Federica Lisi e Vigor Bovolenta: noi non ci lasceremo mai

Oggi non so bene da che parte cominciare.

È la prima volta che mi capita da quando scrivere è diventato quasi un lavoro oltre che una passione. E non è perché io non abbia nulla da dire: anzi, è proprio per il motivo contrario, sento di avere troppe cose da dire.

Credetemi, non mi capita mai di sedere davanti al pc in questo stato: di solito, le idee nascono e crescono direttamente dentro di me e solo dopo le traduco attraverso la tastiera. Stavolta, però, c’è qualcosa di diverso: ho un groviglio di sentimenti e ho il timore di non riuscire a dare loro voce nel modo migliore. Per la prima volta, sperimento questa paura e vi posso dire con certezza perché: perché sto per trattare una cosa davvero importante, nella quale mi sento molto coinvolta.

Che io scriva col cuore e con la pancia credo sia piuttosto evidente. Ogni tanto qualcuno mi dice “Manu, mettici meno cuore, ti spendi troppo”. Non posso. È più forte di me e senz’altro questo non è il giorno giusto per iniziare.

Sapevo che leggere il libro “Noi non ci lasceremo mai – La mia vita con Bovo” di Federica Lisi Bovolenta sarebbe stato difficile quanto percorrere una strada tutta in salita. Lo sapevo perché, già prima di iniziare, conoscevo la storia: avevo iniziato a leggerlo di slancio, poi ho dovuto rallentare e affrontarlo a piccoli morsi.

Tengo a dire che questo post non ha la pretesa di essere una recensione, cosa che è un vantaggio, dal mio punto di vista, e al tempo stesso è anche ciò che mi tiene sulle spine. Rimanere asettica è praticamente impossibile: dovrei strapparmi questo benedetto cuore e buttarlo via.

Sono certa che moltissime persone ricorderanno il fatto doloroso al centro del libro: il 24 marzo 2012, durante una partita a Macerata, Vigor “Bovo” Bovolenta, detto il “gigante del Polesine”, muore improvvisamente sul campo.

Bovo è un grandissimo campione di pallavolo, componente del dream team di Velasco che negli anni ’90 ha fatto sognare tutta l’Italia: lascia quattro figli e la moglie, Federica Lisi, a sua volta campionessa nello stesso sport.

Federica aveva iniziato la sua carriera a dodici anni in B2 ed aveva esordito in Serie A1 a quindici: si era ritirata dalla vita agonistica per creare una famiglia insieme a Bovo. A distanza di pochi giorni dal funerale, Federica scopre di essere incinta e il 30 ottobre 2012 nasce Andrea, il loro quinto figlio. L’ultimo regalo di Bovo.

Il destino – beffardo – vuole che Federica Lisi non sia accanto a Bovo quando lui si sente male: quando arriva a Macerata, è già morto.

Quel giorno, Bovo e Federica avevano avuto un bisticcio: per fortuna avevano fatto pace prima che lui partisse e dico per fortuna perché credo che Federica non se lo sarebbe perdonato (mia mamma mi dice sempre che, quando ci si ama, non si parte o non si va a dormire da litigati).

Il libro parla dunque di un campione della pallavolo, di una bellissima storia d’amore lunga 15 anni, di cinque figli, di una tragedia che segna un prima e un dopo, di cinquemila persone al funerale, di una vita che deve continuare: tutto questo raccontato da una donna straordinaria, Federica.

La Lisi, come la chiamava Bovo.

Federica Lisi è entrata nella mia vita il 26 novembre scorso. Ho smesso di credere alle coincidenze da un pezzo: il 26 novembre è il mio compleanno. Avremmo dovuto sentirci il 25 ma io ho avuto un contrattempo e così ci siamo sentite il giorno dopo. E lei è stata il regalo più bello che potessi ricevere.

Mi è stata presentata da Valentina, mia carissima amica. È lei che ha voluto che ci conoscessimo e io non smetterò mai di ringraziarla perché Federica Lisi è energia allo stato puro, è un vulcano e mi ha travolta come un fiume in piena. E io mi sono lasciata travolgere, come se la conoscessi da sempre.

Ho realizzato solo oggi che ci siamo conosciute proprio il giorno del mio compleanno e non potevo quasi crederci. Sono andata a ricontrollare perfino i messaggi e le chiamate sul cellulare.

Nulla avviene per caso.

E mi sono ricordata anche di una cosa che mi aveva detto Federica durante quella telefonata: “il libro è la mia vita”.

Quella frase mi aveva colpita, tanto da essermela appuntata su un foglio, ma ho capito fino in fondo cosa intendesse quando ho finito di leggerlo.

Questo libro è esattamente come la vita: ha scatenato in me una tempesta di emozioni e sensazioni. Ho riso e ho pianto, mi sono arrabbiata, sono stata in ansia, mi sono divertita, ho sperato, ho sospirato, mi sono incuriosita, mi sono preoccupata, sono stata incredula, mi sono indignata, mi sono arrabbiata col fato, col destino o come volete chiamarlo. Vedrete quante sorprese e quante scoperte se lo leggerete.

È un libro sfaccettato e colorato e parla di Bovo, di Federica, dei loro figli, dell’amore che tutti vorrebbero trovare e che pochi incontrano e parla di tutto il mondo che ruotava (e ruota) intorno a loro: è un gesto di generosità, di altruismo, perché Federica Lisi avrebbe potuto scrivere un libro su sé stessa e sul proprio dolore e invece si è aperta a tutti.

Il libro è fatto di e da tante persone, da Federica, da Anna Cherubini che l’ha aiutata a scriverlo, dalla famiglia, dagli amici, dall’amico Alfredo che ha raccolto il materiale, da Eugenio, il manager di Bovo, la prima persona con la quale Federica ha parlato del progetto.

È come se ogni persona coinvolta avesse voluto restituire il proprio pezzettino di Bovo per poter ricostruire un puzzle intero.

Nient’affatto prosciugata dal libro, Federica Lisi sta portando avanti un altro progetto che si chiama I Pensamore. Federica non lega i due progetti, sono io che li unisco perché oggi, quando ho finito di leggere il volume, ho capito il profondo perché di quel piccolo cuore rosso appoggiato sulla nuvola, ovvero il logo de I Pensamore. Quel logo mi era piaciuto, immediatamente, istintivamente, ma ora che so, ora che conosco, mi sembra di una bellezza quasi insostenibile.

Il libro e I Pensamore sono due modi diversi per vivere e manifestare lo stesso pensiero, lo stesso sogno. Ecco perché mi permetto di unirli qui.

Credo di non avere parole sufficienti per descrivervi la forza di Federica Lisi.

Un giorno, la mia amica Valentina mi ha scritto queste parole a proposito del suo incontro con Federica: “non voglio più dire non ce la posso fare”. Sono d’accordo con lei: anch’io, dopo aver letto il libro, non voglio più pensare nemmeno per un attimo di non essere in grado di raggiungere gli obiettivi che mi prefiggo.

Sapete, mentre procedevo con la lettura, mi ero via via appuntata alcune frasi perché in molte mi ci riconoscevo, per esempio in quella di moglie perennemente innamorata come una fidanzata ai primi tempi. Poi, oggi, ho deciso di non riportarle per rispetto verso Federica e Bovo: mi sarebbe sembrato di snaturarle e di violarle. E poi avrei dovuto copiare praticamente tutto il libro.

In fondo a questo articolo, però, troverete le parole con cui Federica stessa lo presenta in seconda di copertina (lo faccio perché le considero davvero fondamentali) e la frase di Julio Velasco che funge da dedica sotto ai nomi dei cinque bimbi di Federica e Bovo (Alessandro, Arianna, Angelica, Aurora e Andrea – tutti con la A, perché “è una lettera tonda con un’apertura verso il mondo”, così scrive lei).

Nei ringraziamenti finali, Federica Lisi scrive che il libro è stato un po’ come il sesto parto: “si fa per dire”, conclude. Abbiate pazienza, ora mi devo rivolgere a Federica direttamente e in prima persona.

Ti ho sentita vicina durante tutta la lettura, Federica cara, come se ti conoscessi da sempre, e ho sentito esattamente al centro della pancia (“dove nascono tutti i sentimenti”) cosa tu volessi dire con queste parole circa il parto. E sai qual è la cosa buffa? Tu di figli ne hai cinque, io nemmeno uno. Eppure sono certa di aver capito cosa tu intendessi e sei tu che sei riuscita a farmelo sentire.

E sai un’altra cosa? Non ero andata a vedere il tuo profilo Facebook, non volevo farmi influenzare: l’ho fatto oggi, dopo aver letto l’ultima pagina, e dopo aver fatto un paio di scatti al libro e al segnalibro con le foto dei tuoi (vostri) bimbi. Sono rimasta impressionata quando ho visto che i miei scatti erano praticamente identici a quelli che sono pubblicati sul tuo profilo. Perfino con uno sfondo simile.

Davvero nulla è per caso.

Nel concludere torno a rivolgermi a voi, cari amici.

Tra poco è Natale. Io ho pochissimi soldi, ancora meno degli altri anni, e ho voglia di spenderli bene: credo sia un argomento piuttosto comune. A ogni modo, tutti abbiamo tutto e pochi hanno realmente bisogno di qualcosa. Non vi sto dando suggerimenti e non vi sto chiedendo di comprare il libro: non lo fa Federica Lisi e non voglio farlo nemmeno io, non sto facendo una promozione.

Ho già scritto in un altro articolo che non voglio dare consigli di Natale, perché per me non hanno senso. Questo libro rafforza le mie convinzioni e allora condivido con voi solo una riflessione: non regalate cose fini a sé stesse ma idee. Questa è l’unica cosa della quale abbiamo realmente bisogno, un dono fatto col cuore e che contenga un pensiero, un sentimento, un sogno.

Oggi non vi ho parlato di un libro per Natale: è un libro per ogni singolo giorno di questa vita, a volte difficile, a volte beffarda, sempre meravigliosa. Mettetelo sotto l’albero, anche in ritardo, anche dopo Natale, portatelo a un amico che andrete a trovare, regalatelo a voi stessi.

È un pensiero, è un cuore sopra una nuvola. Leggetelo e capirete perché.

Manu

 

Questa foto viene dal profilo di Federica Lisi. Guardate quelle sopra (mie) e guardate questa: senza che lo sapessi, ho fatto le stesse foto che ha fatto lei. Nulla è per caso.
Questa foto viene dal profilo di Federica Lisi. Guardate quelle sopra (mie) e guardate questa: senza che lo sapessi, ho fatto le stesse foto che ha fatto lei. Nulla è per caso.

 

“Mi chiamo Federica Lisi Bovolenta, ho trentasette anni e cinque figli. Sono la moglie di Vigor Bovolenta, il campione di volley che in molti ricorderete, scomparso in campo il 24 marzo 2012. Vigor Bovolenta. Bovo per gli amici e per me. Quindici anni insieme. Poi lui se n’è andato. Se n’è andato senza lasciarmi. E senza lasciarmi istruzioni. Se n’è andato restando dentro la mia vita. Restando la mia vita. “Bovo per sempre”, “Bovo nel cuore”, “Bovo in tutti noi”: scrivono così in certi striscioni durante le partite. Sono striscioni grandi, colorati, struggenti. Uno di questi è dentro di me. “Bovo per sempre”. È proprio come una scritta incisa nella mia anima, e sta lì, anche quando il vento cambia, quando si ferma, quando fa paura. Il vento che a volte arriva e si porta via tutto quello che abbiamo, la parte più importante di noi, senza la quale ci sembra di non ricevere più vita, di non poter più crescere. Ma poi non è così. Qualcosa resta sempre e si cresce ugualmente, come alberi le cui fronde si piegano verso il fiume anziché andare verso il cielo, come commedianti che accolgono l’improvviso colpo di scena. Si continua a giocare, a recitare; anche dal basso il cielo si vede lo stesso. Io, ora che lo so, cerco di non avere paura, di essere forte. È da oltre un anno che mi sforzo di esserlo ogni giorno. Ci sono momenti in cui penso che cederò e manderò tutto all’aria. Altri in cui penso che sarò più forte di qualunque cosa che mi possa capitare. Mi trovo sempre tra le due cose più estreme, la migliore o la peggiore. E alla fine quello che sento dentro mi riporta a lui, a Bovo per sempre. Vorrei che da questo libro i miei figli comprendessero meglio chi era il loro papà, le cose che facevamo insieme, quelle in cui credevamo. Vorrei vederli, alla fine di questa storia, semplicemente sorridere.”

Federica Lisi Bovolenta

 

“Gli ottimisti hanno una caratteristica speciale: si divertono seriamente.”

Julio Velasco

 

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Noi non ci lasceremo mai. La mia vita con Bovo

Federica Lisi Bovolenta, Anna Cherubini

Mondadori, Collana Ingrandimenti

ISBN: 8804634030

ISBN-13: 9788804634034

Se volete acquistare il libro sul web: cliccate qui. Attraverso il tasto ACQUISTA, sulla destra, vi si apriranno tutte le opzioni, da Mondadori ad Amazon, da Feltrinelli a IBS, da Hoepli a Webster. Per chi preferisce, è disponibile anche l’eBook.

Se volete saperne di più del progetto I Pensamore: cliccate qui per il sito e qui per la pagina Facebook

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Dal Bovo Day 2013…

 

Un grazie speciale a Federica Lisi per la dedica che ha scritto sulla mia copia. Perdonatemi ma, per una volta, sono parole che tengo per me.

Manu

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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flavia angela
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grazie

Manu
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Prego.
Grazie a te per aver letto,
Manu

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