Milan Fashion Week, con le collezioni SS 2018 va in scena molto di più…

Lunedì è stato l’ultimo giorno della Milan Fashion Week e dell’edizione dedicata alle collezioni primavera / estate 2018 o SS 2018, come dicono gli addetti ai lavori.
Volete sapere se sono triste per la fine della MFW, visto che la moda è un po’ il mio pane e un po’ la mia malattia?
Certo, un po’ mi dispiace che termini perché amo ciò che faccio.
Però penso anche che ci siano belle cose da fare in tanti ambiti interessanti, non solo nella moda, quindi no, non sono affatto triste.

Chi legge più o meno abitualmente A glittering woman (non guasta mai ripetere il mio sentito e sincero grazie ) sa che, al termine delle settimane dedicate alla moda, pubblico un mio reportage con le riflessioni scaturite da sfilate e presentazioni alle quali ho assistito nonché da tutto ciò che fa da contorno.

Ho scritto di certe cattive abitudini dell’ambito in cui mi muovo, ho parlato della questione accrediti alle sfilate (e in verità l’ho fatto più di una volta), ho raccontato di metatarsi malconci e di sciocchi luoghi comuni.
Al termine della scorsa edizione, quella di febbraio 2017, ho scritto di una messa (sì, una messa) che mi ha lasciato tanta tristezza nonché di un importante salone e della completa cecità nel gestire gli ingressi.

E questa volta?

Beh, tralasciando il fatto che né le cattive abitudini né i luoghi comuni sono morti (purtroppo…) e sorvolando sul fatto che la gestione spesso incomprensibile degli accrediti prosegue pressoché senza miglioramenti, a parte tutto ciò, in verità devo ammettere che questa edizione è andata piuttosto bene – se non altro a livello personale.
Non ho cioè vissuto particolari disagi o incidenti di percorso, forse perché in alcuni casi ho deciso di rinunciare proprio in partenza – e non è una cosa bella, lo so.

Eppure, cari amici, vi devo dire che a volte perfino gli spiriti più tenaci (e io lo sono) si stancano di combattere contro i mulini a vento e decidono di fare un passo indietro.
Non è una rinuncia o una resa definitiva, sia ben chiaro: è solo una tregua in attesa di capire come riorganizzare le forze, è una pausa che mi serve a riprendere fiato, è un mettermi alla finestra in attenta osservazione.

Mai rinuncerò a combattere contro i luoghi comuni e la maleducazione (perché è questa una delle cattive abitudini alle quali mi riferisco), ma al momento sono stanca di continuare a scriverne.
Mi limito a prendere in prestito le parole della brava giornalista Lucia Serlenga che, nel suo reportage post-MFW SS 2018, rivolgendosi agli addetti ai lavori, scrive le seguenti testuali parole: «andrebbe ricordato a tutti quelli che fanno parte di un mondo ritenuto raffinato che prima vengono le persone». Leggi tutto

Mauro Gasperi SS 2016 e la mia mania per il talento

Quando mi chiedono quali siano le mie passioni, cito la moda, l’arte, la musica, il cinema, la buona tavola, i viaggi. Sono alcuni degli argomenti che mi appassionano e non necessariamente in quest’ordine, anzi, un ordine non c’è: dipende dal momento, sono tutti importanti.

Quando invece mi chiedono di raccontare quale sia il mio talento, resto perplessa. Sapete una cosa? Non lo so, non l’ho ancora capito. Sempre che io ne abbia uno!

Da bambina, sapevo cosa mi sarebbe piaciuto essere in grado di fare: avrei voluto saper suonare il piano oppure avrei voluto sapermi muovere leggiadra sulle punte. Mi sarebbe piaciuto avere sufficiente talento per diventare una pianista o una ballerina.

Poi, col tempo, ho capito due cose: la prima è che – purtroppo – non possiedo quei talenti; la seconda è che forse non sono quelli giusti per me. Nonostante io sembri molto estroversa, in realtà sono piuttosto riservata: sì, mi piace aprirmi agli altri e al mondo, ma non amo esibirmi, in realtà. Il palcoscenico mi spaventa, mi irrigidisce, e un pianista e una ballerina, per forza di cose, devono esibirsi.

Preferisco stare dietro le quinte: quando scrivo mi espongo, è vero, ma lo posso fare stando qui al pc. In questo modo, condivido cuore e pensieri; poi, ci sono altre occasioni in cui espongo invece la mia faccia, letteralmente e fisicamente. Insomma, mi piace lasciare sempre un lato coperto, protetto, in un senso o nell’altro, esponendomi solo a piccole dosi. Un ballerino, invece, deve necessariamente donare tutto in contemporanea, volto, corpo, cervello, anima, cuore, pancia: ammiro tanto questi artisti, non sarei mai stata all’altezza.

Ecco, forse ho scritto la parola magica: artisti e io, purtroppo, non lo sono, è questo il punto. Il mio talento non è quello, non so fare nulla che sia artistico.

E per questo amo chi invece possiede talenti artistici; per questo mi piace seguire il loro percorso. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Mauro Gasperi FW 15-16

Sebbene io di solito fugga da abitudini e routine che per me sono sinonimi di noia e ami, invece, essere sorpresa e stupita, ammetto che esistono delle certezze dalle quali mi lascio cullare volentieri.

Per esempio, mi piace sapere che se entro in un determinato bar berrò un ottimo caffè e mangerò una fantastico croissant. Oppure, mi piace sapere che in una determinata libreria troverò quel testo introvabile altrove.

E poi mi piace sapere che, quando vengo invitata a determinata presentazioni o sfilate, vedrò cose che mi piacciono, così come mi capita immancabilmente e puntualmente con Mauro Gasperi. Ebbene sì, lo stilista è diventato una delle mie certezze in ambito moda: il suo essere misurato con guizzi di freschezza e personalità è per me diventato sinonimo di una moda nella quale mi riconosco con estremo piacere – e mai con noia.

Non mi delude mai, insomma, e non mi ha delusa nemmeno lo scorso 28 febbraio quando, nell’ambito di Milano Moda Donna, ha presentato la collezione per l’autunno / inverno 2015 – 16. Leggi tutto

Il meglio (e il peggio) della mia Settimana della Moda

Viene preparata a lungo da tutti gli addetti al settore, poi arriva e passa in un attimo: mi riferisco alla Settimana della Moda.

Quella appena terminata ha visto andare in scena (anzi, in passerella) le collezioni relative al prossimo autunno / inverno 2015 – 2016 e così ora sappiamo come ci vestiremo o almeno come gli stilisti ci vestirebbero: non solo, come ormai puntualmente accade a ogni stagione, la settimana è stata accompagnata da un carico di polemiche e discussioni di ogni genere e grado.

Quanto a questo clima di critica, prendo la mia parte di colpa: abitualmente preferisco essere costruttiva e dare spazio a ciò che mi piace, ma oggi desidero spendere anch’io qualche parola su alcuni comportamenti e atteggiamenti che mi hanno lasciato un’impressione molto negativa, purtroppo.

Già, confesso che è stata una settimana dolce e amara allo stesso tempo, ricca di luci ma anche di ombre: nonostante lo scorso ottobre abbia già scritto un altro articolo piuttosto dettagliato sulla questione accrediti, non riesco a stare zitta e desidero tornare a evidenziare un paio di concetti che esulano da qualsiasi distinzione di settore e che dovrebbero appartenere a tutti, qualsiasi mestiere si faccia.

Partiamo dalle ombre, perché preferisco occuparmi subito della parte brutta e riservarmi quella bella alla fine: spero che, mandato giù il boccone amaro, mi rimanga in bocca soltanto il dolce. Leggi tutto

Caro Babbo Natale ti scrivo (così mi distraggo un po’)

Da giovanissima non avevo mezze misure né sfumature: con gli anni ho imparato che i punti di vista – soprattutto i propri – sono fatti per essere messi in discussione, rivisti e anche sovvertiti, se e quando è necessario.

Lo scorso anno, più o meno di questi tempi, avevo raccontato di non amare particolarmente le feste comandate con la conseguenza che non sono entusiasta all’idea di distribuire consigli per i regali, nello specifico per Natale.

Non ho cambiato idea sulle festività e continuo a pensare che tutto ciò che ho da dire sia già più o meno contenuto nel mio lavoro quotidiano e nei post che pubblico giorno dopo giorno qui sul blog, tuttavia, visto che mi sono arrivate diverse richieste, ho voluto mettermi in discussione e rivedere questo mio punto di vista almeno parzialmente, anche perché inizio a sentirmi un po’ come il malefico Grinch: quasi tutti sembrano essere presi dall’atmosfera natalizia che ormai si sta insinuando ovunque, quindi… che sia io la guastafeste? Leggi tutto

Cruelty free, made in Italy, reshoring: siamo tutti oche?

Sembrerebbe che cruelty free sia diventata un’espressione molto in voga. Non solo: oggi, tantissimi parlano di made in Italy e di rientro in patria dei siti produttivi (ovvero il processo di reshoring o back reshoring), siti che in molti casi erano stati delocalizzati all’estero.

Desidero esprimere la mia opinione su tutto ciò, sebbene mi renda conto che sia pericoloso quanto avventurarsi su un campo minato o su una sottile lastra di ghiaccio: scontenterò molti, temo, in un senso e nell’altro, eppure – come sempre – non voglio rinunciare a essere sincera e trasparente.

Vi preannuncio che in questo post troverete molte domande, poche risposte e un certo numero di provocazioni. Tengo anche a precisare che non è una predica: non è questo ciò mi interessa e non potrei nemmeno farne.

È solo una riflessione a voce alta che mi va di condividere, perché, partendo dal cruelty free, vorrei mettere sul tavolo un po’ di spunti sia dal punto di vista degli animalisti sia dal punto di vista di chi sostiene l’uso dei prodotti di origine animale, fino ad arrivare a made in Italy, filiere, delocalizzazione e successivo reshoring. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Mauro Gasperi SS 2015

Oggi torno a occuparmi di Mauro Gasperi, figura e presenza ricorrente in questo spazio web: mi ritrovo a scrivere un nuovo capitolo circa l’apprezzamento che provo nei suoi confronti, un ulteriore attestato di stima in aggiunta a quelli che gli ho dedicato più volte, perché questo stilista non finisce mai di sorprendermi, stagione dopo stagione.

Lo scorso 19 settembre sono andata a vedere la nuova collezione di Mauro il quale, in occasione della Milano Fashion Week, ha allestito una sua suggestiva presentazione presso lo Spazio Bigli, cornice perfetta per i capi della primavera / estate 2015: come potete vedere dalle foto che ho scattato, lo stilista è riuscito ancora una volta a superare quel contrasto in realtà solo apparente che è alla base di tutto il suo lavoro, ovvero l’opposizione tra forme geometriche (derivanti dall’amore per architettura e linee pulite) e fluidità dei tessuti.

A contraddistinguere la collezione sono infatti una straordinaria sinuosità nonché varie combinazioni di forme e colori: lo scopo di Mauro Gasperi è quello di creare capi forti, di grande carattere, sottolineando l’estrema ricercatezza dei materiali e l’attenta scelta degli abbinamenti. Leggi tutto

Milano Fashion Week, i ricordi: giorno 6, il futuro si fa strada

L’ultimo giorno di Milano Moda Donna è tradizionalmente dedicato al nuovo: giovani e giovanissimi, emergenti ed esordienti, felici conferme di talenti ormai in piena fioritura e debutti assoluti. È il futuro che si fa strada avanzando a grandi passi: inutile dire che è una delle mie giornate preferite.

Lunedì 24 febbraio, sesto e ultimo giorno di fashion week, ho avuto il piacere di essere testimone della freschezza e dell’entusiasmo di molti giovani talenti: protagonisti assoluti Giulia Marani, il progetto N.U.DE – New Upcoming Designers con Mauro Gasperi e Francesca Liberatore, il concorso Next Generation con Davide Grillo, Daniele Vigiani, Martina Cella, Marco Rambaldi e infine Heohwan Simulation. Leggi tutto

A (perfect) day with Mauro Gasperi: l’emozione oltre la superficie

Ci sono cose del mio lavoro che amo visceralmente e con un trasporto quasi mistico. Magari vi sembrerà strano e ovviamente siete liberi di non crederci, ma vi dico che la mia massima aspirazione non è mai stata quella di partecipare alle sfilate, nonostante io sia una che in quelle occasioni spesso si emoziona. Per carità, la passerella resta un momento importante per chi ama la moda, per chi assiste e per chi crea: è l’apice del lavoro di uno stilista, è il momento in cui dischiude la sua idea al mondo, vuoi con semplicità vuoi imbastendo un vero e proprio spettacolo. È come per un regista che gira un film o per un pittore che dipinge un quadro: mostrare al mondo l’opera compiuta è un traguardo, l’apice, il compimento di mesi di lavoro.

A parte il fatto che oggi va per la maggiore una visione che mi dà da pensare (secondo me, alle sfilate si dovrebbe andare per guardare e non per essere guardati), ciò che invece ho sempre sognato è il prima, ovvero conoscere come si arriva a quel traguardo. Io – che non so fare nulla di concreto con queste mie mani – sono irrimediabilmente e perdutamente innamorata di coloro che sanno trasformare un sogno, un’ispirazione, un’idea in un abito, una borsa, un paio di scarpe, un gioiello. Ho bisogno di parlare con queste persone per fare mio un pezzetto di sogno, ho bisogno di arrivare alla fonte. Parlare con queste menti creative mi rende felice: quelli sono i momenti in cui sento di amare questo lavoro incondizionatamente. Leggi tutto

La moda che verrà # 20: Mauro Gasperi primavera / estate 2014

Rifletto spesso su quanto sia bizzarra la vita: capita di ricevere quando invece si vorrebbe dare e capita di donare senza saperlo o senza rendersene conto. Prendete, per esempio, questo mestiere che cerco di fare con tanto entusiasmo: dovrei essere io a dare il mio (microscopico) contributo a designer e stilisti cercando di metterli in luce e invece, spesso, capita il contrario e sono loro a donare qualcosa a me in termini di accrescimento personale, culturale e artistico.

Stamattina, tirando fuori una cartella col materiale relativo a Mauro Gasperi, mi sono accorta che è tra coloro che hanno dato qualcosa a me: ricordo bene la prima volta in cui vidi sfilare le sue creazioni perché era il momento di transizione tra la mia vecchia e nuova vita.

Era il 27 settembre del 2011 e lui era uno stilista emergente: i suoi capi sfilavano nell’ambito del progetto N.U.DE (acronimo di  New Upcoming Designers, sostenuto dalla Camera Nazionale della Moda Italiana con lo scopo di promuovere i giovani stilisti), nella tensostruttura appositamente eretta accanto al Duomo, insieme a quelli di Francesca Liberatore e Sergei Grinko, altro designer che amo e che continuo a seguire.

Guardando le creazioni di quei giovani, pensai che quello era il mestiere che volevo fare: raccontare l’incanto infinito di chi riesce a lasciarmi a bocca aperta. Oggi come allora, la moda a me fa quell’effetto ed è per questo che devo dire grazie a Mauro Gasperi: è tra coloro che sono motivo del mio grande amore per la moda.

Dopo quel primo incontro, ho continuato a seguire il suo percorso: lo scorso ottobre sono stata ospite del press day in cui è stata presentata la collezione che aveva da poco sfilato in passerella e oggi voglio condividere con voi un po’ di sensazioni. Leggi tutto

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