Mario Dice FW 2020-21: bellezza ed emozione nella “Lettera a me stesso”

Qualche tempo fa, per un paio di stagioni consecutive, sono stata invitata alle sfilate di Mario Dice, designer di grande talento e fondatore dell’omonimo brand.

Mi sono innamorata del suo lavoro poi, lo scorso ottobre, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2019/20, Accademia del Lusso – scuola nella quale insegno – ha invitato e ospitato Mario anche perché, prima di dare vita alla sua Maison, lo stilista ha fatto un percorso di tutto rispetto basato su collaborazioni di alto profilo; risultava dunque perfetto per testimoniare come e quanto sia importante mantenere costantemente viva la fame di conoscenza, la curiosità intellettuale, la voglia di crescere e di migliorare – e io, quel giorno, mi sono innamorata di lui anche come persona.

Visto che, oltre a insegnare, in Accademia ho il piacere di essere anche collaboratrice di ADL Mag, il nostro magazine online, mi è stato chiesto di scrivere un articolo su di lui: con piacere, ho dunque cercato informazioni su di lui anche attraverso una piacevolissima chiacchierata che abbiamo intrattenuto a seguito dell’incontro con gli studenti.

E così che ho scoperto che, fin da giovanissimo, Mario ha manifestato una forte passione e inclinazione per la moda: l’occasione di entrare in questo mondo gli è arrivata grazie all’incontro con Kevin Carrigan, affermato professionista allora in carica presso Calvin Klein a New York.

A soli 14 anni, Dice si è in questo modo ritrovato a lavorare per un marchio celebre in tutto il mondo: questa esperienza ha segnato profondamente il suo percorso formativo, dandogli l’opportunità di sperimentarsi in diversi ambiti creativi e artistici.

Rientrato in Italia, l’esigenza di affinare i tecnicismi della moda l’ha portato ad affiancare le Sorelle Fontana nella loro casa specializzata in produzioni sartoriali di alta moda: fondato a Roma nel 1943 dalle tre sorelle e stiliste Zoe (1911-1979), Giovanna (1915-2004) e Micol (1913-2015), l’atelier ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della moda e del costume e le Fontana sono state tra le prime a dare un vivace impulso al Made in Italy, rendendo famoso il nostro stile nel mondo.

L’esperienza presso la storica maison ha garantito a Mario un know how che l’ha portato a collaborare successivamente con molti nomi prestigiosi tra cui Gattinoni (e in particolare con il Direttore Creativo Guillermo Mariotto, menzionato con parole di stima), Trussardi, Krizia, David Koma, Philosophy. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Direttore Creativo per la linea ready-to-wear di Zuhair Murad, fashion house fondata dall’omonimo designer libanese.

Tutte queste esperienze hanno fatto di lui uno stilista completo, terreno nelle strutture e nelle tecniche, visionario quanto a forme e colori, curioso nell’utilizzare e nello sperimentare tessuti all’avanguardia: a questo punto, dopo un percorso lungo e intenso, Mario si è sentito pronto per fondare la sua maison.

Nel 2007, è nato il brand Mario Dice che propone capi sartoriali influenzati da contaminazioni provenienti direttamente dall’ambito artistico nelle sue diverse forme.

Il risultato di tale costante dialogo tra moda e arte è quello di riuscire a proporre collezioni dal sapore classico ma contemporaneamente futurista: casual e raffinato, sobrio e divertente, elegante e dinamico, le proposte di Mario Dice sono un continuo sovrapporsi di stili originali con uno sguardo che oscilla tra passato e futuro – esattamente ciò di cui mi sono innamorata quando ho visto di persona le sue sfilate, in settembre 2018 e in febbraio 2019.

Mario ha deciso di posizionare il suo brand dimostrando di aver perfettamente imparato tutte le lezioni del passato, ovvero è riuscito a unire la visione couture per quanto riguarda design e qualità e la filosofia ready-to-wear (o prêt-à-porter) per quanto invece riguarda i prezzi: tale posizionamento gli ha permesso di costruire un’ottima e personalissima identità.

Nel suo caso, fondendo le espressioni prêt-à-porter e couture, potremmo parlare di collezioni prêt-à-couture: Mario Dice propone infatti capi sartoriali da vivere anche nella quotidianità.

In occasione del seminario in Accademia del Lusso, oltre a condividere con generosità il suo percorso, Mario ha insistito su alcuni concetti che gli stanno particolarmente a cuore – e che ho colto perché stanno altrettanto a cuore anche a me.

«Per me è molto importante trasmettere qualcosa a dei ragazzi che spero possano prendere un giorno anche il mio posto», ha detto quel giorno spiegando quanto creda nella necessità dello scambio di consegne tra generazioni nonché nel fatto che i giovani volenterosi e di talento debbano avere accesso a lavoro e carriera.

Questo scambio può però avvenire a una sola condizione: duro lavoro affiancato da impegno e formazione.

«Frequentare un’accademia è una grandissima opportunità perché qui avete la possibilità di studiare con dei professionisti»: avendo iniziato a 14 anni, come ho raccontato, Mario non ha frequentato scuole di moda ma afferma che è una possibilità che avrebbe amato avere.

«La formazione è importante e determinante perché, in questo momento dove tutto è più veloce e immediato, essere preparati è fondamentale. Occorre essere curiosi e nutrire il desiderio di conoscere tutti gli aspetti della professione, dal design fino a ruoli come quello dell’ufficio stampa: si riesce a diventare grandi professionisti solo indagando ogni sfaccettatura delle fasi e dei processi necessari in un’azienda e in un brand.»

Creatività, curiosità intellettuale, concretezza, fiducia nella formazione: gli stessi valori nei quali, a mia volta, credo.

Mentre la sua carriera procedeva, Mario non ha disdegnato nessun ruolo necessario per portare avanti il suo progetto e ha disegnato, tagliato, modellato, cucito, fatto styling, scattato e scelto foto; si è confrontato e si confronta ininterrottamente con i suoi collaboratori, anche partecipando a riunioni che spaziano dal commerciale alla comunicazione.

Questo non significa essere tuttologi – categoria che Mario dichiara di non apprezzare – bensì mantenere occhi e sensi ben aperti: conoscere il processo nella sua interezza significa essere in grado di supervisionare e coordinare e, in fondo, proprio la curiosità intellettuale è il segreto per non annoiarsi mai.

Come ho anticipato, dopo quel giorno in Accademia, la stima verso Mario Dice è arrivata fino alle stelle: sono felice quando scopro che, dietro uno stilista e un professionista che apprezzo, c’è un essere umano da stimare, anche perché più passa il tempo e meno riesco a scindere un prodotto da colui o colei che lo ha creato.

Non mi piace l’idea di apprezzare, sostenere, comprare e indossare creazioni di persone delle quali non ho stima dal punto di vista umano: il lavoro che faccio mi offre spesso l’opportunità di conoscere designer, stilisti e creativi e io cerco di estendere questa opportunità a voi che mi fate il dono di riporre fiducia in me leggendo il blog, i miei articoli e infine ciò che pubblico attraverso i miei canali social.

Così, quando sono stata invitata alla sfilata di presentazione della collezione Mario Dice FW 2020-21, non ho avuto un solo istante di esitazione e ho accettato l’invito con grande entusiasmo e grande curiosità.

Lunedì 17 febbraio, presso gli spazi dell’Area Pergolesi elegantemente allestiti per lo show e la cena di gala, ho ammirato con occhi colmi di meraviglia e incanto le proposte di Mario Dice, mentre sui muri venivano proiettate parole che facevano letteralmente fare capriole al mio cuore…

«Finché puoi guardare il cielo senza timore sappi che sei intimamente puro…»

E ancora…

«Spero che abbiate ascoltato ciò che ho visto e osservato ciò che ho ascoltato…»

In tanti anni che scrivo per magazine offline e online e in sette anni che esiste questo blog, non è MAI successo che io abbia copiato un comunicato stampa: sta per succedere oggi perché il comunicato stampa, stavolta, è una lettera che Mario Dice scrive a sé stesso – e a noi – e nessuno meglio di lui potrebbe mai raccontare la collezione che ho visto sfilare, nemmeno una che – come me – tanto stima il lavoro dello stilista.

Mario ha presentato la collezione come una lettera a sé stesso, un viaggio con il quale ripercorre la sua carriera: in primo piano vi sono le silhouette e i tessuti accuratamente scelti e il risultato è un trionfo di forme, tagli, cuciture e colori con rimandi agli Anni Venti del Novecento. Lo stilista crea un filo rosso ripercorrendo cento anni di storia e creando un punto di incontro tra la donna di allora e quella di oggi.

La sua «Lettera a me stesso» si trasforma così nel comunicato stampa perfetto: come faccio sempre, ho voluto leggerlo solo dopo la sfilata e mi sono commossa – lo ammetto – nel leggere quelle parole e nel ritrovare un ulteriore filo rosso tra i pensieri, le visioni, le ispirazioni che Mario ha voluto trasmettere e i pensieri che avevano attraversato la mia mente mentre ammiravo i suoi capi a bocca aperta, come una bambina.

Nella speranza di donarvi un’emozione simile a quella che ho provato io, desidero condividere le parole di Mario Dice insieme ad alcune immagini della sfilata.

Ritroverete quelle parole che io ho visto sui muri e ritroverete il percorso di Mario che vi ho narrato.

E allora vi lascio alle parole di Mario Dice al quale io voglio dire grazie

Manu

 

 

LETTERA A ME STESSO

CHIUSA, SEMIAPERTA, IN CONTROLUCE, SONO UNA PARTE DEL MONDO A CUI HO RUBATO UN RIFLESSO.
TI AFFIDO QUESTO VIAGGIO A RITROSO.
UN VOLO DI RIMEMBRANZE VERSO IL RAGAZZO CHE ERO, UN MESSAGGIO ALATO RACCHIUSO IN UNA LETTERA COSTELLATA DI DOMANDE, AGOGNATE RISPOSTE E L’ESSENZA DEL CAMMINO PERCORSO INSIEME.
QUEL RAGAZZO CON CUI HO ANCORA BISOGNO DI CONFRONTARMI, PER RICONOSCERE SOGNI E REALTÀ.
RICORDI? GLI INFINITI DESIDERI DI ALLORA, LO SLANCIO, LA PASSIONE, LA VOGLIA DI RIDISEGNARE IL MONDO.
ESISTONO ANCORA QUEI SENTIMENTI? SONO COMPIUTI? HANNO SUPERATO L’ANGOSCIA DEGLI ANNI?
NO, NON RISPONDERE SUBITO, TACI E ASCOLTA, OSSERVA E DOPO, SOLTANTO DOPO, POTRAI APRIRE CUORE E MENTE PER UNA SENTENZA.
OSSERVA LA “TUA DONNA” CHE AVANZA CON PASSO REGALE PER RITROVARVI L’ENTUSIASMO, LA SICUREZZA, LA CAPACITÀ DI STUPIRTI DAVANTI AL MONDO.
“LEI” CHE TRASFORMA IL TUO IO IN COLLEZIONI CHE INDICANO L’INIZIO DI UNA STRADA DISCHIUSA A MOLTEPLICI ORIZZONTI.
OGNI USCITA SEMBRA UNA FOTO DEL PASSATO CON UNA LUCE DIVERSA. OGGI TRASFORMI GLI ABITI IN UNA PAROLA, IN UNA FRASE; ABITI CAPACI DI UNIRSI IN UN MESSAGGIO COMUNE CHE ATTRAVERSO L’UNICITÀ DELLE LAVORAZIONI COSTRUISCE UN MESSAGGIO COMPLESSIVO.
QUANTO CORRISPONDE IL PENSIERO ALLA MANO CHE HA TAGLIATO, CUCITO, RICAMATO.
ACCAREZZATO UN’IDEA E CONCRETIZZATO QUESTA COLLEZIONE CHE SI SVILUPPA IN UNA SOTTILE SILHOUETTE A INDICARE UN CAMBIO DI PASSO CON LE PRECEDENTI.
ESPRESSIONI INDIVIDUALI E COLLETTIVE PRESENTI NELL’ABITO IN CRÊPE CADY E VELLUTO DI SETA, NEL TOP E GONNA A TUBO INTARSIATI IN CREPE DI LANA CON INCROSTAZIONI VERDE MELA O ANCORA NELLA GIACCA MASCHILE CHE FORMA UN TAILLEUR CON TOP E PANTALONE IN LANA TECNICA.
CRÊPE DE CHINE CHE SI INCONTRANO COME FOSSERO PARTI DI PANTALONE, UN ESPLODERE DI FORME, COLORI, TAGLI E CUCITURE IN CUI SI INSINUA LA SENSUALITÀ DI UN ABITO PORPORA CON UNA RUCHE PLISSÉ SU OGNI LATO A CIRCONDARE I FIANCHI, A RICHIAMARE IL SIGNIFICATO ORIGINALE DEL SOGNO CHE SI DECLINA IN REALTÀ.
UN SOGNO RIFLESSO DEGLI ANNI ’20, UN FILO ROSSO CHE TESSE LA STORIA DI CENTO ANNI, CHE CONGIUNGE LA DONNA DI ALLORA A QUELLA DI OGGI, I PRIMI ANELITI DI LIBERTÀ, LE SOFFERTE CONQUISTE, I TRAGUARDI DA RAGGIUNGERE.
UNICITÀ, COME UN’IMPROVVISAZIONE IRRIPETIBILE DI JAZZ, COME UN ROMANTICO E MALINCONICO FADO CHE PENETRA, OLTREPASSA E SI PROIETTA NEL TEMPO.
E ORA DIMMI: SEI FIERO DI TE STESSO? FIERO DI RAPPRESENTARE IL VERO ANCHE IN UN’ALTRA LINGUA?
TRA SCELTE GIUSTE E SBAGLIATE MAI COME ORA HO AVVERTITO LA CONSAPEVOLEZZA E LA SICUREZZA DEL MIO ESSERE PERSONA E INDIVIDUO.
QUESTA COLLEZIONE È CIÒ CHE ERO, CIÒ CHE MI HA FORMATO, CIÒ CHE SONO.
QUESTA È LA MIA ANIMA! CON TE HO STRETTO IL PATTO DI INIZIARE A PROTEGGERE I MIEI RICORDI E DI TRASFORMARLI IN UN FUTURO.
«FINCHÉ PUOI GUARDARE IL CIELO SENZA TIMORE SAPPI CHE SEI INTIMAMENTE PURO.»

MARIO DICE

 

Se volete seguire Mario Dice:
qui trovate il suo sito
qui la sua pagina Facebook e qui il suo canale Instagram
dove trovate anche tutte le foto della sfilata FW 2020-21.

Ringrazio la Maison e l’Ufficio Stampa per l’uso delle foto
che trovate nella gallery qui sotto
(da pc potete cliccare sulla prima immagine e scorrere avanti/indietro
con le frecce laterali – photo credit Imaxtree)

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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