Belle scoperte che amo condividere: Le Petit Écho de la Mode

Come a tutti (credo), capita anche a me di vedermi affibbiare nomignoli e soprannomi vari.
Tempo fa, qualcuno ha fatto un paragone tra me e un “cane da tartufo” e devo dire che l’ho trovato particolarmente simpatico, divertente e calzante.
In effetti, con un cane da tartufo ho in comune pazienza, scrupolosità e perseveranza; la differenza pratica è che, al posto di preziosi, profumati e succulenti tuberi bianchi e neri, io cerco cose belle e buone tra vari ambiti che comprendono moda e arte, senza confini né paletti né pregiudizi. E spero quindi di avere anche lo stesso fiuto di un cane da tartufo.
Questo paragone mi piace, insomma, perché racconta la caratteristica che di me preferisco, quella di piccola ricercatrice del bello, di ostinata cultrice di tutto ciò che profuma di crescita, miglioramento e positività.

Credo pertanto che per far ripartire il blog dopo le vacanze non esista miglior modo del condividere una scoperta fatta durante le mie rigeneranti vacanze e di condividerla con tutti voi, miei carissimi amici che mi fate il dono e l’onore di leggere queste pagine virtuali.

Durante il mese di agosto, sono tornata in Bretagna e Normandia, due regioni francesi che amo immensamente e che, anche stavolta, sono state molto generose nei miei confronti regalandomi moltissimi spunti quanto a bellezza, conoscenza e cultura: in particolare, desidero condividere con voi la scoperta di un posto splendido che si chiama Petit Écho de la Mode.

Si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna, e un tempo era la sede di un giornale dal titolo omonimo: oggi, grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista.

Dopo i lavori di recupero e restauro durati cinque anni, il centro, interessante e organizzatissimo, è stato inaugurato il 31 ottobre 2015 con l’alto patrocinio di François Hollande, l’allora Presidente della Repubblica Francese: ospita sale espositive (fino al 22 settembre, in cartellone c’è la mostra Plonk & Replonk – Lapsus Mordicus), un’area spettacoli, un ufficio d’informazione turistica e uno spazio di coworking incluso un piccolo angolo dedicato ai bimbi.

Si possono inoltre guardare le vecchie riviste e si può anche vedere un documentario interessante sulla storia del giornale, un autentico estratto di costume e società.

Devo dire che ho imparato moltissimo e ho trascorso una mattinata di studio viva e proficua per le mie attività di editor e docente: sfogliare e leggere le vecchie riviste messe a disposizione equivale a compiere un viaggio e, se vi va di continuare a leggere, condivido qui di seguito alcune informazioni acquisite proprio grazie alle consultazioni fatte in loco, al documentario e al libro che ho acquistato e che sto leggendo.

Il libro si intitola Le Petit Écho de la Mode – 100 ans de presse familiale (ovvero 100 anni di stampa a conduzione familiare) ed è stato scritto da Jean-Claude Isard (studioso e ricercatore) e Alain Huon de Penanster (pronipote del fondatore del giornale) con la prefazione di Irène Frain (scrittrice, giornalista e storica).

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

(Qui sopra, album 10 foto dal mio account Instagram: per sfogliarlo, potete usare le frecce laterali)

Nel 1880, il politico e futuro senatore Charles Huon de Penanster (1832 – 1901) acquista e rilancia il giornale Le Petit Écho de la Mode: pare sia la moglie Claire Le Roux (1849 – 1927) a prenderne le redini celandosi dietro lo pseudonimo di Baronessa de Clessy.

Oltre al tema della moda affrontato fin dal principio, il giornale tratta di vita quotidiana con pagine dedicate al ricamo, alla cucina, all’educazione, alle buone maniere, ai consigli di arredamento: in seguito alla sconfitta del 1871 contro la Prussia e alla caduta del Secondo Impero, la Francia sta pagando notevoli indennità di guerra alla Germania e, in un simile momento di crisi, le famiglie provate e prosciugate trovano nel giornale piccoli trucchi per migliorare la propria esistenza.

Ogni numero include suggerimenti divisi in quattro rubriche: abbigliamento (rubrica dedicata alle lezioni di cucito con modelli che permettono di vestire tutta la famiglia all’ultima moda parigina ma con tessuti di facile reperimento), cucina (le ricette possono essere preparate con ingredienti economici), igiene e salute (con i rimedi della nonna che aiutano a evitare di affrontare spese troppo elevate), cultura (con articoli che consentono a tutta la famiglia di interessarsi alle arti, alle scienze e alla storia).

Le Pétit Echo de la Mode conosce un rapido successo: nel 1881, un anno dopo il suo lancio, la rivista ha già una tiratura di 19.000 copie e tale successo è in parte imputabile ai contenuti diversificati e a quelle che, per l’epoca, sono importanti innovazioni che consentono al quotidiano di distinguersi dai suoi concorrenti e assicurarsi la fedeltà dei lettori.

Dal 1887, per esempio, il giornale comprende romanzi a episodi in forma staccabile; dal 1893, la rubrica dedicata alle lezioni di cucito è arricchita da cartamodelli.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, Le Pétit Echo de la Mode si interessa anche ai giovanissimi e, negli Anni Venti, dà origine alle riviste Lisette e Pierrot, rispettivamente per ragazze e per ragazzi

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

(Qui sopra, album 10 foto dal mio account Instagram: per sfogliarlo, potete usare le frecce laterali)

Nel 1922, Le Petit Écho de la Mode si installa a Châtelaudren, nel cuore della Bretagna, nel sito precedentemente occupato da una cartiera che funzionava grazie a una turbina idroelettrica alimentata dal fiume.

A Châtelaudren vi sono infatti un piccolo lago e una cascata che permettono di produrre energia idraulica: nel tempo, la cascata alta quasi 10 metri (per l’esattezza 9,85 metri) era stata dapprima sfruttata da alcuni mulini, poi da una cartiera e infine dal giornale.

Le Petit Écho de la Mode va a occupare lo spazio dove sorgeva proprio la cartiera che, a sua volta, era stata eretta sulle mura dell’antica fortezza medievale: vengono installate due turbine che servono ad alimentare le macchine stampanti.

È dunque forte e significativo il legame tra il giornale e la città: durante i lavori di recupero e restauro avvenuti tra il 2010 e il 2015, l’idea di rispettare, onorare e valorizzare tale legame è stata una precisa volontà e, anche in un’ottica di utilizzo di energie rinnovabili, è stata installata una nuova turbina per la produzione elettrica.

Sulla facciata dell’edificio (e come potete vedere dalle mie foto qui sopra), figura inoltre una bellissima insegna realizzata in mosaico: è opera di Isidore Odorico (1893 – 1945), famoso mosaicista francese cresciuto in seno a una dinastia di artigiani di origine italiana trasferiti poi a Rennes, la capitale della Bretagna.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

Anno dopo anno, Le Petit Écho de la Mode si trasforma in una delle più celebri e longeve riviste dedicate alla moda e alla famiglia: la forza del giornale è quella di sapersi adattare ai cambiamenti della moda e della società nonché quella di riuscire a diventare parte integrante del tessuto e dell’economia di Châtelaudren, tanto che in città ogni famiglia ha qualcuno che vi ha lavorato e ha dunque ricordi legati alla redazione e alla stamperia.

Negli Anni Cinquanta, Le Petit Écho de la Mode arriva a 1.500.000 copie e vanta una delle più importanti tirature in tutta la Francia.

Sono gli anni della nascita o della consacrazione delle grandi case di moda e, al tempo stesso, fioriscono i grandi magazzini tra i quali Le Bon Marché, Galeries Lafayettes, La Samaritaine: tali realtà contribuiscono a un processo che diventerà inarrestabile nei decenni successivi, ovvero la cosiddetta democratizzazione della moda, e a questo fenomeno il giornale dedica metà delle sue pagine, dimostrando ancora una volta la capacità di interpretare la società.

Sono anche gli anni in cui, nelle riviste di moda, la fotografia prende definitivamente il sopravvento rispetto all’illustrazione.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

Eppure, l’idillio è destinato a terminare e, negli Anni Sessanta e Settanta, arriva il momento in cui Le Petit Écho de la Mode perde smalto e attrattiva: il cambiamento della stampa periodica, della società e della donna e la concorrenza dei nuovi e ormai affermati media come la televisione (il libro che sto leggendo ricorda l’introduzione della pubblicità commerciale in televisione in Francia nel 1968) rappresentano fattori che segnano la fine di una rivista che non è più in grado di continuare a essere specchio del costume.

La rivista diventa Écho de la Mode dal 1955 al 1977, anno in cui viene acquistata dalla concorrenza: si trasforma infine in Petit Écho de la Mode/Femmes d’Aujourd’hui dal 1977 al 1983, anno in cui cessa definitivamente la sua attività.

Oggi resta l’archivio mentre, nel 2010, parte l’operazione di recupero e restauro della sede di Châtelaudren che oggi rivive come monumento storico del patrimonio francese, come testimonianza della storia della stampa e come vivace centro culturale con un ricco cartellone di attività, spettacoli e mostre che spaziano dalla moda al design e oltre.

Insomma, il mio voto è ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ per un luogo che consiglio vivamente se mai passerete dalla bella e quieta Châtelaudren perché, come spero di aver in minima parte raccontato, ha molto da dare e insegnare – e non solo agli appassionati di moda.

Parola di una persona che è stata paragonata a un “cane da tartufo” 😉

Manu

 

 

Le Petit Écho de la Mode
Place du Maillet
22170 Châtelaudren, Bretagne, FRANCE

Orari di apertura fino al 22 settembre:
* Dal martedì al sabato dalle 10 alle 12:30 e dalle 14 alle 18
* Domenica e giorni festivi dalle 14 alle 18
* Chiuso al pubblico tutti i lunedì

Ingresso al centro gratuito; per le mostre temporanee, il biglietto d’ingresso costa 5 euro

Qui trovate la pagina Facebook, qui l’account Instagram e qui quello Twitter

 

 

 

 

 

A glittering woman è anche su Facebook | Twitter | Instagram

 

Sharing is caring: se vi va, qui sotto trovate alcuni pulsanti di condivisione

 

 

 

 

 

Spread the love

Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Petit Echo de la Mode
Reply

Buongiorno Emanuela !
Tutto il staff professionale dil “Petit Echo de la Mode” Vi rigrazia per il Vostro articolo ! Abbiamo statto felice di accoglierVi et parlare con Lei quest’estate.
Non esitare a visitarci quando lei tornera in Bretania ! Ci sono ancora molte cosa da scoprire qui !

Manu
Reply

Bonjour et merci à vous!
Grazie per tutto l’ottimo lavoro che fate… continuate sempre così.
Tornerò sicuramente in Bretagna e tornerò sicuramente da voi ora che vi ho scoperti, perché sono certa riserviate moltissime altre sorprese e scoperte.
Merci encore et merci aussi pour la délicate pensée d’écrire en italien (bravo!).
Avec estime,
Emanuela

Lascia un commento

Nome*

email* (not published)

website

error: Sii glittering... non copiare :-)