Romeo Gigli Eyewear, dal vero acetato fino a Lucio (e Giulia) Stramare

Mi fa piacere raccontare che, la scorsa settimana, sono stata presso il punto Vision Ottica di viale Vittorio Veneto a Milano per un gradito invito, ovvero l’evento organizzato per il lancio della nuova collezione Romeo Gigli Eyewear.

L’invito risultava per me di doppio interesse, dal punto di vista professionale (come sapete, mi occupo principalmente di moda e Romeo Gigli è uno stilista che amo) e dal punto di vista personale (ho già confessato di essere miope da sempre, ahimè, per giunta con una punta di astigmatismo).

Ho anche già confessato di avere un rapporto ambivalente con gli occhiali, ovvero nutro grande passione per quelli da sole che reputo fondamentali per via dei miei occhi abbastanza chiari e, al contrario, ho un certa antipatia per quelli da vista ai quali preferisco di gran lunga le lenti a contatto; naturalmente, sono in ogni caso un accessorio assolutamente fondamentale per me, anzi più uno strumento che un accessorio, e a maggior ragione non resto indifferente se si parla di montature interamente realizzate in Italia con metodi che coniugano tradizione e innovazione.

Ma, prima di arrivare a questo, vorrei soffermarmi su un’altra questione che ha catturato la mia attenzione in occasione dell’evento di presentazione.

Nel momento della scelta di un nuovo paio di occhiali, moltissime persone (e non mi chiamo certo fuori da ciò, anzi, prendo me stessa come esempio) dividono le montature in due macro categorie, quelle in metallo e quelle in acetato, ma in realtà la suddivisione non è così semplice, in particolare per quanto riguarda le seconde. Leggi tutto

Quando sono compassione ed empatia a finire in croce

Ho letto molte opinioni sulla morte di Andrea Papi, il giovane uomo ucciso da un’orsa nei boschi nella provincia di Trento, sembrerebbe per istinto di difesa verso i propri cuccioli.

Queste letture mi hanno lasciata basita se non sconvolta e a sconvolgermi sono in particolare i commenti social di moltissime persone.

Non mi riferisco certo a chi non vuole la morte dell’orsa, ma a chi manca completamente di qualsiasi forma anche minima di empatia, solidarietà e compassione verso Andrea nonché di rispetto verso la sua famiglia e il loro dolore.

Va bene anzi benissimo la solidarietà verso l’orsa, ma i commenti agghiaccianti verso Andrea, le certezze assolute nel giudicare i suoi comportamenti senza sapere niente né di lui né della sua vita… ecco, come vanno inquadrati?

Anche a me fa orrore chi chiede a gran voce la mattanza degli orsi trentini, ma non dimentico la morte di Andrea, non oso (e non voglio) immaginare gli ultimi istanti della sua vita, non oso immaginare lo straziante dolore dei suoi cari. E soprattutto non giudico una persona che non conoscevo esattamente come non la conosceva chi oggi sputa facili e ovvie sentenze via social.

Tantissimi sono pronti a giudicare, a emettere sentenze e giudizi inappellabili e definitivi, a ergersi a esperti, sempre e comunque, questa volta esperti di orsi e della loro gestione.

In Trentino c’è un evidente e grosso problema, ma io, per esempio, non ho la più pallida idea di come risolverlo perché non è il mio campo e non sono sufficientemente preparata; mi limito quindi a tacere e anche a non giudicare né Andrea né i suoi comportamenti, tanto più che non vivo in quella zona e dunque non vivo sulla mia pelle le consuetudini e la quotidianità di quei luoghi e degli abitanti.

Avrei continuato a tacere sulla questione proprio perché non sono competente, ma ora – basita dalla durezza delle troppe cose lette – mi piacerebbe chiedere ai tanti esperti e ancora di più ai tanti spietati giudici se le loro scelte siano sempre perfettamente assennate e precise, ineccepibili e inattaccabili. Leggi tutto

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