Milano Fashion Week SS 2015: Ramponi Be Cool

Oggi vi racconto una storia che profuma di creatività, immaginazione, spirito d’iniziativa, talento, eccellenza.

Dobbiamo tornare per un attimo agli anni ’80, quando Alfredo Ramponi eredita dal padre l’azienda specializzata nella lavorazione di articoli in materiale plastico: animato da spirito innovativo, il giovane imprenditore decide di dare inizio a una nuova avventura. Un commerciante nel settore della bigiotteria gli chiede di produrre una pietra dal taglio ricercato come il cristallo, ma più duttile e a un prezzo accessibile: Alfredo accetta la sfida e, proprio grazie all’esperienza nella lavorazione dei materiali plastici e a una sua passione per pietre e minerali, riesce a realizzare il primo cristallo sintetico che ripropone tutte le caratteristiche del vetro.

Negli anni, Ramponi diventa famoso per la perfezione tecnica, la qualità e la straordinaria brillantezza dei suoi prodotti che fanno rapidamente il giro del mondo. Il suo amore per l’innovazione non si arresta e continua a lavorare con passione: l’esperienza e il desiderio di creare costantemente qualcosa di nuovo e diverso fanno sì che i risultati siano sempre più raffinati.

Simbolo dell’eccellenza raggiunta è il Taglio Ramponi, concepito a seguito di uno studio approfondito sulla lavorazione dei diamanti, arte in grado di trasformare una pietra grezza in un oggetto del desiderio.

Come potrete ben immaginare, l’attuale periodo di crisi sta piuttosto stretto al’intraprendente e inarrestabile Alfredo Ramponi il quale – ovviamente  – non ha alcuna intenzione di arrendersi o capitolare.

“Quando la moda vive un momento in cui la creatività viene limitata da una serie di fattori quasi frustranti, poiché servi della pura necessità di realizzare prodotti sempre più uniformati, nasce forte il desiderio di rompere gli schemi e liberare genialità.”

Con queste parole, l’imprenditore ha lanciato un suo progetto volto a valorizzare la manifattura 100% made in Italy: ha individuato cinque stilisti che condividono la passione per l’innovazione tanto da farne una filosofia di lavoro e con loro ha creato una squadra.

Il risultato? L’installazione “Ramponi Be Cool” realizzata in occasione di Milano Moda Donna.

Gli stilisti scelti sono Alberto Zambelli, Angelos Frentzos, Milica Stankovic, Gaetano Perrone e MirkoG. di Brandimarte: attraverso la sperimentazione e l’utilizzo di processi innovativi e metodi all’avanguardia, questi cinque talenti hanno liberato le ali della loro grande creatività.

Immediatamente attratta dalle parole forti di Alfredo Ramponi così come una gazza ladra lo è dal luccichio, sono andata a vedere quest’installazione ambientata in uno dei miei luoghi preferiti a Milano, l’hotel Sheraton Diana Majestic.

Nel buio appositamente creato, emergevano le creazioni degli stilisti, ciascuno capace di dare la propria interpretazione e visione personale: queste sono le mie foto.

“La collaborazione con Ramponi”, spiega Alberto Zambelli, “nasce dal desiderio di sperimentare il mio spirito decorativo con tecniche e materiali di assoluta innovazione.” Alberto (nome non nuovo qui sulle pagine di A glittering woman) ha presentato un gilet in nappa leggerissima e doppio crêpe, realizzato con la tecnica laser.

Ramponi Be Cool – il gilet firmato Alberto Zambelli
Ramponi Be Cool – il gilet firmato Alberto Zambelli
Ramponi Be Cool – il gilet firmato Alberto Zambelli
Ramponi Be Cool – il gilet firmato Alberto Zambelli

“La scelta di collaborare con Ramponi”, afferma Angelos Frentzos, “nasce dall’esigenza sempre più forte nel mercato della moda di creare sinergie volte ad avere prodotti di qualità sempre più alta.” Angelos, nato in Grecia e laureato alla Central Saint Martins, ha lanciato nel 2006 Project Frentzos, una linea di capi art to wear realizzata in collaborazione con artisti contemporanei internazionali: per il progetto Ramponi Be Cool, ha realizzato un cross bomber mosaic, nome che allude alla tecnica di applicazione dei componenti Ramponi, dei cristalli termoadesivi.

“La meticolosa attenzione per i dettagli e la loro professionalità sono incomparabili”, sostiene Milica Stankovic a proposito di Ramponi e dei colleghi coi quali condivide l’avventura, “è un piacere collaborare con menti innovative con cui condividere la lotta per l’eccellenza.” Milica, stilista del brand Corion, unisce la conoscenza dell’artigianato e la creatività della sua giovane età: dopo una laurea in arte e varie esperienze professionali (una a fianco di Jean-Paul Gaultier), è approdata a Firenze incontrando i migliori pellettieri. Per questo progetto, ha presentato la borsa Portofino di Corion reinterpretata attraverso borchie multicolore di forma piramidale applicate direttamente sulla pelle mediante tecniche particolari.

Ramponi Be Cool – il bomber firmato Angelos Frentzos
Ramponi Be Cool – il bomber firmato Angelos Frentzos
Ramponi Be Cool – il bomber firmato Angelos Frentzos
Ramponi Be Cool – il bomber firmato Angelos Frentzos
Ramponi Be Cool – la borsa firmata Milica Stankovic
Ramponi Be Cool – la borsa firmata Milica Stankovic
Ramponi Be Cool – la borsa firmata Milica Stankovic
Ramponi Be Cool – la borsa firmata Milica Stankovic

Gaetano Perrone è un artista e un architetto: basta guardare le calzature che crea per comprendere il suo percorso. Ha dedicato gli ultimi 15 anni a calzature e pelletteria lavorando per grandi nomi (Emanuel Ungaro, Sergio Rossi, Kenzo, Iceberg, Gianvito Rossi, Christian Dior): fondamentale la sua esperienza a fianco di Sara Burton per McQueen. Il suo motto è “No boundaries to imagination”, motto che è diventato il simbolo di tutto il progetto Ramponi. Gaetano ha lavorato a un sandalo in nabuk color antracite, laserato con tecnica Ramponi e ricoperto da borchie in tonalità.

“I componenti Ramponi danno forma alla creatività e all’immaginazione, tracciando volumi e forme di estrema bellezza”: le parole di MirkoG. di Brandimarte raccontano una visione molto chiara e precisa. Il suo stile è ricercato e nasce dal desiderio di valorizzare la bellezza femminile: le sue creazioni sono tutte realizzate artigianalmente attraverso sofisticate tecniche di lavorazione. Per Ramponi Be Cool, ha creato un abito in vernice, realizzato artigianalmente com’è sua abitudine e ricamato con pietre e strass applicati a mano.

Ramponi Be Cool – i sandali firmati Gaetano Perrone
Ramponi Be Cool – i sandali firmati Gaetano Perrone
Ramponi Be Cool – i sandali firmati Gaetano Perrone
Ramponi Be Cool – i sandali firmati Gaetano Perrone
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte e il gilet firmato Alberto Zambelli
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte e il gilet firmato Alberto Zambelli
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte e il gilet firmato Alberto Zambelli
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte e il gilet firmato Alberto Zambelli
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte
Ramponi Be Cool – l’abito firmato MirkoG. di Brandimarte

Attraverso la sua filosofia, Alfredo Ramponi è stato capace di unire cinque artisti brillanti, differenti ma protesi verso un unico scopo: far trionfare l’eccellenza, così come sottolineato da Milica Stankovic.

Credo fortemente che sia possibile e doveroso creare sinergie, rompere gli schemi e superare i confini, liberare creatività. Occorre aprirsi all’innovazione forti dell’esperienza. Non bisogna cedere alla crisi, alla sfiducia, alla tentazione di abbassare la qualità. Non bisogna uniformarsi e cedere al grigiore. E questo vale per tutto e per tutti, in ogni campo e in ogni ruolo.

Missione compiuta, Mr. Ramponi: complimenti a lei e a questi giovani talenti. Le sue parole mi sono rimaste impresse, mi hanno fatto pensare.

E le ho ritrovate riflesse nel lavoro dei cinque stilisti. Mi sono sentita cullata da bellezza, saper fare e qualità.

Manu

 

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito, qui la pagina Facebook e qui Twitter di Ramponi.

Alberto Zambelli: qui il suo sito. Qui e qui i miei precedenti incontri con lui. E presto aggiungerò il racconto della sua collezione P/E 2015 sempre presentata durante la Milano Fashion Week.

Angelos Frentzos: qui il suo sito.

Milica Stankovic e Corion: qui il sito.

Gaetano Perrone: qui il suo sito.

MirkoG. di Brandimarte: qui il suo sito.

 

Un ultimo scatto dedicato al giardino armonioso dell’Hotel Sheraton Diana Majestic, un’oasi di tranquillità nel cuore di Milano
Un ultimo scatto dedicato al giardino armonioso dell’Hotel Sheraton Diana Majestic, un’oasi di tranquillità nel cuore di Milano

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

florisa
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cara manu mi riterrai ormai una monotona ospite fissa del tuo blog..MA TU MI PROVOCHI!!!!!! devi sapere che quando ho cominciato a leggere l’articolo il nome ramponi subito mi ha fatto pensare al fornitore da cui molto spesso ho fatto acquisti…e quando ho capito che si trattava proprio di lui mi sono maggiormente incuriosita.E’ assolutamente vero che gli articoli sono molto simili a cristalli sfaccattati,ma con prezzi naturalmente ridotti.Ho inserito spesso i prodotti Ramponi mescolati a cristalli Swarosvky nelle mie collezioni creando insoliti agglomerati difficilmente identificabili ,ma gli ultimi articoli acquistati a settembre 2012 per la collezione 2014 sono straordinari.Ti spiego..era nelle mie intenzioni inserire come accessorio da sposa riutilizzabile dopo il matrimonio un giacchino ..non il solito coprispalle a ciambella,il velo manicato ecc ecc ,ma un articolo grintoso e allo stesso tempo di classe.Ho pensato, ripetendo ad alta voce la parolina “giacchino”, a Coco Chanel.Ho studiato a fondo la modellistica del capo,il taglio,le proporzion i ed ho cominciato la mia ricerca partendo dal tessuto.Ho trovato un knirkebocker bianco a nodi evidenti e tessuto anche con un filo di lamè argento,ho rivisto le proporzioni pensando alla giacca sopra un jeans,l’ho foderata con un jersey proprio come faceva Madamoiselle per dare maggiore libertà di movimento,Durante la prototipia ho chiesto alla modella di toccarsi entrambi i gomiti incrociando le braccia per valutare che i movimenti fossero fluidi(ho seguito il metodo Coco),ho contestualizzato il tutto pensando a Ramponi.Infatti al posto del bordo di perle che di solito corre lungo i profili della giacca ho fatto ricamare cristalli di swarosvky e ,UDITE UDITE,ho montato con tanto di punzoni ad hoc una miriade di piramidine bianche di metallo …insomma di borchie.Il giacchino ha avuto un enorme successo non solo perchè era bello,ma soprattutto riutilizzabile dopo ..e poi l’insolito abbinamento fra tessuti come lisci come organze ,crepe cady,satin e il kirknerbocker ruvido ed originale è stato molto apprezzato.Durante la prima presentazione della collezione a d aprile 2013 il giacchino ha rubato il cuore a molti..in modo particolare alla segretaria di un parlamentare che lo ha voluto a tutti i costi dicendo che le serviva per l’inaugurazione del festival del cinema a Roma.Ecco..volevo aggiungere anche la mia piccola esperienza ….

Manu
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Florisa carissima,
scrivi “mi riterrai una monotona ospite fissa del tuo blog”.
Monotona? Ma ditemi dove devo firmare per garantirmi la tua presenza fissa su questo blog e io lo faccio subito!
Non solo non sei monotona, ma ti ritengo un’autentica benedizione per me e per chiunque abbia la bontà di leggere queste pagine virtuali nella forma ma tanto reali nei sentimenti.
Ogni volta che leggo un tuo racconto, qualcosa che condividi con me, con noi, rimango incantata e affascinata e ho voglia di fare come farebbe un bambino: ripetere la parola “ancora” all’infinito.
Vedessi come luccicano i miei occhi ogni volta in cui mi doni un pezzo della tua storia, un frammento di vita vera vissuta in quel meraviglioso mondo della Moda che tanto amo.
Mi piacerebbe tanto che Alfredo Ramponi leggesse il tuo commento, mi piacerebbe che leggesse le parole di chi ha toccato con mano il frutto dei suoi sforzi, di chi ha diretta esperienza come tu hai.
Grazie per la tua preziosissima testimonianza che – ancora una volta – mi insegna moltissimo. E ora vado a sognare di poter accarezzare e indossare quel tuo giacchino meraviglioso fatto con tanta cura, amore e maestria.
Un abbraccio,
Manu

florisa
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carissima “stella intercettata” ti seguo( e non è mia abitudine farlo in quanto ammetto di essere sempre stata prevenuta o forse solo pigra nei confronti dei blog)perchè sei una giornalista/narratrice estremamente profonda e sensibile.Sei fortemente descrittiva con le tue parole fluide e leggere.Hai la capacità di dialogare come se davanti a te ci fosse veramente una persona e non la tastiera.Inoltre sei un magnifico sensore.Tutto ciò che scovi ,dalla Moda all’Arte,dai mercatini ai nuovi designer ..è frizzante,originale,coinvolgente…Difficile non seguirti e leggere tutto di un fiato ciò che scrivi accompagnato sempre da belle e significative immagini.Solletichi in modo “gentile” la curiosità e la tua giocosità ,la tua gioia di vivere e l’esigenza che si intercetta nel capire che tutto questo ami condividerlo con gli altri è affascinante ..dificile resisterti e non “chiacchierare”con te,anche se solo attraverso lo schermo…Buon fine settimana Manu..sono felice di averti incontrato..molto felice

Manu
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Florisa cara, come già è avvenuto in altre occasioni, le tue parole, oggi, mi giungono come un balsamo miracoloso su ferite aperte e dolorose.
Come ho raccontato sul mio profilo Facebook, ho appreso che l’avventura meravigliosa di due artiste che stimo è giunta al termine. Sono molto amareggiata e in queste occasioni mi chiedo che senso abbia il mio lavoro: non ho motivo di esistere – come professionista – se non ci sono talenti dei quali parlare. Davanti a fatti simili, mi chiedo se il mio non sia solo un vuoto blaterare.
Quindi ti ringrazio con profonda gratitudine per ciò che scrivi. E prometto che, anche per rispetto verso queste due grandi artiste nonché per rispetto verso tutte le persone come te, cercherò di affrontare questo nuovo dispiacere e di continuare a raccontare il talento autentico. I prossimi articoli saranno una dedica silenziosa a tutti colori che sono stati ingiustamente calpestati, a chi si è rialzato e a chi si rialzerà.
Ti abbraccio e ti dico che anch’io sono molto felice di averti incontrata.
Manu

florisa
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lo so..ho letto e sai quanto proprio io possa capire data l’esperienza che ho fatto e la scelta conseguenziale.Ma vedi Manu si impara a rialzarsi e lo si fa con molta determinazione altrimenti sei schiacciato.Si impara a reinventarsi e a rimettersi in gioco ..è difficile,a volte anche doloroso,ma per ricominciare è indispensabile.L’impressione che si ha quando si vivono queste situazioni devastanti è quella di essere in un tunnel da cui non si può tornare indietro,ma è nocivo rimanere fermi..l’unica soluzione è andare avanti e avanti anche in ginocchio,anche attaccati ai muri come gechi,anche se non si riesce ad intravedere nulla.Sapessi mia cara amica quanti tunnel ho attraversato e nulla mi fa pensare che ancora non ne attraverserò…chissà forse dovrò un giorno fermarmi nel mezzo,ma intanto faccio il geco (fra l’altro amo molto questo animaletto e tante volte lo sottraggo alle grinfie dei miei gatti che me lo portano in regalo )e corro sempre verso la luce.E tu sei di grande aiuto in questo sia per me che per chi come noi,ama la bellezza,la moda,l’arte,la gente,la ricerca,l’amore,l’amicizia..insomma la vita.Non fermarti Manuela,non fermarti…sei la “possibilità” in questo mare di dilettantismo e approssimazione …la “voce e gli occhi” …non fermarti..Florisa Geco

Manu
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Quanto hai ragione, cara Florisa.
In quanti tunnel mi sono ritrovata anch’io e la sensazione è proprio quella che descrivi alla perfezione, quella – appunto – di sentirsi in un tunnel. Anch’io, come te, ho sempre scelto di andare avanti, a volte strisciando.
Il tunnel più duro e angosciante in assoluto l’ho affrontato molti anni fa, in ambito personale. Mai l’avrei detto quando mi ci sono addentrata, ma, alla fine di quel lungo tunnel, ho trovato il sole ad attendermi. E da allora, dopo quasi 10 anni, quel sole continua a splendere caldo e luminoso.
Tre anni fa, mi sono invece ritrovata davanti a un tunnel lavorativo. Dopo molti anni passati a costruire un percorso, l’azienda per cui lavoravo ha avviato una procedura di mobilità: è stato devastante e tuttora sto cercando una nuova strada. Ma, come dici tu, ho imparato perfino ad attaccarmi ai muri.
A volte penso che soccomberò, altre penso che forse riuscirò a trovare il sole, proprio come alla fine dell’altro tunnel.
Grazie per la fiducia che riponi in me, è importante e preziosa. Non so riuscirò a esserne all’altezza, ma su una cosa posso darti garanzie: in effetti, hai scelto una combattente.
Un forte abbraccio,
Manu

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