Pillole di primavera: la collezione alta moda Curiel SS 2018

Come ho avuto modo di scrivere in altre occasioni, occuparmi di moda – scrivendo, insegnando, facendo consulenze – incarna una mia grande passione, la più grande tra le tante che ho.

Eppure, nonostante ciò, nonostante quella che ammetto essere una fortuna, ogni tanto ho anch’io bisogno (come credo capiti a chiunque) di tornare al nucleo più autentico del mio amore, ho bisogno di ricordare a me stessa perché amo tanto questo lavoro.

Ho bisogno di emozionarmi e di dimenticare ciò che invece mi rende insofferente davanti a certi meccanismi.

Andare alle sfilate della maison Curiel mi fa esattamente questo effetto, mi regala l’opportunità di tornare al vero nucleo della mia passione, ovvero all’amore per creatività, genio, capacità, perizia.

In occasione della Milano Fashion Week dello scorso febbraio, Raffaella Curiel ha voluto lanciare la collezione di alta moda Florigrafia in 3d nel suo atelier di via Monte Napoleone: nel piccolo e grazioso cortile interno, sullo sfondo di un suggestivo canneto in bambù, le modelle hanno sfilato con 28 pezzi unici per la primavera / estate 2018 in un susseguirsi di flash show.

A spiegare la scelta è stata la stilista stessa.

«Senza alcuna polemica con AltaRoma dove ho sfilato per anni, ho deciso di presentare la mia alta moda nel calendario del prêt-à-porter, con la formula – veloce quanto l’attualità – dei flash show non stop.
I tempi sono profondamente cambiati: le demarcazioni tra couture e ready-to-wear si sono assottigliate e i generi si sono impollinati. Siamo o non siamo nell’era del no gender?
Ormai anche le principesse, da Kate Middleton a Beatrice Casiraghi, mescolano i capi, indossando tanto i jeans quanto l’alta moda. Mentre le nuove generazioni riscoprono il piacere del fatto a mano, magari vintage, conciliandolo con il low cost.
Dunque, per un‘alta moda come la mia che ha sempre vestito realmente le donne senza concedere nulla alle passerelle spettacolo, mi è parsa naturale la collocazione tra le griffe del prêt-à-porter. Ora più che mai. Perché cresce il desiderio di storia, qualità e artigianalità da far dialogare con la superficialità e l’omologazione dell’epoca virtuale.»

Geniale Raffaela Curiel che, con queste parole, spiega alla perfezione la sua scelta e anche la mia di scegliere lei, portando la sua collezione tra le pagine virtuali di A glittering woman anche nella speranza di propiziare, grazie a tanta soave bellezza, la primavera che quest’anno tarda proprio ad arrivare.

Dalla collezione Curiel SS 2018
Dalla collezione Curiel SS 2018

Come ho già accennato, la collezione Curiel SS 2018 si chiama Florigrafia in 3d e si ispira a tecnica e natura.

La stilista si concentra sul concetto del 3d nelle lavorazioni per attualizzare la florigrafia ovvero il linguaggio dei fiori, particolarmente in auge nell’Ottocento quando l’interesse per detto linguaggio assunse il massimo sviluppo, legato alla comunicazione dei sentimenti, tanto che si diffuse un’editoria specializzata nella stampa dei flower book, volumi elegantemente illustrati con incisioni e litografie.

Parallelamente, Raffaella Curiel usa la florigrafia per esprimere sensazioni che non possono essere pronunciate a parole: la sua è insomma una risposta estetica all’eccesso attuale di comunicazione insito in certe collezioni – e anche in questo caso mi trova d’accordo…

I particolari dei boccioli, ingranditi e ariosi, leggermente mossi da una brezza, ispirano nuove forme.

Gli elementi della natura si sedimentano in giochi di stratificazioni: foglie su foglie di organza accarezzano e abbracciano le scollature (proponendo un’alternativa a certi eccessi da red carpet mediatico) o fanno capolino dalle gonne, incorniciandone elegantemente l’orlo.

Osservate qui sopra la foto dell’abito corto con 18 sotto gonne che, in pochi centimetri, ricreano con sartorialità millimetrica la sfumatura cromatica del glicine, dal lilla al viola (e quando parlo di capacità e perizia parlo proprio di questo).

Boccioli in 3d di pizzo e cristalli costellano tutta la collezione: scivolano a tralci lungo i capi, dando tridimensionalità alle fantasie, e profilano la cerniera lungo la schiena, mostrando un lato B più estetico che (esasperatamente) erotico.

Sì, perché Raffaela Curiel è una donna che ama noi donne e la nostra bellezza e che continua a sussurrare un segreto prezioso: la femminilità può essere sussurrata senza essere messa per forza a nudo, lasciando una zona di mistero che appare ricca di eleganza e fascino.

Esattamente come fanno i fiori.

Stilisti che denudate le donne prendete appunti – e di questa ultima affermazione mi assumo la completa responsabilità.

Pur non essendo una bacchettona, sono francamente un po’ stanca di certe esagerazioni e ostentazioni da passerella che finiscono per diventare grottesche e caricaturali più che sensuali; ed è per questo che, al contrario, collezioni come quelle proposte da Curiel mi aiutano a ricordare perché amo tanto la moda e il mestiere che faccio.

Manu

 

 

 

 

 

La Maison Curiel nel web: qui

Il mio articolo sulla collezione della scorsa primavera / estate 2017: qui

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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