Irene Vella e i 10 modi per sopravvivere alle stronzamiche

Stupiti per il titolo del post? Non vi preoccupate, non sono impazzita.

Finalmente mi accingo anch’io a qualche giorno di mare e così mi è venuta un’idea: qual è un binomio classico che più classico non si può? Quello tra la spiaggia e un buon libro da leggere.

Sotto all’ombrellone io prediligo quelli un po’ spiritosi ma mai sciocchi: la lettura deve lasciare sempre qualcosa. E così, preparando qualche libro da portare per questi pochi giorni, me n’è venuto in mente uno che mi è piaciuto molto e che ho pensato di consigliarvi, sempre che non l’abbiate già letto.

Il libro in questione è di Irene Vella e si intitola “Credevo fosse un’amica e invece era una stronza”. Sottotitolo: “10 modi per sopravvivere alle stronzamiche”.

Quindi perdonatemi, signori maschietti, ma oggi siete parzialmente esclusi, parlo alle e di donne. Perché come scrive Alessandra Pesaturo, contributor nel libro di Irene, “un maschio la solidarietà ce l’ha dalla nascita come patrimonio nel DNA”. Noi donne… non sempre, purtroppo.

Uno a zero per voi, dunque.

Di cosa si tratta? Avete presente il proverbio “chi trova un amico trova un tesoro”? Grande verità, peccato però che, tra le amiche, si nascondano le stronzamiche. Quelle che sembrano amiche ma che in realtà ti invidiano; quelle che vogliono appropriarsi di qualcosa di tuo (di solito il fidanzato o il marito); quelle che hanno sempre la frecciatina; quelle che ti fregano al lavoro. E via discorrendo, non scendo nei particolari tanto sono certa che ci siamo capite e comunque Irene le ha già classificate tutte meglio di me e in maniera più divertente.

Irene – dopo aver avuto le sue brutte esperienze nonché dopo aver affrontato quelle capitate alla figlia soprannominata Dodo – ci spiega come sopravvivere a tutto ciò, perché come dice lei “se state leggendo questo libro fate parte come me delle amiche coglione”. Direi che ha un buon fiuto: mi sento spesso “l’amica cogliona”.

Un libro prezioso, dunque, scritto con mano leggera e spiritosa da una donna che sa vivere con brio e humour.

Irene Vella mi sta simpatica, mi fa ridere un sacco (come d’altro canto l’altro suo figliolo soprannominato Gnomo) e la stimo perché è una donna estremamente in gamba: dopo aver lasciato un lavoro sicuro ed essersi reinventata, ha pure ceduto un rene a suo marito, “in comodato d’uso”, sempre come dice lei. L’ho conosciuta grazie a un’amica comune: una sera ho accompagnato Alessandra B. alla presentazione del precedente libro di Irene (intitolato “Sex & the cake”) e da allora non ho più smesso di seguire la vulcanica scrittrice, inclusa una presentazione al Just Cavalli a Milano di questa sua nuova fatica (nonché di interfacciarmi con lei su Facebook circa cose serie e inezie, dalle avventure dello Gnomo alla comune passione per i fumetti).

A proposito di presentazioni: se siete dalle parti di Riccione c’è un appuntamento imperdibile. Sabato 3 agosto dalle ore 18:00, Irene presenterà il libro proprio nella bella località romagnola presso la spiaggia 60. Aperitivo a seguire!

Tornando a noi: accetto volentieri i consigli della fantastica giornalista e scrittrice perché non si dà arie e si confessa con allegria (nel bene e nel male): non si atteggia, insomma.

Impossibile restare apatici e neutri leggendo il suo libro: io mi sono indignata, divertita (ridacchiavo da sola) e anche emozionata.

Insomma, vi consiglio fortemente di leggerlo. E per tanti buoni motivi:

1 – Se lo comprate, probabilmente “fate parte come me delle amiche coglione”. “Coglione” come sinonimo di buone, quindi senza offesa, anzi, è un pregio, e non sono io che lo dico ma Irene (vedere sopra). Quindi per voi (e per me) questo è un manuale di sopravvivenza.

2 – Vi ci immedesimerete. Io l’ho fatto perché sono come Irene: sono aperta, il che significa tante amiche ma anche tante delusioni.

3 – Ci sono verità che mi hanno lasciata senza fiato, tipo quanto sbagliato sia “prendere ad esempio se stessi come metro di giudizio e come metodo di comportamento, pensando che gli altri siano come noi, non tutti sono come noi”. È una cosa ovvia – direte: beh, chissà perché le cose ovvie sono spesso le più difficili da realizzare.

4 – Irene ci rassicura: “sognare di tirare una fucilata, una granata, una bomba sulla stronzamica non è un segno di pericolo, non è che siete veramente delle serial killer, siete semplicemente arrivate alla frutta. Parola di terapeuti”. Siccome a me è capitato, ora so di non essere una pazza in procinto di compiere una strage – sospiro di sollievo.

5 – Irene mi ha fatto venire i brividi quando ho letto il lieto fine delle disavventure della sua Dodo, perché il libro parla anche di bullismo adolescenziale al femminile e di come una madre possa aiutare la propria figlia. E se ha fatto venire i brividi a me che non sono madre… Però sono zia e mi sono documentata per proteggere in futuro la mia piccola nipotonza, quindi dico grazie 🙂 Per inciso: la Dodo sta diventando una donna fantastica con tanta grinta quanta ne ha sua madre. Buon sangue non mente 🙂

6 – Troverete storie di vita che sembreranno le vostre: come Irene, ho avuto anch’io una cugina stronzamica, ho collezionato stronzamiche nelle varie fasi della mia vita (soprattutto a scuola), ho “la fase dell’innamoramento” (salvo poi scoprire di aver beccato una nuova stronzamica), sono stata bersagliata dalle stronzamiche al lavoro e ora mi capita talvolta di incontrarne sui social network. Anch’io credo però come lei che la vera amicizia esista e bizzarramente penso che questo sia dimostrato proprio dall’esistenza delle stronzamiche che indicano quello che un’amica NON deve essere.

7 – Irene vi dà consigli pratici e concreti: se una tipa su Facebook inizia ad adularvi senza un perché evidente, ponetevi delle domande. Ripeto, sembra una cosa ovvia ma non lo è poi così tanto.

Beh, mi sembra che i motivi per comprarlo e leggerlo siano più che sufficienti. E cito di nuovo Alessandra Pesaturo: “prendete appunti e occultatelo alle nemiche. Perché mai far sapere all’avversario con quali armi lo state combattendo”.

Concludo con un pensiero di Irene: meglio nascere amica buona e cogliona, perché a diventare stronze s’impara (almeno un pochino, magari leggendo questo libro), ma un’anima pulita rimane tale.

Manu

P.S. (1): ho cambiato idea. Anche se non parla di uomini, il libro riguarda anche voi, cari signori. Compratelo e leggetelo, è un manuale d’istruzioni interessante.

P.S. (2): quasi quasi me lo porto dietro e lo rileggo anch’io… Meglio fare un ripasso, non si sa mai…

P.S. (3): se dopo aver terminato il libro vi sentirete un po’ orfani non vi preoccupate, Irene sta già scrivendo nuove opere. Seguitela sul suo sito www.irenevella.it

 

Credevo fosse un’amica e invece era una stronza – 10 modi per sopravvivere alle stronzamiche

di Irene Vella

Pagine 144 – Euro 11,90

Prefazione di Cristina Parodi e Ivan Zazzeroni

Editore Laurana, Collana Dieci!

ISBN 978-88-96999-41-7

Se preferite gli acquisti on line, trovate il libro qui (e anche con un piccolo sconto)

Il blog di Irene: qui

 

La mia copia del libro di Irene Vella
La mia copia del libro di Irene Vella
Irene Vella impegnata a firmare autografi (col sorriso) a una presentazione
Irene Vella impegnata a firmare autografi (col sorriso) a una presentazione
Irene Vella in un autoscatto
Irene Vella in un autoscatto
Irene Vella a una presentazione del libro
Irene Vella a una presentazione del libro

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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