Alberto Marchetti, passione e talento da servire… in coppetta

Quando penso alla mia infanzia, mi sento una persona molto fortunata: è piena di momenti che oggi sono ricordi meravigliosi.
Mi basta pensare a certi episodi e a certe consuetudini perché mi torni il sorriso perfino nei giorni più neri; è l’amore che ho ricevuto in quegli anni a scaldare ancora il mio cuore e ad avere fatto di me un’adulta serena.
Alcuni dei ricordi più belli sono quelli legati all’estate che per me e mia sorella era sinonimo di vacanze al mare con mamma e papà: aspettavamo tutto l’anno di poter tornare a Martinsicuro, una piccola località vicino a Teramo, in Abruzzo.
Non vedevamo l’ora di rivedere quella lunghissima spiaggia di sabbia sottile baciata da un mare tranquillo e di trascorrere ore a giocare sotto il sole con mamma che insisteva affinché mettessimo il cappellino e la protezione solare.
Non vedevamo l’ora di mangiare i pomodori buonissimi (mai più ritrovati così) dell’orto di una contadina dalla quale facevamo la spesa e di fare la rituale passeggiata dopo cena, anche perché significava gustarci un ottimo gelato.
Ricordo benissimo le gelaterie di Martinsicuro: non ricordo il nome, ma ne ricordo una con vasche colme di creme artigianali davanti alle quali mia sorella e io cambiavamo idea almeno quattro o cinque volte a testa prima di scegliere definitivamente il nostro cono o la nostra coppetta.
Credo che sia per questi bei ricordi che, ancora oggi, per me il gelato appartiene alla categoria comfort food, quei cibi in grado di deliziare il palato e di ristorare lo spirito.
Se chiudo gli occhi, se mi concentro e se schiaccio la lingua contro il palato, posso ancora sentire il sapore della stracciatella o del caffè (che trasgressione quando mia mamma ci permetteva di prendere quel gusto!): questi ricordi, però, fanno anche sì che io sia esigente.
Ecco perché Alberto Marchetti mi è andato subito a genio: Alberto fa il gelato e – come dice lui stesso – ama farlo. E si sente.
Ho avuto il piacere di conoscerlo di persona, in occasione di un recente press day: veniva presentata la nuova collezione Braintropy, brand di borse che seguo con affetto, e Alberto era lì per far felici giornalisti, redattori e blogger.
Mi ha subito conquistata per due motivi: sono stata colpita dal fatto che il proprietario di cinque gelaterie fosse venuto a presentarci personalmente il suo prodotto e ho trovato il suo gelato davvero ottimo. Buono, genuino, saporito, autentico.
Perché i suoi gelati siano così lo spiega lui stesso.
“Scelgo dei buoni ingredienti, uso solo quello che serve, non aggiungo niente di più. Prima di scegliere latte e panna sono andato a conoscere chi alleva le mucche, mi sono fatto spiegare come vengono nutrite. Firmo il mio gelato perché credo nel mio lavoro e voglio metterci la faccia.”
Lo sapete, io amo chi mette la faccia in un mestiere.

Alberto Marchetti sul campo
Alberto Marchetti sul campo

Quello tra Alberto Marchetti e il gelato è un amore antico e questa è una cosa che abbiamo in comune.
Lui racconta di essere nato lo stesso giorno in cui il padre inaugurava la sua cremeria a Nichelino, vicino Torino: quasi un destino, insomma.
Da piccolo, aiutava il padre in gelateria: quando si sentiva dire “vai a controllare il mantecatore”, saliva su una scala, controllava e imparava. E mangiava il gelato di nascosto, a cucchiaiate, gusto fiordilatte, come specifica.
Crescendo così, si è innamorato del gelato: oggi vuole trasmettere questo amore facendo le cose per bene, con dedizione, passione, semplicità e rispetto della tradizione.
Ama il gelato fresco e cremoso, come quello della sua (e della mia) infanzia e usa solo materie prime che seleziona personalmente girando l’Italia, attingendo in particolar modo dai Presidi Slow Food.
Con la moglie Alessia e con una squadra affiatata ha varato il primo punto vendita di Torino, poi altri due in città, uno a Milano e uno ad Alassio, in Liguria: la ricerca dell’eccellenza è diventata una sfida permanente, perché non c’è fine al meglio – per usare le sue parole.
Non mi stanco di dire che il talento si può esprimere in molti modi; non mi stanco di dire che il talento è capacità di dare vita a qualcosa – un’opera d’arte, un abito, un piatto – attraverso una passione autentica.
Ditemi, dunque, se quello di Alberto Marchetti non è autentico talento: pensate che perfino il prestigioso The New York Times gli ha dedicato la propria attenzione, includendolo tra le esperienze da fare assolutamente a Torino.
E visto che mi piace pensare che A glittering woman sia una piccola casa nella quale ospitare talenti, penso anche che Alberto stia proprio bene in mezzo ai miei tesori. Perché io la penso come lui: c’è un mondo di cose buone da scoprire e chiudersi in schemi rigidi è una sciocchezza, un autentico sacrilegio.
Quelle estati di libertà a Martinsicuro mi hanno lasciato splendidi ricordi e mi hanno insegnato qualcosa.

Manu

 

 

 

Se volete gustare il gelato di Alberto Marchetti, lo trovate a Torino (Corso Vittorio Emanuele II, 24 bis | Via Po, 35 bis | Via Reggio, 2), ad Alassio (Via XX Settembre, 48) e a Milano (Viale Montenero, 73)

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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