Milano Fashion Week SS 2015: Giulia Marani in un Click!

La mia simpatia verso la stilista Giulia Marani non è un mistero e l’ho manifestata più volte anche qui sul blog.

Quando scrivo simpatia alludo a un concetto ampio che include tutta una gamma di sentimenti, dalla carica empatica che Giulia ispira fin dal primo istante in cui la si conosce fino a una grande stima professionale che nutro nei suoi confronti. E non confondo affatto le due cose: se mi stesse semplicemente simpatica, mi limiterei a chiederle di prendere un caffè insieme, ma se ne parlo qui sul blog, invece, è perché il suo lavoro mi attrae fortemente e perché lo reputo estremamente interessante.

Lo scorso settembre, durante Milano Moda Donna, sono stata felice di andare a vedere la sua collezione per la primavera / estate 2015: si chiama Click e nasce dalla collaborazione col fotografo Andrea Tonellotto.

Giulia e Andrea condividono la passione per i dettagli apparentemente insignificanti che, colti e immortalati attraverso occhi sagaci, si trasformano in un tripudio di linee e colori fino a far nascere coloratissime composizioni geometriche che sfociano nell’astrattismo, pur essendo in realtà frammenti di vita reale. Click, dunque, come lo scatto delle macchine fotografiche: le Polaroid di Andrea ritraggono dettagli delle nostre città e dell’arredo urbano che vengono poi ulteriormente rielaborati da Giulia e introdotti nei suoi capi.

Il connubio tra loro nasce dalla continua ricerca di materiali e strumenti, ricerca che ognuno dei due conduce a proprio modo.

Giulia ha scelto la maglia come suo mezzo di espressione creativa e compie una ricerca accurata sui filati e sulla loro lavorazione. Classe 1984, nata a Correggio, piccola città emiliana ricca di gente piena di coraggio, fantasia e passione, ha iniziato nel 2006 a lavorare alla Marex, azienda di famiglia con 30 anni di successi nel campo dell’abbigliamento, andando ad affiancare il padre, lo stilista Angelo Marani.

Andrea ha invece scelto di esprimersi attraverso la fotografia: grazie allo studio degli elementi, riesce ad ottenere stupefacenti giochi di colore e tridimensionalità. Nato nel 1974, è un autodidatta: ha iniziato il suo percorso utilizzando la Leica ed è infine approdato alla Polaroid. I suoi lavori sono pubblicati su varie riviste internazionali e sono presenti sul sito ufficiale Polaroid.

Osservando alcune delle sue foto, si potrebbe avere l’impressione che siano quadri dipinti e realizzati strizzando l’occhio a una visione quasi metafisica (alcune immagini mi ricordano le opere di Giorgio de Chirico), ma non è così: attraverso un lavoro attento su luce, temperatura ed esposizione, Andrea riesce a ottenere i risultati ai quali aspira. Con la Polaroid non esiste la post produzione, quindi tutto deve essere predisposto da subito, per esempio scattando la foto nell’ora del giorno in cui è possibile ottenere un determinato effetto colore e l’esatta saturazione desiderata grazie a tutta una serie di fattori che incidono sulla pellicola, temperatura dell’aria inclusa.

Le Polaroid di Andrea Tonellotto
Le Polaroid di Andrea Tonellotto
Un capo della collezione <em>Click</em> primavera / estate 2015
Un capo della collezione Click primavera / estate 2015
Giulia Marani
Giulia Marani

Per la collezione Click, Giulia si è immersa nell’archivio fotografico di Andrea facendosi travolgere dalle sue atmosfere: ha reinterpretato le Polaroid attraverso tessuto e maglieria, dando vita a capi lineari dal taglio netto ed essenziale con soggetti dalle geometrie a tinte vivaci ed intense.

Tra le sue sperimentazioni c’è la seta stampata termolaserata e ci sono capi in viscosa stretch bicolore o ancora in seta e lino con dettagli di trasparenze.

Giulia non è nuova alle contaminazioni con l’arte, basta guardare le sue collezioni precedenti: per esempio, per dar vita all’attuale autunno / inverno 2014 – 2015 ha collaborato con l’artista Giulio Zanet.

Con questa collezione, la stilista ha scattato un’ulteriore istantanea (è il caso di dirlo) di questo suo percorso tra Moda e Arte.

Indossando i suoi capi, le opere di Andrea si animano: non si ammirano più soltanto appese alle pareti di una galleria o mostrate sulla pagine patinate di una rivista, ma si portano per le strade del mondo, creando così nuove visioni e nuove possibili contaminazioni.

Al centro, Giulia Marani risponde a un’intervistatrice affiancata da Andrea Tonellotto
Al centro, Giulia Marani risponde a un’intervistatrice affiancata da Andrea Tonellotto
Capi della collezione <em>Click</em> primavera / estate 2015
Capi della collezione Click primavera / estate 2015
Al centro, Giulia Marani risponde a un’intervistatrice affiancata da Andrea Tonellotto
Al centro, Giulia Marani risponde a un’intervistatrice affiancata da Andrea Tonellotto

Ancora una volta, mi imbatto con piacere in un matrimonio perfettamente riuscito tra Arte e Moda e ciò conferma la mia idea: continuo a pensare alla Moda come forma di espressione e di cultura, come linguaggio e come codice che consente di raccontare noi stessi e leggere la società in cui viviamo.

Ho sempre dichiarato la mia preferenza per tutto ciò che non sia “usa & getta” e che possa sopravvivere ai trend del momento: sottolineo con convinzione e passione la mia lontananza da quella voracità che asseconda le logiche di mercato, logiche che vorrebbero che tutto sia consumato velocemente affinché nascano desideri sempre nuovi, dettati non da un bisogno reale ma dal bisogno di alimentare il processo stesso.

Se l’Arte prende a braccetto la Moda la nobilita: capi come quelli di Giulia diventano senza tempo e possono essere per sempre, come piace a me.

Perché sono fatti basandosi sull’autentica qualità made in Italy, perché contengono un pensiero e una riflessione, perché si fondono con qualcosa di eterno come l’Arte e perché non si piegano a “quello che va di moda”, ma tracciano un percorso molto più personale e originale. E interessante.

Manu

 

 

Ringrazio l’ufficio stampa per l’uso delle foto inserite qui sopra nel testo.

Questi qui sotto sono invece i miei scatti.

Le Polaroid di Andrea Tonellotto
Le Polaroid di Andrea Tonellotto
Le Polaroid di Andrea ritraggono dettagli delle nostre città e dell’arredo urbano
Le Polaroid di Andrea ritraggono dettagli delle nostre città e dell’arredo urbano
Dalle Polaroid di Andrea a un capo di Giulia inserito nella collezione <em>Click</em>
Dalle Polaroid di Andrea a un capo di Giulia inserito nella collezione Click
Le Polaroid e un capo di collezione
Le Polaroid e un capo di collezione
Capi della collezione <em>Click</em>
Capi della collezione Click
Seta laserata e giochi di sovrapposizioni
Seta laserata e giochi di sovrapposizioni
Geometrie e colore: capi lineari dal taglio netto ed essenziale con soggetti dalle geometrie a tinte vivaci ed intense
Geometrie e colore: capi lineari dal taglio netto ed essenziale con soggetti dalle geometrie a tinte vivaci ed intense
Dalla Polaroid di Andrea al capo di Giulia, ritratto come se fosse parte della foto fino a fondersi in un’unica opera d’arte
Dalla Polaroid di Andrea al capo di Giulia, ritratto come se fosse parte della foto fino a fondersi in un’unica opera d’arte
Dalla Polaroid di Andrea al capo di Giulia, ritratto come se fosse parte della foto fino a fondersi in un’unica opera d’arte
Dalla Polaroid di Andrea al capo di Giulia, ritratto come se fosse parte della foto fino a fondersi in un’unica opera d’arte
La canotta di Giulia, a sinistra, e la Polaroid di Andrea, a destra, si uniscono fino a diventare <em>Click</em>, al centro, un’unica opera d’arte. Le foto di Andrea possono sembrare talvolta quadri dipinti e realizzati strizzando l’occhio a una visione quasi metafisica (alcune immagini mi ricordano le opere di Giorgio de Chirico), ma non è così: attraverso un lavoro attento su luce, temperatura ed esposizione, Andrea riesce a ottenere i risultati ai quali aspira. Con la Polaroid non esiste la post produzione, quindi tutto deve essere predisposto da subito, per esempio scattando la foto nell’ora del giorno in cui è possibile ottenere un determinato effetto colore e l’esatta saturazione desiderata grazie a tutta una serie di fattori che incidono sulla pellicola, temperatura dell’aria inclusa.
La canotta di Giulia, a sinistra, e la Polaroid di Andrea, a destra, si uniscono fino a diventare Click, al centro, un’unica opera d’arte. Le foto di Andrea possono sembrare talvolta quadri dipinti e realizzati strizzando l’occhio a una visione quasi metafisica (alcune immagini mi ricordano le opere di Giorgio de Chirico), ma non è così: attraverso un lavoro attento su luce, temperatura ed esposizione, Andrea riesce a ottenere i risultati ai quali aspira. Con la Polaroid non esiste la post produzione, quindi tutto deve essere predisposto da subito, per esempio scattando la foto nell’ora del giorno in cui è possibile ottenere un determinato effetto colore e l’esatta saturazione desiderata grazie a tutta una serie di fattori che incidono sulla pellicola, temperatura dell’aria inclusa.
Giulia Marani e Andrea Tonellotto
Giulia Marani e Andrea Tonellotto

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito di Giulia Marani, qui la sua pagina Facebook, qui l’account Instagram e qui Twitter.

Qui trovate invece il sito di Andrea Tonellotto.

I miei precedenti incontri con Giulia: qui il mio articolo sulla collezione autunno / inverno 2014 – 2015 (in collaborazione con l’artista Giulio Zanet); qui quello sulla collezione primavera / estate 2014 (con un occhio a Giacomo Balla e al Futurismo); qui quello sulla collezione primavera /estate 2013 (allora Giulia aveva dato vita a un “giardino di plexiglas”).

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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