Oltre la bambola – Storia di una rivoluzione: buon 65° compleanno, Barbie!

Quando sento certe polemiche attorno a Barbie, non so se ridere o piangere.

Anni fa ho raccontato come, da bambina, io abbia giocato moltissimo e con tutto ciò che capitava a tiro.

In cortile, c’erano la bicicletta, la corda per saltare, l’hula hoop, la palla. Giocavo a nascondino, a mosca cieca, a campana, a ruba bandiera, all’elastico. In spiaggia, mia sorella e io facevamo tunnel, fossati, piste per le biglie, castelli e perfino torte di sabbia. A casa, giocavo con le macchinine, le bambole e Barbie, i pentolini, le costruzioni, le carte, le figurine e i giochi in scatola, dall’Allegro Chirurgo fino al Monopoli. Ricordo che mi piaceva tanto giocare a dama.

Inventavo giochi fabbricando cose da sola: per esempio, adoravo i barattoli vuoti che chiedevo a mia mamma e perfino… i rotoli di carta igienica che diventavano dei porta penne. Ho consumato milioni di fogli, matite, pastelli e pennarelli con i quali mi impiastricciavo all’inverosimile.

Non ho mai dato un genere ai giochi, non mi sono mai chiesta se fossero da femmina o da maschio.

Ai genitori, dunque, mi piacerebbe dire una cosa: non fatevi influenzare da nessuno, decidete solo e soltanto con la vostra testa. Volete regalare una Barbie alla vostra bambina? Fatelo. Volete regalarle le macchinine? Fatelo. Volete regalare una bambola o un peluche a un bambino? Fatelo.

Non sarà una Barbie a fare di vostra figlia una donna vanitosa o superficiale. Non sarà una macchinina a farne un maschiaccio. Né sarà un peluche o una bambola a fare di un ragazzino uno smidollato.

A mio umile avviso, i bambini non caricano giochi e giocattoli di tutte le implicazioni (e complicazioni) morali, psicologiche e sociali che invece riusciamo a trovare noi adulti. Si divertono o non si divertono, amano o non amano. Punto.

I bambini mettono la fantasia e si calano in infiniti ruoli, ma giocare a fare i pirati o le ballerine non segnerà fatalmente e irreversibilmente i loro destini da adulti. Stiamo sereni su questo. E tra l’altro, il bello è proprio questo. Poter essere tutto ciò che si vuole e poi cambiare idea quando ci si annoia. Magari si potesse fare altrettanto da adulti!

Ho giocato con il Dolce Forno e questo non ha fatto di me una brava cuoca (purtroppo!). Ho giocato con bambole e bambolotti eppure non ho sviluppato istinto materno. E ho avuto perfino una pistola giocattolo con la quale mia sorella e io scimmiottavamo banditi e cowboy, eppure non sono diventata nemmeno una fuorilegge. Credo invece che giocare a tutto e con tutto abbia sviluppato in me curiosità e vivacità intellettuale.

Dico queste cose seguendo e ascoltando il cuore, dando voce ai ricordi della bambina che sono stata. Non pretendo di essere certo un’esperta, anzi, non ho nemmeno figli.

Ecco perché non so se ridere o piangere quando leggo le polemiche che talvolta divampano proprio attorno a Barbie.

Io le riservo invece bellissimi ricordi d’infanzia. Per me è stata una compagna per la quale mi piaceva immaginare mille avventure. E ho sorriso quando ho visto mia nipote (la figlia di mia sorella) presentarmi le sue Barbie tutte agghindate, incluse un paio delle mie vecchie, conservate da mia mamma e poi passate in eredità.

Desidero anche precisare che vestivo Barbie esattamente come vestivo altre bambole, dunque non è colpa sua se sono cresciuta con la fissazione per la moda. Anche perché giocavo anche a disegnare figurini, facevo collane e bracciali infilando perline e ho giocato sia con Gira la Moda sia con la Maglieria Magica. Quindi, in questo caso, c’è quanto meno un concorso di colpa.

Scherzi a parte: sabato 9 marzo 2024, Barbie compie 65 anni – sebbene non li dimostri!

Come ormai tutti sanno anche grazie al successo planetario del film Barbie diretto da Greta Gerwig e interpretato magistralmente da Margot Robbie e Ryan Gosling, la nascita di Barbie si deve a Ruth Handler.

Barbie fece la sua prima apparizione ufficiale il 9 marzo 1959 a un’importante fiera del giocattolo, vestita con un costume a righe bianche e nere. Da allora, ha fatto molta strada e ha intrapreso molte carriere vestendo panni diversissimi. Ha vissuto milioni o forse miliardi di avventure grazie alle bambine di tutto il mondo, inclusa la sottoscritta.

Voi direte: ma come, finora hai sostenuto di non dare un genere ai giochi e ora parli di bambine? Resto di quell’idea, i giochi non hanno genere. Quando parlo di bambine mi riferisco a uno dei poteri specifici di Barbie, ovvero quello di diventare un alter ego. Barbie è diventata un mezzo attraverso il quale le bambine possono non solo dare corpo alle loro passioni, grazie al potere di gioco e immaginazione, ma anche sentirsi rappresentate grazie alla possibilità di fare una proiezione di sé stesse. Ed è per questo che Barbie è andata oltre il suo stesso stereotipo iniziale presentandosi oggi in una moltitudine di fisicità, tonalità della pelle e tipi di disabilità.

Per tutti questi motivi, sono particolarmente felice di dare notizia della mostra Oltre la bambola – Storia di una rivoluzione che si tiene fino al 30 marzo 2024 presso lo spazio di In.Bar.Co. a Castellanza in provincia di Varese.

Cinquanta bellissime bambole facenti parte della collezione privata di Myriam Vallegra ovvero la curatrice della mostra (e vestite con i magnifici abiti realizzati da diversi stilisti che collaborano con grandi brand dell’alta moda) sono le protagoniste assolute di questa mostra che contempla anche numerosi eventi che si terranno nel corso del mese di marzo.

Lo spazio In.Bar.Co. a Castellanza ospita la mostra <em><strong>Oltre la bambola – Storia di una rivoluzione</strong></em>
Lo spazio In.Bar.Co. a Castellanza ospita la mostra Oltre la bambola – Storia di una rivoluzione

La particolarità di Oltre la bambola – Storia di una rivoluzione è quella di aver coinvolto realtà del territorio che possano mettere in risalto tematiche dedicate al mondo delle donne.

I main event sono quattro e affrontano il tema della condizione femminile negli ambiti della salute, della violenza di genere, del lavoro e della tecnologia. E lo fanno in parallelo con l’immagine della famosissima bambola che, nel corso dei decenni, si è trasformata in un’icona non solo di stile, ma anche capace di influenzare milioni di bambine e di ragazze in virtù dei suoi immensi successi nel mondo della fantasia. Il suo esempio ha dato loro la speranza di poter diventare tutto ciò che desideravano.

Le quattro serate vedranno la presenza di scrittori, comunicatori, esperti di diritto del lavoro, rappresentanti delle associazioni contro la violenza sulle donne ed esponenti del terzo settore, coinvolti attivamente in questa iniziativa unica che, per la prima volta, vede come testimonial d’eccezione una bambola.

La prima serata si è svolta giovedì 7 marzo ed è stata dedicata a Ruth Handler (1916-2002), la creatrice di Barbie. Fondatrice con il marito della Mattel, Handler è stata una donna imprenditrice in un mondo dominato dagli uomini. La sua determinazione e forza portarono alla realizzazione della bambola più famosa di tutti i tempi, amata da milioni di bambine e di collezionisti.

Ruth Handler, in parallelo alla sua vita piena di successi, dovette affrontare una dura battaglia: nel 1970 le venne infatti diagnosticato un tumore al seno. Da questa tragica esperienza diede vita al marchio Nearly Me (“quasi me”), producendo innovative protesi mammarie per le donne che avevano subito una mastectomia oncologica. Una donna piena di infinite risorse, proprio come la sua Barbie.

Qui sotto vi lascio i dettagli della mostra Oltre la bambola e dei prossimi incontri.

E intanto… buon compleanno Barbie, amica mia. Ti voglio bene. Ancora oggi.

Emanuela Pirré

 

 

OLTRE LA BAMBOLA. STORIA DI UNA RIVOLUZIONE

Dal 7 al 30 marzo 2024, dalle ore 6 alle ore 18 dal lunedì al venerdì, ingresso libero
Location: In. Bar. Co. (qui il profilo Instagram) – Stazione Ferrovie Nord Milano di Castellanza (VA)

GLI EVENTI

Giovedì 14 marzo dalle ore 19 – CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Con Luciana Lucetti, Presidente del Centro Antiviolenza ICORE e Isa Maggi, Presidente degli Stati Generali delle Donne, con la partecipazione straordinaria del Comando dei Carabinieri di Castellanza

Giovedì 21 marzo dalle ore 19 – PARITA’ E DIRITTI DEL LAVORO PER LE DONNE
Con Cristina Riganti, Vicepresidente Nazionale del Terziario Donna di Confcommercio, e con la partecipazione di Fevan – Fashion Lab

Giovedì 28 marzo dalle ore 19 – DONNE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Con Elena Falletti – Ricercatrice di diritto privato comparato e di diritto e tecnologia della LIUC – Università Cattaneo

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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