Tutti al mare 1843-2023 ovvero 180 anni in vacanza a Rimini

Ricevo e volentieri condivido – Dal 1° luglio fino al 31 agosto 2023, il programma culturale estivo della città di Rimini si arricchisce di una mostra fotografica sulla spiaggia: Tutti al mare 1843-2023 ovvero 180 anni in vacanza a Rimini.

Di cosa si tratta?

Come narra già il titolo, è una passeggiata attraverso 180 anni di storia balneare: 100 plance, quasi 200 fotografie, oltre 20 manifesti conducono dal 1843, anno in cui prende avvio questa storia, fino a oggi, attraverso gli snodi che hanno visto Rimini affermarsi come importantissima realtà balneare.

Perché, tra le tante notizie che ricevo, ho deciso di dare voce a questa mostra?

I motivi sono tanti.

Perché mi piace l’idea di una mostra open air e dunque fruibile da chiunque, quando si vuole e gratuitamente; perché amo la storia; perché amo in particolare la storia del costume che, nel mio piccolo, insegno.

E in questa mostra c’è tanta storia del nostro Paese, della società e dei costumi.

Il percorso è infatti composto da 8 sezioni che raccontano gli albori della vita balneare, la moda e il suo evolvere, la spiaggia con le sue architetture e oggetti, i giochi e i passatempi, le attività per il benessere del corpo, i personaggi.

Inoltre, in aggiunta alle fotografie, ci sono manifesti del passato che costituiscono un percorso parallelo che mostra l’evolvere della cultura visiva e l’importanza della comunicazione per immagini.

Insomma, tra i tanti motivi per un soggiorno a Rimini, quest’estate se ne aggiunge uno in più.

Qui sotto vi lascio tutti i dettagli.

Manu

 

Dal 1° luglio al 31 agosto 2023
sulla spiaggia c’è Tutti al mare 1843-2023
mostra fotografica diffusa
che racconta 180 anni di vacanza a Rimini.

È una passeggiata attraverso 180 anni di storia balneare: 100 plance, quasi 200 fotografie, oltre 20 manifesti accompagnano il visitatore lungo quasi due secoli, a partire dal 1843, anno in cui prende avvio questa storia, fino a oggi, attraverso gli snodi che hanno visto Rimini affermarsi come importantissima realtà balneare.

Passeggiando dal bagno 47 al bagno 100 si incontrano un centinaio di plance che raccontano la spiaggia dai suoi esordi ottocenteschi a oggi e conducono tra luoghi, curiosità e pratiche, in parte rimasti invariati e in parte cancellati dal tempo.

Il percorso di Tutti al mare 1843-2023 è composto da otto sezioni che raccontano gli albori della vita balneare (Si comincia!), il mare e i modi di viverlo (Tuffi e spruzzi), l’eleganza dei costumi e il senso del pudore (Chic&Chic), il lungomare e i suoi eventi (Parate e sfilate), l’organizzazione di spiaggia e le sue architetture (Capanni e rose), i giochi (Palette e secchielli), le attività per il benessere del corpo (Su le braccia, giù le braccia), i rituali con i suoi personaggi (Tipi e riti).

A corredo dell’apparato fotografico, ci sono inoltre manifesti di promozioni turistiche del passato e alcune bizzarrie.

La lunghezza del percorso – ben 2,5 km – non avrebbe consentito un racconto di tipo cronologico e sequenziale ed è per questo motivo che il racconto si compone di otto tappe autonome che aggregano immagini evocative di alcuni temi ricorrenti nel corso dei 180 anni considerati.

Emozionante è l’immagine da cui tutto ebbe inizio: l’avviso che promuove l’apertura del primo “Stabilimento privilegiato di Bagni Marittimi in Rimini” (1843) e la prima immagine xilografica dello Stabilimento ricavata dall’avviso pubblicitario per la stagione 1847 (entrambi provenienti dalla collezione Gambetti della Biblioteca Gambalunga).

Altro momento di svolta è il passaggio in mano pubblica del complesso dello Stabilimento Bagni (1869) con il Kursaal che, dopo qualche anno (sarà inaugurato il 1° luglio 1873), sostituisce il vecchio edificio di legno (notevole la foto del cantiere del Kursaal nel 1872) e l’Idroterapico (inaugurato nel 1876) che istituzionalizza il tema delle cure marine come fonte di salute e benessere.

Seguono l’apparizione dei villini sul lido (foto del 1892) e nel 1908 l’apertura del Grand Hotel con l’invenzione dello slogan “Rimini l’Ostenda d’Italia”.

E ancora, c’è spazio per la rapida e prodigiosa ripartenza postbellica alla fine degli Anni ’40, lo spazio della spiaggia che si riempie al perfezionarsi dell’organizzazione dei servizi di spiaggia. E poi i grandi bagni di folla, momenti indimenticabili di euforia collettiva, dal Corso dei Fiori (1957) alla Mototemporada (1970) fino alla Notte Rosa.

I manifesti scelti per Tutti al mare 1843-2023 costituiscono un percorso parallelo che mostra l’evolvere della cultura visiva e l’importanza della comunicazione per immagini.

Si va dal primo manifesto illustrato a colori del 1896 ai manifesti pubblicitari delle stagioni di inizio secolo firmati da Borgoni, Dudovich, Busi, Bianchi, per arrivare alle campagne degli ultimi decenni con i lavori di Gruau, Marco Morosini, Luca Giovagnoli, Eron fino a quello ideato da Marco Neri per la stagione 2013.

«Volevamo festeggiare – racconta Jamil Sadegholvaad, il Sindaco di Rimini – questi 180 anni di vita della spiaggia di Rimini attraverso una mostra insolita e suggestiva che raccontasse la trasformazione della spiaggia da risorsa naturale sempre esistita a straordinaria industria del turismo. Un luogo fisico, ma anche un paesaggio immateriale e metaforico che da quel primo luglio 1843, anno di fondazione del primo stabilimento balneare, passando per il 1873 con l’inaugurazione del Kursaal, si è affermata come la più importante realtà balneare d’Europa, diventando il simbolo della vacanza al mare e Rimini la località più riconoscibile di quella “inversione rituale” che è la vacanza. Un ringraziamento particolare va a “Piacere spiaggia Rimini” e a quello scrigno prezioso che custodisce la memoria visiva dei mutamenti antropologici e dell’evoluzione estetica della nostra città che è l’archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga. Anche attraverso iniziative come queste oggi Rimini, capace di guardare sempre oltre, si candida a Capitale italiana della Cultura 2026.»

Le immagini della mostra Tutti al mare 1843-2023 provengono in massima parte dalle collezioni comunali conservate alla Biblioteca Gambalunga, a partire dalla produzione dei fotografi Contessi e dal fondo Tonini per la documentazione ottocentesca.

Sono attinte dalle collezioni Battaglini, Freddi, Maioli e Rusticani le immagini dei primi decenni del Novecento, mentre alle raccolte dell’Enit e dello studio riminese Moretti fa capo la documentazione degli Anni ’50.

Dagli archivi APT e Minghini provengono le immagini della spiaggia degli Anni ’60, ’70 e ’80, dall’archivio Raggi Rimini Press le immagini per i due decenni successivi.

La Rimini degli ultimi vent’anni rivive nelle foto provenienti dall’Ufficio Stampa del Comune, in gran parte a firma di Emilio Salvatori.

Hanno poi generosamente contribuito con propri scatti e materiali Giorgio Salvatori e Rimini Sparita.

Indispensabili alla rievocazione dell’immaginario visivo della Rimini destinazione balneare internazionale i manifesti pubblicitari delle stagioni di inizio secolo conservati nella Collezione Salce di Treviso e nella Raccolta Civica Bertarelli di Milano.

La mostra Tutti al mare 1843-2023 è resa possibile grazie alla collaborazione tra Comune di Rimini, Biblioteca Gambalunga, Fellini Museum, Cooperativa Operatori di Spiaggia Rimini Sud, Piacere Spiaggia Rimini, Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita – QuVi, Università degli Studi di Bologna Centro di Studi Avanzati sul Turismo – CAST, Università degli Studi di Bologna, Romagna la Terra della Dolce Vita, Confartigianato.

Nell’immagine della locandina: fotografia del 1951 di Angelo Moretti, proveniente dall’Archivio fotografico Morosetti, Rimini (Biblioteca civica Gambalunga).

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

MM
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Ciao, perchè non hai scritto niente dell’alluvione? è un pò come approfittare del momento e speculare senza però parlare dei problemi veri della Romagna

Manu
Reply

Ciao a te e perdonami ma mi permetto di essere in totale disaccordo.
Conosco (anzi, conosciamo) a sufficienza i romagnoli per sapere quanto non vogliano essere compatiti.
Non vogliono impietosire, vogliono conquistare con la loro simpatia e ospitalità.
Non vogliono intenerire, vogliono che a parlare sia la bellezza dei loro luoghi.
Non vogliono pena, si rimboccano le maniche e chiedono soltanto di poter lavorare per farci stare bene e, conseguentemente, per stare bene loro.
La cosa migliore che si possa fare è parlare della Romagna e della sua bellezza e dire alle persone «andiamoci».
A supporto di tutto ciò, ti dico che nel comunicato che ho ricevuto non c’era il minimo accenno all’alluvione, nemmeno una sola parola, proprio perché guardare avanti fa parte dei romagnoli – e non è una mia ‘speculazione’.
Spero di aver risposto alle tue perplessità e ti ringrazio per aver commentato.
Manu

P.S.: dimenticavo… lascio che a parlare dei ‘problemi veri’ siano gli esperti. Non sono preparata su questioni come disastri idrogeologici e relative soluzioni, quindi preferisco limitarmi a leggere, informarmi e a scrivere invece di ciò su cui posso provare a essere competente.

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