800 anni dal Natale di Greccio e le iniziative di Ambrosiana (e non solo)

La scorsa settimana, sono stata alla Pinacoteca Ambrosiana per la presentazione di due importanti iniziative dedicate al Natale.

Prima di tutto, occorre dire che quest’anno ricorre un anniversario significativo. Era il 1223, ben 800 anni fa, quando ci fu il primo Natale di Greccio, ovvero quando San Francesco d’Assisi ideò la rappresentazione del presepe vivente, una tradizione oggi diffusa tutto il mondo.

L’evento del Natale di Greccio ha lasciato una traccia indelebile nella devozione popolare e ha segnato la storia dell’arte. E così, nell’ambito di questa ricorrenza, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e la Fondazione Terra Santa presentano il progetto di museo diffuso intitolato 800 anni dal Natale di Greccio.

Si definisce museo diffuso perché si tratta di un progetto che coinvolge ben dieci istituzioni museali della Lombardia. Li menziono: Museo della Basilica di Gandino (Bergamo), Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia (Bergamo), Museo Diocesano di Brescia, Museo Diocesano di Cremona, Museo della Basilica di Sant’Eustorgio di Milano, Museo dei Cappuccini di Milano, Museo Popoli e Culture – P.I.M.E. di Milano, Museo Diocesano di Pavia, Museo della Collegiata di Castiglione Olona (Varese). Il decimo museo è, naturalmente, la Pinacoteca Ambrosiana.

Per il progetto 800 anni dal Natale di Greccio ogni museo mette in particolare evidenza uno o più capolavori delle proprie collezioni permanenti oppure di esposizioni temporanee. Tutte le opere fanno rete tra loro in quanto sono legate al tema del Natale. Le opere spaziano dal Medioevo all’arte contemporanea: sono creazioni che celebrano il significato della Notte di Betlemme nei secoli, con materiali, sensibilità e stili diversi.

Il progetto è stato inaugurato il 1° dicembre 2023 e andrà avanti fino al 7 gennaio 2024.

Devo dire che questo concetto di museo diffuso mi piace moltissimo. Racconta la capacità di creare sinergia, di fare rete, di fare comunità. E più si fa rete, maggiore è la possibilità che la cultura si diffonda capillarmente creando aggregazione. Anche perché il presepe non è solo un simbolo religioso, ma ha anche rimandi di carattere culturale e sociale.

Uno dei diorami della mostra <em><strong>Contemplare il Natale nella Cripta di San Sepolcro</strong></em>
Uno dei diorami della mostra Contemplare il Natale nella Cripta di San Sepolcro

Anche il secondo progetto presentato dall’Ambrosiana riguarda la natività e il presepe o presepio (usate il termine che preferite con la benedizione dell’Accademia della Crusca).

Si tratta della mostra intitolata Contemplare il Natale nella Cripta di San Sepolcro – Diorami della collezione del Museo del Presepio di Dalmine.

La mostra è aperta fino al 6 febbraio 2024 secondo la tradizione della Candelora, la festa della presentazione di Gesù al Tempio. È allestita all’interno dei suggestivi ambienti della Cripta di San Sepolcro. E invita a prendersi del tempo per raccogliersi in ammirazione della storia narrata dai presepi, lasciandosi rapire dai singoli dettagli: un’architettura, una strada che si allontana verso lo sfondo, un personaggio particolare, un animale, una stanza arredata. Il tutto senza mai perdere di vista la natività, tema centrale e fulcro di ogni presepio.

I sette diorami esposti nella Cripta di San Sepolcro, insieme a quello nell’atrio dell’Ambrosiana e al presepio con statue nella Chiesa Superiore di San Sepolcro, provengono dalla collezione del Museo del Presepio di Dalmine. Fondato nel 1974 da don Giacomo Piazzoli (primo parroco di Brembo nonché appassionato collezionista e presepista), Il Museo di Dalmine conserva e valorizza una collezione unica al mondo legata al tema della natività.

In tempo di storytelling, parola oggi in gran voga, il presepista fa esattamente questo: costruisce una narrazione, una storia. E il suo racconto, ovvero il presepe, si presta a tantissimi livelli di lettura a seconda dell’occhio con cui ci si approccia. Si va dal bambino fino all’esperto di iconografia passando per l’appassionato di modellismo.

Pensate che, lo scorso novembre, le associazioni presepistiche di diciotto paesi nel mondo (dal continente americano all’Europa) si sono ritrovate a Siviglia per un convegno internazionale. E questo ci racconta quanto il presepe sia una tradizione radicata e condivisa.

A proposito… per chi se lo chiedesse. È giusto fare la mostra nella cripta, luogo simbolo del sepolcro? Perché no: natività e sepoltura sono i due momenti simbolo di umana manifestazione di Cristo.

Parola di Monsignor Marco Navoni, prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e moderatore dell’incontro di presentazione al quale ho partecipato. Monsignore ci ha fatto anche notare come nell’iconografia cristiana la mangiatoia assuma a volte forma di sarcofago.

Permettetemi, però, di tornare al progetto 800 anni dal Natale di Greccio e all’opera scelta dalla Pinacoteca Ambrosiana.

L’opera selezionata (che vedete qui sopra) risale al 1599 circa ed è un dipinto a olio su tela, ovvero il Presepe di Federico Barocci o Baroccio detto il Fiori (1535-1612).

Dovete sapere che sulla paternità di questo dipinto ci sono state lunghe discussioni. Recentemente, però, si è giunti alla conclusione che «la definizione di replica autografa per l’esemplare milanese sia la più confacente».

Un dipinto identico, probabilmente la versione originale, è infatti conservato al Museo del Prado di Madrid. Fu donato attorno al 1605 a Margherita d’Austria, regina di Spagna, da Francesco Maria II Della Rovere, duca di Urbino. Sottolineo quindi che, tecnicamente, per l’opera in Ambrosiana non si parla di copia ma di opera autografa, ovvero di una seconda versione. Pratica che – storicamente – avveniva peraltro abbastanza spesso.

Dal punto di visto iconografico, è interessante notare come nel dipinto manchi totalmente qualsiasi fonte di luce esterna, naturale o artificiale. Tutto è inondato dalla luce divina che irraggia dal volto di Gesù Bambino.

Ed è esattamente ciò che viene narrato in uno dei Vangeli apocrifi. La luce ricade particolarmente su Maria che accoglie Gesù tendendo teneramente le braccia. Giuseppe sta più nell’ombra e gira il capo verso i pastori alla porta indicando il bambino. L’atmosfera della scena è calda, intima e familiare.

Pare che il cardinale Federico Borromeo, fondatore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, amasse particolarmente questo dipinto. Nel mio piccolo, non posso che essere d’accordo. Lo amo da quando lo scoprii, tanti anni fa: tra tutte le rappresentazioni della natività, questa è quella che mi emoziona di più. La mia preferita in assoluto.

Che ci crediate o meno, vi assicuro che una cartolina del Presepe di Barocci è stata per anni il mio segnalibro, quello che spostavo di libro in libro. Ho sorriso e sono stata felice quando ho saputo che è l’opera scelta dalla Pinacoteca Ambrosiana per il progetto del museo diffuso, proprio perché penso che rappresenti straordinariamente bene il concetto di Natale.

La luce nel quadro è molto importante. Fondamentale. Perché, come ha ben sottolineato Monsignor Marco Navoni quel giorno in Ambrosiana, la luce è il vero significato del Natale. Ed è il motivo per cui, a nostra volta, illuminiamo le strade e le nostre case per il Natale.

Mentre ascoltavo seduta tra i giornalisti, sono rimasta colpita da questo concetto così semplice e, allo stesso tempo, così potente. Semplice, sì, perfino elementare, se volete. Eppure… quanto spesso dimentichiamo tale significato?

Credo che, in un momento storico e sociale così confuso e talvolta oscuro, faccia bene riflettere su tutto ciò. E vale per noi tutti, secondo me, credenti e non.

Emanuela Pirré

 

 

INFORMAZIONI PRATICHE SULLE INIZIATIVE CHE HO ILLUSTRATO

 

PROGETTO MUSEO DIFFUSO 800 ANNI DAL NATALE DI GRECCIO

Fino al 7 gennaio 2024 in esposizione coordinata in 10 musei della Regione Lombardia. Info qui.

 

MOSTRA CONTEMPLARE IL NATALE NELLA CRIPTA DI SAN SEPOLCRO

Alcuni diorami dalla collezione del Museo del Presepio di Dalmine sono in mostra all’Ambrosiana fino al 6 febbraio 2024. Info qui.

 

E POI… VISITE GUIDATE ALL’AMBROSIANA

Tra le collezioni dell’Ambrosiana, numerose sono le opere di grandi autori legate al tempo del Natale. Guidati da uno dei Dottori dell’Ambrosiana, è possibile ammirarle grazie a una visita serale esclusiva, dedicata a riscoprire il vero significato del tempo del Natale.
Le visite si terranno alle 19 e alle 20 nei giorni 11-18-28 dicembre 2023 e 4 gennaio 2024. Info qui.

 

E POI… CONCERTI ALL’AMBROSIANA

La sera del 15 dicembre 2023 alle 19.30, in Sala Federiciana, circondati dai disegni del Codice Atlantico, ci sarà un concerto di musica classica sulle note di Sammartini e Mozart magistralmente eseguite dall’orchestra da Camera Beethoven diretta dal Maestro Adriano Bassi. Info qui.

Il 7 gennaio 2024 alle 18.30 e alle 19.30 ci sarà un concerto di canti gregoriani nella suggestiva cornice della Chiesa inferiore di San Sepolcro. Info qui.

 

MUSEO DEL PRESEPIO DI DALMINE

Se volete visitarlo, trovate tutte le info qui.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Laura
Reply

“La luce è il vero significato del Natale” proprio non ci sarei mai arrivata, ed è un concetto così semplice. Ci volevi tu ad illuminarmi, scusa il gioco di parole.
Ciò detto, sai che io sono una fanatica dell’albero e non amo i presepi, però mi sono letta questa tuo articolo con grande interesse e mi ha fatto sorridere che il tuo segnalibro fosse proprio quel dipinto.
Un’ ultima cosa, a me piace moltissimo leggere come sai, ma amo quasi più il modo di scrivere che il contenuto e anche nel tuo caso è proprio così, a prescindere dall’argomento che tratti e sempre piacevole leggerti, perchè incuriosisci ed accompagni il lettore, lo guidi proprio per mano a fare nuove scoperte.
Grazie Manu.
Buon Immacolata per l’ultimo quarto d’ora che rimane.😀🤗😘😘😘

Manu
Reply

Laura cara… grazie.
E, soprattutto, ringraziamo insieme Monsignor Marco Navoni: il merito per averci fatto riflettere sul significato del Natale è solo suo. Io non ho alcun merito, ho accolto a mia volta le sue parole.
La luce – che naturalmente per i credenti viene dalla nascita di Gesù Bambino – è un simbolo forte per tutti. Rappresenta la speranza che i valori positivi prevalgano sull’oscurità del male e di tutto ciò di cui il male si nutre, come la guerra, la povertà, le malattie, l’ignoranza, la prevaricazione, la violenza.
Ecco perché dico che questo momento storico è confuso e un po’ oscuro: tra guerre e tanta violenza, tra povertà e ignoranza, sembra che la parte brutta prevalga sulla parte migliore, quella fatta di luce. Ma noi dobbiamo resistere, dobbiamo cercare di tenere accesa quella luce. E dobbiamo cercare di diffonderla. Non è facile, ahimè…
Permettimi di ringraziarti anche per le tue parole circa il mio modo di scrivere. Per me leggere che incuriosisco e accompagno il lettore è una soddisfazione immensa: è esattamente ciò in cui spero, è proprio ciò che desidero fare. Per me è questo il senso profondo di scrivere e di farlo per gli altri.
Ti saluto caramente e ti auguro tanta luce.
Manu

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