La moda che verrà # 17: Chicca Lualdi BeeQueen primavera / estate 2014

Ieri sera mi sono ritrovata a parlare con un medico molto importante, uno che salva vite praticamente ogni giorno. Parlavamo del suo lavoro e io ero molto ammirata e quasi intimorita. Lui, invece, era incuriosito dal mio mondo e mi ha fatto un sacco di domande: era sinceramente entusiasta e ha esclamato “che bello il tuo lavoro”. Ecco, ci sono rimasta: sono rimasta colpita dal fatto che una persona che fa un lavoro tanto importante come lo è il suo apprezzi il mio. Dico spesso che sono conscia del fatto di non salvare vite e l’ho detto anche a lui e lui, con semplicità, mi ha risposto che occuparsi di cose che contengono bellezza è un modo per migliorare l’esistenza. Mi si è aperto un sorriso, dentro. Sono andata a letto con questo pensiero e stamattina ho deciso di condividerlo con voi e ho anche deciso di parlare di qualcosa e qualcuno che mi stia particolarmente a cuore: ho scelto Chicca Lualdi.

Credo che il suo lavoro sia un esempio perfetto del concetto “le cose che contengono bellezza sono un modo per migliorare l’esistenza”. Seguo il suo percorso da diverse stagioni, ho la fortuna di conoscerla personalmente e vi dico che sono convinta che un certo tipo di bellezza che si esprime attraverso una collezione viene principalmente da ciò che uno stilista ha dentro: Chicca possiede la stessa grazia che vedo sfilare, stagione dopo stagione, sulle sue passerelle.

L’avventura di Chicca Lualdi inizia con studi dedicati alla moda tra Milano e New York e con un’esperienza decennale nel settore prestata collaborando con alcuni importanti brand italiani, esperienze che le insegnano a fare una moda portabile e vendibile (due paroline magiche). Pian piano nasce in lei il disegno di concretizzare il sogno di sempre, quello di creare una linea di abbigliamento propria: ha il desiderio di mettere alla prova la sua personale sensibilità, la sua irrequietezza positiva, la voglia di fare, l’entusiasmo, la curiosità, la tenacia. Ha voglia di comunicare.

Nasce il suo brand Bee Queen e nel 2009 Chicca vince il concorso Fashion Incubator promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana e il premio come miglior giovane marchio conferito dalla Regione Lombardia, Sistema Moda Industria e Università Bocconi. Da subito, dalle primissime collezioni, propone una femminilità sussurrata, rifuggendo da ogni esibizionismo e giocando su rigore, essenzialità, equilibrio negli abbinamenti e ricerca di qualità nei materiali e nelle finiture: questo atteggiamento (o questa attitude come direbbero gli inglesi) diventa il tratto distintivo del suo brand Chicca Lualdi BeeQueen.

Oggi desidero aggiungere un nuovo capitolo agli anticipi che sto via via dando per quanto riguarda la prossima primavera / estate 2014 portandovi a sbirciare la sua collezione.

Il bianco è il colore predominante: universalmente considerato espressione di purezza e delicatezza, viene proposto da Chicca Lualdi come elemento di forza in quanto è capace di catturare e riflettere la luce. Luce intesa anche in senso metaforico, ovvero quella del concetto di femminilità portato avanti con convinzione dalla stilista che respinge tutto ciò che è over, tutto ciò che è troppo, tutto ciò che è esagerazione e ostentazione: l’overdressed, l’overembellishment, l’overcolored.

Chicca propone una collezione immediata e sofisticata, femminile e contemporanea, sexy ma delicata: la sua è una moderna grazia femminile basata su un equilibrio perfetto tra gusto e contemporaneità.

La sua donna è decisa ma non sfrontata, dotata di quel carattere che fa sì che possa scegliere evitando di uniformarsi a stereotipi imposti, una donna che non cerca di stupire con la stravaganza a tutti i costi ma di colpire per classe e sobrietà.

La stilista attua il tutto attraverso la purezza delle linee e dei volumi, precisi ma addolciti da tocchi di morbidezza (le linee delle maniche, le plissettature delicate) che ingentiliscono abiti e piccoli caban.

Sceglie la rete, dettaglio vezzoso, per un effetto di giochi di trasparenze e geometrie; sceglie i tessuti tecnici alternandoli però ad organza e seta proposta in varie pesantezze, dall’habutai (più leggero) al mikado (più consistente e rigido).

In un momento in cui tutto ciò che è stravaganza fa clamore, Chicca Lualdi Bee Queen ha la forza di proporsi come riscoperta della sobrietà valorizzata dalle linee e dalla materia: il suo è un gioco di equilibrio piuttosto che di contrasti.

È una visione di femminilità non ostentata dove c’è spazio per una gentile pacatezza fatta di educazione, fiducia in sé stessa e amore per ciò che non è urlato. Chicca non ha bisogno di urlare per essere ascoltata perché l’eleganza che propone sa farsi notare da chi è capace di guardare e ascoltare.

Un bel ritratto di Chicca Lualdi a fine sfilata.<br />Chicca indossa uno dei suoi capi di collezione, un abito nel quale si possono notare due tratti distintivi: la linea della manica e la stampa. La stampa gioca su un sottile equilibrio di intarsi di colore e linee che si rincorrono per poi interrompersi.
Un bel ritratto di Chicca Lualdi a fine sfilata.
Chicca indossa uno dei suoi capi di collezione, un abito nel quale si possono notare due tratti distintivi: la linea della manica e la stampa. La stampa gioca su un sottile equilibrio di intarsi di colore e linee che si rincorrono per poi interrompersi.

Chapeau, cara Chicca.

Manu

 

Ringrazio l’ufficio stampa M. Linz

per l’uso delle foto incorporate nel testo che sono tutte di Piero Biasion

 

Per approfondire

Qui il sito Chicca Lualdi BeeQueen

 

E ora qualche ricordo personale: alcuni miei scatti in occasione della sfilata del 22 settembre 2013.

Vorrei farvi percepire un poco dell’atmosfera dell’evento che si è tenuto all’Hotel Sheraton Diana Majestic: la sfilata partiva dall’interno per poi continuare nel bellissimo giardino dell’albergo.

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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