Silvia Stein Bocchese è stata insignita del titolo di Cavaliere del Lavoro

Silvia Stein Bocchese (ph. courtesy of press office)

Ci sono valori che considero assoluti, solide pietre miliari.

Tra questi valori metto il lavoro, il talento, il Made in Italy e la mia ferma volontà di sostenerli; altrettanto importante per me è dare valore, luce e voce a persone interpreti e testimoni di questi valori, che siano uomini o donne, perché credo nelle pari opportunità (nonostante sia consapevole di quanta strada ci sia ancora da percorrere per raggiungere davvero la parità).

Per questo, nei giorni scorsi, la mia attenzione è stata attirata da una notizia: il Presidente Sergio Mattarella ha nominato 25 nuovi Cavalieri del Lavoro, onorificenza conferita ogni anno in occasione della Festa della Repubblica a imprenditori italiani che si sono distinti in cinque settori (agricoltura, industria, commercio, artigianato, attività creditizia e assicurativa).

Tra questi Cavalieri, rientrano quest’anno alcuni nomi della moda, della gioielleria e del beauty, ovvero Ferruccio Ferragamo (presidente di Salvatore Ferragamo S.p.A., attiva nella creazione, produzione e vendita di calzature, capi di abbigliamento e accessori di lusso), Guido Roberto Grassi Damiani (presidente del Gruppo Damiani, attivo nella creazione, realizzazione e distribuzione di gioielli di alta gamma), Giuseppe Maiello (fondatore e vicepresidente esecutivo di Gargiulo & Maiello S.p.A., attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti per l’igiene e la bellezza) e Silvia Stein Bocchese (presidente del Maglificio Miles S.p.A., attiva nella ideazione e produzione di capi di maglieria di alta gamma per conto terzi).

Lo dico apertamente: nutro stima e rispetto per Mattarella e mi emoziona profondamente il fatto che, in un momento storico in cui tutto il mondo si confronta con la crisi profonda causata dalla pandemia COVID-19, il Presidente abbia voluto riconoscere anche la moda tra le attività che contribuiscono a dare lustro al nostro Paese.

E mi emoziona che, attraverso questa onorificenza, il Presidente abbia sottolineato il valore di una donna che, da sola, ha creato un’attività che onora la manifattura italiana nel mondo e che ha dimostrato, con la sua storia, una capacità imprenditoriale e una volontà di riuscita che possono essere di esempio alle nuove generazioni.

E allora vorrei condividere con voi, cari amici, la bella storia di Silvia Stein Bocchese che, anticipando i tempi, ha saputo trasformare una piccola azienda da lei creata nel 1962 a Vicenza in un punto di riferimento internazionale per la produzione di maglieria di alta gamma.

L’avventura professionale di Silvia Stein Bocchese inizia appunto a Vicenza nel 1962.

A fianco del marito Giuseppe Bocchese, imprenditore della seta, fonda l’azienda Miles e, con quattro operaie e poche macchine, la signora Silvia comincia a realizzare capi di maglieria in organzino di seta, la materia prima del setificio di famiglia.

Forte della conoscenza di quattro lingue e dotata di un’intraprendenza che precorre i tempi, nel 1969 parte per Parigi per mostrare i suoi capi di maglieria a Yves Saint Laurent: grazie a questo incontro, le viene affidato lo sviluppo della maglieria della collezione Rive Gauche della celeberrima maison parigina.

Pochi anni dopo, un periodo molto difficile dal punto di vista personale sembra farla desistere dai suoi progetti professionali: è il 1973 e il marito Giuseppe muore purtroppo in un incidente stradale. Silvia Stein Bocchese ha la responsabilità di quattro figli piccoli, ma il suo istinto, la forza d’animo, la determinazione, la visione imprenditoriale la sostengono e la spingono ad andare avanti.

Negli anni successivi si sviluppano altre importanti collaborazioni, tra gli altri con marchi del calibro di Céline (oggi Celine senza accento per scelte di marketing…), Chloé, Alaïa e Sonia Rykiel (altra grande protagonista della moda e della quale ho scritto qui). La Francia diventa in pochi anni il mercato più importante per Miles, ma anche in Italia l’azienda lavora con stilisti del calibro di Giorgio Armani e Dolce & Gabbana.

Silvia Stein Bocchese non si scoraggia nemmeno nel 1980 quando l’azienda si incendia: la ricostruzione della fabbrica è praticamente immediata e la produzione non si ferma.

Nel corso degli anni, l’azienda cresce anche grazie all’ingresso dei quattro figli, fino a divenire la realtà più strutturata nel mondo della maglieria di alta gamma italiana.

Ancora oggi nulla è cambiato: presidente del Maglificio Miles, Silvia Stein Bocchese è la prima ad arrivare al mattino, in un luogo che sente come casa sua, pronta a rispondere, in un dialogo mai interrotto, alle richieste dei suoi clienti che sanno di poter avere da lei qualità, maestria, pazienza e anche un pizzico di magia, come quando riesce a concretizzare in una maglia o in un punto l’idea di uno schizzo appena abbozzato.

Silvia Stein Bocchese ricerca da sempre la qualità, sceglie la materia migliore per progetti di maglieria di grande maestria artigianale e sperimenta continuamente, avvalendosi delle più sofisticate tecnologie. La ricerca del nuovo l’ha spinta verso le frontiere dell’innovazione della maglieria in 3D, con l’eleganza e l’eccellenza di sempre, cifre distintive del suo stile.

Lungimirante custode del passato e, allo stesso tempo, aperta alle sfide della contemporaneità, l’imprenditrice ha raccolto negli anni un archivio che conta oggi quasi 20.000 punti maglia.

Molto legata al territorio con iniziative culturali così come di tipo caritatevole-assistenziale, Silvia Stein Bocchese ha ricoperto diversi incarichi nell’Associazione Industriali della Provincia di Vicenza e in quella nazionale del settore moda.

Membro dal 2008 del Comitato Leonardo – Italian Quality Committee (comitato che associa oltre 160 personalità tra imprenditori, artisti, scienziati e uomini di cultura desiderosi di condividere l’obiettivo di promuovere ed affermare la “Qualità Italia” nel mondo), ha ricevuto nel 2013 il riconoscimento di Confindustria Vicenza per i 50 anni di attività dell’azienda mentre nel 2018, in Francia, le è stato assegnato il premio Talents du Luxe et de la Création per la categoria Innovazione, premio assegnato ogni anno ai migliori creatori e protagonisti del lusso francesi e internazionali. Lo scorso anno ha ricevuto anche il riconoscimento per la categoria Artisanal Excellence nell’ambito della prima edizione di Milano Finanza Supply Chain Awards.

Tanta strada è stata percorsa – non senza difficoltà e vicissitudini – dall’esordio in quel lontano 1962 con poche macchine e quattro operaie: oggi il Maglificio Miles ha un fatturato di circa 26 milioni di euro e conta 130 dipendenti occupati nella sede di Vicenza (se volete saperne di più qui trovate il sito).

«Sono molto onorata e commossa per questo riconoscimento che mi ha colta di sorpresa. In un momento così speciale, è uno stimolo per reagire e superare le difficoltà di questo momento. Sono ancora più determinata a continuare, con l’aiuto e l’affetto dei miei figli che mi affiancano in azienda, decisa a essere un esempio per le tante donne che lavorano nel settore della moda.»

Buon lavoro, Cavaliere Silvia Stein Bocchese, e grazie per il suo coraggio, per il suo impegno, per il suo talento, per aver creato lavoro e per renderci orgogliosi di essere italiani come lei.

Manu

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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