The Franca Fund, in vendita – per la ricerca – il guardaroba della Sozzani

«Non so mentire: provavo una simpatia alquanto tiepida nei confronti di Franca Sozzani.»

Iniziava così, con queste parole, il pezzo che avevo dedicato a Franca Sozzani in occasione della sua scomparsa avvenuta nel 2016.

«A non farmi sentire a mio agio, io eternamente scomposta e con infinite imperfezioni, era in parte la sua aria eterea, – avevo continuato – il suo aspetto quasi serafico: sembrava sempre essere appena uscita da un quadro, i capelli (lunghissimi e ondulati) e lo sguardo mi ricordavano immancabilmente la perfezione della Venere di Botticelli.»

E avevo aggiunto di sapere di meritare eventuali insulti per essere stata «poco delicata a scrivere tali pensieri a pochi giorni dalla sua dipartita», preferendo però essere sincera.

E in nome di quella sincerità avevo poi elencato tutti i motivi per i quali, ben oltre la tiepida simpatia, rispettavo, stimavo e ringraziavo la signora Sozzani (se volete rileggere il tutto, trovate l’articolo qui).

Rispetto e stima sono invariati e sono dunque onorata di poter – nel mio piccolo – contribuire a dare voce alla Fondazione che porta il suo nome e che prosegue il cammino nell’ambito delle iniziative volte a unire moda circolare, sostenibilità e impegno sociale guardando verso il futuro.

Proprio in quest’ottica, è in corso The Franca Fund, ovvero una selezione di abiti e accessori provenienti dal guardaroba di Franca Sozzani in mostra e in vendita presso la sede di via Tazzoli 3 a Milano fino al 30 ottobre con uno scopo ben preciso: raccogliere fondi per la ricerca genomica preventiva in difesa della salute. Con un occhio alla moda circolare digitale.

Direttore di Vogue Italia dal 1988 fino alla sua scomparsa, Franca Sozzani ha spesso usato le pagine della rivista per sostenere cause importanti come la protezione dell’ambiente e cause sociali e culturali come il sostegno a giovani stilisti, artisti e musicisti africani.

Ambasciatrice per Fashion 4 Development (una collaborazione globale tra l’industria della moda e le Nazioni Unite), la signora Sozzani ha avviato progetti mirati all’indipendenza della donna, creando opportunità di lavoro nell’agricoltura e nella moda.

Nel 2014 ha avviato il Vintage Project, un negozio permanente con abiti e accessori dei più importanti marchi di moda con l’obiettivo di raccogliere fondi in favore dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia) per sostenere la ricerca e la prevenzione del cancro.

Sia che possa interessarvi come mostra su un pezzo di storia del costume (io ci sono andata in quest’ottica ritagliandomi un momento di pace e riflessione) sia che possa interessarvi magari per acquistare qualcosa, consiglio caldamente una visita.

Vi lascio qui di seguito un approfondimento ulteriore e tutti i dettagli dell’esposizione The Franca Fund.

Manu

 

P.S.: a proposito… qui sotto leggerete un paio di dichiarazioni di Franca Sozzani a proposito del suo rapporto con vestiti, moda, stile e vintage… in fondo ci assomigliavamo molto più di quanto credessi, non nell’aspetto, certo, ma in ciò che più di tutto conta. Ovvero pensieri, idee e sostanza.

 

 

Due degli scatti che ho realizzato in occasione della mia visita alla Fondazione Sozzani per <strong>The Franca Fund</strong>: sopra un abito di Alexander McQueen FW 2006 (credo il mio capo preferito in assoluto, vista la mia predilezione per questo grandissimo genio della moda) e sotto un paio di Manolo Blahník (un altro protagonista della moda, un altro designer che amo molto)
Due degli scatti che ho realizzato in occasione della mia visita alla Fondazione Sozzani per The Franca Fund: sopra un abito di Alexander McQueen FW 2006 (credo il mio capo preferito in assoluto, vista la mia predilezione per questo grandissimo genio della moda) e sotto un paio di Manolo Blahník (un altro protagonista della moda, un altro designer che amo molto)

PROGETTO THE FRANCA FUND

Franca Sozzani aveva uno stile molto personale che andava oltre le mode.

«Voglio essere me stessa. Non mi interessa ciò che è o non è di moda – diceva di sé – non sono una fashionista, voglio avere il mio stile. Mi piace il colore, mi piacciono i pezzi classici con carattere, amo i gioielli. Il mio stile è difficile da descrivere a parole. Ciò che conta è sentirsi se stessi.»

La condivisione dell’abbigliamento di Franca Sozzani vuole ispirare gli acquirenti e i visitatori, invitandoli a riflettere sull’impatto della moda sull’ambiente, incoraggiandoli a partecipare all’economia circolare.

Sono in vendita abiti che amava indossare, disegnati da Azzedine Alaïa, Prada, Yves Saint Laurent, Gucci, Valentino, Miu Miu, Alberta Ferretti… accessori di Fendi, Louis Vuitton… e scarpe di Manolo Blahník.

Sono disponibili anche pezzi vintage che trovava curiosando nei mercatini e nei negozi vintage tanto amati.

Ha osservato: «La bellezza del vintage sta nel poter mescolare il vecchio con il nuovo, pezzi del passato con designer più recenti, mescolarli insieme creando uno stile che non appartiene a nessun altro. La scoperta di un pezzo vintage unico è un momento magico. Diventi proprietario di qualcosa che è solo tuo, automaticamente sei diverso, crei il tuo stile e sei inimitabile».

Ogni capo è accompagnato da un certificato di autenticità del Franca Sozzani Fund.

Per incoraggiare ulteriormente l’ecosistema della moda circolare digitale e grazie alla collaborazione con SPIN by lablaco (piattaforma NFT dedicata all’arte e alla moda), una selezione speciale di 25 pezzi è completata da un’etichetta NFT che permette di leggere la storia dell’abito e di tracciarne i passaggi di proprietà.

I 25 capi selezionati sono accompagnati da un digital twin, creato in collaborazione tra SPIN e Nuova Accademia di Belle Arti (NABA): i visitatori possono interagire fisicamente con tutti i capi tramite AR e provarli digitalmente attraverso esperienze VR con avatar personali nel metaverso SPIN.

In vendita ci sono anche diverse opere d’arte e di fotografia della sua collezione privata, tra cui figurano Vanessa Beecroft, Peter Lindbergh, Mats Gustafson, Steven Meisel e Takashi Murakami.

Tutti i profitti della vendita andranno al The Franca Sozzani Fund for Preventive Genomics, Harvard Medical School.

L’obiettivo del fondo è raggiungere i migliori risultati nella ricerca genomica preventiva in modo che tutti, indipendentemente dalle origini o dalla provenienza socioeconomica, possano avere accesso a strategie personalizzate per difendere la salute.

 

ESPOSIZIONE THE FRANCA FUND
Fondazione Sozzani
via Tazzoli 3, 20154 Milano
Ingresso gratuito dal 16 settembre al 30 ottobre 2022
Da giovedì a domenica, 11 – 19:30 (o su appuntamento +39 02 29004277)

ABOUT THE FRANCA FUND
The Franca Sozzani Fund for Preventive Genomics è stato istituito da Francesco Carrozzini in onore della madre nel 2018 presso la Harvard Medical School.
Carrozzini ha co-fondato l’iniziativa con l’artista D.A. Wallach e il direttore di Genomes2People, il dottor Robert Green. Al centro di questa ricerca c’è l’impegno per la giustizia sociale e per garantire che il futuro della medicina sia equo.
Il Fondo si è assicurato sovvenzioni importanti da parte dei NIH (National Institutes of Health, agenzia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti) allo scopo di affrontare le disparità sociali nel campo della genomica e sta attivamente cercando sostegno filantropico per accelerare questo lavoro.

ABOUT FONDAZIONE SOZZANI
La Fondazione Sozzani è un’istituzione culturale costituita a Milano da Carla Sozzani nel 2016 per la promozione della fotografia, delle arti e della moda.
La Fondazione ha assunto il patronato della Galleria Carla Sozzani e intende proseguire il percorso dell’importante funzione pubblica che la galleria svolge dal 1990.

ABOUT SPIN BY LABLACO
SPIN by lablaco è un progetto nato per accelerare la transizione digitale in ambiti come cultura e moda e, in particolare, verso un sistema di moda circolare digitalizzato: attraverso una tecnologia in rapido sviluppo, SPIN guida la digitalizzazione del fashion retail dal Web2 al Web3.
Le iniziative includono la creazione della prima stampante per etichette NFT del settore, la digitalizzazione di monumenti come il Grand Palais di Parigi e ora la digitalizzazione dei capi unici di Franca Sozzani che hanno definito un’epoca.

 

Se volete vedere qualche altro mio scatto della visita a The Franca Fund, potete dare un occhio qui e qui.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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