Oxfam Italia sostiene la moda inclusiva – e circolare – di I was a Sari

Ricevo e volentieri condivido – Tengo molto ai concetti di economia circolare e moda sostenibile, non solo in un’ottica ambientale, naturalmente importantissima, ma anche dal punto di vista sociale, altrettanto importante: per questo do volentieri spazio all’iniziativa di Oxfam Italia che prosegue il suo impegno con I was a Sari.

I was a sari è un’impresa sociale indiana che offre accessori e capi contemporanei realizzati donando nuova vita – come racconta il nome stesso – a sari di seconda mano: il capo di abbigliamento tradizionale femminile considerato fonte di orgoglio culturale passa attraverso una rigenerazione che consente la creazione di un nuovo capo unico.

Proprio il progetto I was a Sari sarà illustrato in uno dei tavoli di Creiamo un futuro di uguaglianza, la seconda edizione di Oxfam Festival in Italia, in programma dal 12 al 13 maggio a Firenze.

Qui sotto trovate tutti i dettagli incluso il link al sito e-commerce attraverso il quale si possono fare scelte doppiamente positive, perché aiutano le comunità più vulnerabili a combattere povertà e disuguaglianze economiche e di genere e perché ci permettono di fare nostri oggetti belli e anche veramente sostenibili.

Manu

 

Oxfam sostiene la moda inclusiva di I was a Sari:
è online l’e-commerce con i capi ready to wear che
ridanno dignità alle donne indiane e ai vecchi sari inutilizzati

Oxfam Italia prosegue il suo impegno con I was a Sari, impresa sociale indiana fondata da Stefano Funari nel 2013, che offre accessori e capi contemporanei realizzati donando nuova vita a sari di seconda mano.

A rafforzare una partnership che ha preso avvio nel 2015 è il sito e-commerce che offre una selezione di capi di abbigliamento e accessori realizzati a mano da donne indiane in condizioni svantaggiate, recuperando vecchie stoffe inutilizzate allo scopo di garantire loro l’indipendenza economica.

Non solo: il progetto I was a Sari sarà illustrato in uno dei tavoli di Creiamo un futuro di uguaglianza, la seconda edizione del Festival Oxfam in Italia, dal 12 al 13 maggio a Firenze.

Attraverso kimono, pigiami, pantaloni palazzo, preziose mule, accessori, ogni capo I was a Sari racchiude una doppia bellezza: la prima è la rigenerazione nobile del sari che diventa un nuovo capo unico, la seconda è l’emancipazione delle donne che li selezionano e li producono generando reddito per sé stesse e le famiglie.

«Cresce il nostro impegno comune – spiega Sara Cavallini, Responsabile Area Commercio di Oxfam – e da tempo abbiamo scelto di essere l’unico distributore in Italia di I was a Sari, attraverso i nostri Oxfam Shop e il nuovo canale on line che ci consente di diventare ubiqui e accessibili da ogni dove. Ogni prodotto rispetta integralmente gli standard internazionali del Commercio equo e solidale: grazie al prefinanziamento, garantiamo alle donne la liquidità per l’acquisto delle materie prime per la loro lavorazione e, attraverso il Fair Trade Premium, contribuiamo alla realizzazione presso le comunità di attività e infrastrutture sociali e civili. Ogni acquisto rappresenta tutto questo e indossare uno di questi capi, così preziosi per quello che sta dietro, è un segno tangibile di un grande impegno etico.»

I was a Sari è la storia di una collaborazione che ha coinvolto il dipartimento di design della moda del Politecnico di Milano e varie ONG che lavorano nel territorio di Mumbai.

Obiettivo del progetto è contribuire al sostegno e all’emancipazione delle donne degli slum di Mumbai (gli insediamenti urbani più svantaggiati, NdR), garantendo un lavoro retribuito e finanziando progetti di miglioramento della condizione socio-economica femminile: I was a Sari è infatti un’impresa sociale che investe il 100% dei profitti nell’impresa medesima.

«La collaborazione con Oxfam Italia – racconta Stefano Funari, fondatore di I was a Sariè sempre stata speciale per me e per il nostro brand. Ci siamo incontrati quando eravamo poco più che un’idea e insieme siamo cresciuti nel costante rispetto dei nostri comuni principi ispiratori. Insieme abbiamo sviluppato idee, prodotti e progetti e sono convinto che il futuro ci riservi ancora tante belle opportunità da cogliere insieme. Sono molto felice di partecipare di persona, anche quest’anno, a Oxfam Festival anche perché sarà per me l’occasione di tornare in Italia.»

Dalla sua ideazione, I was a Sari ha garantito opportunità di impiego per centinaia di donne vulnerabili di Mumbai.

Nel 2021, ha coinvolto 176 artigiane in 6 centri di produzione, vendendo più di 160.000 prodotti in 20 Paesi in oltre 250 negozi in Europa, in India e negli Stati Uniti, per un totale di 151.000 ore di lavoro.

Le donne coinvolte hanno migliorato non solo la loro vita, ma anche quella delle loro famiglie: il 60% è stato in grado di contribuire alle spese familiari e il 52% a quelle per l’istruzione dei figli. Il 64% ha investito o risparmiato parte dei propri guadagni. Il 98% delle intervistate ha dichiarato di aver visto un sostanziale miglioramento nelle condizioni di vita, essendo in grado di contribuire alle spese per la gestione della casa, per la salute della famiglia e per l’educazione dei figli.

Per chi fosse interessato anche a Oxfam Festival: qui il sito con tutte le informazioni
QUANDO: venerdì 12 e sabato 13 maggio, dalle 10 alle 20
DOVE: Firenze, Istituto Degli Innocenti – Piazza SS Annunziata

 

Ringrazio Oxfam Italia
per l’uso delle immagini

 

 

 

 

 

A glittering woman è anche su Facebook | Twitter | Instagram

 

Sharing is caring: se vi va, qui sotto trovate alcuni pulsanti di condivisione

 

 

 

 

 

Spread the love

Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Lascia un commento

Nome*

email* (not published)

website

error: Sii glittering... non copiare :-)