Portatelovunque, creazioni sorridenti per viaggiatori controcorrente

Vi va di venire con me?
Desidero raccontarvi una storia speciale che coniuga moda – etica e sostenibile – e impegno sociale attraverso un progetto di crowdfunding in grado di aiutare le donne.

La storia è quella di Portatelovunque​, un progetto che nasce da un’idea della giovane Chiara Di Cillo, designer e “viaggiatrice seriale”, come lei stessa si definisce.

Il nome è buffo, è quasi uno scioglilingua, e già solo a pronunciarlo scappa un sorriso – ciò che è capitato a me leggendolo e che spero sia capitato anche a voi.

Il verbo portare ha molti significati: indica spostare in altro luogo, prendere con sé durante un viaggio, fare un dono, accompagnare e anche indossare.
Il progetto Portatelovunque è esattamente tutto ciò ed è creare oggetti artigianali che propongono un connubio tra etica ed estetica; Chiara ha così immediatamente conquistato la mia attenzione, visto che da tempo immemore auspico e ricerco proprio tale genere di connubio.

Estetica, apparenza, etica, contenuti, sostanza ed essenza per me possono – e devono – convivere, come nel progetto di Chiara che ha scelto di utilizzare tessuti e materiali dismessi: la designer dà loro una nuova forma, trasformando in risorse quelli che per altri sono semplici rifiuti.

Nascono borse e accessori, al 100% artigianali e italiani: gli scarti (mute da sub, ombrelli, tappezzeria) diventano fonte di nuove idee e, in aggiunta, mi piace sottolineare che parte del lavoro sartoriale viene realizzato in collaborazione con il laboratorio romano Lakruna, cooperativa sociale che si occupa di inserimento lavorativo di donne che provengono da percorsi di fragilità e di disagio.

Ed ecco l’altro argomento per me decisivo: oltre alla creatività e all’attenzione per l’ambiente attraverso recupero, riuso e riciclo, il progetto di Chiara mette sul piatto anche impegno e inclusione sociale, anche questi argomenti che mi vedono in prima linea, visto che uno dei miei motti è «sì alla moda che include e che comprende, no a quella che esclude» (date un occhio qui).

Alcune creazioni Portatelovunque
Alcune creazioni Portatelovunque

Per fare tutto ciò, Chiara ha lanciato su Ulule, piattaforma di crowdfunding, una campagna che serve a raccogliere i preordini della nuova collezione di Portatelovunque e a sostenere il progetto di inclusione sociale e lavorativa sviluppato con la sartoria Lakruna.

Come accennavo, il progetto di Lakruna, inaugurato nel 2011, coinvolge donne che provengono da percorsi di fragilità e di disagio e che, diventate sarte esperte, hanno avuto la volontà e la tenacia di trasformare l’attività di laboratorio di sartoria, svolta per anni nel Centro Diurno Sperimentale Gattamelata di Roma, in una vera e propria impresa sociale: per Portatelovunque, si occupano di realizzare tutte le cuciture finali degli accessori che sono pezzi unici e spesso irripetibili proprio per la loro stessa natura.

«Una muta da sub ormai da cambiare, la tappezzeria di una vecchia auto, un costume da bagno passato di moda, il vecchio ombrello che non si apre più: ogni tessuto dismesso o mandato in pensione troppo presto può trovare una nuova vita e raccontare nuove storie»: così spiega Chiara e le sue pochette, le borse e gli altri accessori vengono infatti realizzati utilizzando tessuti recuperati dagli scarti di privati e anche di piccole, medie e grandi aziende.

«Se i clienti mi danno un tessuto che vogliono recuperare offro uno sconto in cambio per incentivare il riciclo», spiega ancora Chiara.

Ogni materiale utilizzato viene scelto non solo per l’estetica, ma anche per le proprietà tecniche: per la maggior parte, infatti, i tessuti sono impermeabili e molto resistenti.

Inoltre, tutti i prodotti sono nichel free e senza parti metalliche.

Alcune creazioni Portatelovunque
Alcune creazioni Portatelovunque

La campagna Portatelovunque sulla piattaforma Ulule prosegue fino al 21 giugno e gli accessori che ne fanno parte sono realizzati in un tessuto che è stato denominato Azulejos.

Ancora una volta, è Chiara stessa a raccontarci il perché.

«Mi piace ricordare i luoghi che visito attraverso suoni, colori e odori: questa volta è successo con un tessuto. Appena mi è capitato tra le mani, l’associazione con il mio viaggio a Lisbona è stata immediata e fin da subito ho capito che sarebbe nato qualcosa di bello.
Ed ecco il perché di questa linea realizzata con una stoffa cerata, impermeabile e dai colori sgargianti, dedicata alle azulejos, le famose mattonelle portoghesi.
Qualunque sarà il set che sceglierete, troverete oggetti pratici, di design, pensati per viaggiatori controcorrente.
Che la vostra meta sia mare o montagna, ogni prodotto sarà il compagno di viaggio ideale e occuperà poco spazio in valigia!»

Il tessuto Azulejos è declinato in due varianti e mi fa piacere farvi notare lo zaino/tracolla, ovvero il prodotto di punta del brand che vedete anche nelle foto che completano questo post: grande quanto un 33 giri, può essere indossato come borsa o essere trasformato in zaino con un semplice gesto. Si tira la tracolla ai lati, la si fa scorrere lungo i passanti… et voilà!

Insomma, gli oggetti Portatelovunque sono pezzi unici e creativi, sono fatti a mano, sono divertenti e accattivanti, sono utili, sono un acquisto responsabile da punto di vista sociale e ambientale e meritano lo slogan «creazioni sorridenti per viaggiatori controcorrente»: cosa si può desiderare di più da un accessorio moda?

Manu

 

 

La cosa più importante: qui trovate la campagna Portatelovunque su Ulule, dove potete leggere anche il dettaglio di come verranno esattamente suddivisi i fondi raccolti.

Potete seguire Portatelovunque anche attraverso il sito, la pagina Facebook, l’account Twitter e il canale Instagram.

A proposito di Chiara Di Cillo, creatrice di Portatelovunque e “nomade delle arti visive”
Figlia di un’appassionata di mercatini delle pulci e di un motociclista “aggiustatutto” per vocazione, fin da piccola ha cercato la strada per trasformare le idee in oggetti.
Si è laureata in architettura, specializzandosi poi in design: da sempre si muove tra grafica, fotografia e musica, rigorosamente rock Anni Settanta.
Nel 2015, ha vinto il bando Lazio Creativo con il progetto Portatelovunque e ha così iniziato a vestire i panni di imprenditrice creativa.
Ha fatto del riuso il suo mantra, della sua allergia al nichel la cartina al tornasole nella scelta dei materiali: per questo motivo, ogni prodotto che disegna e realizza è senza componenti metallici e coniuga la praticità con il design.

A proposito di Lakruna:
Il progetto di Lakruna, inaugurato nel 2011, coinvolge donne che provengono da percorsi di fragilità e di disagio, in collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale UOC D6 e il gruppo di Auto Mutuo Aiuto AMA FARE: dal 2016, il progetto è sostenuto da ATON, cooperativa sociale ONLUS.
Qui trovate il sito di questo laboratorio sartoriale ONLUS.

A proposito di Ulule
Ulule è la principale piattaforma di reward-based crowdfunding d’Europa.
Nata in Francia nell’ottobre 2010, ha permesso di finanziare più di 22.000 progetti con una raccolta di oltre 104 milioni di euro, diventando, con il 65% di tasso di successo, il portale di crowdfunding con la maggiore percentuale di raggiungimento del goal al mondo.
La piattaforma, presente con le sue operation in Italia da marzo 2017, ha già conquistato la leadership sul mercato domestico in termini di visibilità e di raccolta fondi, mantenendo il success rate ai livelli internazionali delle consorelle.
Qui trovate il loro sito.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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