Demanumea, le borse che diffondono l’Art-à-porter

Accessori: oggetti che sono in grado di accendere e scatenare le passioni femminili, soprattutto quando assumono la forma di scarpe e borse.

Questa è la mia scherzosa definizione del termine accessori: se ne preferite (giustamente) una un po’ più seria, potremmo prendere in prestito quella dell’illustre vocabolario Treccani.

Alla voce accessorio, si trova quanto segue: “Che s’accompagna a ciò che è o si considera principale, quindi secondario, marginale, complementare”. E ancora: “Nell’abbigliamento, gli elementi che completano un abito o vi s’aggiungono con funzione decorativa o utilitaria”.

È vero, gli accessori nascono per accompagnare l’abito e per essere complementari a esso ed è altrettanto vero che svolgono funzione decorativa, tuttavia oggi rifiutano il ruolo marginale e secondario per reclamare piuttosto quello di veri protagonisti. E sono sempre più spesso utili, sotto diversi punti di vista, e sempre meno superflui.

Perché? E in quale modo? I moderni accessori sono ricchi di carattere e sono sempre più particolari grazie a materiali e lavorazioni: sono artigianali o al contrario super tecnologici e la loro scelta racconta tanto, anzi, tantissimo di noi. Lo fanno al punto tale che si potrebbe affidare il nostro outfit ad abiti sempre più lineari da caratterizzare e personalizzare proprio con gli accessori.

Prendiamo, per esempio, la borsa.

La borsa nasce per un uso semplice ed estremamente pratico, in effetti, ovvero come contenitore destinato a custodire il denaro: la sua origine è dunque legata alla nascita della moneta e, in un tipo di società in cui era l’uomo a svolgere attività legate al commercio e all’uso del denaro, la borsa era soprattutto un accessorio maschile. Buffo, vero?

La sua storia, però, si è poi evoluta con risvolti più vivaci e frivoli rispetto a quelli meramente economici, rendendo così la borsa un accessorio costantemente in bilico tra utilità e vezzo, tra funzione contenitiva ed esteriorità. E con una connotazione fortemente femminile, almeno fino all’epoca moderna, momento nel quale si assiste a un rinnovato interesse maschile nei confronti della borsa.

Sicuramente è uno degli accessori a maggior tasso di utilità: a lei è affidato il delicato compito di contenere il nostro piccolo mondo privato, un insieme di oggetti, indispensabili e non, che rappresentano ciò che vogliamo ci accompagni nel nostro viaggio quotidiano tra lavoro e impegni di ogni tipo. Rappresenta un contenitore di cui solo il proprietario conosce il contenuto: eppure, è allo stesso tempo un involucro che ama farsi notare giocando con forme, colori, materiali, stili.

Probabilmente, è proprio questa sua doppia valenza – la dimensione da una parte interiore e dall’altra esteriore, la capacità di attrarre gli sguardi senza però svelare – a renderla un oggetto tanto interessante.

Tra i tanti progetti che mi vengono costantemente sottoposti e tra quelli legati alle borse, oggi desidero parlarvi di un brand che eleva queste ultime allo status di oggetti d’arte: si tratta di Demanumea ed è l’idea di alcuni giovani talenti formatisi in IED, l’Istituto Europeo di Design. Lo sottolineo con un pizzico di orgoglio quasi personale, come ogni volta in cui mi imbatto in talenti provenienti da questa scuola, visto che è quella nella quale ho studiato anch’io.

Demanumea è arte da indossare e portare con sé: possiamo dunque definirlo un progetto di Art Bags oppure di Art-à-porter.

Con sentimento e passione, un team di creativi – composto da designer, artisti, scultori, pittori, ricamatori, orafi – dà vita a borse uniche pensate col cuore e forgiate dalle mani: è da questo che deriva anche il nome del brand, dal latino “dalle mie mani”.

Ogni borsa è una vera opera d’arte e nasce dalla collaborazione di un designer con un artista che la personalizza grazie alla sua modalità espressiva: dalle partnership nascono prodotti unici sempre differenti.

Demanumea – borsa <em>Alchemical,</em> artista Sabrina Di Tora
Demanumea – borsa Alchemical, artista Sabrina Di Tora
Demanumea – borsa <em>Alseid,</em> artista Matteo Benassi
Demanumea – borsa Alseid, artista Matteo Benassi
Demanumea – borsa <em>Ecce Homo V,</em> artista Gianluca Staffolani
Demanumea – borsa Ecce Homo V, artista Gianluca Staffolani
Demanumea – borsa <em>Elefant-One,</em> artista Matteo Benassi
Demanumea – borsa Elefant-One, artista Matteo Benassi
Sopra: Demanumea – borsa <em>Hades,</em> artista Monica Salinelli | Sotto: Demanumea – borsa <em>Illusionist,</em> artista Sabrina Di Tora
Sopra: Demanumea – borsa Hades, artista Monica Salinelli | Sotto: Demanumea – borsa Illusionist, artista Sabrina Di Tora

“Proprio per questo motivo ogni prodotto è unico – mi hanno raccontato alcuni dei membri di Demanumea in occasione del press day meneghino – in quanto l’arte è istinto, gesto e intuito creativo delineato in uno spazio temporale definito e quindi individuale.”

Il lavoro portato avanti da Demanumea è caratterizzato da alcuni segni distintivi.

Prima di tutto, la collezione è in continua evoluzione in un fermento artistico inarrestabile: le tecniche più utilizzate sono la scultura, la pittura, il ricamo, l’incisione.

Forme e modelli (tra i quali shopping bag, boston bag, shouder bag e clutch) sono limitati per una scelta precisa: si vuole dare il massimo spazio alla personalizzazione operata dagli artisti e alla loro creatività.

Conseguentemente, Demanumea non propone collezioni stagionali ma infinite customizzazioni. Di solito prediligo l’italiano ma, in questo caso, tale neologismo derivante dall’inglese customer, cliente, è il termine perfetto per definire la visione innovativa del brand.

Le borse diventano dunque tele sulle quali dipingere letteralmente emozioni e sentimenti.

La pelle può essere lavorata modellandola o inserendo materia sotto di essa per poi dipingere la superficie in rilievo, combinando la vivacità di tinture speciali con diversi materiali applicati: oppure, intervengono gli scultori che creano una sagoma figurativa a mano. Successivamente, la pelle viene scaldata e modellata sulla sagoma da maestri artigiani per donarle la forma desiderata.

Nella fase finale, la scultura può essere personalizzata e rifinita attraverso un ulteriore intervento pittorico.

L’autenticità di ogni opera Demanumea è certificata: ogni prodotto ha al suo interno una targhetta in palladio attraverso la quale viene dichiarato il numero dell’articolo, il nome dell’opera e la firma dell’artista che l’ha creata in esclusiva per il brand.

Ogni prodotto è realmente e interamente disegnato e realizzato da mani italiane nel cuore del centro Italia con le tecniche antiche apprese e tramandate da maestri pellettieri e con materiali pregiati attentamente selezionati e sottoposti a quotidiani controlli di qualità.

Vista la loro unicità, le borse Demanumea si possono acquistare solo in tre modi: sul sito web, in alcune gallerie d’arte e nelle boutique appartenenti al network Demanumea Elite Store. Sul sito, per ogni borsa, c’è la scheda nonché i dettagli per sapere in quale punto vendita è reperibile.

Demanumea – borsa <em>Iraku,</em> artista Sabrina Di Tora
Demanumea – borsa Iraku, artista Sabrina Di Tora
Demanumea – borsa <em>La Fuite du Temps,</em> artista Sabrina Di Tora
Demanumea – borsa La Fuite du Temps, artista Sabrina Di Tora
Demanumea – borsa <em>Untitled VI,</em> artista Bernardo Peruta
Demanumea – borsa Untitled VI, artista Bernardo Peruta
Sopra: Demanumea – borsa <em>Witchcraft,</em> artista Matteo Benassi | Sotto: Demanumea – borsa <em>Xenomorph,</em> artista Sabrina Di Tora
Sopra: Demanumea – borsa Witchcraft, artista Matteo Benassi | Sotto: Demanumea – borsa Xenomorph, artista Sabrina Di Tora

La mia avversione nei confronti dell’omologazione è ormai cosa nota: il concept di Demanumea, ovvero l’idea di sfidare il mercato di massa attraverso una creatività senza fine, ha decisamente guadagnato la mia attenzione. E la mia stima.

Il dono più prezioso che abbiamo è la nostra unicità: lo sostiene il brand e io sposo la teoria con entusiasmo e assoluta convinzione.

Resta un solo dubbio: indossare o collezionare queste borse?

Io propendo con decisione per la prima ipotesi: queste sono opere che devono vivere e che non si accontentano certo di stare chiuse in una teca o appese a un muro.

Manu

 

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito Demanumea, qui la pagina Facebook, qui l’account Instagram, qui il canale Vimeo.

Visto che ho parlato più volte di Not Just A Label (piattaforma di scouting di talenti internazionali fondata da Stefan Siegel), mi fa piacere segnalare che trovate le borse Demanumea anche sul loro sito, a ulteriore riprova del carattere davvero innovativo del progetto: NJAL si distingue infatti per il fatto di selezionare esclusivamente brand che possiedano tale caratteristica.

 

 

 

Qualche mio scatto realizzato in occasione dei due recenti incontri con Demanumea. Ho fatto le prime tre foto in occasione del press day tenutosi a Milano lo scorso 6 aprile; ho fatto le ultime tre, invece, in occasione della live performance tenuta giovedì 14 aprile presso Jasmine in corso Garibaldi, una delle boutique del circuito Demanumea Elite Store.
Qualche mio scatto realizzato in occasione dei due recenti incontri con Demanumea. Ho fatto le prime tre foto in occasione del press day tenutosi a Milano lo scorso 6 aprile; ho fatto le ultime tre, invece, in occasione della live performance tenuta giovedì 14 aprile presso Jasmine in corso Garibaldi, una delle boutique del circuito Demanumea Elite Store.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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