminili bensì maschili: come interpreterei i boxer qui sopra?
Li farei diventare degli ironici e comodi bermuda aggiungendo una semplicissima t-shirt bianca, un paio di sandali rasoterra, un cappello anch’esso bianco e un paio di orecchini colorati. Non serve altro.
Può essere un outfit carino per passeggiare sul lungomare o per lanciarsi in un giro di shopping al mercato con le amiche: saremo fresche, carine, allegre e con quel tocco di ironia che non dovrebbe mai abbandonarci.

Manu

Qui trovate il sito di Maison About (e qui l’e-shop con la linea P/E 2015), qui la pagina Facebook, qui Twitter e qui Instagram. Qui il mio articolo sulla collezione A/I 2015-16.

P.S.: A proposito del gesto dello sciocco tifoso. Pochi giorni fa, ho scritto un post su eleganza e volgarità sostenendo che la massima volgarità è quella dei cattivi pensieri: ecco, questo tifoso ha perfettamente dimostrato la mia teoria.

Agatha Ruiz de la Prada, un incontro speciale

Se, anni fa, mi avessero detto che un giorno avrei incontrato di persona Agatha Ruiz de la Prada, stilista che ammiro da sempre, credo che sarei scoppiata in una risata di vero cuore, chiedendomi divertita come e dove le nostre strade avrebbero mai potuto incrociarsi, lei professionista apprezzata e affermata, io semplice innamorata della moda.

E invece è accaduto, ci siamo incontrate: ha ragione chi dice che non bisogna mai smettere di credere nei propri sogni né di lottare per essi.

Oggi, grazie a studio, impegno e sacrifici, la moda è diventata la dimensione in cui mi muovo e lavoro (mi emoziona sempre così tanto affiancare questo verbo a quella che è prima di tutto un’enorme passione) e dunque mi capita di incontrare coloro dei quali ho letto su libri e riviste: con alcuni, ho brevi incontri, nulla più, magari, di una stretta di mano attraverso la quale continuare a nutrire i miei sogni; con altri, invece, ho l’opportunità di avere scambi più significativi.

Il merito dell’incontro con Agatha Ruiz de la Prada va ad Accademia Del Lusso, scuola di moda che si occupa di formazione in modo innovativo e creativo e che si propone come luogo d’incontro tra le esigenze del mercato del lavoro e le aspirazioni di chi intende intraprendere una carriera in un settore che è alla ricerca di profili professionali sempre più specifici.

Proprio basandosi su un approccio concreto e prossimo a quella che è la realtà lavorativa quotidiana, Accademia del Lusso crea continue occasioni di collaborazione col mondo delle imprese e con professionisti del calibro della celebre stilista: Agatha Ruiz de la Prada è stata la protagonista di un contest che ha messo alla prova il talento degli studenti dei corsi di Marketing, Retail Management e Visual Merchandising ed è stata l’ospite d’onore della cerimonia di premiazione. Leggi tutto

La primavera (in tutti i sensi) di Giulia Rositani

Giorni fa, varcando il portone di casa per iniziare una nuova giornata, ho avuto una sensazione ben precisa: l’aria era cambiata e le mie narici si sono riempite di un odore diverso, più leggero e sottile.

Non so spiegare bene quell’odore né so dargli un nome: è semplicemente l’odore che, per me, segnala l’arrivo della primavera.

Ogni anno, lo percepisco e lo annuso come se fossi una bestiola che si risveglia dopo il lungo letargo.

Ogni anno, da quel momento, qualcosa cambia: la primavera e la rinascita che essa porta con sé è così forte che è ben identificabile perfino a Milano e, tra asfalto e cemento, sbucano prepotenti i segnali della nuova vita, come la forsizia che fiorisce gialla in cespugli disseminati per tutta la città.

Immancabilmente, mi tornano in mente versi di poesie studiate a scuola e ce n’è una alla quale sono particolarmente affezionata.

“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole”: sono i versi iniziali di una poesia di Giovanni Pascoli, L’aquilone. La sento talmente mia che, ancora oggi, a distanza di anni, la ricordo distintamente.

Voglia di poesia, di leggerezza, di spensieratezza; voglia di colore, di rinnovata bellezza, di gioia di vivere; per me la primavera è questo e mi porta al bisogno di circondarmi di persone come Giulia Rositani. Leggi tutto

Azzurra Di Lorenzo SS 15: omaggio a Giovanni Boldini

Le attività che svolgo attraverso il blog hanno diversi risvolti e quello che amo di più è avere l’opportunità di seguire la crescita di persone che stimo profondamente: assistere ai loro successi mi gratifica.

Settimana scorsa, ho partecipato alla presentazione della collezione primavera / estate 2015 di Azzurra Di Lorenzo ed è stato un momento di grande gioia.

In primo luogo, perché apprezzo la stilista e infatti ho già parlato di una delle sue precedenti collezioni; poi, perché la serata ha segnato il suo debutto ufficiale qui a Milano, sua città adottiva, dopo i successi riscossi nelle scorse stagioni ad AltaRoma, la kermesse capitolina dedicata alla Haute Couture.

Azzurra è nata a Catanzaro e si è trasferita a Milano per studiare moda, la sua grande passione. Ha frequentato l’Istituto Burgo specializzandosi in disegno, modellistica e sartoria: terminati gli studi, ha collaborato con varie aziende in qualità di designer.

Dopo aver messo insieme un buon bagaglio di esperienze, la stilista si è sentita pronta per il grande passo e ha aperto il suo atelier nel capoluogo meneghino, in viale Sabotino, nel cuore di Porta Romana, una delle zone più vivaci della città: è uno spazio confortevole ed accogliente, è il luogo in cui disegna e realizza a mano, su commissione e su misura, abiti Haute Couture esclusivi che portano la sua firma.

“Ogni donna è unica, per il suo genere, per il suo stile, per il suo gusto e soprattutto per la propria anima”, dice Azzurra. E aggiunge: “Per questo i miei capi sono esclusivi e non hanno né tempo né età. Ogni mia creazione aspetta la propria donna.” Leggi tutto

Milano Fashion Week: Vladimiro Gioia SS 2015

Con questo post, completo il ciclo dedicato agli eventi ai quali ho partecipato in occasione dell’edizione di Milano Moda Donna dello scorso settembre: chiudo in bellezza raccontandovi la collezione Vladimiro Gioia SS 2015.

Last but not least, direbbero gli inglesi in questo caso e io prendo volentieri in prestito l’espressione. Lo stilista arriva in effetti ultimo in ordine di tempo tra i miei racconti di quei giorni di sfilate e presentazioni, ma non per questo è meno importante, anzi, tutt’altro: gli riservo infatti tutta la mia stima e tutto il mio apprezzamento.

Ho scritto stilista, ma potrei aggiungere anche altre definizioni, per esempio artigiano e artista, e vi assicuro che ben calzerebbero su di lui, persona che sa lavorare con mani, testa e cuore, che sa usare tutti i sensi, dal tatto alla vista; una persona abituata a lavorare sodo, con impegno e devozione.

Vladimiro, quarto di cinque fratelli, conosce perfettamente i segreti delle tecniche di lavorazione di pelli pregiate e pellicce: è cresciuto nell’ambito dell’azienda di famiglia nata nel 1989 a Rovello Porro, vicino a Como, col nome Gioia Pellicce, una realtà che fin dagli albori si è distinta per le caratteristiche insolite delle sue proposte. Le lavorazioni fatte con intarsi e incisioni a laser hanno attirato l’attenzione di brand importanti tra i quali Valentino, Burberry e Christian Dior.

Vent’anni più tardi, è nata la decisione di lanciare il marchio Vladimiro Gioia caratterizzato da un connubio ancora più stretto con l’arte: la svolta decisiva è avvenuta tra il 2009 e il 2010, quando Vladimiro è stato scelto da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per il progetto Spiga 2, la boutique ubicata al civico 2 di via della Spiga a Milano, lo store multibrand nel quale si possono trovare le proposte dei nomi più promettenti del panorama moda. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Alberto Zambelli SS 2015

Sono profondamente convinta del fatto che possedere talento sia un dono innato che fa parte del nostro patrimonio genetico. Credo anche che tutti nasciamo con uno o più talenti, in quanto esistono moltissime forme e moltissime declinazioni di quella che possiamo considerare una straordinaria ricchezza.

Avere talento non è dunque un merito, così come non è un demerito non averne: il merito subentra nell’essere capaci di riconoscere quale sia il nostro talento, sta nel seguirlo, nel coltivarlo, nel fidarsi di lui e di dove può condurci.

Già, perché se è vero che avere talento è un dono, è altrettanto vero che esso richiede devozione, sacrificio, impegno per crescere e svilupparsi. È come una fiamma che ha bisogno di essere alimentata per restare accesa, è come un diamante grezzo che ha bisogno di essere lavorato per brillare, è come una pianta che ha bisogno di essere curata per fiorire: nulla è gratuito, nemmeno il talento, ed è qui che fa capolino il merito, ovvero la nostra capacità di gestirlo.

Il talento deve essere rispettato: sprecarlo è un peccato, è uno schiaffo al destino, perché rientra tra le cose che – per fortuna – non si possono né vendere né comprare. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Grinko SS 2015

Settimana scorsa, scrivendo un altro post, ho raccontato che, di solito, cerco di leggere la cartella stampa che racconta la collezione solo dopo aver visto la sfilata, per non farmi influenzare: è vero che tali comunicati sono scritti appositamente per diffondere ciò che lo stilista ha voluto esprimere, ma è altrettanto vero che è bello trovare i propri riferimenti.

Sono stata profetica, in un certo senso: oggi, vi parlo infatti di un caso in cui ciò che ho percepito è un po’ differente rispetto a ciò che lo stilista ha pensato nel progettare la propria collezione. E pensate che lo scopro solo ora, perché, completamente appagata da ciò che avevo visto sfilare, ho dato un occhio a cartella e comunicato stampa oggi, riprendendo in mano il tutto per raccontarvi la sfilata primavera / estate 2015 di Sergei Grinko, uno dei miei stilisti preferiti tra quelli appartenenti alla nuova generazione.

Questa mia personale interpretazione può significare due cose. La prima ipotesi è quella che io non capisca nulla di moda, cosa peraltro possibile e plausibile. La seconda ipotesi darebbe invece ragione a ciò che penso da sempre: la moda non è una scienza bensì un linguaggio e come tale è soggetta a molteplici interpretazioni. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Heohwan Simulation SS 2015

Uno dei problemi dell’Italia di oggi è la fuga dei cervelli e dei talenti: non riesco a dare torto a chi, soprattutto tra i giovani, va a cercare fortuna all’estero, tuttavia sono molto felice quando accade il processo inverso.

Ebbene sì, dall’Italia non si fugge soltanto: per fortuna, c’è chi sceglie di venire nel nostro paese e di iniziare proprio da qui. Volete un esempio?

Dopo due anni in cui ha sfilato nel corso delle fashion week londinesi, il marchio Heohwan Simulation si è spostato approdando sul palcoscenico di Milano Moda Donna: ho avuto la fortuna di essere presente al debutto dello scorso febbraio, con la collezione autunno / inverno 2014 – 15, e ho potuto assistere anche alla presentazione della collezione primavera / estate 2015, andata in scena in settembre.

Hwan Heo, nato a Seoul e laureato al Royal College of Arts di Londra, ha fondato il marchio nel 2010: da subito, si è concentrato su un’estetica pulita e moderna che trae ispirazione dalla sartoria maschile e dal design, con una forte attenzione per i dettagli. La base di partenza nella progettazione di ogni sua collezione è la sperimentazione condotta ponendosi in modo critico verso i percorsi e la storia della moda: il suo è un approccio costruttivo e lo stilista cerca di comprendere e reinterpretare vari fenomeni creando novità e modernità.

Tutto questo suo progetto ha un nome: The Critique Collection. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Giulia Marani in un Click!

La mia simpatia verso la stilista Giulia Marani non è un mistero e l’ho manifestata più volte anche qui sul blog.

Quando scrivo simpatia alludo a un concetto ampio che include tutta una gamma di sentimenti, dalla carica empatica che Giulia ispira fin dal primo istante in cui la si conosce fino a una grande stima professionale che nutro nei suoi confronti. E non confondo affatto le due cose: se mi stesse semplicemente simpatica, mi limiterei a chiederle di prendere un caffè insieme, ma se ne parlo qui sul blog, invece, è perché il suo lavoro mi attrae fortemente e perché lo reputo estremamente interessante.

Lo scorso settembre, durante Milano Moda Donna, sono stata felice di andare a vedere la sua collezione per la primavera / estate 2015: si chiama Click e nasce dalla collaborazione col fotografo Andrea Tonellotto.

Giulia e Andrea condividono la passione per i dettagli apparentemente insignificanti che, colti e immortalati attraverso occhi sagaci, si trasformano in un tripudio di linee e colori fino a far nascere coloratissime composizioni geometriche che sfociano nell’astrattismo, pur essendo in realtà frammenti di vita reale. Click, dunque, come lo scatto delle macchine fotografiche: le Polaroid di Andrea ritraggono dettagli delle nostre città e dell’arredo urbano che vengono poi ulteriormente rielaborati da Giulia e introdotti nei suoi capi. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Giulia Bruni incontra Filippa Lagerbäck

Sono felice di ritornare a parlare qui sul blog di una persona che stimo molto: Giulia Bruni.

Giulia è brava, bella e solare: è designer, stylist, imprenditrice, blogger e mamma, una donna multitasking, insomma, proprio come piace a me, piena di energia e di voglia di fare.

Qualche mese fa, avevo parlato della collezione per l’autunno / inverno 2014 – 2015 che ha segnato il suo esordio personale: dopo molte esperienze maturate collaborando con brand internazionali, Giulia ha infatti deciso che era giunto il momento di lanciare il suo marchio che ha voluto chiamare Giuliette Brown, giocando col proprio nome.

Il progetto è nato il 14 febbraio 2014, il giorno di San Valentino: non sono superstiziosa ma romantica sì, molto, quindi mi piace pensare che questa data le porterà una gran fortuna.

Lo scorso settembre, nell’ambito di Milano Moda Donna, sono andata a trovare Giulia per scoprire le sue proposte per la prossima bella stagione e devo dire che, ancora una volta, è riuscita a sorprendermi, presentando una novità stuzzicante, la collaborazione con Filippa Lagerbäck, nota conduttrice televisiva, svedese di nascita ma innamorata del nostro paese nel quale vive e lavora. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Giorgia Fiore SS 2015

Giorni fa, mi è tornata in mente una vecchia pubblicità: reclamizzava una marca di utensili e lo slogan diceva “per dipingere una parete grande non ci vuole un pennello grande ma un grande pennello”.

Era geniale perché giocava con simpatia e intelligenza col grande potere e la ricchezza della lingua italiana: non solo le parole sono importanti, ma è importante anche il loro ordine all’interno di una frase. Dire “pennello grande” o “grande pennello” non porta allo stesso risultato: basta spostare l’aggettivo prima o dopo il sostantivo per cambiare senso, riferendosi alla grandezza o alla qualità.

Questa riflessione mi ha portata a pensare una di volta di più a quanto sia importante un uso accurato dei termini che scegliamo. Molti sostengono che noi blogger possediamo un vocabolario limitato e che non conosciamo che pochi aggettivi: tutto per noi sembrerebbe essere wow, top oppure favola.

Tempo fa, con molta ironia e autoironia, io e alcuni miei amici e colleghi ci eravamo divertiti a coniare l’hashtag #topfavolawow. Ammetto che mi capita di dire questa cosa è una favola, ma quanto a wow cerco di limitare l’uso solo a qualche commento veloce sui social: top, invece, non rientra proprio nel mio vocabolario.

Sicuramente termini simili non sono affatto sufficienti a delineare colei della quale voglio parlarvi oggi né è sufficiente aggiungerne altri come pulp e pop: Giorgia Fiore merita di essere raccontata con dovizia di particolari. E di termini. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Mauro Gasperi SS 2015

Oggi torno a occuparmi di Mauro Gasperi, figura e presenza ricorrente in questo spazio web: mi ritrovo a scrivere un nuovo capitolo circa l’apprezzamento che provo nei suoi confronti, un ulteriore attestato di stima in aggiunta a quelli che gli ho dedicato più volte, perché questo stilista non finisce mai di sorprendermi, stagione dopo stagione.

Lo scorso 19 settembre sono andata a vedere la nuova collezione di Mauro il quale, in occasione della Milano Fashion Week, ha allestito una sua suggestiva presentazione presso lo Spazio Bigli, cornice perfetta per i capi della primavera / estate 2015: come potete vedere dalle foto che ho scattato, lo stilista è riuscito ancora una volta a superare quel contrasto in realtà solo apparente che è alla base di tutto il suo lavoro, ovvero l’opposizione tra forme geometriche (derivanti dall’amore per architettura e linee pulite) e fluidità dei tessuti.

A contraddistinguere la collezione sono infatti una straordinaria sinuosità nonché varie combinazioni di forme e colori: lo scopo di Mauro Gasperi è quello di creare capi forti, di grande carattere, sottolineando l’estrema ricercatezza dei materiali e l’attenta scelta degli abbinamenti. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Hanita

Dopo un mese di ottobre piuttosto clemente, l’inverno bussa con grande insistenza alle nostre porte: non fa ancora freddo, è vero, ma ieri Milano era sotto un nubifragio che mi ha costretta ad acrobatici slalom tra pozzanghere profonde quanto laghi. Tento di trovare il lato positivo in tutto ciò (ce n’è uno?), ma è cosa che non mi riesce molto bene: è inutile, sono un’amante della bella stagione.

Portate pazienza se trovo sollievo nel guardare avanti: stamattina desidero parlarvi di un’altra delle collezioni che ho visto in occasione della Milano Fashion Week dello scorso settembre e vi racconto la primavera / estate 2015 pensata da Hanita.

La storia comincia nel 1993, quando due imprenditori fondano un’azienda che nel giro di pochi anni si afferma come importante realtà nel mondo dell’abbigliamento: nel 2008 nasce Hanita, un prodotto italiano al 100%, basato su ricerca e sperimentazione, gusto e qualità, rifiniture preziose e tessuti ricercati.

Per la collezione primavera / estate 2015, Angela Testa, direttore creativo del brand, si è ispirata alla natura mediterranea ricca di colori e di forme: le stampe floreali si alternano alle righe e ai vivaci intrecci dei tessuti jacquard, mentre le forme sartoriali si mescolano a linee ispirate allo street style per creare un mix in perfetto equilibrio tra avanguardia e tradizione. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Angelo Marani

Quando ero studentessa in IED, una grandiosa insegnante ci disse una cosa che mi colpì molto: “se volete occuparvi di moda, dovete essere ricettivi e dovete essere simili a vasi pronti ad essere colmati dagli stimoli più disparati”. L’ispirazione giusta, ci spiegò, può venire in qualsiasi momento, da qualsiasi cosa e da qualsiasi luogo.

Credo che questa sia una grande verità, un insegnamento da tenere sempre ben presente. E credo che, tra tutte le figure che si occupano di moda, gli stilisti siano coloro che meglio rappresentano l’apertura e la curiosità: respirano il mondo a pieni polmoni, in ogni sua sfaccettatura, e ce lo restituiscono attraverso la loro visione e reinterpretazione. L’arte è per tutti loro una grande fonte di ispirazione e c’è uno stilista che mi colpisce per la ricerca che porta avanti e che lo conduce a una continua commistione soprattutto con la pittura: Angelo Marani.

Faccio un paio di esempi attingendo alle sue due collezioni più recenti.

La collezione autunno – inverno 2014 / 15, quella che possiamo trovare attualmente nei negozi, si intitola “Art random” e osservarla è come fare una passeggiata in un museo immaginario: Marani cita Impressionismo, Secessione Viennese, Liberty, Art Déco e Jugendstil e riunisce il meglio dei maggiori movimenti artistici tra fine ‘800 e inizio ‘900. C’è la luce calda degli ori di Gustav Klimt, ci sono i paesaggi di Renoir e Monet che si illuminano di micro paillettes, c’è il rosso e nero caro all’Art Déco. Leggi tutto

100 happy days: parte 3, ho vinto la sfida con me stessa

Ultimamente ho spesso in mente un vecchio adagio che dice “un dolore condiviso è dimezzato, mentre la felicità condivisa è raddoppiata”.

Più passa il tempo e più mi accorgo che è proprio così, come in una sorta di osmosi. Anche per questo mi è piaciuto partecipare al gioco 100 happy days, perché mi sono resa conto che aver condiviso i miei momenti felici ha fatto bene a me e talvolta perfino anche ad altre persone.

Alla fine ce l’ho fatta, sono arrivata al mio centesimo giorno felice: in cosa consiste il gioco-sfida? Nel trovare in ogni giorno un momento che ci abbia resi felici, rappresentandolo attraverso una foto da condividere sui social network.

Sapete, 100 happy days non mi ha affatto delusa in quanto l’ho affrontato – credo – con le aspettative giuste: non credevo, infatti, che mi avrebbe cambiato la vita, mi aspettavo solo un buon esercizio. Così è stato: come ho già scritto in precedenza, se facciamo attività fisica per rendere il nostro corpo più tonico e scattante, perché non fare altrettanto col buonumore e l’ottimismo, perché non allenare anche loro?

Oggi sono ancora più convinta che sia cosa utile e credo che il giochetto mi abbia insegnato alcune cose utili: essere più comprensiva con me stessa, darmi tregua, perdonarmi un po’ di più, tormentarmi di meno, non imputarmi sempre tutte le colpe, tirare il fiato. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Nicholas K

Recentemente ho appreso che l’avventura meravigliosa di due artiste che stimo è giunta al termine. Artiste, stiliste, designer, persone di valore e di grande spessore.

Per me ciò è triste e doloroso quanto una sconfitta o un fallimento personale: l’amarezza è durata parecchi giorni e, in queste occasioni, mi chiedo che senso abbia il mio lavoro, mi domando se il mio non sia solo un vuoto blaterare. Non ho motivo di esistere – come professionista – se non ci sono talenti dei quali parlare.

Se il talento muore, soffocato dalla mediocrità, moriamo un po’ tutti e ci avviamo verso una società sempre più vuota, sterile, priva di qualsiasi spessore, valore, cultura, sensibilità, umanità. Il buio intellettuale e morale genera mostri e per averne conferma è sufficiente aprire un qualsiasi giornale, quotidiano, settimanale o mensile, tutti ugualmente pieni di orribili conferme attraverso fatti di cronaca inqualificabili.

Lo ripeto, quando un’azienda dal buon potenziale è costretta a chiudere, perdiamo un po’ tutti: questo appiattimento mi atterrisce e non ho ricette miracolose da offrire. L’unica soluzione che mi viene in mente è che ognuno si impegni a fare la propria parte per salvare la cultura in ogni suo aspetto: continuo e continuerò, dunque, a dar voce al talento, con passione, entusiasmo e sincerità.

Oggi desidero farlo attraverso un altro mio ricordo dell’edizione di settembre di Milano Moda Donna, raccontando di uno dei talenti appoggiati anche dalla Camera Nazionale della Moda Italiana: Nicholas K. Leggi tutto

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