Milano Fashion Week: Angelo Marani FW 2015-16

Ho raccontato in precedenti occasioni il mio atteggiamento verso la cartella stampa che viene distribuita in occasione delle sfilate: difficilmente la apro prima di aver visto la collezione sulla passerella, preferisco osservare e ammirare i capi senza influenze, cercando di ascoltare ciò che essi mi suggeriscono. Poi, dopo lo show, apro la cartellina e leggo il comunicato per fare un confronto tra ciò che ho colto e tutti gli spunti effettivi dello stilista.

Non è un gioco per vedere se e quanto sono brava, non è un indovinello né un quiz: percepire le esatte sensazioni e ispirazioni di uno stilista può significare sintonia, estrema bravura da parte di lui / lei nel comunicare e sensibilità / preparazione da parte di chi coglie, tuttavia trovare propri significati e ulteriori riferimenti non è un male, anzi, è un’ulteriore dimostrazione del mio teorema preferito (la moda è linguaggio e comunicazione, dunque può essere soggetta a molteplici interpretazioni).

Scommetto che, proprio in quest’ottica, le interpretazioni aggiuntive non disturbano affatto la maggior parte degli stilisti.

Nel caso di Angelo Marani, le ispirazioni che guidano ogni nuova collezione e sfilata mi arrivano forti e chiare: credo che ciò dipenda dalla sua ottima capacità di comunicare e anche dalla stima che provo per lui e che permette che io sia molto ricettiva, pronta a cogliere i messaggi lanciati attraverso i capi.

Marani è innamorato dell’arte e spesso le sue collezioni guardano ai pittori e alle correnti che hanno caratterizzato ‘800 e ‘900: questa volta, si è lasciato suggestionare dalle locandine e dai manifesti cinematografici, soprattutto quelli precedenti all’avvento dell’era digitale, come lo stilista ama specificare, spesso fatti ad acquerello, piccoli capolavori che raccontano quella che viene definita la Settima Arte.

E qui cedo volentieri la parola allo stesso Angelo Marani, perché – lo ammetto – non saprei spiegare meglio di quanto abbia fatto lui ciò che ho visto andare in passerella lo scorso 27 febbraio: è stata una piacevole sorpresa, a fine sfilata, aprire la mia cartellina e trovare le sue parole.

Di solito, il pensiero degli stilisti viene mediato e tradotto in comunicati dagli addetti stampa: trovare un trafiletto firmato da Marani mi è piaciuto tanto da darmi la voglia di riportarlo integralmente.

“Spesso inizio le mie collezioni guardando i manifesti cinematografici dei quali sono collezionista. Questa volta mi ha colpito la locandina del ciclo di un cineforum sulle gambe delle dive. In questa collezione le ho rivalutate insieme a tutte le curve femminili.

In breve, ho ridisegnato tutta la silhouette con le imbottiture. E di nuovo la mia immaginazione è corsa ai manifesti e ai fotogrammi delle star: da Marlene Dietrich ne L’angelo azzurro a Laura Antonelli in Malizia, attraverso l’imprescindibile Sophia nello spogliarello di Ieri, oggi e domani. Senza dimenticare, la fotografia di Helmut Newton e la nuova sex symbol Kim Kardashian, punto di svolta tra il sex appeal del passato e il mio selfie appeal per il presente. Di una donna autonoma che deve sedurre innanzitutto sé stessa.”

Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16

Angelo Marani, io la benedico!

Per prima cosa, perché ha fatto una collezione che è un inno alle donne e alla femminilità: cosa scontata – dite voi? Eh no, non tanto. Guardate certe passerelle…

Poi, perché la sua collezione è viva, vivace, vibrante – nonostante abbia utilizzato colori scuri.

E infine perché la frase “donna autonoma che deve sedurre innanzitutto sé stessa” mi piace tanto: oh, lo vogliamo dire? Vogliamo ripeterlo ad alta voce, per favore, e cercare di piacere a noi stesse prima ancora di iniziare a piacere agli altri?

Da qui, la seduzione viene da sé. E se a dircelo è un uomo…

Nella sua collezione autunno / inverno 2015 – 16, Marani dà dunque ampio spazio alle grandi curve e al sex appeal delle dive più atomiche: per realizzare ciò, rivoluziona le linee, le costruzioni e i volumi dei capi con imbottiture interne, inserti tridimensionali o push up, chiamateli come preferite, posizionati nei punti più tondi della silhouette, il seno e il cosiddetto lato B.

Introduce inoltre delle inedite gonne a “R”, piatte sul davanti e bombate sul fondoschiena.

E poi ecco le stampe, patchwork di fotogrammi in bianco e nero con le gambe delle dive anni ’50 – ’60: scene e scatti sono stati trasformati in chiffon e montati su abiti di pizzo.

Anche le fodere sono fotogrammi di star: ci sono Marilyn Monroe, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano e c’è l’omaggio a Virna Lisi, scomparsa recentemente, considerata dallo stilista massimo simbolo di elegante seduzione.

Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16

Altri pezzi ricordano invece le ballerine del Crazy Horse, l’immaginario di Helmut Newton e Kim Kardashian, neo sex symbol: il reggiseno del quale resta solo l’impalcatura di perle nere, quasi un gioiello che s’infila non sotto ma sopra gli abiti; le calze a rete e le décolleté in velluto; gli stivali con lo stiletto, in pelle e pizzo, ricamati anch’essi ricamati di perle nere (per gli amanti dei numeri, segnalo che nella collezione ci sono oltre 10.000 preziose sferette!).

Ma lo stilista non si ferma qui: attirato dall’idea di fare un’operazione di valorizzazione di cose buone del passato, recupera l’orbace, tessuto storico che rappresenta un vero inno al made in Italy.

L’orbace è un tessuto di lana prodotto in Sardegna, da tempo immemorabile e sempre con gli stessi metodi piuttosto rudimentali: è usato tuttora per la confezione dei caratteristici costumi locali e dei gabbani, specie di cappotti con cappuccio.

Ricordo che, dopo la sfilata, entrando in backstage, accanto al moodboard, ho notato un altro cartello col quale Angelo Marani spiegava che l’orbace da lui utilizzato è opera di un artigiano sardo che riesce a produrne solo 20 metri al giorno: nella collezione viene usato con tagli moderni e seduttivi e viene accoppiato con la maglia, i velluti e la pelliccia.

Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16
Angelo Marani FW 2015-16

Ecco perché, in definitiva, per Marani il sex appeal diventa selfie appeal: la sua donna autonoma e indipendente seduce prima di tutto sé stessa e non ha paura di alimentare con intelligenza la propria autostima.

E, nonostante su altre passerelle il trend sia il modello androgino che tende a unificare i generi maschile e femminile, lo stilista va avanti per la sua strada perseguendo il proprio modello di femminilità che non si nasconde e che, pur essendo molto marcata, non risulta mai né volgare né sguaiata.

Sapete, riguardando le foto e scrivendo questo pezzo, mi è venuto in mente un motivetto, quello che fa “Saran belli gli occhi neri, / saran belli gli occhi blu, / ma le gambe / ma le gambe / a me piacciono di più”…

Aspettate, chi la cantava? Santa Wikipedia, era Enzo Aita col Trio Lescano nel lontano 1938.

Scommettiamo? Ora la canticchierò fino a sera.

Manu

 

 

Ringrazio l’ufficio stampa di Angelo Marani per le foto di sfilata

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito, qui la pagina Facebook e qui il canale YouTube di Angelo Marani

I miei precedenti articoli su Angelo Marani: qui la collezione primavera /estate 2015, qui l’autunno / inverno 2014 – 15 e qui la primavera / estate 2014

 

 

Dietro le quinte: anatomia (in tutti i sensi!) di una collezione.

I miei scatti in backstage alla sfilata del 27 febbraio e al press day dello scorso 8 aprile

In backstage: tutta la collezione Angelo Marani FW 2015-16 uscita per uscita
In backstage: tutta la collezione Angelo Marani FW 2015-16 uscita per uscita
Istruzioni per le modelle in backstage
Istruzioni per le modelle in backstage
Alcune delle ragazze scelte da Angelo Marani
Alcune delle ragazze scelte da Angelo Marani
Al press day: ecco da vicino i patchwork di fotogrammi in bianco e nero con le dive anni ’50 – ’60, trasformati in chiffon e montati su abiti di pizzo.
Al press day: ecco da vicino i patchwork di fotogrammi in bianco e nero con le dive anni ’50 – ’60, trasformati in chiffon e montati su abiti di pizzo.
Al press day: collier visto al collo delle ragazze in sfilata
Al press day: collier visto al collo delle ragazze in sfilata
Al press day: le décolleté in velluto ricamate con perle nere
Al press day: le décolleté in velluto ricamate con perle nere
Al press day: ancora le décolleté in velluto ricamate con perle nere e il reggiseno-gioiello anch’esso ricamato con perle nere
Al press day: ancora le décolleté in velluto ricamate con perle nere e il reggiseno-gioiello anch’esso ricamato con perle nere

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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