Piccola wunderkammer nata nel 2013 e amministrata con il sorriso da Emanuela Pirré, “fashion something” ma mai victim
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Quando moda e cibo se ne vanno a braccetto
Forse, leggendo il titolo di questo post, avete pensato all’eccessiva magrezza di alcune modelle e magari avete pensato che l’accostamento tra moda e cibo sia un paradosso evidente e una stridente contraddizione.
Forse, se un pochino mi conoscete e se avete letto qualche mio precedente post, sapete che ho preso posizione altre volte su quella magrezza e quindi ora temete di sorbirvi l’ennesima filippica.
Nulla di tutto ciò: stavolta desidero trattare il lato più ludico, creativo e divertente di questo rapporto perché stilisti e brand si sono spesso ispirati al cibo e non solo oggi, sull’onda di Expo 2015.
Le ispirazioni gastronomiche si sono spesso intrecciate non solo con l’abbigliamento ma anche col gioiello e tutto ciò per un motivo molto semplice: il cibo è sempre stato sinonimo di vita e molti alimenti (mi viene in mente il melograno) hanno assunto significato di buon auspicio, diventando portafortuna in grado di augurare salute e ricchezza.
Nel ‘900, il secolo che ci siamo lasciati alle spalle, molti stilisti e designer hanno creato abiti e bijou divertenti portando avanti il connubio moda e cibo: penso per esempio a Moschino e poi a Ken Scott, Sharra Pagano, Ornella Bijoux (ricordate, ho parlato di tutti e tre qui sul blog).
Ovviamente, complice Expo, la fiamma della passione tra moda e cibo quest’anno divampa più forte che mai e così, stuzzicata (o meglio ingolosita) dal (ghiotto) argomento, ho fatto un po’ di ricerche per vedere cosa si può trovare in giro.
La mia non ha certo la pretesa di essere una raccolta esaustiva, è solo una piccola selezione di ciò che mi è piaciuto, concludendo con un esperimento artistico che ha decisamente conquistato tutta la mia entusiasta approvazione.
Il cibo sfama il corpo e la moda riempie l’occhio; per quel che mi riguarda, moda e cibo finiscono per nutrire mente e fantasia. Soprattutto insieme.
Buon divertimento, allora.
Manu
Tutte le immagini di questo post sono di proprietà dei rispettivi brand
Qui trovate il sito di Gretchen Roehrs, qui il suo account Instagram e qui Twitter.
Due mostre nelle quali ci sono splendidi esempi di incontro tra moda e cibo: quiArts & Foods alla Triennale di Milano e quiL’Eleganza del Cibo (entrambe fino al 1° novembre 2015) al Museo dei Mercati di Traiano a Roma.
Qui trovate la mostra che sta per iniziare a Milano e che si intitola Gioielli di Gusto (ve ne parlerò presto in modo più approfondito).
A proposito dell’eccessiva magrezza di alcune modelle: il mio articolo su una pubblicità di Saint Laurent bloccata dalla Advertising Standards Authority.
Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web.
Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce.
Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi.
Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore.
Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere.
Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.