Ridefinire il Gioiello indaga (e mette in mostra) nodo, intreccio e legame

L’avevo annunciato (qui) lo scorso novembre: mi riferisco al bando di concorso di Ridefinire il Gioiello, manifestazione che quest’anno giunge felicemente alla sua IX edizione. E avevo annunciato che, per la settima volta, ci sarebbe stato anche il premio A glittering woman.

E ora ci siamo: dal 23 marzo al 9 giugno 2024, Ridefinire il Gioiello torna al Museo del Bijou di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, con 43 gioielli contemporanei progettati da altrettanti artisti, donne e uomini, italiani e stranieri.

Il progetto, come dicevo, è arrivato alla sua IX edizione. Nato nel 2010 da un’idea della curatrice Sonia Patrizia Catena, è diventato un punto di riferimento nella sperimentazione materica del gioiello d’arte. E lo fa stimolando la progettazione e l’ideazione di gioielli contemporanei il cui valore aggiunto è dato dall’idea.

Per questa edizione, Ridefinire il Gioiello ha chiesto di progettare un gioiello che valorizzi la memoria delle creazioni esposte al Museo del Bijou di Casalmaggiore. I partecipanti sono stati invitati a ispirarsi ai monili più antichi conservati all’interno delle teche espositive, quelli a forma di nodo, con il fine di reinterpretarne la struttura e il significato attraverso il proprio linguaggio contemporaneo e la propria ricerca artistica.

Il museo è diventato così promotore di nuove narrazioni attraverso un meccanismo capace di mettere in connessione mondi, stili, epoche e creazioni differenti. E, in particolare, mette in dialogo il bijou del passato con il gioiello contemporaneo. Leggi tutto

Il talento e il genio di Walter Albini in mostra a Prato

Sono particolarmente felice di annunciare che, dal 23 marzo al 22 settembre 2024, il Museo del Tessuto di Prato celebra lo stilista Walter Albini (1941-1983) con una grande mostra curata da Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini.

Walter Albini. Il talento, lo stilista è il risultato di un intenso lavoro di studio e ricerca condotto sull’intera vicenda professionale di Albini, assoluto protagonista della moda italiana tra la fine degli Anni Sessanta e i primi Ottanta del Novecento. L’omaggio a questo professionista eccezionale è assolutamente doveroso ed è questo il motivo per cui sono felice di annunciare la mostra.

L’attività di ricerca alla base del progetto espositivo (e del catalogo che lo accompagna) nasce in seguito a una cospicua donazione (oltre 1700 pezzi!) che il Museo ha ricevuto a più riprese tra il 2014 e il 2016. Si tratta di un ricco fondo di bijou, bozzetti, disegni, fotografie, documenti, libri, appartenuti proprio ad Albini e che documentano la sua grande capacità creativa e progettuale, dal periodo giovanile fino alla sua scomparsa. Leggi tutto

Endelea SS 2024 on demand, il perfetto connubio tra moda e sostenibilità

Quando un progetto è autentico e sincero, quando mantiene nel tempo le sue premesse e promesse; quando avviene tutto ciò, sono felice di tornare a parlarne.

Nel 2022 ho pubblicato un articolo intitolato “Endelea, bellezza e concretezza di un brand davvero etico e sostenibile”.

In quell’articolo raccontavo di Endelea e della sua moda veramente etica e sostenibile partendo dai pensieri, dai valori e dal coraggio della fondatrice Francesca De Gottardo.

Perché sottolineo così fortemente i concetti di moda etica e sostenibile? Beh, perché oggi queste parole sono diventate quasi un trend e non tutto ciò che viene spacciato come etico e sostenibile lo è veramente.

Come avevo raccontato, Endelea è un progetto di natura economica, certo, ma prima di tutto è un progetto sociale e culturale. Non priva un popolo (i Masaai della Tanzania) dei propri elementi identitari. Non depaupera, non spoglia, non si appropria. Rispetta, crea dialogo e crea vantaggio economico alla fonte. Per tutti questi motivi affermo che Endelea è un brand etico. Veramente.

Ma attenzione… Leggi tutto

Ottavio Missoni Jr si racconta nel podcast intitolato “Nat* con la camicia?”

Ricevo e volentieri condivido – È da poco uscita la seconda puntata di un podcast che si intitola Nat* con la camicia?

Il punto interrogativo indica come il titolo giochi con un luogo comune, quello dei cosiddetti figli di papà. O, se preferite, dei nepo baby, come va di moda chiamarli ora. Persone che, nella visione comune, sono privilegiate, ovvero nat* con la camicia per il fatto di essere la nuova generazione di famiglie che hanno già scritto pagine importanti nella storia imprenditoriale italiana.

Ma davvero la realtà è questa? Davvero sono tutt* soltanto e semplicemente nat* con la camicia? O, forse, sono giovani che guardano al futuro con le stesse speranze di ogni ragazzo di oggi? Giovani che, strizzando l’occhio al passato per non dimenticare le loro radici, sono però anche guidati da un mix di ambizione e creatività? Giovani che abbracciano le opportunità e le sfide del mondo imprenditoriale contemporaneo alla ricerca della loro strada?

È proprio questa idea ad avere dato vita a una serie in 9 puntate realizzata da Dr Podcast per Retail Hub in favore di NextGen UNICEF Italia, disponibile su tutte le piattaforme audio e video di streaming.

Protagonista della seconda puntata appena uscita è Ottavio Missoni Jr, classe 1984. Fa parte della terza generazione Missoni: è il nipote del mitico fondatore della celeberrima casa di moda italiana. Leggi tutto

Live Store, apre a Milano il format che unisce moda, creatività e cultura

Ha da poco aperto Live Store by Soldout District, nuovo spazio multiforme situato a Milano in Corso Buenos Aires 56.

Perché lo definisco multiforme? Perché è un negozio ma è stato concepito per essere anche un vero e proprio contenitore trasformista di proposte e tendenze. È un luogo vitale in cui moda, creatività e cultura trovano terreno fertile per dar vita a nuove espressioni artistiche.

All’interno del negozio è possibile trovare prodotti di numerosi brand moda a prezzi anche accessibili. E il mix di brand viene rinnovato ogni settimana.

Situato all’angolo tra Corso Buenos Aires e Via Ponchielli, il format Live Store nasce grazie all’esperienza di Corrado Alota, fondatore dei negozi Jdc, e Andrea Pezzali di 2Leaders, agenzia con oltre trent’anni di esperienza che ha aperto Sold Out District, store online e fisico con insegne ubicate a Como, Monza, Bergamo e Varese.

«Il retail sta vivendo un momento molto difficile – spiega Andrea Pezzali – e la corsa al prezzo è diventata dominante. Per questo abbiamo pensato di tornare a un concetto di negozio più legato all’intrattenimento, all’esperienza e alla scoperta, seguendo l’esempio di grandi visionari come Elio Fiorucci il cui store ha fatto storia ispirando generazioni di creativi e imprenditori». Leggi tutto

Oltre la bambola – Storia di una rivoluzione: buon 65° compleanno, Barbie!

Quando sento certe polemiche attorno a Barbie, non so se ridere o piangere.

Anni fa ho raccontato come, da bambina, io abbia giocato moltissimo e con tutto ciò che capitava a tiro.

In cortile, c’erano la bicicletta, la corda per saltare, l’hula hoop, la palla. Giocavo a nascondino, a mosca cieca, a campana, a ruba bandiera, all’elastico. In spiaggia, mia sorella e io facevamo tunnel, fossati, piste per le biglie, castelli e perfino torte di sabbia. A casa, giocavo con le macchinine, le bambole e Barbie, i pentolini, le costruzioni, le carte, le figurine e i giochi in scatola, dall’Allegro Chirurgo fino al Monopoli. Ricordo che mi piaceva tanto giocare a dama.

Inventavo giochi fabbricando cose da sola: per esempio, adoravo i barattoli vuoti che chiedevo a mia mamma e perfino… i rotoli di carta igienica che diventavano dei porta penne. Ho consumato milioni di fogli, matite, pastelli e pennarelli con i quali mi impiastricciavo all’inverosimile.

Non ho mai dato un genere ai giochi, non mi sono mai chiesta se fossero da femmina o da maschio.

Ai genitori, dunque, mi piacerebbe dire una cosa: non fatevi influenzare da nessuno, decidete solo e soltanto con la vostra testa. Volete regalare una Barbie alla vostra bambina? Fatelo. Volete regalarle le macchinine? Fatelo. Volete regalare una bambola o un peluche a un bambino? Fatelo.

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Daniele Tamagni Style Is life ovvero quando lo stile diventa vita e identità

Palazzo Morando, il Museo milanese dedicato a Costume, Moda e Immagine, sta attualmente ospitando la mostra intitolata Daniele Tamagni Style Is life.

Si tratta della prima grande retrospettiva dedicata al fotografo milanese prematuramente scomparso nel 2017 a soli 42 anni. La mostra è curata da Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino ed è promossa e organizzata dalla Daniele Tamagni Foundation in collaborazione con il Comune di Milano.

Gli scatti di Tamagni che ritraggono le subculture metropolitane hanno fatto il giro del mondo. E, grazie al suo talento, Daniele è stato il vincitore di prestigiosi premi internazionali. Cito il Canon Young Photographer Award nel 2007, l’ICP Infinity Award nel 2010 e il World Press Photo Award nel 2011.

Ma Tamagni è stato un fotografo rilevante ben oltre i premi che ha vinto. È stato rilevante perché il suo sguardo innovativo (e sensibile) ha ben amalgamato fotogiornalismo, fotografia di strada e moda in uno stile che è diventato la sua cifra caratteristica.

L’esposizione di Palazzo Morando presenta un’ampia selezione di reportage realizzati in sette anni di produzione e resterà aperta fino al 1° aprile 2024. In mostra ci sono 90 fotografie, tra cui alcune del tutto inedite. Grazie alla sapiente regia delle curatrici, viene quindi offerta un’ottima panoramica dei suoi lavori più importanti.

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Francesca Liberatore FW 2024-25, viaggio tra opera d’arte totale e punk

Era il lontano settembre 2011 quando mi venne data la possibilità di assistere per la prima volta a una sfilata di Francesca Liberatore.

All’epoca, ovvero quasi 13 anni fa, Francesca era davvero giovanissima. Eppure, dopo la laurea in una delle università di moda più prestigiose, la Central Saint Martins di Londra, aveva già avuto diverse esperienze negli uffici stile di alcune maison altrettanto prestigiose. Cito Viktor & Rolf ad Amsterdam e Jean Paul Gaultier a Parigi. E aveva anche già vinto il concorso Next Generation (promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana) grazie alla sua prima collezione individuale.

Quel giorno di settembre 2011, Francesca mi colpì e mi conquistò immediatamente con la sua visione della moda. Lo stesso accadde quando ebbi l’opportunità di vedere nuovamente dal vivo un’altra sua collezione, in febbraio 2014.

Da allora, purtroppo, ammetto di averla persa di vista. Un po’ perché, grazie al concorso mondiale DHL Exported vinto in settembre 2014, Francesca ha sfilato per sette stagioni a New York. E un po’ perché, da quando è tornata sulle passerelle milanesi, altri impegni lavorativi non mi hanno consentito di poter essere presente alle sue sfilate. Leggi tutto

Un occhio alla collezione Mario Valentino FW 2024 – 25

Non è la prima volta che parlo di Mario Valentino.

Ne ho parlato con particolare piacere nel 2018, l’anno in cui è uscito il bellissimo libro intitolato Mario Valentino – Una storia tra moda, design e arte.

Il volume di Ornella Cirillo, edito da Skira, ricostruisce la lunga e intensa avventura dello stilista Mario Valentino (1927 – 1991), protagonista indiscusso della moda italiana del Novecento e in particolare del periodo che va dagli Anni Cinquanta agli Ottanta. La ricostruzione passa attraverso la lettura del prezioso patrimonio documentario raccolto nell’archivio dell’azienda avviata agli inizi del XX secolo dal padre di Mario, Vincenzo, nel cuore di Napoli.

Oggi, la Mario Valentino prosegue il suo cammino. E, in occasione della Milano Fashion Week da poco terminata, l’azienda ha presentato le sue proposte per la prossima stagione fredda.

La collezione Mario Valentino FW 2024-25 nasce da un’armoniosa fusione tra estetica minimalista e stile glam, con l’intento di esaltare la femminilità e trasmettere un senso di grinta e audacia.

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