Annalisa Caricato, quanta fantasia può stare dentro una minibag?

Sì, lo so: dovrei pensare all’autunno già in corso e all’inverno ormai imminente.

Dovrei pensare a castagne da arrostire e albero di Natale da allestire, presto, molto presto.

Non dovrei pensare alla primavera, ai tessuti leggeri, a colori e stampe vivaci, alle forme sinuose e accattivanti.

Non dovrei avere la testa piena di farfalle svolazzanti e fiori pronti a sbocciare.

Ma come si fa? Come si fa a non pensare a tutto ciò – farfalle, fiori, colori – dopo aver partecipato ai press day e dopo aver visto tante deliziose anticipazioni per la prossima primavera / estate 2017?

Come si fa a far finta di non aver visto nulla e a non condividere subito con voi almeno una piccola anticipazione?

Facciamo un patto: parlo di un brand sul quale non posso proprio tacere, poi metto la testa a posto (più o meno) e torno buona buona a occuparmi di collezioni autunno / inverno 2016 – 17. Affare fatto?

Ho sentito dei timidi sì, mi pare, e dunque parto: signore e signori, vi presento la poliedrica Annalisa Caricato della quale mi sono innamorata la scorsa settimana, dopo aver ammirato e toccato (anzi, accarezzato) le sue borse.

Annalisa Caricato nasce e frequenta i primi studi artistici nella città di Bari: compiuta la maggiore età, si trasferisce a Roma per formarsi come designer.

Conseguita a pieni voti la laurea in Industrial Design all’I.S.I.A. di Roma (l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, istituzione di alta cultura pubblica dedicata al disegno industriale), Annalisa mette insieme un bagaglio di esperienze significative e di prestigiose collaborazioni, in Italia e all’estero: a partire dal 2000, collabora con Valextra, Naito Toys (azienda giapponese di accessori e abbigliamento bambino a Philadelphia), Tod’s, Dolce & Gabbana, Salvatore Ferragamo, Valentino, Guess.

Ormai cittadina del mondo, si trasferisce in Svizzera: qui inizia a collaborare con marchi del calibro di Ungaro, Bulgari e Mandarina Duck.

Un bel ritratto di Annalisa Caricato
Un bel ritratto di Annalisa Caricato

Oggi, Annalisa vive e lavora nella cittadina di Hauterive (2.550 abitanti sul lago di Neuchâtel) insieme al marito designer di orologi e ai loro due bimbi: il marchio che si chiama come lei è il suo primo progetto imprenditoriale, interamente prodotto in Italia.

In questo suo progetto si riconoscono alcuni elementi fondamentali.

Prima di tutto, c’è l’importante know-how maturato grazie alle prestigiose esperienze professionali.

Poi, c’è tutta la sua anima creativa, irrequieta e in perenne movimento; il suo carattere, deciso e vivace; il suo talento, innato, fatto di buon gusto dall’impronta squisitamente femminile e di amore per la ricercatezza.

E, infine, si evidenzia l’approccio tutto italiano di Annalisa, un approccio che incarna perfettamente sia il saper fare del Bel Paese sia il nostro gusto estetico riconosciuto a livello internazionale. Eppure, al tempo stesso, il progetto riesce a esprimere una visione pop e cosmopolita della realtà circostante.

Mi piace anche sottolineare il fatto che la designer abbia deciso di affacciarsi sul mercato avvalendosi di artigiani esperti che onorano la tradizione del passato e che sanno elevare gli standard qualitativi a valori assoluti e a simboli di eccellenza. Alla primaria ricerca di materiali pregiati segue dunque un attento studio dei migliori produttori del settore.

Il risultato?

Le minibag Annalisa Caricato sono piccole opere d’arte: sono curate nei minimi dettagli e sfruttano tutte le ultime tecnologie disponibili nel campo della pelletteria, con la convinzione che creatività e savoir faire debbano procedere di pari passo, sempre.

La prima collezione è dedicata alla primavera / estate 2017 e presenta borse dallo stile giocoso, ironico e originale: l’intento è dare vita a un accessorio che sia non solo funzionale ma che, tramite un attento studio estetico, soddisfi quella voglia di ricercatezza che caratterizza Annalisa ma che oggi è sempre più presente anche in un pubblico attento ed esigente.

Da qui è nata l’idea di sviluppare, su una minibag di forma piuttosto classica, un proprio linguaggio artistico che risulta estremamente personale e ricco di carattere.

La collezione SS 2017 di minibag firmate Annalisa Caricato
La collezione SS 2017 di minibag firmate Annalisa Caricato

Annalisa Caricato trae ispirazione prima di tutto dai paesaggi italiani: la terra d’origine (la Puglia) fa capolino con le sue piante esotiche e i loro frutti (i fichi d’India).

Anche i paesaggi alpini svizzeri, ovvero quelli che la designer osserva dal suo studio, si aprono come tante finestre davanti ai nostri occhi, mostrandoci distese di fiori di campo dai colori pieni e vivaci oppure laghetti di montagna con la piccola fauna che li popola.

Ci sono poi le esperienze di vita quotidiana viste attraverso gli occhi dei bambini, con felini che si posano sovrani sui tetti, civette che ci osservano circospette nel buio della notte, animali che popolano un coloratissimo (e spensierato) circo.

Ogni patta è cucita preventivamente a mano dalla designer e, solo in un secondo momento, viene sviluppata nelle botteghe artigiane italiane. E infine, un charm logato in metallo, progettato e personalizzato prendendo spunto dai simboli della pelletteria artigianale, viene posto come un sigillo prezioso su ciascun modello.

Ma Annalisa non pensa solo alle borse: il suo linguaggio si estende fino ad arrivare all’abbigliamento.

L’idea è quella di un unicum creativo che vede l’abbinamento tra la minibag e una t-shirt con stampa serigrafica, attraverso l’ironia innata che la contraddistingue e che viene coronata da un packaging anch’esso curato nel dettaglio.

Lo si apre e… regala la sorpresa di una storia sempre nuova.

Perché, nonostante lo stile di Annalisa Caricato sia fortemente personale e nonostante sia preso dal suo vissuto e dal suo quotidiano, le minibag strizzano l’occhio a un immaginario estremamente condivisibile nel quale è facilissimo riconoscersi trovando la propria storia e la declinazione più giusta.

Questi, per me, sono autentici oggetti del desiderio: si tratta di un vero colpo di fulmine e non potevo certo aspettare fino a primavera per condividerlo con voi.

Ed ecco perché, nonostante il mio pensiero dovrebbe andare all’inverno alle porte, non riesco a togliermi dalla testa le creazioni di Annalisa Caricato.

Ho un’idea geniale: potrei unire le cose e metterne una sotto l’albero di Natale, no?

(… C’è qualcuno in ascolto, là fuori? Non so, un marito in cerca di idee? Sappi che AMO quella con i fichi d’India…)

Manu

 

 

 

 

Per continuare a sognare (a occhi aperti):

Qui trovate il sito di Annalisa Caricato, qui la pagina Facebook e qui l’account Instagram

Se volete dare un’occhiata agli scatti che ho realizzato in occasione del press day: qui, qui, qui e qui 🙂

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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