Tutti in strada in via Caprera e… non dimenticate il cappello!

Più passano gli anni e più mi convinco che essere nata in Italia sia una fortuna.

Mentalmente e moralmente, sono una cittadina del mondo: mi sento a casa in molti luoghi e amo immensamente viaggiare e scoprire, tuttavia credo che proprio questo amore nonché la capacità di cogliere e apprezzare il bello siano cresciuti in me grazie al fatto di essere nata nel Bel Paese. Credo che avere natali italiani sia un valore aggiunto che si porta con sé per tutta la vita e del quale occorre essere grati.

È vero, il nostro Paese ha infiniti problemi, ma è anche ricco di una storia e di una cultura che, se solo sapessimo valorizzarle nel modo giusto, potrebbero essere la chiave per risolvere qualsiasi questione. Lo Stivale è pieno, da Nord a Sud e viceversa, di centinaia di luoghi dove si celebra e si onora la nostra preziosa eredità culturale attraverso eventi e iniziative che uniscono antico e nuovo.

Oggi desidero parlarvi di un luogo che ha trovato proprio nella divulgazione di cultura, arte e bellezza la strada per prolungare un passato glorioso: si tratta di una città che si trova in provincia di Treviso e il cui nome è Vittorio Veneto.

Vittorio Veneto è il luogo in cui si è svolto un episodio storico decisamente importante per tutta la nazione e non solo: vi si combatté infatti l’omonima battaglia durante la Prima Guerra Mondiale, tra il 24 ottobre e il 4 novembre 1918. La vittoria dell’esercito italiano su quello austro-ungarico ebbe come conseguenza la resa austriaca e la fine della guerra.

Da allora sono passati quasi 100 anni e ora Vittorio Veneto si fa conoscere per altre cose, per esempio per una bella manifestazione che si chiama Tutti in strada in via Caprera.

Avrete già immaginato che via Caprera è una strada della città: come racconta un signore di nome Gino, memoria storica del quartiere, una volta ogni edificio della via ospitava un’attività economica. Alla mattina, artigiani e commercianti scendevano le scale di casa e aprivano bottega: si contavano otto sarti, tre calzolai, uno zoccolaio, molti falegnami e poi venditori di vino, osterie e tutte le attività che potevano servire alla vita di una comunità.

La via fungeva da crocevia tra le borgate e ancora oggi è sede di una vivace comunità che sta riscoprendo il piacere di vivere la strada: tra le varie iniziative esistenti ne figura una che mette al centro arte, storie, mestieri di una volta, giochi, intrattenimento per grandi e piccini. Dal 2013, ogni estate per un weekend, via Caprera diventa un grande laboratorio di idee e fantasia, dove le osterie offrono il miglior ristoro per accompagnare i visitatori alla riscoperta di un antico quartiere: ecco spiegata in poche parole la manifestazione.

E così, Tutti in strada in via Caprera ha favorito nuove amicizie, ha consolidato le antiche, ha dato nuovi stimoli a osti, commercianti e artigiani che hanno scelto questa via per la loro attività: non solo, la manifestazione propone bellezza attraverso il concorso Abiti_Amo e promuove socializzazione e solidarietà grazie a Porta L’Arte, iniziativa che culmina in un’asta benefica.

Quest’anno tocca ai cappelli e, considerato il mio grande amore verso l’argomento, sono felice di condividere con voi il nuovo tema lanciato dal comitato organizzativo per l’edizione 2016 di Abiti_Amo: il concorso è dedicato a tutti i creativi della moda che sono stati stavolta invitati a scatenare la loro fantasia attorno a “Tutto ciò che sta sulla testa”.

Abiti_amo edizione 2016 prevede due sezioni: la prima si chiama “Eccentrici ma portabili” e possono partecipare cappelli artistici o che siano comunque una dimostrazione eccentrica di creatività; la seconda si chiama “Da manuale ma con brio” e prevede cappelli dalle forme classiche e dalle lavorazioni tradizionali, all’insegna della modisteria, della sartorialità e anche del comfort.

Nel primo caso, la giuria valuterà il progetto e la portabilità dell’accessorio; nel secondo caso, verranno valutati esecuzione e stile.

Vittorio Veneto dopo l’invasione austriaca in due foto storiche tratte dal sito <em><strong>Tutti in strada in via Caprera</strong></em>
Vittorio Veneto dopo l’invasione austriaca in due foto storiche tratte dal sito Tutti in strada in via Caprera

A chi è rivolto il concorso?

Agli stilisti, ai creatori di cappelli, agli studenti di moda: a tutti coloro, insomma, che possiedono estro, fantasia, coraggio, arte, capacità, tecnica e… un briciolo di faccia tosta.

L’iscrizione al concorso deve avvenire entro sabato 2 luglio 2016 online (trovate il link in fondo); le creazioni devono pervenire entro domenica 10 luglio.

I copricapo verranno esposti nell’ambito della festa Tutti in strada in via Caprera nel week-end del 16 e 17 luglio 2016: durante la festa, previo consenso degli autori, verranno presentati con una sfilata. Vicino a ogni opera verranno indicati i riferimenti del creatore, il nome del copricapo e una breve descrizione; sarà inoltre possibile segnalare se esiste l’interesse a venderlo al termine della manifestazione.

Visto che da sempre supporto il talento, parlo con gioia di Abiti_amo edizione 2016 in questo mio piccolo spazio virtuale: mi sembra infatti che sia una splendida occasione per chi vuole cimentarsi e confrontarsi.

Non solo, il tema del concorso di quest’anno – “Tutto ciò che sta sulla testa” – mi riporta ancora una volta a un aneddoto che ho raccontato in altre occasioni: riguarda il Museo del Cappello Borsalino di Alessandria dove, tra i tanti documenti, ne è conservato uno in cui si legge una frase di Rosa Veglio, mamma di Giuseppe Borsalino, senza dubbio uno dei più celebri creativi nell’ambito del copricapo.

Il giovane Giuseppe (divenuto solo in seguito una leggenda) era allora piuttosto irrequieto e di scarsa applicazione agli studi: quando iniziò a lavorare come apprendista cappellaio, la signora Rosa gli disse “tì at devi bitet a fé el capplé almen at sbrai cui ié la testa”, ovvero “devi metterti a fare il cappellaio, almeno saprai che esiste la testa”.

Immagino il sollievo della donna e lo trovo un concetto fantastico: spero che, tra coloro che leggono, vi sia qualcuno interessato a cogliere l’invito e la sfida, quella di scatenare la fantasia per mostrare e dimostrare che ciò che si mette sulla testa può servire, in fondo, anche a ricordare l’esistenza di un meraviglioso strumento chiamato cervello.

E state certi che sentirete ancora parlare di Tutti in strada in via Caprera qui nel blog: come si suol dire, to be continued.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito di Tutti in strada in via Caprera e qui la pagina Facebook.

Qui trovate il concorso Abiti_Amo edizione 2016, qui trovate il regolamento completo e qui potete iscrivervi.

Se volete approfondire a proposito delle precedenti edizioni di Tutti in strada in via Caprera e di Abiti_amo, qui, qui, qui e qui potete trovare gli articoli di Stefano Guerrini nel suo omonimo magazine. Stefano (maestro, amico e splendido gancio tra me e il comitato della manifestazione) è stato anche uno dei giudici delle precedenti edizioni.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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