Giulia Boccafogli, quando dedizione e umiltà accompagnano il talento

Più vado avanti nel mio percorso e più mi convinco circa la necessità di dare spazio a cose belle e virtuose.
A progetti belli e virtuosi.
A persone belle e virtuose. Belle in senso molto ampio, dentro e fuori.

Sento che è necessario e anche giusto in quanto tutto ciò riesce a regalarmi emozioni forti.
E l’emozione è ancora più grande, dilagante, direi, quando a essere bella e virtuosa è una persona che seguo con affetto e stima da anni.

Sì, seguo lei e il suo lavoro da parecchio: mi riferisco a Giulia Boccafogli, designer talentuosa di gioielli contemporanei di ricerca, realizzati artigianalmente utilizzando pellami italiani di recupero.

Giulia progetta, disegna e realizza personalmente le sue collezioni: lavora con passione e dedizione, operando una continua ricerca e portando avanti le principali caratteristiche (originalità, qualità, manualità, conoscenza, competenza) intrinseche nel vero Made In Italy.

Il suo lavoro si concentra sulla pelle, materiale versatile, e lei ne esplora e ne sfrutta l’aspetto materico.
Utilizza pellami di recupero, selezionati accuratamente: rigenera il materiale che, in questo modo, gode di una seconda vita.

I suoi pezzi – tutti rigorosamente fatti a mano e dunque unici – mostrano uno stile a metà tra una decadenza adatta a un moderno dandy (onde, drappeggi, linee morbide) e il tribale, con sottili richiami fetish: grazie a lei, il concetto di accessorio sembra svanire per lasciare il posto a un’idea di ornamento come grande protagonista.

Sapete, ho scritto di Giulia varie volte e per diverse testate; ho fatto cenni al suo lavoro anche qui nel blog.
Sento, però, che è giunto il momento di dedicarle una monografia più completa, in quanto intuisco e vedo che il suo percorso è giunto a un ottimo punto di maturazione. Un punto importante che merita un riconoscimento.

Prova della sua costante crescita professionale è anche la presenza al Bijorhca, il salone specializzato che si è svolto a Parigi dal 2 al 5 settembre: gli organizzatori fanno un’attenta selezione e Giulia l’ha superata, presentandosi nel momento in cui si è sentita pronta ad affrontare l’importante vetrina non solo francese bensì internazionale.

D’altro canto, Giulia non è nuova a questo tipo di esperienze – e ai palcoscenici di richiamo internazionale – e presto, precisamente dal 24 al 26 settembre, sarà presente anche al White, il salone meneghino dedicato alla moda contemporanea, frequentato anch’esso non solo da buyer nazionali ma anche esteri.

Sarà la quarta presenza di Giulia a White che è oggi uno degli appuntamenti più importanti della settimana della moda.

Giulia Boccafogli al lavoro nel suo atelier (in alto: ph. credit Laura Matiz)
Giulia Boccafogli al lavoro nel suo atelier (in alto: ph. credit Laura Matiz)

In occasione di tali manifestazioni, Giulia Boccafogli presenta IMAGINARIUM, la sua collezione di gioielli e ornamenti per il corpo, in modo del tutto nuovo.

Ha scelto infatti di raccontare la sua attuale concezione di gioiello senza il vincolo delle stagioni, in modo personale, istintivo e, al contempo, affine ai tempi che cambiano; ha deciso di narrare il suo universo attraverso forme sempre nuove che vanno a unirsi al suo repertorio più classico, proponendo suggestioni affini al suo inconfondibile stile nonché spunti per un’ immagine che ama comunque rinnovarsi.

Inutile dire che questa scelta incontra la mia piena approvazione e che soddisfa quella che è anche la mia visione e la mia interpretazione del gioiello in generale e, soprattutto, del gioiello contemporaneo.

Ecco quindi IMAGINARIUM, un viaggio all’interno dell’immaginario personale della designer che, con questa collezione, sente forte più che mai l’esigenza di raccontarsi: per questo motivo ha deciso di convogliare all’interno della sua nuova linea tutti i suoi pezzi storici di maggior successo assieme a nuovi modelli dallo stile molto forte e deciso.

E, per la prima volta, ha scelto di usare in un’unica collezione tutte le sue principali tecniche di lavorazione, senza formalismi o barriere: lo scopo è quello di narrare il suo mondo fatto di inchiostro, sinuosi segni grafici, misteriose atmosfere piene di luminosa oscurità.
Lo spunto viene dalla mitologia, dall’arte e dalla magia che, insieme, tracciano l’universo creativo, intimo e personale, della designer.

IMAGINARIUM è dunque un punto di arrivo, per certi aspetti, eppure è anche un punto di partenza ben preciso per un nuovo viaggio, fatto di aggregazione creativa e di sperimentazione che non ha più confini.

Accade così che le creazioni ricordino fluide ninfe di lago; forti creature mitologiche; animali magici e bellissimi. Anche nei nomi, come Minotauro.
E accade anche che piccoli gioielli da usare come amuleti convivano con ornamenti intensi e sinuosi.
Il tutto è unito dal grande amore per il nero, reso prezioso da bagliori argento e bronzo oppure interrotto da naturali tonalità tabacco, da intensi tocchi di rosso Borgogna e da altre proposte cromatiche, varie e mai scontate.

Anche la nuova campagna immagine, quella che vedete qui sotto, firmata ancora una volta dalla fotografa e amica Valentina De Meo, desidera raccontare il desiderio di rilassata libertà individuale.

Perché le persone alle quali Giulia Boccafogli si rivolge non amano le divise: preferiscono essere libere di cambiare immagine ogni giorno, restando fedeli a sé stesse e al proprio stile, poiché esso è parte della personalità di ogni individuo.
La moda non è (o non dovrebbe essere) un imperativo bensì un modo per esprimere noi stessi: lo pensa un mio caro amico che si chiama Roberto, lo penso io che gli ho rubato questa frase e lo pensa Giulia.
Giulia alla quale piace un’attitudine un po’ rock, sgualcita al punto giusto, perché la perfezione è incompleta e poco intrigante – pensa lei e sottoscrivo a mia volta.

Alcuni scatti della collezione <em>IMAGINARIUM</em>
Alcuni scatti della collezione IMAGINARIUM

Nata a Bologna nel 1980, dopo aver conseguito la maturità classica, Giulia Boccafogli si è laureata in Architettura a Firenze con una tesi in Tecnologia e Design.
Da allora si è occupata di progettazione edile e d’interni ma, parallelamente alla professione, ha portato avanti per anni la sua immensa passione: creare gioielli e accessori.

Metodica e volenterosa, ha alimentato la vena creativa affinando sempre di più gli studi sui materiali e le lavorazioni alternative, senza mai rinunciare alla realizzazione artigianale, fase fondamentale e base di tutto il suo processo creativo.

Dal 2006, questo percorso si è sviluppato al punto da diventare un lavoro quasi a tempo pieno: partecipando a mostre, fiere specializzate e temporary shop, i suoi lavori sono stati notati dal pubblico di appassionati e addetti ai lavori, suscitando anche l’attenzione di riviste e siti web del settore tra i quali Frizzifrizzi, Glamour, Cosmopolitan, Marie Claire e Vogue Italia.
Contemporaneamente, sono nate varie collaborazioni con privati e boutique sparse in tutta la penisola.

Il 2011 è stato un anno decisivo: Giulia ha vissuto a San Francisco per qualche mese, periodo durante il quale ha potuto fare molta ricerca e seguire diversi workshop sulla lavorazione dei metalli e di altri materiali alternativi.
Rientrata in Italia, ha deciso di dedicarsi completamente a questo mondo incredibile, mettendo da parte la professione d’architetto: nel luglio 2012, ha aperto il suo studio a Bologna, in condivisione con la designer tessile Emanuela Paradiso.

Da allora, il suo lavoro si concentra prevalentemente sulla ricerca formale e stilistica, sempre con l’aspetto artigianale in primo piano: si è infine concentrata sulla pelle e su di essa sperimenta nuove tecniche di taglio e nuove strutture.

Dal 2013, ha iniziato a investire concretamente su fiere di settore tra le quali Homi, la nuova versione del Macef.
A febbraio 2015, ha preso parte per la prima volta a White, selezionata per entrare nella rosa dei 18 designer internazionali della speciale area Bijoux.

Parallelamente, ha iniziato ad aprirsi al mercato estero: grazie alla presenza su portali di prestigio come Boticca e Wolf & Badger, ha potuto far conoscere il suo lavoro quasi in tutto il mondo, tanto che diverse boutique estere hanno già scelto le sue collezioni.

Nel gennaio 2015, Giulia si è trasferita e ha aperto il suo atelier a Como.
Il 2015 è stato anche l’anno della partecipazione a “L’eleganza del cibo. Tales about food and fashion”, presso il Museo dei Fori Imperiali, a Roma.
La prestigiosa mostra, a cura di Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragno, ha celebrato, in occasione di Expo 2015, il connubio perfetto tra la nutrizione, tema dominante dell’esposizione universale, e la maestria sartoriale Made in Italy.
Per sei mesi, alcune creazioni esclusive di Giulia Boccafogli sono state esposte accanto alle opere dei grandi maestri italiani della moda.

Un collage di scatti da me realizzati in occasione di una mia recente visita presso l’atelier comasco di Giulia Boccafogli
Un collage di scatti da me realizzati in occasione di una mia recente visita presso l’atelier comasco di Giulia Boccafogli

E siamo infine arrivati al 2016.

È l’anno caratterizzato da un’intesa attività produttiva, grazie al successo commerciale dell’ultima collezione, grazie a diverse partecipazioni a mostre prestigiose (tra le quali “SKIN – la superficie del gioiello”, presso il Museo del Gioiello di Vicenza, curata da Alba Cappellieri e Livia Tenuta), grazie a importanti collaborazioni con alcune donne dello spettacolo italiano e grazie ad alcune stimolanti esperienze come la partecipazione alla prima edizione della settimana della moda torinese, manifestazione durante la quale le opere di Giulia Boccafogli hanno sfilato assieme agli abiti del giovane stilista valdostano Fabio Porliod.

Attualmente, le collezioni di Giulia sono distribuite, oltre che in Italia, anche in Giappone, Svizzera, Senegal, Turchia, Messico, Irlanda, Australia, Austria, Colombia, Dubai e altri Paesi ancora.

E sono certa che la lista si allungherà a dismisura.

Perché questa giovane donna ha talento.

Perché – come ho già scritto – possiede anche passione, dedizione e umiltà.

Perché non ha paura di lavorare sodo e cresce costantemente: è così che, un passo alla volta, sta percorrendo il suo sogno.

E io la guardo, la ammiro e non posso fare a meno di essere orgogliosa di lei, rapita dalla bellezza del suo lavoro che è direttamente proporzionale alla bellezza che risiede in lei.

Manu

 

 

 

 

Tutti gli scatti provenienti dal lookbook IMAGINARIUM sono opera di Valentina De Meo, il make up e l’hair style sono curati da Serena Palma, la modella è Elina.

 

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito di Giulia Boccafogli, qui la pagina Facebook, qui il suo account Instagram e qui quello Twitter.

Indirizzo email info@giuliaboccafogli.it | Telefono 340 2348029 | Atelier & showroom, esclusivamente su appuntamento, via Gabriele Castellini 4c, Como.

Altri miei articoli su Giulia: qui quello per W…E Blog, il magazine del salone White; qui quello per il numero 18 della rivista Style Papers in una selezione di pezzi “Disegnati con il cuore”; qui quello relativo a uno dei nostri incontri presso Homi.

Oltre a parlare volentieri di lei, indosso spesso le creazioni di Giulia Boccafogli, le sue collane (qui e qui), gli orecchini (qui, qui e qui), bracciali e ancora orecchini insieme (qui)… Sono un’appassionata collezionista dei suoi pezzi, insomma!

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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