Vi racconto la mia shopping experience DaWanda

Lo confesso: sono un’appassionata di Internet.

Utilizzo il web quale fonte inesauribile di idee, ispirazioni, studio, esplorazione: mi piace vederlo come un mezzo efficace per abbattere limiti fisici e distanze geografiche e lo uso spesso, infatti, per conoscere realtà per me nuove e anche per acquistare le creazioni di designer italiani e stranieri.
Sì, sono tra coloro ai quali capita di fare shopping in rete e da tempo tenevo d’occhio DaWanda: ero incuriosita da questo vivace marketplace e recentemente ho avuto modo di concretizzare la mia prima esperienza d’acquisto con loro.

La formula DaWanda è nata a Berlino nel 2006 e da due anni è presente anche in Italia: è una piattaforma dedicata ai creativi, a coloro che supportano l’auto-produzione e agli amanti del fatto a mano.
È un ottimo punto d’incontro per tutti colori che offrono e cercano innovazione in materia di moda e design.

Partita come una start-up, oggi ha uno staff composto da 160 persone provenienti da 16 paesi diversi: il network europeo accoglie oltre 280.000 venditori e ogni mese conta 18 milioni di visite.

Se siete in cerca di un regalo particolare per il compleanno di una persona che vi sta a cuore o se state cercando qualcosa di speciale per voi stessi, questa è la vetrina giusta: troverete prodotti fatti da designer di talento e da artisti del fai da te.
Molti di loro offrono articoli che si possono anche personalizzare. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Angelo Marani

Quando ero studentessa in IED, una grandiosa insegnante ci disse una cosa che mi colpì molto: “se volete occuparvi di moda, dovete essere ricettivi e dovete essere simili a vasi pronti ad essere colmati dagli stimoli più disparati”. L’ispirazione giusta, ci spiegò, può venire in qualsiasi momento, da qualsiasi cosa e da qualsiasi luogo.

Credo che questa sia una grande verità, un insegnamento da tenere sempre ben presente. E credo che, tra tutte le figure che si occupano di moda, gli stilisti siano coloro che meglio rappresentano l’apertura e la curiosità: respirano il mondo a pieni polmoni, in ogni sua sfaccettatura, e ce lo restituiscono attraverso la loro visione e reinterpretazione. L’arte è per tutti loro una grande fonte di ispirazione e c’è uno stilista che mi colpisce per la ricerca che porta avanti e che lo conduce a una continua commistione soprattutto con la pittura: Angelo Marani.

Faccio un paio di esempi attingendo alle sue due collezioni più recenti.

La collezione autunno – inverno 2014 / 15, quella che possiamo trovare attualmente nei negozi, si intitola “Art random” e osservarla è come fare una passeggiata in un museo immaginario: Marani cita Impressionismo, Secessione Viennese, Liberty, Art Déco e Jugendstil e riunisce il meglio dei maggiori movimenti artistici tra fine ‘800 e inizio ‘900. C’è la luce calda degli ori di Gustav Klimt, ci sono i paesaggi di Renoir e Monet che si illuminano di micro paillettes, c’è il rosso e nero caro all’Art Déco. Leggi tutto

Perlée Couleurs, il fascino senza tempo delle pietre dure

Tutti abbiamo bisogno di momenti di tregua, di zone di conforto in cui ci sentiamo rassicurati, di porti sicuri nei quali percepiamo che nulla di male può accaderci. È un bisogno molto umano e a contare non è quanto questi attimi siano lunghi, bensì la loro qualità e l’energia che riescono a regalarci.

Ogni volta in cui mi invitano in Van Cleef & Arpels, riesco a godere di preziose gocce di serenità. Non importa dove dovrò correre dopo, non importa qual è il pensiero del giorno: per un po’, mi fermo, mi siedo e nutro il mio senso estetico con vera, autentica bellezza. Vivo la mia piccola favola da principessa scintillante, anzi, glittering.

In fondo, la maison è una favola a partire dalla sua stessa storia. Alla fine del XIX secolo, Estelle Arpels, figlia di un commerciante di pietre preziose, incontrò un ragazzo di nome Alfred Van Cleef, figlio di un intagliatore: fu l’inizio di una storia d’amore culminata nel 1895 col loro matrimonio.

I due sposi avevano molte cose in comune: entusiasmo giovanile, spirito pionieristico e una passione per le pietre preziose. Ispirati dal desiderio di creare qualcosa di duraturo insieme, decisero di fondare il marchio Van Cleef & Arpels: nel 1906 nacque la loro prima boutique in place Vendôme, a Parigi, di fronte al mitico Hotel Ritz.

Furono tra i primi gioiellieri ad aprire nella prestigiosa piazza e oggi, più di 100 anni dopo, l’amore tra Estelle e Alfred continua a essere onorato da una grande tradizione: il loro desiderio di creare qualcosa di eterno si è dunque avverato. Leggi tutto

Renée Zellweger e quanto mi annoia chi campa additando

Se mi metto in testa una cosa, capita che diventi un vero e proprio chiodo fisso; quando un’idea inizia a girarmi dentro il capo, divento più molesta di una zanzara assetata di sangue in una notte d’estate.

Ieri dovevo pensare a finalizzare un articolo ma non riuscivo a concentrarmi, continuavo a pensare solo e soltanto a questa cosa che m’è entrata in testa e che ronza più di quella zanzara, una cosa che oggi vuole prepotentemente uscire.

Pare che ultimamente mi riescano molto bene due cose: tirarmi la zappa sui piedi da sola e attirarmi antipatie grazie a scomode prese di posizione. Bene, già che ci siamo, ho deciso di dire la mia anche sul “caso” (virgolettato appositamente) Renée Zellweger e del ritocchino che avrebbe fatto. Sono stata zitta per giorni e giorni, leggendo, ascoltando e osservando e ora sono bella carica.

Perché, come dice, Sabrina, una mia cara amica, pare che attualmente non esistano cose più gravi delle iniezioni di botox fatte dall’attrice americana.

Perché – sempre come dice Sabrina – anch’io penso “fatevi una vita”.

E infine perché ho un paio di cosette da dire sulla bellezza, nonostante io mi occupi di moda, anzi, proprio per questo. Leggi tutto

100 happy days: parte 3, ho vinto la sfida con me stessa

Ultimamente ho spesso in mente un vecchio adagio che dice “un dolore condiviso è dimezzato, mentre la felicità condivisa è raddoppiata”.

Più passa il tempo e più mi accorgo che è proprio così, come in una sorta di osmosi. Anche per questo mi è piaciuto partecipare al gioco 100 happy days, perché mi sono resa conto che aver condiviso i miei momenti felici ha fatto bene a me e talvolta perfino anche ad altre persone.

Alla fine ce l’ho fatta, sono arrivata al mio centesimo giorno felice: in cosa consiste il gioco-sfida? Nel trovare in ogni giorno un momento che ci abbia resi felici, rappresentandolo attraverso una foto da condividere sui social network.

Sapete, 100 happy days non mi ha affatto delusa in quanto l’ho affrontato – credo – con le aspettative giuste: non credevo, infatti, che mi avrebbe cambiato la vita, mi aspettavo solo un buon esercizio. Così è stato: come ho già scritto in precedenza, se facciamo attività fisica per rendere il nostro corpo più tonico e scattante, perché non fare altrettanto col buonumore e l’ottimismo, perché non allenare anche loro?

Oggi sono ancora più convinta che sia cosa utile e credo che il giochetto mi abbia insegnato alcune cose utili: essere più comprensiva con me stessa, darmi tregua, perdonarmi un po’ di più, tormentarmi di meno, non imputarmi sempre tutte le colpe, tirare il fiato. Leggi tutto

And the winner is Alessandra Vitali, Finny’s Design

Poche cose danno tanta soddisfazione quanto collaborare con persone che abbiano i nostri stessi interessi e la nostra stessa visione. È una cosa che ci fa sentire profondamente compresi e che, allo stesso tempo, consente di crescere e imparare.

È esattamente la sensazione che ho provato quando ho conosciuto Sonia Patrizia Catena, storica e ricercatrice d’arte esperta in design del gioiello contemporaneo. Tra le tante cose delle quali Sonia si occupa, c’è anche la manifestazione Ridefinire il Gioiello di cui è fondatrice e curatrice e nella quale – con mia somma gioia – mi ha coinvolta.

In un post precedente, vi avevo raccontato come questo progetto nato nel 2010 sia volto a delineare un percorso di ricerca in un panorama assai frammentato. Ridefinire il Gioiello si pone infatti l’affascinante obiettivo di diffondere e valorizzare una nuova estetica del monile contemporaneo tramite la ricerca di materiali innovativi e sperimentali, coinvolti in un processo creativo nel quale il valore aggiunto è rappresentato dall’idea.

Il concorso è giunto quest’anno alla sua quarta edizione e Sonia mi ha offerto un’opportunità interessante e stimolante, una nuova sfida per me e per il blog: accedere al materiale dei 40 designer / artisti /orafi, prenderne visione, studiare e analizzare i progetti da un punto di vista critico e scegliere un mio vincitore.

Il tema del concorso di quest’anno è I Cinque Sensi. I partecipanti hanno dunque progettato o meglio ri-progettato il gioiello tramite gusto, vista, olfatto, tatto, udito. Da qui il titolo “Ridefinire il Gioiello in tutti i Sensi, con tutti i Sensi”. Leggi tutto

Au revoir, monsieur Oscar de la Renta

La notizia è ormai tristemente nota: lo stilista Oscar de la Renta è scomparso dopo aver lottato a lungo contro il cancro.

È un’altra di quelle grandi perdite che lasciano l’umanità un po’ orfana, privata di un uomo dal grande talento e dalla grande personalità.

Mi prendo lo spazio di un breve post per un paio di riflessioni.

A febbraio 2013 fui fortemente colpita da un suo gesto: Oscar de la Renta diede una seconda chance a John Galliano, messo giustamente alla gogna dopo un infelicissimo exploit a sfondo razzista.
Giustamente, ho scritto io stessa, da una parte; dall’altra, c’è da dire che buona parte del mondo (non solo della moda) dimenticò il genio indiscusso di John Galliano, negandogli qualsiasi possibilità di riscatto, almeno a livello professionale.
Oscar de la Renta, gentleman prima ancora che grande stilista, non si uniformò alla gogna pubblica e mediatica: chiamò John Galliano e lo volle al suo fianco per disegnare la collezione autunno / inverno 2013 – 2014, creando un’incredibile conversazione tra due geni molto diversi (e vi invito, se volete, a leggere qui uno degli articoli migliori che lessi in tale occasione, scritto da Francesca Zaccagnini per Marie Claire). Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Nicholas K

Recentemente ho appreso che l’avventura meravigliosa di due artiste che stimo è giunta al termine. Artiste, stiliste, designer, persone di valore e di grande spessore.

Per me ciò è triste e doloroso quanto una sconfitta o un fallimento personale: l’amarezza è durata parecchi giorni e, in queste occasioni, mi chiedo che senso abbia il mio lavoro, mi domando se il mio non sia solo un vuoto blaterare. Non ho motivo di esistere – come professionista – se non ci sono talenti dei quali parlare.

Se il talento muore, soffocato dalla mediocrità, moriamo un po’ tutti e ci avviamo verso una società sempre più vuota, sterile, priva di qualsiasi spessore, valore, cultura, sensibilità, umanità. Il buio intellettuale e morale genera mostri e per averne conferma è sufficiente aprire un qualsiasi giornale, quotidiano, settimanale o mensile, tutti ugualmente pieni di orribili conferme attraverso fatti di cronaca inqualificabili.

Lo ripeto, quando un’azienda dal buon potenziale è costretta a chiudere, perdiamo un po’ tutti: questo appiattimento mi atterrisce e non ho ricette miracolose da offrire. L’unica soluzione che mi viene in mente è che ognuno si impegni a fare la propria parte per salvare la cultura in ogni suo aspetto: continuo e continuerò, dunque, a dar voce al talento, con passione, entusiasmo e sincerità.

Oggi desidero farlo attraverso un altro mio ricordo dell’edizione di settembre di Milano Moda Donna, raccontando di uno dei talenti appoggiati anche dalla Camera Nazionale della Moda Italiana: Nicholas K. Leggi tutto

Vintage a Belgioioso: ispirazioni, destini e Roberta di Camerino

Ieri, in macchina, ascoltavo la radio più o meno distrattamente: a un certo punto, è andata in onda la pubblicità e uno slogan ha catturato tutta la mia attenzione. Mi pare fosse di una casa automobilistica e diceva pressapoco “il futuro è di chi ha un grande passato”.

Mi è sembrato un segno: stavo infatti guidando per raggiungere il Castello di Belgioioso, sede della manifestazione Next Vintage, un appuntamento al quale sono molto fedele.

Non è un mistero che io ami il vintage: ne parlo spesso e lo apprezzo per tanti motivi, non ultimo quello del valore del passato che continua a vivere grazie al passaggio di un oggetto dal vecchio al nuovo proprietario.

È come se gli oggetti riuscissero a legare passato, presente e futuro con un filo rosso. E lo fanno con un alto contenuto di personalità, visto che sostengo con convinzione il fatto che scegliere un oggetto che abbia già avuto una sua storia richieda personalità e che un po’ di questa nostra personalità finisca poi col permeare l’oggetto stesso.

Mi piace l’idea che una borsa, un abito, un gioiello diventino un racconto, il racconto della storia dei suoi proprietari: a ogni passaggio, si aggiunge un capitolo. Leggi tutto

Se la Ypsilon ELLE mi fa riflettere ben oltre i motori

Talvolta, quando vado a un evento o a una presentazione, non riesco a metterli subito a fuoco pur trovandoli interessanti: si accende una spia luminosa e sento che c’è dell’altro, ma non riesco a trovare il bandolo della matassa, non riesco a capire cosa ci sia oltre il primo messaggio evidente. Credo capiti un po’ a tutti noi, magari dopo aver letto un libro, visto un film oppure dopo aver fatto un discorso con un amico.

In questi casi, mi regalo tempo. Rifiuto di scrivere fino a quando non riesco a catturare quella sensazione, fino a quando non riesco a comprenderla, a farla mia, a darle un nome. Il tempo aiuta perché fa depositare il pulviscolo e, quando ciò finalmente accade, rimane in evidenza quanto mi era sfuggito in un primo momento.

Mi è capitato di nuovo giovedì scorso, quando sono stata invitata alla presentazione della nuova Lancia Ypsilon ELLE, una serie speciale che nasce dalla rinnovata partnership con il magazine Elle, testata del gruppo Hearst. È un’autovettura che ha immediatamente colpito il mio senso estetico, espressamente progettata per catturare l’attenzione del pubblico femminile.

Ho ascoltato la presentazione con interesse: la macchina è nata da scelte accurate, attenzione alla qualità e amore per i dettagli con vernici, materiali, tessuti e finiture studiate ad hoc. Tuttavia, mentre ascoltavo i dettagli tecnici, ero sicura che ci fosse un ulteriore piano di lettura, qualcosa di più ampio che in quel momento mi sfuggiva. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Fatima Val

Posso essere sincera in modo spudorato? Certe polemiche mi fanno sorridere e in questo caso mi riferisco a quella intentata dalla stampa americana verso la nostra Milano Fashion Week, accusata di essere un po’ datata e troppo orientata verso il passato.

A mio avviso, ci sono cose buone ovunque se c’è la volontà di cercarle piuttosto che quella di sottolineare la negatività: cari giornalisti americani, vi lamentate che la moda italiana guardi troppo agli archivi storici e soprattutto agli anni ’70? A me vengono in mente un paio di considerazioni.

In primo luogo, abbiamo la fortuna di avere grandi maison che, in effetti, sono dotate di meravigliosi e ricchi archivi: è vero che bisogna guardare avanti, nessuno è più d’accordo di me su questo, ma al passato non si può certo dare un colpo di spugna, soprattutto a quello di valore.

In secondo luogo, ci sono tanti giovani stilisti che hanno invece testa e cuore già nel futuro.

Io trovo che ci sia spazio per tutti, per chi propone “collezioni vintage” (per citare Vanessa Friedman sul New York Times a proposito di Gucci) e per chi ha voglia di staccare completamente. Un esempio? Fatima Val, una stilista che è talmente avanti che – forse – qualcuno potrebbe esserne addirittura spaventato. Leggi tutto

Sandra Bacci, Giorgio Leone e la felicità condivisa

Molti sostengono che gli amici siano la famiglia che scegliamo.
Io so solo che sono stata molto fortunata quanto a famiglia e amici.
Il mio papà è un uomo schivo e solido, un gran lavoratore: mi ha sempre insegnato cosa significhi l’onestà e non a parole, ma coi fatti. La mia mamma è piena di amore ed è un riferimento chiaro e incrollabile: con me e con mia sorella non ha fatto l’amica, ma la mamma, differenza assai importante. Mia sorella è una complice, una compagna, una confidente: non sono mai stata sola perché ho sempre avuto lei.
Credo che sia merito di mia mamma e di mia sorella, due figure femminili per me fondamentali, se sono cresciuta guardando alle donne non come rivali ma come alleate. E devo a loro se, fin dall’infanzia, ho sempre cercato l’amicizia delle altre donne credendo fortemente nella forza e nella complicità che possono unirci.
Ho continuato a cercare vicinanza, aiuto, solidarietà e posso dire di aver avuto la fortuna di godere di molte amicizie femminili belle e importanti, alcune passeggere, altre durature e che ancora oggi mi accompagnano. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Ramponi Be Cool

Oggi vi racconto una storia che profuma di creatività, immaginazione, spirito d’iniziativa, talento, eccellenza.

Dobbiamo tornare per un attimo agli anni ’80, quando Alfredo Ramponi eredita dal padre l’azienda specializzata nella lavorazione di articoli in materiale plastico: animato da spirito innovativo, il giovane imprenditore decide di dare inizio a una nuova avventura. Un commerciante nel settore della bigiotteria gli chiede di produrre una pietra dal taglio ricercato come il cristallo, ma più duttile e a un prezzo accessibile: Alfredo accetta la sfida e, proprio grazie all’esperienza nella lavorazione dei materiali plastici e a una sua passione per pietre e minerali, riesce a realizzare il primo cristallo sintetico che ripropone tutte le caratteristiche del vetro.

Negli anni, Ramponi diventa famoso per la perfezione tecnica, la qualità e la straordinaria brillantezza dei suoi prodotti che fanno rapidamente il giro del mondo. Il suo amore per l’innovazione non si arresta e continua a lavorare con passione: l’esperienza e il desiderio di creare costantemente qualcosa di nuovo e diverso fanno sì che i risultati siano sempre più raffinati.

Simbolo dell’eccellenza raggiunta è il Taglio Ramponi, concepito a seguito di uno studio approfondito sulla lavorazione dei diamanti, arte in grado di trasformare una pietra grezza in un oggetto del desiderio. Leggi tutto

Cosmopolitan, #CosmoSenoSano e il Mosaico Rosa

Oggi mi riesce difficile scrivere il pezzo che ho in mente: da una ventina di minuti, decido un attacco e subito dopo cambio idea.

Come ho scritto in un’altra occasione, questo capita quando ho troppe cose da dire e quando l’equilibrio da mantenere è delicato. Già, non è semplice restare neutri quando si parla di malattie e nello specifico di tumori: è fin troppo facile, invece, cadere nel tranello del sentimento. Ogni volta in cui ho scritto di cuore ed emozioni, ho cercato di mantenere questo difficile equilibrio perché, se si vuole essere efficaci e dare un reale contributo a una causa, occorre restare lucidi.

Molte persone hanno toccato il dramma del cancro, di persona o attraverso familiari e amici. Ho avuto anch’io alcuni casi in famiglia e recentemente due mie carissime amiche hanno perso la mamma dopo una lunga malattia.

Nonostante questo, nonostante conosca il dolore, a volte penso di essere affetta da una stupidità a dir poco imbarazzante. Perché scrivo ciò? Per esempio, perché rimando sempre la visita dal ginecologo e i vari screening esponendomi così al rischio di non diagnosticare in tempo utile eventuali tumori femminili. Leggi tutto

In cerca dell’altra metà del cielo? Provate con Imisi!

Immagino sarete stufi di sentirmi ripetere che mi piacciono le cose con un significato e con una storia, ma oggi devo ripeterlo una volta di più, perché i bracciali dei quali sto per parlarvi sono la dimostrazione che anche l’oggetto più semplice può avere dietro un pensiero, bello come una favola.

Dovete sapere che agli inizi del secolo scorso, nel sud della Grecia, viveva una donna di nome Ariadne: viaggiava continuamente da una città all’altra e di isola in isola, perché il suo mestiere era quello della levatrice. Era molto famosa in quanto riusciva ad aiutare tante donne e famiglie, grazie a consigli appropriati, al carattere gentile e alla grande esperienza.

Ariadne aveva un’abitudine che, col tempo, era diventata una sua caratteristica: attorno al polso di ogni nuovo nato, essa legava un nastro colorato. La leggenda sorta attorno alla sua figura narra che molti di quei bambini ebbero occasione di incontrarsi in età adulta: il fatto di avere ancora il nastro legato al polso fece loro credere di essere stati riuniti dalla fortuna che li aveva accomunati fin dalla nascita, avvenuta sotto il segno della brava levatrice.

Qualcuno di loro si innamorò e si sposò, qualcun altro iniziò una relazione di profonda e duratura amicizia, altri iniziarono a lavorare insieme con successo: in ogni caso, ognuno trovò la propria metà. Leggi tutto

A proposito degli accrediti alle sfilate: dico la mia e faccio i nomi

Credo che questo sia il post più strano che io abbia scritto dopo aver assistito a una sfilata e dirò anche di quale si tratta: Stella Jean.
In quella meravigliosa sfilata, c’è stato ciò che più amo e ciò che più detesto nella moda: da una parte, il talento limpido della stilista; dall’altra, l’annosa questione degli accrediti.
Seguo Stella dai suoi esordi, da molto prima che diventasse il fenomeno che è oggi, giustamente e universalmente riconosciuto e acclamato: sognavo da diverse stagioni di assistere fisicamente a una sua sfilata e il mio sogno si è finalmente avverato, anche se non nel modo in cui avrei voluto. Sono stata testimone diretta del suo straordinario talento che si consolida collezione dopo collezione in un percorso straordinario e mi piace pensare a un parallelo tra sogni, i suoi e i miei.
Pertanto mi dispiace che le mie esternazioni circa gli accrediti capitino proprio a proposito della sua sfilata e, visto che non è mia abitudine lamentarmi per il gusto di farlo o per creare clamore, cercherò di spiegare dettagliatamente tutti i motivi del mio disappunto. Leggi tutto

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