La moda che verrà # 18: Marani.G primavera / estate 2014

Oggi ho voglia di tornare a parlare di Giulia Marani, perché secondo me lei sta alla moda come una fresca pioggerellina primaverile sta alla natura che torna a nascere. La pioggia estiva può essere violenta e improvvisa; quella invernale è uggiosa e interminabile. Quella primaverile, invece, bagna il terreno portando fuori profumi e colori: ecco, io Giulia la vedo così, come una pioggia di inizio primavera, fresca, che si lascia dietro l’arcobaleno e che ti fa venire voglia di sorridere.

La stilista del brand Marani.G mi aveva già dato una mano a sfatare un luogo comune, quello che vuole che i figli di genitori famosi abbiano a tutti i costi la tendenza a sedersi sugli allori e che abbiano la strada spianata dal loro cognome. Credo, al contrario, che talvolta portare un cognome importante sia più che altro un peso gravoso: si deve dimostrare qualcosa più degli altri, quasi come se fosse una colpa da espiare quella di essere figli di una persona celebre.

In Angelo e Giulia Marani alberga lo stesso amore per la moda e la giovane stilista non vive affatto come un peso il cognome importante: oltre ad essere un ottimo esempio di come una figlia di padre celebre possa rimboccarsi le maniche al pari di qualsiasi altra persona, dà la netta impressione di aver brillantemente trovato una dimensione sua, con una identità forte e indipendente.

Mi ha dato questa impressione una volta di più in occasione della presentazione della sua collezione primavera /estate 2014, lo scorso settembre: con un sorriso, mi ha detto che lei e il padre hanno condiviso gli stessi spunti di partenza, ovvero l’Africa e la tecnologia. Ma chi ha influenzato chi? Difficile determinarlo quando si lavora fianco a fianco: comunque, ciò che colpisce è quanto i risultati del loro lavoro siano estremamente diversi. Ognuno propone la propria personale visione: vedere per credere, trovate il link al mio articolo sulla collezione di Angelo Marani in fondo al post.

Mentre l’Africa di Marani padre è assimilabile all’opera di Antonio Ligabue, il più noto tra i pittori naïf italiani, quella di Giulia e della sua linea Marani.G si avvicina invece agli esponenti del Futurismo. Nella sua collezione, la vegetazione si semplifica fino a farsi quasi schematica, intrecciandosi a geometrie, in movimento e in perenne evoluzione, che ricordano le opere di Giacomo Balla, pittore, scultore, scenografo, autore ed esponente di spicco del Movimento Futurista.

E – come Balla – Giulia crede nel potere del colore e colora così la sua primavera / estate di arancione, lime, blu e argento.

Manu

 

“Nel groviglio delle tendenze avanguardiste, siano esse semifuturiste, o futuriste, domina il colore. Deve dominare il colore poiché privilegio tipico del genere italiano.”

(Manifesto del colore, Giacomo Balla, 1918)

Dall’opera di Giacomo Balla, “Le frecce della vita”, 1928…
Dall’opera di Giacomo Balla, “Le frecce della vita”, 1928…
… alla collezione Marani.G primavera / estate 2014
… alla collezione Marani.G primavera / estate 2014
Il jeans è decolorato e ritinto in color lime
Il jeans è decolorato e ritinto in color lime
Vegetazione e geometrie in movimento si intrecciano
Vegetazione e geometrie in movimento si intrecciano
Trasparenze e canne di bambù
Trasparenze e canne di bambù
Effetti voluti di smagliature
Effetti voluti di smagliature
La testa di pantera, iscritta nella freccia di ricordo futurista
La testa di pantera, iscritta nella freccia di ricordo futurista
Le geometrie dinamiche e in movimento, in stile Giacomo Balla, incorniciate da file di catene
Le geometrie dinamiche e in movimento, in stile Giacomo Balla, incorniciate da file di catene
Arancione e nero
Arancione e nero
Frecce e catene nel bolero da sera in paillettes
Frecce e catene nel bolero da sera in paillettes
Arancione e lime
Arancione e lime
Inserti di nudo
Inserti di nudo
Giulia Marani con le sue modelle
Giulia Marani con le sue modelle

 

Tutte le foto sono miei scatti, dalla presentazione del 23/09/2013 e dal press day del 30/10/2013

 

Per approfondire:

Qui il sito Marani.G by Giulia Marani

Qui il mio articolo sulla primavera / estate 2014 di Angelo Marani

Qui il mio articolo sulla primavera /estate 2013 Marani.G: allora Giulia aveva dato vita a un “giardino di plexiglas”

 

Particolari curiosi…

Gli effetti: per ottenere i risultati desiderati su alcuni capi, il processo è lungo e richiede un livello alto di conoscenza e maestria. Vengono accoppiati tessuti e stampe, vengono laserati e poi viene fatta un’ulteriore sovrastampa.

Le lavorazioni di maglieria: il segreto è l’uso di telai anni ’20, quelli per fare le calze con la riga dietro. Angelo Marani li ha cercati, li ha rilevati e ha trovato dei tecnici in grado di rimetterli in uso: ora i telai vengono usati per produrre la maglieria, soprattutto quella più fine e con le lavorazioni più particolari, difficili da ottenere in altro modo.

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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