Agatha Ruiz de la Prada, un incontro speciale

Se, anni fa, mi avessero detto che un giorno avrei incontrato di persona Agatha Ruiz de la Prada, stilista che ammiro da sempre, credo che sarei scoppiata in una risata di vero cuore, chiedendomi divertita come e dove le nostre strade avrebbero mai potuto incrociarsi, lei professionista apprezzata e affermata, io semplice innamorata della moda.

E invece è accaduto, ci siamo incontrate: ha ragione chi dice che non bisogna mai smettere di credere nei propri sogni né di lottare per essi.

Oggi, grazie a studio, impegno e sacrifici, la moda è diventata la dimensione in cui mi muovo e lavoro (mi emoziona sempre così tanto affiancare questo verbo a quella che è prima di tutto un’enorme passione) e dunque mi capita di incontrare coloro dei quali ho letto su libri e riviste: con alcuni, ho brevi incontri, nulla più, magari, di una stretta di mano attraverso la quale continuare a nutrire i miei sogni; con altri, invece, ho l’opportunità di avere scambi più significativi.

Il merito dell’incontro con Agatha Ruiz de la Prada va ad Accademia Del Lusso, scuola di moda che si occupa di formazione in modo innovativo e creativo e che si propone come luogo d’incontro tra le esigenze del mercato del lavoro e le aspirazioni di chi intende intraprendere una carriera in un settore che è alla ricerca di profili professionali sempre più specifici.

Proprio basandosi su un approccio concreto e prossimo a quella che è la realtà lavorativa quotidiana, Accademia del Lusso crea continue occasioni di collaborazione col mondo delle imprese e con professionisti del calibro della celebre stilista: Agatha Ruiz de la Prada è stata la protagonista di un contest che ha messo alla prova il talento degli studenti dei corsi di Marketing, Retail Management e Visual Merchandising ed è stata l’ospite d’onore della cerimonia di premiazione.

Guidati da Raffaele Ferrante, docente di Accademia del Lusso, e da Linda Brun, direttrice italiana di Agatha Ruiz de la Prada, 18 studenti hanno lavorato per alcuni mesi su un vero e proprio progetto strategico volto a valorizzare e rinnovare l’assetto dello store milanese: interagendo direttamente col brand, hanno vissuto un percorso articolato fatto di approfondimenti teorici e attività pratiche. Scopo del progetto di rinnovo è stato quello di arrivare a garantire una maggiore interazione tra prodotto e spazio espositivo.

Martedì 14 aprile, la stilista madrilena ha personalmente ringraziato tutti i partecipanti e ha proclamato i vincitori spiegando i motivi delle sue scelte: la premiazione si è svolta alla presenza di una platea di studenti, fan del brand, opinion leader, esperti del comparto moda e fashion blogger tra i quali c’ero anch’io.

Il vincitore del contest, Andrea Di Biagio, svolgerà un percorso professionale presso lo store milanese, negozio che sarà tra l’altro il pilota di una nuova esperienza di vendita messa in atto dal brand.

Un momento della presentazione
Un momento della presentazione
Agatha Ruiz de la Prada coi vincitori tra i quali Andrea Di Biagio
Agatha Ruiz de la Prada coi vincitori tra i quali Andrea Di Biagio
Agatha Ruiz de la Prada e io
Agatha Ruiz de la Prada e io

Non posso che dare tutta la mia approvazione a questo progetto e all’approccio di Accademia del Lusso: non smetterò mai di sostenere l’importanza della cultura nella moda come in qualsiasi altro campo, l’importanza di ascoltare chi ha qualcosa da raccontare, l’importanza dell’eredità e dell’identità di un marchio, l’importanza del poter essere testimoni di una storia e di un percorso.

E quanto a ricchezza di eredità e identità, importanza di percorso e storia, Agatha Ruiz de la Prada ha senza dubbio molto da dare e da raccontare.

Ha esordito come pittrice d’avanguardia ispirandosi alla Pop Art e al realismo per poi debuttare nel mondo della moda a soli ventuno anni, nel 1981.

Il suo stile ha rappresentato da subito una rivoluzione rispetto al panorama spagnolo dell’epoca: sulla sua passerella, il rigore ha ceduto il passo a colori forti e accesi e a fantasie giocose, chiare reminiscenze dei suoi esordi da artista.

In seguito, ha allargato la propria produzione al design, all’arredamento e agli oggetti per la casa, collaborando con importanti aziende del settore: ha introdotto anche le collezioni per bambini e nel 2003 ha aggiunto una linea uomo caratterizzata da colori generalmente riservati all’abbigliamento femminile, come l’arancione, il giallo, il fucsia.

Oltre al mondo dell’arte al quale è da sempre strettamente e indissolubilmente connessa, Agatha Ruiz de la Prada si sente particolarmente a suo agio anche nell’ambiente dell’architettura: alcuni hotel, ristoranti e centri commerciali portano la sua impronta personale, in Spagna e all’estero.

Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15
Agatha Ruiz de la Prada SS 15

Incontrare Agatha Ruiz de la Prada fa bene a cervello, anima e cuore perché è una creativa poliedrica a 360°, una designer che non si pone limiti e barriere: incontrarla fa bene a chi già si muove nell’ambiente – come me – e a chi vi si muoverà molto presto – come gli studenti.

Fa bene osservare come la passione della stilista sia totalizzante: si vede da come si muove, da come parla, dall’energia che trasmette. E dalla voglia di dare e di fare, ben lontana dal sedersi sugli allori portati a casa nel tempo e che eppure sono tanti.

Fa bene osservare come, nonostante sia una donna dal successo universalmente riconosciuto, la sua mente sia elastica, ricettiva, pronta a mettersi sempre in discussione: quando ha detto ai ragazzi di aver molto imparato da loro, io mi sono emozionata. Mai considerarsi arrivati: è questo il segreto dei grandi personaggi o almeno di quelli davvero grandi.

Fa bene osservare come una donna del genere consideri i giovani una ricchezza. È stata generosa, ha dispensato consigli preziosi, ha condiviso la sua visione, ha dato importanza e valore a ogni persona e a ogni lavoro: ha ringraziato tutti, con calore, e questo è un altro segreto dei grandi.

Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada con le sue modelle al termine della sfilata FW 15-16
Agatha Ruiz de la Prada con le sue modelle al termine della sfilata FW 15-16

Quando, durante la nostra chiacchierata, sedute tranquille su un divanetto, le ho chiesto quanta fiducia riponga nei giovani, i suoi occhi si sono illuminati: sono tutto, mi ha detto.

E poi mi ha raccontato di come sia affascinata dai cambiamenti: mi ha raccontato, per esempio, di un suo recentissimo viaggio a Pechino, città che lei ha trovato vitale, vivace, in movimento, in evoluzione. Mi ha fatto venire voglia di andarci, a distanza di 10 anni da un viaggio che mi portò a Shanghai (anzi 11 anni, visto che era il 2004).

Quando abbiamo parlato del vincitore, la stilista mi ha spiegato che la carta migliore di Andrea è stata la semplicità, la concretezza, l’immediatezza, la pulizia del design e della grafica del progetto, caratteristiche che hanno fatto risaltare l’idea, il nucleo.

Invidio, Andrea, ve lo confesso: ha un’opportunità grandissima in un’azienda meravigliosamente dinamica e io gli auguro di sfruttarla al meglio.

Grazie, Agatha, perché anch’io posso dire di aver imparato moltissimo.

E, prendendo coraggio e puntando in alto, spero a questo punto in un nostro prossimo incontro: se è successo una volta, potrebbe succedere ancora.

E così, vi saluto con un’esortazione banale ma sincera: inseguite i vostri sogni e non abbiate paura di afferrarli, fosse anche per la coda 

Manu

 

 

 

Tutte le foto di sfilata vengono dalla pagina Facebook di Agatha Ruiz de la Prada

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito di Agatha Ruiz de la Prada, qui la pagina Facebook (qui tutte le immagini della sfilata primavera / estate 2015 e qui tutte quelle della sfilata autunno /inverno 2015-16), qui Instagram e qui Twitter.

Il negozio di Milano di Agatha Ruiz de la Prada si trova in via Pietro Maroncelli 5, aperto dal martedì al sabato dalle 11 alle 19.

Qui trovate il sito di Accademia del Lusso, qui la pagina Facebook, qui Instagram e qui Twitter.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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