VALEORCHID: poetica come un’orchidea, forte come un samurai

Devo stare calma.

Non devo lasciare che l’emozione si impossessi di me, anche se la mano mi trema un po’, perfino sulla tastiera.

O forse sto sbagliando. Forse dovrei lasciarmi andare, semplicemente.

Dovrei farlo perché – per me – la moda è un linguaggio, un modo di esprimermi. Dunque è fatta di emozioni, di sensazioni.

La moda per me è vedere un abito e sentire che è quello giusto, che è quello che mi farà stare bene. Come se fosse una pelle indossata da sempre.

La moda per me è una passione che sboccia improvvisa e inattesa, è un colpo di fulmine.

Alla luce di tutto ciò e grazie al lavoro che faccio e che mi porta a conoscere personalmente molti degli stilisti e dei designer dei quali parlo, spesso è per me difficile scindere l’abito (o il gioiello o le scarpe o la borsa) da colui o da colei che li ha creati, è difficile scindere la creazione da un bagaglio fatto di emozioni e sensazioni.

E allora – penserete forse voi – lascia fluire queste emozioni. Lasciare libere, falle correre, non le imbrigliare.

Ma, vedete, oggi c’è un’altra questione sul piatto della bilancia: la designer della quale desidero parlarvi è un’Amica, una di quelle con l’iniziale maiuscola. Per questo vorrei restare calma, distaccata; mi dispiacerebbe se qualcuno pensasse anche solo per un istante che il mio racconto e il mio parere siano influenzati e compromessi dall’amicizia anche perché – in realtà – non lascio mai che esse si mescolino.

E non per cinismo; al contrario, lo evito proprio per l’enorme rispetto che provo per entrambi, per l’amicizia e per il lavoro. E perché penso che la confusione non faccia bene, a nessuno dei due ambiti.

Eppure, non riesco a chiudere la porta ai sentimenti e alle emozioni e allora rinuncio: la mia non è però una resa rassegnata o incondizionata, permetto piuttosto di essere guidata. E mi affido al cuore, lo ascolto perché so che quando il nostro cuore è colmo di un sentimento limpido e autentico – come in questo caso – non sbaglia.

E allora, amici miei, permettetemi di raccontare la storia di Valentina.

Valentina ha frequentato la scuola d’arte e ha poi completato la sua formazione in IED Moda come fashion stylist.

Il suo amore per la moda ha origini lontane: la mamma era sarta e confezionava abiti e così lei è cresciuta tra aghi e spolette di filo, tra tessuti e macchine da cucire, cibandosi inoltre di musica e fotografia, le sue due altre grandi passioni.

Curiosa di natura, questa giovane donna è alla perenne ricerca di ciò che la emoziona; è amante dell’evoluzione e di come un abito d’antan possa essere portato nel contemporaneo. Il suo è un animo antico proteso però verso il futuro.

Vede, pensa e costruisce ogni capo come se fosse uno scrigno: gli abiti che crea sono ampi e oversize non per nascondere, bensì per custodire e per proteggere, perché quella che desidera suggerire è una dimensione intima e intimistica che racconti la personalità di chi indossa i suoi capi. L’invito a colei che sceglie le sue creazioni è quello di comprendere ciò che vuole realmente custodire di sé stessa.

Tra le sue icone e i suoi riferimenti, l’amatissima mamma figura naturalmente al primo posto, importante modello umano e professionale.

Valentina ama inoltre profondamente i couturier del Novecento con un occhio particolare per Paul Poiret; è ugualmente innamorata del lavoro di Yohji Yamamoto.

Eclettica anche nel suo rapporto con la musica, ha sempre amato le sonorità metal evolvendosi poi verso la musica jazz e classica: mentre creava la collezione per l’autunno / inverno 2016 – 2017, a ispirarla sono stati il musicista jazz Paolo Fresu e il musicista e compositore giapponese Ryūichi Sakamoto.

Valentina, oltre a creare abiti, ama esprimersi anche attraverso i mezzi di comunicazione visiva, come la già citata fotografia: anche il logo VALEORCHID – il nome che ha dato al suo brand – è una sua creazione.

Valentina e il suo mondo firmato VALEORCHID
Valentina e il suo mondo firmato VALEORCHID

In occasione dell’edizione di febbraio 2016 di Milano Moda Donna e grazie al patrocinio del Comune di Milano e della Casa delle Artiste, Valentina e il suo brand VALEORCHID hanno fatto il loro debutto ufficiale con “… Through the silence”, capsule collection per l’autunno / inverno 2016-17.

Come accennavo, tutti i capi pensati da Valentina hanno una portabilità over e sono free size.

La loro costruzione è lineare ed essenziale: sono capi puliti e che suggeriscono un’idea di intimo, ribadisco anche questo, perché il mondo VALEORCHID ha una dimensione calda e accogliente.

L’ispirazione arriva dal Giappone e dalla poesia Haiku, brevi componimenti nati nel XVII secolo; arriva dalle arti antiche e in particolare dal periodo compreso tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

La capsule collection si articola in vari capi pensati per essere mixati e sovrapposti.

Il capospalla è un cappotto taglio kimono.

Il primo abito proposto è a manica lunga, con forma a uovo; il secondo abito ha taglio a canotta, con bordo asimmetrico. Entrambi hanno una lunghezza sotto il ginocchio.

La gonna e il pantalone sono studiati con la stessa logica che caratterizza l’obi, la tipica fusciacca giapponese: entrambi sono ispirati sia dalla costruzione dell’obi stesso sia dagli abiti dei samurai.

Ci sono poi un mini e un maxi pull entrambi in tessuto felpato e sempre con costruzione over.

Non mancano infine le cinture obi e le collane in tessuto che vestono come fossero abiti. Queste ultime richiamano ornamenti tradizionali di vari popoli e varie epoche: dai pettorali egizi ai collari africani per arrivare a quelli sudamericani e vi rivelo che proprio le collane sono il punto di origine di tutto il progetto VALEORCHID. Non sono, dunque, semplici accessori.

Il materiale principale utilizzato per i capi è il cotone, il tessuto da cui tutto prende origine.

La palette colore è essenziale quanto lo sono i tagli: colore di base è il nero con tocchi vibranti di rosso e di bianco puro.

E, a questo punto, non mi resta che far parlare le immagini.

La modella – come vedete e si fa per dire – sono io, fatto stranissimo e piuttosto unico. Io che sono sempre restia a farmi fotografare, ho lasciato che la poesia di Valentina mi pervadesse: il resto l’ha fatto la magia della Casa delle Artiste e in particolare dello Spazio Alda Merini, il luogo nel quale si è tenuta la presentazione di Valentina (e non a caso).

Sono suoi non solo gli abiti che indosso, ma anche le foto.

VALEORCHID FW 16-17: i capi, l’atmosfera, io…
VALEORCHID FW 16-17: i capi, l’atmosfera, io…

Dovete sapere che, proprio durante la MFW, ho avuto l’opportunità di ascoltare un discorso del Cavalier Boselli, per lunghi anni presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana e ora presidente onorario.

Il Cavalier Boselli ama talmente ciò che fa che, tutt’oggi, presenzia preciso e puntuale a molti degli eventi del calendario ufficiale di ogni edizione di Milano Moda Donna – per non dire a tutti.

Premiando uno stilista che anch’io stimo molto (Alberto Zambelli) risultato vincitore di un certo concorso (il Premio Ramponi), il Cavaliere ha dichiarato che, trovandosi a essere uno dei giurati incaricati di esprimere il voto e temendo di poter essere influenzato dalla stima e dall’affetto che prova proprio per Alberto, ha deciso di analizzare tutti i progetti in forma anonima, facendo togliere i nomi degli stilisti. La scelta è stata a quel punto neutrale e razionale e l’ha infine comunque condotto proprio ad Alberto.

Il Cavaliere ha detto di essere stato felice perché, in questo modo, ha avuto conferma del fatto che non è l’affetto a guidarlo, bensì lo stile di Alberto che lui apprezza ben oltre il nome e le emozioni.

Se una persona del calibro del Cavalier Boselli si pone quesiti simili nonostante la sua notevolissima esperienza, allora mi fa sentire più salda nei pensieri e nella convinzioni che ho espresso iniziando questo post.

È vero, emozioni e sensazioni sono importanti per me, direi fondamentali, eppure penso che non mi limitino, non mi influenzino, non mi impediscano poi di essere lucida, imparziale e razionale.

L’emozione è il criterio che mi attrae in prima istanza, ma quella primitiva sensazione deve essere poi necessariamente riconfermata da criteri ben precisi, esattamente come ha raccontato il Cavalier Boselli il quale mi ha confermato che tutto ciò è possibile.

Per questo, oggi, vi ho raccontato con emozione ma al tempo stesso con raziocino la storia di Valentina. E spero di averle reso l’onore che merita.

Vi ho raccontato la storia di una giovane donna che possiede un animo bello, delicato e poetico come quello di un’orchidea. E che possiede la forza, la disciplina e il coraggio di un samurai.

E che riesce a infondere tutto ciò in VALEORCHID.

Manu

 

 

 

Il profumo dell’orchidea

Penetra come incenso

Le ali di una farfalla

Matsuo Bashō (poeta giapponese, 1644 – 1694, maestro della poesia Haiku)

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito VALEORCHID, qui l’account Instagram di Valentina

Potete anche scrivere a info@valeorchid.com

Potete trovare la capsule collection FW 16-17 a Sassuolo (Modena) presso Bottega Yooop (tel. 0536 980637), a Mirano (Venezia) da Shiro Kuroi (solo le collane, tel. 041 5700055) e a Treviso da Slash (tel. 0422 545140)

La Casa delle Artiste – Spazio Alda Merini: qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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