Brandina The Original, il mare è felicità e si può mettere in una borsa

Questa settimana, precisamente lunedì, sono stata alla presentazione della nuova campagna pubblicitaria di Brandina The Original, un marchio di borse e accessori tutti realizzati con il tessuto dei lettini da mare.

L’idea alla base di questo marchio nasce durante la realizzazione da parte di Marco Morosini di un libro fotografico dedicato alla Riviera Adriatica, pubblicato nel 2004 da Electa Mondadori.

Visto che si parla di Riviera Adriatica, il designer e fotografo Morosini decide di fare qualcosa che evochi immediatamente uno dei tratti più caratteristici del luogo: pensa dunque di utilizzare il materiale di cui sono composti i tradizionali lettini (o brandine) da mare per realizzare delle originali sovraccoperte per il libro e, nel fare ciò, scopre le potenzialità del tessuto, tanto da decidere di utilizzarlo per creare borse e accessori attraverso una produzione rigorosamente artigianale.

Così, dal 2005, il marchio Brandina unisce il fascino dell’omonima seduta da spiaggia della solare Riviera Italiana con la creatività di Marco Morosini e della sua compagna, l’architetto Barbara Marcolini che cura e disegna tutti i modelli.

E questo è il primo motivo per il quale ho scelto di parlarvi del marchio: mi piacciono le idee fuori dagli schemi e mi piace che un materiale venga estrapolato dal contesto abituale (fare lettini da spiaggia) per essere portato in un altro mondo (quello delle borse).
Mi piace chi sa vedere oltre e, se di tanto in tanto leggete A glittering woman, avrete ormai capito che nutro questo tipo di passione.

Non solo: il secondo motivo è di carattere affettivo poiché, da grande amante del mare quale sono, il lettino da spiaggia e gli stabilimenti balneari fanno parte dei miei ricordi fin da bambina, quando andavo in Liguria con i miei genitori, a Bordighera, oppure quando andavo in colonia con la scuola ad Andora.

E in effetti, Brandina si è affermata come icona del design balneare, trasmettendo i colori delle spiagge italiane e l’atmosfera che in esse si respira.

La storia del tessuto usato da Brandina The Original comincia agli inizi degli Anni Sessanta, quando la Riviera Italiana fiorisce: grazie al boom economico e dopo le prime avvisaglie degli Anni Cinquanta, gli italiani si calano per la prima volta nei panni di turisti.

La gente gode dell’estate al mare, delle spiagge di Liguria e Toscana, della Romagna e dell’Adriatico, della Costiera Amalfitana e delle isole, dalla Sicilia alla Sardegna: gode del calore e dell’accoglienza di questi luoghi e le spiagge si colorano, moltiplicando il numero di ombrelloni e lettini.

Il lettino da mare ha tutti i presupposti per diventare l’oggetto simbolo delle strutture balneari italiane: pensate, il primo prototipo di brandina da spiaggia nasce nel 1949.

Le sue caratteristiche vanno pian piano perfezionandosi: il telaio, inizialmente in legno, viene poi costruito in ferro e infine in alluminio; il tessuto abbandona la trama in cotone che presentava inizialmente e il nylon (ora impiegato sia in trama sia in ordito) si impone come materiale più moderno e resistente, tant’è che una brandina utilizzata in spiaggia dura in media 20 anni.

Succede poi che un personaggio eclettico come Marco Morosini decida di impiegare quel tessuto nato per i lettini da mare per fare altro, ma naturalmente non si limita a una semplice traslazione: ogni borsa Brandina The Original è il risultato finale di un intenso processo creativo.

L’ispirazione per ogni texture nasce da un’opera d’arte: un quadro o una fotografia fungono da base cromatica per lo sviluppo di un nuovo colore.
L’immagine d’arte viene ingrandita al punto da essere scomposta in pixel e inizia il lavoro di modifica: la composizione comincia a prendere forma, il colore di una riga viene sostituito con un’altra tinta, alcune righe si allargano, altre si infittiscono.

A volte si va in cerca di simmetria, altre volte la si rifiuta e le scrivanie dei designer Brandina vengono sommerse da decine di rocchetti di fili colorati: gli schermi dei pc sono le tele su cui dipingere, i fili colorati diventano i pigmenti per le tempere da usare.

Così, dagli impalpabili pixel, si passa alla concretezza della tessitura: l’incastro tra trama e ordito deve essere perfetto per assicurare la migliore resa cromatica; stabilita la composizione del tessuto e approvato il primo campione prova, si passa poi a tessere e immaginare ogni borsa del catalogo Brandina.

Il tipo di tessuto offre molti vantaggi: alte performance di resistenza allo strofinamento, alla rottura, agli agenti atmosferici e ai raggi UV. La trama è realizzata con un materiale indistruttibile, che non scolorisce al sole, che resiste all’usura e alle peggiori intemperie.
Si può lavare con sapone di Marsiglia (o qualsiasi altro detersivo delicato) e, se necessario, nel caso della Beach Collection, si può perfino ricorrere al lavaggio in lavatrice, a 30° (se siete curiosi, qui trovate tutte le indicazioni relative a cura e manutenzione).

Un’altra cosa che apprezzo è che Brandina è estremamente trasparente anche nel dichiarare luoghi di produzione e di origine dei materiali.

Il marchio, italianissimo, ha base a Pesaro: l’intero ciclo produttivo parte da lì, coinvolgendo il design, la ricerca, il tessuto, il taglio e riservando la sola lavorazione ad alcuni laboratori di Rimini.
Ogni singola creazione è prodotta a mano.

Per alcuni prodotti (per esempio scatole per il packaging in metallo, sacchetti in TNT-tessuto non tessuto, tiretti per zip) vengono impiegati fornitori esteri che abbiano know-how, standard qualitativi e prezzi idonei a questo tipo di prodotti: mi piace specificare che questi articoli rappresentano solo il 5% circa dell’intera produzione.

In definitiva, posso quindi affermare senza tema di smentita che Brandina The Original valorizza ed esporta la cultura italiana – e la cultura balneare! – nel mondo: l’allegria, la gioia, la positività, la spensieratezza, la piacevolezza, lo star bene delle nostre spiagge diventano i principi cardine della filosofia del marchio che riesce così a offrire un prodotto trasversale, divertente, di qualità e capace di raccontare un modo di vivere.

Last but not least, direbbe qualcuno: proprio per rispettare la filosofia generale e dare un’immagine coerente con il prodotto, le creazioni Brandina sono vendute esclusivamente nelle BB-Botteghe, spazi progettati da Marco Morosini e interamente realizzati da mastri artigiani che creano ogni dettaglio con il massimo della cura.

Marco Morosini e Barbara Marcolini
Marco Morosini e Barbara Marcolini

Ma veniamo a IL FUTURO SIAMO NOI, ovvero la nuova campagna realizzata da Oliviero Toscani per Brandina The Original.

L’impegno di Brandina prosegue oltre la creazione di linee di prodotti e sono numerose le iniziative che l’azienda mette in campo ogni anno allo scopo di costruire aggregazione e convivenza attorno a valori antichi e solidi, capaci di accogliere i mutamenti della società contemporanea.

Proprio da questo modo di intendere e interpretare il fare azienda di Brandina e del suo fondatore Marco Morosini, prende il via la campagna realizzata da Oliviero Toscani che per Brandina affronta un tema difficile e di grande attualità: attraverso l’obiettivo del grande fotografo, il fenomeno migratorio al quale assistiamo viene proposto nella sua valenza di opportunità aperta, acquistando una dimensione positiva di rinnovamento, di apporto di idee, energie e creatività, come in fondo sono sempre gli incontri e gli incroci di culture.

Ecco perché “Il futuro siamo noi”.

La storia lo dimostra: a portare con sé il futuro sono i popoli che hanno la necessità e il coraggio di muoversi, anche a costo di sacrifici enormi (pensiamo agli italiani emigrati in tutto il mondo nel corso del Novecento…).

“Il futuro siamo noi” è anche un monito e un invito a prendere consapevolezza che siamo sempre noi gli artefici del nostro destino e che sta a noi scegliere e determinare il nostro approccio alla vita, con entusiasmo ed energia.

La campagna di Oliviero Toscani per Brandina è partita un paio di giorni fa, il 31 maggio, e sarà on air per tutta l’estate 2018.

E la collaborazione con Oliviero Toscani è la punta dell’iceberg di una serie di attività che Brandina avvierà nei prossimi mesi, come iniziative aperte al pubblico, collaborazioni e partnership con realtà diverse nonché un piano di aperture commerciali.

Ve le dettaglio tutte in calce a questo post, mentre io, prima di chiudere, vi racconto il terzo importante motivo per cui ho scelto questo brand e per cui ho immediatamente accettato quando ho ricevuto l’invito per la presentazione: per una che come me ha fatto della comunicazione il proprio mestiere, Oliviero Toscani è un’icona assoluta.

Ricordo come, fin da ragazzina, sono rimasta fortemente impressionata da una delle sue più celebri collaborazioni, quella con Benetton: ciò che il celebre fotografo e il brand hanno creato insieme ha sancito l’inserimento di quelle campagne in testi universitari e ambiti museali e ha prodotto alcune delle immagini più famose nel mondo della pubblicità tra gli Anni Ottanta e gli Anni Novanta.

Le collezioni del brand veneto sono state letteralmente usate – nel miglior senso possibile – per attirare l’attenzione su temi sociali quali il razzismo, la povertà, l’AIDS, la pena di morte: le immagini forti e l’irriverenza di alcuni scatti hanno fatto talvolta discutere, scandalizzando e creando polemiche, e dando vita a ciò che viene definito shockvertising, termine anglosassone che nasce dalla fusione delle parole shock (letteralmente urto, scossa) e advertising (pubblicità) ed è impiegato per definire tutte quelle campagne in grado di creare un impatto emotivo importante.

Nella seconda metà del 2017, dopo molti anni, Toscani è tornato a firmare le campagne Benetton con due fotografie che affrontano il tema dell’integrazione.

«Il problema del mondo attuale è l’integrazione – ha dichiarato Toscani in quella occasione – e il futuro si giocherà su quanto e come sapremo usare la nostra intelligenza per integrare il diverso, superando le paure.»

Oliviero Toscani e Marco Morosini
Oliviero Toscani e Marco Morosini

Tant’è che Toscani affronta il tema del fenomeno migratorio, delle opportunità, del rinnovamento, degli incontri anche insieme a Brandina.

Indossare una borsa Brandina significa dunque vivere un’idea, una storia, uno stile di pensiero.

Il fascino di queste borse risiede nel loro potere evocativo, con un’esperienza tattile e visiva che conduce al mare, ai suoi colori e ai suoi profumi; il marchio è capace di partire dalla leggerezza per arrivare a un tema profondo come l’immigrazione con i suoi quesiti, le sue sfide, le sue possibilità.

Perché, per dirla con le parole usate da Marco e Barbara, «il mare è felicità, ovunque tu sia: Brandina ha ogni spiaggia dentro e ti porta sempre in riva al mare».

Concordo, naturalmente, e a proposito di quella mia certa passione per il mare di cui parlavo in principio, ecco un ultimissimo dettaglio.

Ogni borsa Brandina The Original – per esempio quelle della linea Hotel Plus – contiene una piccola quantità di sabbia della Riviera Italiana… questi sono i dettagli se volete minuscoli che per me sono invece enormi e mi conquistano, poiché raccontano la passione e la verità di un progetto (detto da una che ha una propria piccola collezione delle sabbie di tutte le spiagge che ha visitato dall’adolescenza in poi… ecco, dopo questa confessione, mi becco anche una denuncia…)

Manu

 

 

Per seguire Brandina The Original:

Qui trovate il sito, qui la pagina Facebook e qui il canale Instagram.

 

Tutte le attività che Brandina The Original avvierà nei prossimi mesi

In occasione del solstizio d’estate, il prossimo 21 e 22 giugno, Brandina promuove Hippies Tour, una carovana itinerante per le strade di Marche e Umbria a bordo di maggiolini e van Bulli di Volkswagen.
Un’occasione, a partecipazione gratuita, per condividere due giorni all’insegna dello spirito del viaggio, nel segno dell’apertura a nuovi incontri e a piccole esperienze di condivisione.
Qui potete trovare tutti i dettagli del tour.

Sul fronte delle collaborazioni, Brandina parteciperà alla quarta edizione di Disco Diva, festival nazionale della disco music di Gabicce (14-17 giugno), in occasione del quarantesimo anniversario dall’uscita in Italia del film La febbre del sabato sera.

Sempre legata al mondo della musica è la partecipazione di Brandina al premio fedeltà di Radio Deejay con la Deejay Bag, borsa in edizione limitata prodotta per l’occasione.
Inoltre, Brandina rinnova per il secondo anno la collaborazione al Deejay on Stage a Riccione in qualità di partner.

Sempre nel 2018, prenderà il via anche lo sviluppo di un progetto con la Comunità di San Patrignano e i suoi laboratori artigiani per la realizzazione di una linea di borse in limited edition che prevede l’utilizzo di una tecnica particolare tramite la stripe machine, strumento disegnato e prodotto da Marco Morosini per creare texture di colore sempre diverse.

Dal 24 maggio al 30 settembre, in occasione della 16ª Mostra Internazionale di Architettura e della 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Brandina sarà ospite con uno store nello spazio di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group.
Una vecchia macelleria e una falegnameria saranno convertiti in spazi multifunzionali per innovare, incontrare, condividere, fare shopping e stare insieme.

Relativamente dell’apertura a nuovi mercati, è in programma l’apertura di una nuova Bottega Brandina a Taormina e il lancio nel mercato americano, previsto nel 2019.

Infine, fa parte del progetto Brandina anche il recupero architettonico del Castello di Granarola trasformato in Brandina Resort, un luogo altamente suggestivo, immerso nella natura e a due passi dal Mare Adriatico, che coniuga un’ospitalità moderna e raffinata, a dimensione d’uomo, a un contesto artistico storico di grande pregio.
Qui trovate tutti i dettagli di questo progetto.

«Brandina è una realtà aperta al mondo e impegnata su diversi fronti – racconta Marco Morosini – e ci piace l’idea di costruire un punto di riferimento attorno a cui riconoscersi, ritrovarsi, nel segno di un comune spirito di apertura e condivisione.
Ci piace affrontare il futuro senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo.”

Ecco perché ho portato Brandina nel mio spazio A glittering woman 🙂

 

A PROPOSITO DI OLIVIERO TOSCANI (anche se non avrebbe bisogno di presentazioni…)
Nasce a Milano nel 1942.
Studia fotografia e grafica all’Università delle Arti di Zurigo, dal 1961 al 1965.
Forza creativa per famosi giornali, marchi, immagini corporate e campagne pubblicitarie, è riconosciuto internazionalmente come uno dei personaggi più influenti della comunicazione.
Nel 1982 rende celebre a livello mondiale il marchio United Colors of Benetton: negli stessi anni, precisamente nel 1994, crea Fabrica con Luciano Benetton nonché il giornale Colors.
Da sempre impegnato in campagne di interesse sociale, collabora, tra gli altri, con Croce Rossa Italiana, con l’Istituto Superiore della Sanità e con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Dopo oltre cinquant’anni di innovazione editoriale, pubblicità, film e televisione (definiti con straordinaria ironia da lui stesso «50 anni di magnifici fallimenti»), Toscani continua a produrre creatività applicata ai vari media, realizzando, con il suo studio e con Fabrica, progetti editoriali e televisivi, campagne di comunicazione, mostre, esposizioni e workshop.

A PROPOSITO DI MARCO MOROSINI
Nato 46 anni fa a Pesaro, Marco Morosini cresce scorrazzando nella campagna tra Marche e Romagna.
Non che il nonno – di mestiere ortolano – fosse dispiaciuto dello spirito libero del nipote, anzi, era la mamma Antonia a essere preoccupata per il figlio che, puntualmente, spariva per intere giornate e andava a scattare foto di qua e di là.
Oggi Ginevra, la pensioncina a una stella di Cattolica della madre, c’è ancora, ma tante altre cose sono cambiate.
Terminati gli studi, Morosini ha iniziato a collaborare con prestigiosi studi come No Frontiere Design di Vienna e Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton (vedere sopra!).
Nel 2000, diventa direttore artistico dello studio di Oliviero Toscani e, in parallelo, la sua ricerca artistica si concretizza con le prime mostre personali in California.
Non è semplice definire Marco: il padre Mario – quando qualcuno domanda la professione del figlio – risponde convinto che è un grafico, mentre la piccola Margherita – con tutta l’esperienza dei suoi dodici anni – pensa che il papà trascorra le giornate a fissare la finestra, immaginando nuove storie da raccontare…

A PROPOSITO DI BARBARA MARCOLINI
Barbara Marcolini è nata a Rimini nel 1971.
Laureata a Firenze presso la facoltà di Archittettura, dal settembre 2000 al maggio 2004 entra a far parte del laboratorio creativo Norman Brain, a Milano, seguendo numerosi progetti internazionali.
Dal 2001 al 2005, ha fatto parte del gruppo creativo Ideacostozero, con sede a Lugano, che si occupa di fornire servizi creativi e cicli di workshop sulla creatività alle aziende.
Da giugno 2004, fa parte dello studio Marco Morosini, rivestendo il ruolo di architetto e occupandosi del progetto di recupero del castello di Granarola.
Nel 2005, è nata Margherita, il progetto più importante di Barbara e Marco.
Sempre nel 2005, Barbara ha collaborato alla nascita di Brandina, marchio al quale continua a dedicarsi con grande passione.

 

Chiudo con una gallery degli scatti che ho realizzato lunedì 28/05/2018
in occasione della presentazione Brandina The Original a Milano:
nelle prime due immagini, ci sono Marco Morosini e Oliviero Toscani;
segue una carrellata di alcuni modelli di borse.
Per visualizzare la gallery da pc, cliccate sulla prima foto e poi scorrete con le frecce laterali.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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